LA LOTTA, PER RIOTTENERE IL PROPRIO
POSTO DI LAVORO NEL MAGAZZINO LDD DI TREZZO, CONTINUA.
Lunedì 30 giugno a Trezzo in viale
Lombardia
(nel parcheggio di fronte alla ND
Logistic)
dalle 10.30 conferenza stampa,
alla presenza dei lavoratori,
per annunciare le prossime
iniziative...
..tra cui la denuncia per
l'aggressione subita il 4 aprile dai lavoratori in presidio davanti ai cancelli
LDD di Trezzo ed il ricorso contro i licenziamenti presso il Tribunale del
lavoro, perché sia il sistema neo-schiavista delle cooperative ad essere messo
sotto processo.
Un sistema che, grazie ai cambi
appalto, permette di cacciare impunemente i lavoratori quando non servono più,
perchè scomodi, sindacalizzati oppure considerati poco produttivi, magari dopo
10-15 anni di lavoro usurante nello stesso magazzino
Sebastiano Lamera
Slai Cobas sc
3355244902
IN QUESTA IMPORTANTE LOTTA, INIZIATA
IL 22 GENNAIO, A DIFFERENZA DI QUELLO CHE SUCCEDE NORMALMENTE, I LAVORATORI NON
ACCETTANO DI ESSERE BUTTATI FUORI IN CAMBIO DELL'ELEMOSINA DEI COSIDDETTI
AMMORTIZZATORI SOCIALI.
MA RIVENDICANO FINO IN FONDO IL
LAVORO CHE C'E' E CONTINUA AD ESSERCI NELLA PIATTAFORMA LOGISTICA DI LDD A
TREZZO DOVE, L'ACCORPAMENTO DELLE ATTIVITA' CHE SI SVOLGEVANO NEI MAGAZZINI DI
CAPRIATE E VIGNATE, E' STATO SOLO IL PRETESTO PER LICENZIARE 160 LAVORATORI,
SOSTITUITI CON NUOVI LAVORATORI DI ALTRE COOPERATIVE.
Denunciamo con forza le gravissime responsabilità di
sindacati confederali e Prefettura di Milano che nelle varie fasi di questa
vicenda (come in tante altre simili) sono stati complici e conniventi con chi
ha architettato questo licenziamento di massa.
I confederali, ed in particolare la Cgil,
che al tavolo della trattativa, aperto all'inizio di marzo grazie alle nostre
mobilitazioni, hanno escogitato continui intoppi perchè non si giungesse ad un
accordo, ed anziché chiedere la revoca della mobilità, come fatto dallo Slai
Cobas sc, hanno avallato la procedura di licenziamento collettivo incontrando
separatamente la cooperativa in Regione il 29 aprile.
Altrettanto gravi le
responsabilità del Prefetto di Milano che, pur avendone facoltà, non imponeva
alcun vincolo, né tantomeno una clausola a salvaguardia dei posti di lavoro,
alla committente LDD. Lasciando così, coscientemente, che 160 persone venissero
buttate sulla strada senza motivo, in totale spregio allo Statuto dei
Lavoratori.
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