lunedì 30 agosto 2021

30 agosto - In merito alla situazione SCUOLA

Ancora una volta, in epoca di pandemia da Covid -19, ci troviamo alla vigilia della ripresa delle attività scolastiche con le “novità” dell’ultima ora. Quest’estate il tormentone ha riguardato il green pass obbligatorio per tutti gli operatori scolastici per poter accedere nelle scuole dal 1 settembre, introdotto con il Dl del 6 agosto 2021.

 

A fronte di una pandemia così grave noi siamo per la vaccinazione obbligatoria per tutta la popolazione. Del green pass ai potrebbe parlare di arma di distrazione di massa ipocrita da parte del governo  a fronte invece della sempre più necessaria vaccinazione obbligatoria che il governo ad oggi non ha messo in atto e nessuno dei provvedimenti veramente risolutivi per il mondo della scuola è stato adottato, vedi la questione degli spazi/distanziamento, delle scuole messe in sicurezza, di un piano serio di screening periodico, dei trasporti specifici per gli studenti e vogliamo parlare dei tanti banchi con le rotelle rimasti inutilizzati con spreco di soldi pubblici???

Insomma, come al solito si lancia il sasso e poi si cercano risposte ai tanti problemi che emergono e restano irrisolti e l’inizio dell’anno scolastico è di nuovo alle porte!

 

Mentre i confederali asserviti, che fino ad oggi hanno contribuito pienamente alla distruzione della scuola pubblica, con il loro “protocollo di intesa” con il Ministero dell’Istruzione ora ipocritamente strillano sulla questione della negazione dei tamponi pagati con fondi scolastici anche per il personale scolastico che rifiuta di vaccinarsi, avallando posizioni che di fatto inducono a deviare/sviare dalla vaccinazione con l’utilizzo dei tamponi

 

Puntualmente e prontamente poi sindacatini iperburocratici come l’ANIEF non hanno perso né tempo nè occasione per intentare cause, raccolte firme inutili contro il green pass, provvedimento che ha creato confusione,  scatenato una levata di scudi da parte di no vax e fautori in nome della “libertà di scelta” individualista, divisioni sia tra i lavoratori della scuola che con tutti gli altri lavoratori; è stato creato un coordinamento nazionale docenti e ATA contro il green pass che  ha indetto una manifestazione alla vigilia della ripresa della scuola… si vede l’albero ma non la foresta del problema che oggi viviamo.

Ma come Slai Cobas non possiamo condividere  quelle posizioni di sindacati anche di base che sì denunciano i problemi strutturali della scuola aggravati dalla pandemia ma sulla questione vaccinazione restano sulla “libertà di scelta” sui vaccini o sulla coscienza dei lavoratori… se è vero che ci sono tanti lavoratori e lavoratrici che più che essere No Vax convinti non si vaccinano perchè hanno paura degli effetti collaterali, a causa anche della generale disinformazione o cattiva informazione in primis del governo, che corre sui media o sui social anche in modo becero, con le diverse falle emerse nella campagna di vaccinazione, il quadro attuale della situazione sanitaria che viviamo oggi mostra invece la necessità urgente di lottare perché si affermi una seria logica sociale sulla questione Covid/vaccinazioni. Chi non parla e non chiede la vaccinazione obbligatoria di fatto sostiene posizioni dei no vax e invece di battersi per la vaccinazione per tutti rivendica la libertà individuale.

 

L'appello alle lavoratrici e lavoratori è costruire nella scuola lo sciopero generale indetto dal sindacalismo di base e di classe per l’11 ottobre

È nella lotta quotidiana per strappare risultati concreti che i lavoratori possono ricostruire l’unità che serve in questa fase e che contratti capestro, accordi, “riforme” hanno messo grandemente in discussione, ma hanno, anche, prodotto guasti, reso la scuola sempre più apertamente subordinata agli interessi del capitale. 

È necessario ribaltare tutte le politiche scolastiche e risolvere tutti i problemi strutturali che, lungi dall’essere risolti, potranno porre anche in questo anno scolastico chiusure di scuole, e/o renderanno la vita scolastica più difficile e complicata, ricorso alla DAD o alla didattica integrata:

 

-piano di vaccinazione obbligatoria per tutti con chiara informazione e supporto medico, no ai profitti capitalistici sulla pelle dei lavoratori e delle masse popolari

 

- reperimento di spazi per permettere a tutti gli studenti di seguire in presenza, No alla DAD né alla Didattica integrata

 

- potenziamento dei mezzi di trasporto- ripristino del servizio di medicina scolastica

  

-assunzione di personale docente e ATA, trasformazione dei contratti a tempo determinato in tempo indeterminato, potenziamento degli organici

 

-potenziamento della scuola pubblica e copertura di tutto il territorio nazionale a partire dai nidi, scuola dell’infanzia . -basta scuole paritarie che sono state finanziate anche durante il lockdown

 

-  internalizzazione di tutti i servizi scolastici (assistenza agli studenti disabili- servizio di pulizieri, asili nido...)

 

-  ritiro dell’ Accordo sull’ulteriore riduzione del diritto di sciopero nella scuola ARAN-OOSS concertativi

 

 

Slai Cobas per il sindacato di classe 

 

 

giovedì 19 agosto 2021

Agli operai della Tessitura Albini di Mottola oltre la perdita di lavoro ora manca anche la cassintegrazione


I lavoratori, che sono in presidio da quasi un mese dopo la chiusura della fabbrica per impedire che l'azienda si porti in altri siti, anche esteri, i macchinari, non hanno ancora ricevuto la cassintegrazione del mese di luglio 2021, e per quelle successive le notizie di fonte task force regionale prospettano un ritardo anche maggiore.

Questo nonostante che negli incontri tenutisi in Prefettura il mese scorso sia stato assunto l'impegno da parte di tutti che l'Inps erogasse mensilmente ai lavoratori la cassintegrazione-covid; questo però è avvenuto solo fino a giugno scorso.

I lavoratori sono disperati, vivono solo con quel reddito di cig benchè misero e insufficiente a coprire le esigenze quotidiane e familiari; ora ritardare anche questa indennità è togliere loro il "pane".

Lo Slai cobas sc, contattato da alcuni lavoratori della Tessitura Albini, ha chiesto all'Inps, alla Prefettura, alla Regione di risolvere subito gli eventuali problemi che hanno ritardato la corresponsione della Cig e di procedere al suo pagamento nella settimana in corso.
 
L'Inps attraverso il Responsabile Ammortizzatori Sociali ha prontamente risposto, comunicando che la domanda di autorizzazione al trattamento di cassa integrazione, per il periodo 05/07/2021 - 03/10/2021, ai sensi del D.L. 99/2021 (circolare INPS 125 del 09/08/2021), è stata presentata dall'azienda in data 11/08/2021, e che pertanto, non vi era alcun ritardo da parte dell'Inps nella gestione della domanda, che peraltro è già in fase istruttoria ricordando però che per i pagamenti mensili l’azienda, ottenuta l’autorizzazione, dovrà trasmettere le relative istanze (Mod. SR 41 o Uniemens-cig).

Lo Slai cobas nel ringraziare il responsabile Inps per la pronta risposta, rileva comunque che a situazione di emergenza - come quella che vivono i 118 lavoratori della Tessitura Albini e le loro famiglie - è necessario rispondere con soluzioni di emergenza; e l'emergenza in questo caso riguarda soprattutto i tempi.
Pertanto tutti i soggetti interessati, a partire dall'azienda, debbano adoperarsi per ridurre al massimo i tempi della procedura tra una fase e l'altra, affinchè i lavoratori possano ricevere subito la cassintegrazione di luglio e mensilmente le altre.
Non è giusto che si adottino procedure straordinarie da parte del governo per erogare in questo periodo sostegni alle aziende e si adottino invece procedure ordinarie con tempi ordinari per i lavoratori.

In questo senso, aggiunge lo Slai cobas, poniamo l'opportunità di valutare la possibilità che sia l'azienda ad anticipare la cig; atteso che:
i vari decreti per la cig-covid pur non ponendo come norma l'anticipo aziendale della cassa-covid, non lo escludono - a Taranto vi sono stati quest'anno aziende che hanno anticipato la cig-covid avendo altri siti a livello nazionale;
la Tessitura Albini ha anch'essa altri siti produttivi e pertanto può porre in detrazione all'Inps l'anticipo della cassa-covid;
inoltre, la Tessitura Albini, che non ci risulta stia chiudendo lo stabilimento a Mottola per crisi ma per delocalizzare e ridurre i suoi costi di produzione, continua pur col fermo del sito di Mottola a fare utili attraverso la vendita di energia prodotta dalle migliaia di pannelli solari installati sui capannoni e parcheggi nella fabbrica.

sabato 14 agosto 2021

SCIOPERO GENERALE DEL SINDACALISMO DI BASE SPOSTATO A LUNEDI 11 OTTOBRE 2021

Comunicato Stampa

Le scriventi OO.SS., preso atto della definizione delle date delle prossime elezioni amministrative in programma in diversi comuni italiani il 3-4 ottobre con possibile ballottaggio il 17-18 ottobre, e dei conseguenti periodi di franchigia previsti dalla normativa sul diritto di sciopero, comunicano la revoca dello sciopero generale di tutti i settori privati e pubblici per l’intera giornata del 18.10.2021 e proclamano lo Sciopero Generale che riguarderà tutti i settori privati e pubblici per l’intera giornata
dell’11.10.2021.
Di seguito il comunicato stampa aggiornato alla luce della nuova data di convocazione.
Contro licenziamenti e macelleria sociale l'intero sindacalismo di base si unisce e proclama uno sciopero generale dei settori privati e pubblici su tutto il territorio nazionale per l’intera giornata dell'11 ottobre 2021.
ADL COBAS - CIB UNICOBAS – CLAP- CONFEDERAZIONE COBAS – COBAS SANITA', UNIVERSITA' E RICERCA- COBAS SCUOLA SARDEGNA – CUB - FUORI MERCATO – SGB -
SI COBAS –SIAL COBAS – SLAI COBAS S.C. – USB – USI CIT

14 agosto - Altro regalo dl governo Draghi ai padroni: non ci sono soldi per l'Inps e la quarantena non viene più pagata come malattia

 

contropiano

L’Inps al momento non considera più in malattia chi è costretto alla quarantena per un contatto con un positivo al Covid. In pratica, chi si ritrova a casa in isolamento obbligatorio potrebbe perdere una parte  dello stipendio. Dal momento che con la quarantena  si deve rimanere a casa fino a 14 giorni, la decurtazione potrebbe diventare notevole. Il presidente dell’Inps Tridico ha spiegato in una nota che: “Il legislatore non ha previsto un nuovo stanziamento per prorogare la tutela della quarantena”.

Con il messaggio 6 agosto 2021, n. 2842, l’INPS conferma che, riguardo all’indennità previdenziale di malattia in caso di quarantena  (art. 26, decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18), procederà al definitivo riconoscimento degli importi dovuti per il 2020 basandosi sulle certificazioni attestanti la quarantena con isolamento fiduciario redatte dai medici curanti, anche nei casi in cui non sia stato possibile reperire alcuna indicazione sul provvedimento emesso dall’operatore di sanità pubblica.

L’Inps precisa però che: “poiché per il 2021 il legislatore non ha stanziato nuove risorse, l’indennità non potrà essere erogata anche per gli eventi avvenuti nell’anno in corso”.

Riguardo ai lavoratori “fragili”, la cui assenza dal lavoro è equiparata a ricovero ospedaliero (art. 26, c. 2 d.l. 18/2020), l’Istituto erogherà la prestazione relativamente ad eventi del 2020 e solo per quelli verificatisi fino al 30 giugno 2021, anche se il decreto-legge 23 luglio 2021, n. 105 ha differito al 31 ottobre 2021 il diritto riconosciuto ai lavoratori fragili di svolgere l’attività lavorativa in smart working.

Con riferimento agli eventi certificati come malattia conclamata da Covid-19, (art. 26, comma 6, d.l. 18/2020), invece, le indicazioni ricevute da parte del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali autorizzano il riconoscimento della tutela della malattia secondo l’ordinaria gestione.

Fino ad oggi era invece in vigore l’art. 26, comma 6, decreto-legge 18/2020 come modificato dalla legge 27/2020, secondo il quale se avevi contratto il Covid-19 in contesto extra-lavorativo o per cause non legate alla tua mansione, dovevi andare in isolamento (Circolare del ministero della Salute del 12 ottobre 2020) ed avevi diritto alle tutele previste dall’INPS per la malattia comune. Diversamente se ti sei contagiato sul lavoro sono previste le tutele Inail in materia di infortuni sul lavoro.




giovedì 12 agosto 2021

12 agosto - ALLE POSTE: MALATI E PURE MASSACRATI

 


CONTRO LA NOCIVITÀ DEL CAPITALE PER IL PROTAGONISMO OPERAIO

 

Sicurezza sul lavoro, decine di controlli nelle aziende tra Prato e Milano: «Il 100% è risultato irregolare»

Lavoro,decine controlli a Prato e Milano, 100% irregolarità

Giordano (Inl), ispezioni effettuate nell'ultima settimana

Sicurezza sul lavoro, Landini: "Introdurre patente a punti per le imprese''

 

Ancora una volta con una proposta irreale, smentita dai fatti quotidiani che persino le ispezioni ufficiali devono ratificare, i confederali per bocca ‘dell’uomo di governo’ Landini, continuano a far danni tra i lavoratori, assolvendo al loro compito di copertura delle aziende. In un particolare momento in cui gli infortuni mortali, visibili o meno ma sempre 3 al giorno sono, hanno di nuovo colpito e aperto un dibattito sulla mancanza di protezioni e formazione per i lavoratori e sulle responsabilità dei padroni, con la patente a punti offrono l’ancora di salvezza alle aziende, l’escamotage per continuare a produrre alle medesime condizioni di oggi, cioè pericolose e impunite. La patente a punti è una proposta bloccata da 15 anni. Che Landini aspiri ad essere l’uomo giusto per questo progetto può darsi, ma l’annuncio nell’immediato suona come una indicazione di linea alle migliaia di Rls purtroppo ingessati nelle strutture confederali tramite le Rsu: la produzione non si può fermare, niente grossi ostacoli, niente guerre di trincea con i padroni. Così come sono inevitabili i licenziamenti, ora con più evidenza, sono inevitabili i morti.

Il neo presidente di INL costituita nel 2015, rilascia dichiarazioni più avanzate ammettendo che contro le aziende serve il potere ispettivo di fermare la produzione irregolare fino alla messa in sicurezza, fino alla regolarizzazione.

Noi diciamo con il grande esempio dell’Autunno Caldo, l’esperienza storica del potere operaio, che è la classe operaia che deve porsi l’obiettivo di darsi gli strumenti di controllo e di intervento a partire da delegati e delegati alla sicurezza eletti su scheda bianca e libera, revocabili in ogni momento dall’assemblea dei lavoratori. Per decidere direttamente sulle questioni che li riguardano senza delegare… E che solo a partire dal suo protagonismo, e dalla sua organizzazione, è possibile trascinare il contributo di tecnici, medici e organi di controllo.

… La forza sindacale, politica, ideologica degli operai portò tecnici, medici, studenti, a mettere le loro conoscenze al servizio delle risposte, alla difesa, miglioramento della condizione operaia. Ma sul fronte della sicurezza in fabbrica, della difesa delle salute, della lotta alla nocività anche fuori dalla fabbrica, furono prima e soprattutto gli operai che fecero piani, proposero soluzioni, dimostrando che le fabbriche, anche quelle più nocive, in mano agli operai possono essere trasformate. Si affermò il rifiuto della monetizzazione della nocività. Sull’esempio della Cina di Mao si affermo’: UNIRE IL ROSSO E L’ESPERTO. Mettersi al servizio della classe operaia, e in questo mettersi al servizio della sua causa, delle sue lotte, cambiare la cultura, le conoscenze così come erano state fino ad allora... (tratto dalla rivista La Nuova Bandiera, Atti del Convegno sul 50° dell’Autunno Caldo 1969)

Prodotto di questa stagione l’attività di tanti medici, coinvolti dalla forza e dall’energia del movimento operaio, rotte le catene sindacali confederali, finalmente lanciato alla difesa dei propri interessi:

‘ …. molti tecnici si trovarono a dover prendere apertamente posizione e decidere se rendersi o meno disponibili a lavorare a fianco della classe operaia che in questo campo specifico intende svolgere un ruolo egemonico ovvero di direzione delle indagini e delle conseguenti scelte di intervento.

È con chi sa compiere questa scelta, primo fra tutti Giulio Maccaccaro, che con il movimento operaio instaura ‘ una collaborazione tesa a condurre un’analisi del sapere medico (che solo dall’interno della medicina poteva essere svolta) e che, partendo dalla soggettività operaia e dalle conoscenze dei tecnici, trasformasse il sapere medico e l’intervento sull’ambiente, e trasformasse quindi anche il processo di produzione del sapere...’. (tratto da L’impegno di Giulio Maccaccaro per una nuova medicina, Maria Luisa Clementi, ed Medicina Democratica)

mercoledì 11 agosto 2021

11 agosto - info da tarantocontro: LO SLAI COBAS SC AL PRESIDIO DEGLI OPERAI DELLA TESSITURA ALBINI, TUTTI LICENZIATI - Solidarietà e Sostegno alla Lotta

 

Ieri lo Slai Cobas sc di Taranto ha portato la propria solidarietà, ma anche l'impegno ad essere al fianco delle iniziative di lotta degli operai e operaie della Tessitura Albini, che da un lavoro sicuro ora si trovano in mezzo ad una strada perchè i padroni hanno pensato bene, per aumentare i loro profitti, di chiudere a  San Basilio Mottola per allargare la produzione negli altri siti, soprattutto quelli all'estero - Egitto, Repubblica Ceca - dove tagliano i costi, tagliando i salari operai e i diritti.

Gli operai presenti al presidio permanente ci hanno raccontato con rabbia, e delusione la loro grave e inaccettabile situazione, come pur essendo il loro lavoro/professionalità apprezzato - lavorano per un mercato di alto livello sia italiano che in europeo - ora non servono più... e devono, neanche, sopravvivere con una cassaintegrazione covid di 600 euro al mese.

"600 euro non bastano neanche per pagare il mutuo di 700 euro al mese per la casa... ho figli piccoli a cui devo ora negare anche il necessario"; "siamo tutti giovani... il più "anziano" di noi ha 43 anni, tanti sono sui trenta, pensando di avere un lavoro sicuro si sono sposati, hanno fatto figli, il mutuo... ora temono di vedersi togliere anche la casa". "Non vogliamo cassaintegrazione, vogliamo il lavoro!" Sono 118 giovani operai, di cui circa un terzo sono donne. Fanno il presidio per resistere, rimanere in campo, ma soprattutto per impedire che Albini venga a portarsi via i macchinari. Albini che comunque, come hanno detto gli operai, sta continuando anche ora a guadagnare da questo sito, perchè avendo messo tanti pannelli solari vende l'energia elettrica prodotta dai pannelli.

Stanno facendo da più di un mese questo presidio, 24 ore su 24. Si sono organizzati per coprire giorno e notte, nonostante le temperature caldissime di giorno e le "zanzare" di notte; sono pochi ad ogni turno per non consumare le loro energie e non molleranno!

Ma per ora non c'è una reale prospettiva, il governo/Mise fa solo incontri telematici. I sindacati presenti in fabbrica - Cisl, Uil - aspettano che vi sia un nuovo acquirente della fabbrica, ma per ora non c' niente di concreto. Gli operai al presidio hanno denunciato che nessuna televisione, nessun rete nazionale si è interessata alla loro lotta.

Lo Slai Cobas nel portare la propria solidarietà e impegno a essere presente nelle prossime iniziative - sicuramente a settembre - ha portato anche un contributo frutto delle esperienze delle lotte più significative a Taranto: la necessità di elevare il livello delle lotte, renderle più incisive e più "pericolose" per padroni e governo; la necessità di unire le varie situazioni che vi sono a Taranto e provincia in cui anche sono in atto licenziamenti e chiusure; per avere visibilità serve fare lotte più dure, dare anche un messaggio "negativo" verso le Istituzioni, prefetto, Mise, ecc.

Lo Slai Cobas ha portato anche una visione più generale della situazione, le tante, troppe realtà che stanno facendo licenziamenti in massa, chiusure, e non certo per crisi; e quindi la necessità di combattere insieme una politica dei padroni che non viene assolutamente contrastata dai governi (qualunque essi siano).

Gli operai sono stati contenti della nostra "visita", della solidarietà non a parole, e ci siamo lasciati con l'impegno di rivederci presto.

martedì 10 agosto 2021

I MORTI IN FABBRICA SONO OMICIDI, PER IL PROFITTO, MANDANTI I PADRONI

UN ALTRO OPERAIO UCCISO PER MANCANZA DELLE MISURE DI SICUREZZA 

GIOVANE DI 36 ANNI, DI NAZIONALITÀ INDIANA S.B., PER ORA NON SI CONOSCONO LE GENERALITÀ. 

 

Nella cronaca locale della mattinata, riportata in modo pressochè simile dalle varie testate online la notizia della morte di un operaio, addetto alla manutenzione del tetto nella fabbrica a regime ridotto per le ferie.

La fabbrica è la Toora Casting, settore automotive di S.Paolo d'Argon, Bergamo. Una zona segnata dalla presenza di piccole e medie industrie, con una forte utilizzo della manodopera immigrata in appalto con le coopertive spesso inserita dopo pretestuose ristrutturazioni con esuberi concordati sindacalmente. Aziende praticamente desindacalizzate nonostante la forte presenza di Cgil e Cisl.

La prima ricostruzione dice che poco dopo le 8.00 alcuni lavoratori dalla fabbrica hanno visto cadere un uomo dal tetto, dove l'impresa per cui lavorava stava eseguendo dei lavori. 'Inutili i soccorsi. I carabinieri e i tecnici dell'ATS stanno cercando di capire se si è trattato di un malore o di una caduta da incidente...'   

Tutti a riportare il grande dubbio del malore o incidente. MA SE È CADUTO, VUOL DIRE CHE NON ERA LEGATO, CHE NON ERA ASSICURATO AD UNA FUNE NECESSARIA PROPRIO PER PREVENIRE POSSIBILI CADUTE ACCIDENTALI.

Imbragare un lavoratore sul tetto richiede la messa a disposizione dell'attrezzatura, costi e tempo per prepararsi, e in alcuni casi una modalità di lavoro limitata, meno veloce, per via delle funi. SPESE IMPRODUTTIVE PER I PADRONI.

Le protezioni devono sempre esserci, devono essere pretese. Per i padroni è solo una perdita di tempo, in sostanza di soldi. Non temono le conseguenze, si sentono impuniti da un sistema che fin nella cronaca usa i guanti bianchi contro i capitalisti, da il meglio dentro i tribunali e fa pochissimi controlli. Per gli operai è una questione di vita o di morte.

È NECESSARIO RICOSTRUIRE LA RETE NAZIONALE PER LA SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO PER DARE STRUMENTI E PROSPETTIVA ALLA BATTAGLIA PER LA DIFESA DELLA SALUTE E DELLA SICUREZZA DEI LAVORATORI.

TORNANO IN PIAZZA I LAVORATORI DELLA GRAFICA VENETA PER RIVENDICARE IL POSTO DI LAVORO. DOPO UN’INDAGINE PARTITA NELLA DIREZIONE GIUSTA CON L’ARRESTO DI DUE MANAGER DELLA COMMITTENTE. APPOGGIO DAGLI OPERAI DELLA MASCHIO NS IMPEGNATI SULLO STESSO FRONTE CONTRO IL MODERNO CAPORALATO IN FABBRICA E PER IL RIENTRO AL LAVORO.

IL SISTEMA DEGLI APPALTI INGRASSA DUE PADRONI, INTERMEDIARI DI MANODOPERA E COMMITTENTI, CHE BEN SANNO DA DOVE ARRIVANO I PROFITTI.

Il caso emerso alla fine di luglio, per le condizioni subite dai lavoratori pakistani assunti tramite cooperativa alla Grafica Veneta, irregolarità contrattuali, furti sulle ore… picchiati dai caporali, giornate di 12 ore a pesanti ritmi di lavoro pagati miseramente, ha avuto un certo scalpore perché sono stati arrestati anche due manager dell’azienda committente.

I due manager sono stati messi agli arresti domiciliari con l’accusa di reclutamento e impiego di manodopera in condizioni di sfruttamento. Secondo la Procura, i due dirigenti di Grafica Veneta erano a conoscenza della situazione di illegalità e dei metodi violenti usati dall'organizzazione per soggiogare e intimidire i lavoratori.

Ieri l’incontro in Prefettura con ADL Cobas per rivendicare l’assunzione dei lavoratori a tempo indeterminato in fabbrica, con l’avvocato dell’azienda che lascia il tavolo inveendo contro i lavoratori che si vogliono approfittare dell’azienda, perché solo chi può dimostrare di aver lavorato 300 ore al mese merita di essere preso in considerazione.

L’avvocato giusto al posto giusto, verrebbe da dire, con una concezione da negriero a difesa delle condizioni di lavoro neoschiaviste.

Non facciamo previsioni sull’esito delle indagini.

Ma succede poche volte ed è importante che al centro sia finita l’azienda committente. Questo nel sistema degli appalti resta una tendenza che solo la mobilitazione mirata dei lavoratori contro il moderno caporalato può provare a invertire.

I padroni hanno il pieno controllo dell’organizzazione del lavoro nelle aziende, appalti compresi; impongono condizioni economiche al massimo ribasso nei contratti di appalto; pretendono la totale flessibilità oraria, fine turno solo alla fine del lavoro, con la conseguente piena disponibilità e sottomissione, violando la stessa libertà dei lavoratori. Questo regime di impiego è determinato dai committenti. Conoscono bene le conseguenze dell’intermediazione della manodopera perché lo scrivono nei loro stessi bilanci: utili alle stelle e costo della manodopera al minimo.

E’ il moderno caporalato istituzionalizzato che giorno dopo giorno attacca i diritti di tutti gli operai.

Perché in fabbrica i padroni, salari e diritti li livellano sempre verso il basso.

sabato 7 agosto 2021

7 agosto - PRESIDII A MODENA PER LAILA, OPERAIA MORTA SUL LAVORO

 report del compagno dello Slai Cobas sc Ravenna


Ieri a Modena abbiamo organizzato due presidii dopo la morte sul lavoro dell'operaia della Bombonette, Laila El Harim, una risposta di lotta e di rivendicazioni per fermare la strage quotidiana degli operai nei luoghi di lavoro.

Abbiamo fatto un presidio davanti alla fabbrica dove lavorava con striscione (“basta morti sul lavoro per i profitti dei padroni”), bandiere Slai Cobas psc e Si Cobas promotori dell’iniziativa, e volantini. Una iniziativa che ha portato gli operai a schierarsi, gli impiegati a contestare l’accusa di “padroni assassini”, e un capo/dirigente che ha cercato di investirmi con il suo suv.


Poi ci siamo spostati al presidio cittadino in piazza Grande, con interventi al microfono, dove il coord Si Cobas ha denunciato la crescita delle morti sul lavoro in Regione, i profitti dei padroni messi davanti alle vite umane. Il responsabile dello Slai Cobas psc di Ravenna ha denunciato tutto un sistema, dalla macchina non a norma alle condizioni di sfruttamento “contrattuali” che espongono le vite operaie a rischio-sicurezza per massimizzare i profitti dei padroni, alla necessità di portare la lotta contro le morti sul lavoro non solo in fabbrica ma anche su un piano nazionale (4 operai morti al giorno sul lavoro) con la proposta di organizzare una Rete nazionale per la sicurezza sul lavoro.

Al Presidio hanno partecipato le compagne del movimento femminista proletario rivoluzionario di Milano/Bologna con la forte denuncia contro tutto un sistema che schiaccia le vite delle operaie che dev’essere rovesciato. E' intervenuta anche una compagna dell’Usb. Ha aderito anche PaP di Mo.


 



7 agosto - info dalla GKN: GLI OPERAI RIMUOVONO DAL PRESIDIO LE BANDIERE DELLA CISL CHE CERCA DI DIVIDERE I LAVORATORI

 

Collettivo Di Fabbrica - Lavoratori Gkn Firenze


Rimosse tutte le bandiere Cisl dal presidio. Così hanno deciso i lavoratori. L' "ammainabandiera" è parte dei metodi di questo nostro presidio. La Cisl non ha per quanto ci riguarda più legittimità politica al presidio.

Da quando è iniziata questa nostra vicenda, qua sono passati in tanti a manifestare solidarietà e a ritagliarsi fette di visibilità. Lo hanno fatto a dispetto di tutte le proprie posizioni precedenti. Ci siamo detti che l'incoerenza non era nostra. Noi non abbiamo mutato di un millimetro il nostro cammino. E chiunque mette la faccia qua, come la mette, la perde anche rapidamente. Questo oggi vale per la Cisl, domani potenzialmente per chiunque altro.

EasyGroup è la ditta a cui Gkn aveva dato in appalto logistica e pulizie. Lavoratori della logistica e pulizie appartengono a due contratti diversi e hanno ammortizzatori diversi. In questo momento l'accesso all'ammortizzatore per i carrellisti, significa praticamente il licenziamento per quelli delle pulizie. Un meccanismo allucinante contro cui stiamo chiedendo di intervenire, cercando di individuare un percorso comune o comunque un modo per mantenere formalmente uniti gli appalti alla nostra vertenza.

Il Ministero del Lavoro deve intervenire o sarà responsabile di questo meccanismo allucinante.

Giovedì invece la Cisl ha mandato un comunicato ai carrellisti della EasyGroup. Primo grave problema di metodo. Noi non accettiamo più organizzazioni che parlano di noi e per noi attraverso comunicati, stampa o social. O sei dentro la lotta o sei fuori. Se sei dentro, le tue tesi le argomenti qua. Non altrove.

Ma ancora più grave è il problema di merito. La Cisl sgancia e divide i carrellisti dai colleghi delle pulizie e lo rivendica anche. Li sgancia anche da questa nostra vertenza.

Nel comunicato la Cisl si duole che per "alcune sigle sindacali" sia "più importante l'aspetto politico CIOE' TENERE UNITA LA VERTENZA". Tenere unita la vertenza non è una linea di "alcune sigle sindacali" ma dell'assemblea dei lavoratori. E il giochino della competizione tra sigle per le tessere tra di noi non esiste. Per altro, se si parla di tesserati, il fatto di avere una manciata di tesserati in Gkn non ha impedito alla Cisl di venire a riempire i cancelli della Gkn delle proprie bandiere.

Nello stesso comunicato la Cisl praticamente afferma che il tavolo aperto con il Mise non servirà a nulla. Questo però non le ha mai impedito di essere presente in forza al tavolo, parlando "di noi e per noi" come tante altre sigle che qua rappresentano poco o nulla.
La legge e l'accordistica glielo permettono.

Noi invece non permettiamo di rivendicare agibilità o visibilità di una lotta di cui magari non si condivide nulla e che si prova ad affossare appena possibile.

Le bandiere non sono state maltrattate. Sono qua che vi aspettano. Venitele a prendere e a riappenderle. Facile con i comunicati...

PS in piazza l'11 agosto sera, stupiamoli. #insorgiamo


giovedì 5 agosto 2021

Padroni assassini: per Laila a Modena Presidio in fabbrica e in città del sindacalismo di classe e combattivo

 


 Non siamo carne da macello per i vostri profitti!

Padroni assassini!

Basta morti sul lavoro!

Un'altra operaia è morta in fabbrica, schiacciata da una fustellatrice per il packaging non a norma-sicurezza.

Ci stringiamo al dolore dei suoi cari, per Laila El Harim, operaia alla Bombonette di Camposanto (MO), che è stata uccisa sul lavoro per il taglio dei costi sulla sicurezza da parte dei padroni fatti per aumentare i loro profitti, per l'intensità dei ritmi di sfruttamento, per la precarietà dei contratti di lavoro. Perchè una donna-operaia con una figlia piccola è continuamente sotto ricatto dei padroni con la minaccia dei licenziamenti. Laila è morta come l'operaia Luana d'Orazio lo scorso 3 maggio a Prato, entrambe stritolate da un macchinario senza sicurezza, una macchina sempre in movimento perchè i padroni così massimizzano i loro profitti e schiacciano le vite operaie. Entrambe erano andate al lavoro per la propria indipendenza economica, per i propri figli e per la propria famiglia, per tenersi comunque un lavoro che per una operaia non è poi così scontato. Volevano entrambe lavorare per vivere e non entrare in fabbrica come andassero in guerra!

Per Laila, addirittura la fustellatrice non poteva bloccarsi automaticamente per via dei sensori ma, in caso di pericolo, come afferma la relazione dell'Ispettorato, il blocco lo avrebbe dovuto azionare lei stessa, manualmente!

Questa morte sul lavoro accusa tutto il sistema di sfruttamento padronale in fabbrica, la mancanza di controlli interni e delle ispezioni degli Ispettori del lavoro (frutto dei tagli dai vari governi).

Sono necessari scioperi immediati che bloccano la produzione in fabbrica, organizzare un controllo dal basso degli operai sulla sicurezza dei macchinari eleggendo gli Rls composti da operai che vogliono impegnarsi su questo, indipendentemente dalle tessere sindacali, eletti da tutti i lavoratori del sito. Non deleghiamo alle istituzioni o ai confederali questa battaglia!

Ma allo stesso tempo è necessaria una lotta/campagna nazionale perchè 4 operai morti sul lavoro al giorno sono il prodotto di un sistema di produzione basato sul profitto dei padroni, la sola lotta aziendale e sindacale non basta, la soluzione è l'unità nella lotta e la ripresa del lavoro della Rete nazionale per la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro per conquistare nuove leggi con pene pesanti per i crimini padronali, dare la precedenza ai processi degli operai morti sul lavoro, eliminare la prescrizione per i padroni assassini, un piano di assunzioni del personale ispettivo, presidi sanitari nelle fabbriche.

Venerdì 6 agosto

ore 13 davanti alla Bombonette di Camposanto (MO)

               ore 18 PRESIDIO a Modena P.zza Grande

 

Slai Cobas per il sindacato di classe-Ravenna

per una Rete Nazionale per la sicurezza e salute nei luoghi di lavoro 339/8911853

Si Cobas Modena-375/5301079

Per il Patto d’azione anticapitalista

mercoledì 4 agosto 2021

5 agosto - 18 OTTOBRE SCIOPERO GENERALE UNITARIO!!

 

Comunicato stampa

Contro licenziamenti e macelleria sociale l’intero sindacalismo di base si unisce e proclama uno sciopero generale dei settori privati e pubblici su tutto il territorio nazionale per l’intera giornata del 18/10/2021I licenziamenti alla Gianetti Ruote, alla GKN e alla Whirpool, si aggiungono alle migliaia avviati in piccole aziende che non arrivano alla cronaca nazionale e vanno a ingrossare gli oltre 900 mila lavoratori e lavoratrici licenziati nel corso di questi ultimi mesi.

Lo sblocco dei licenziamenti sottoscritto con la complicità di Cgil-Cisl-Uil è legato a doppio filo ai piani di ristrutturazione capitalistica messi in campo dai padroni attraverso le direttive del governo Draghi e dell’Unione Europea.

Il perdurare della crisi pandemica, col drammatico impatto sociale che questa ha già prodotto sia sul versante sanitario sia sulle condizioni di vita, di lavoro e salariali, non ha impedito al padronato di intensificare lo sfruttamento sia nel settore privato che nel pubblico impiego: aumentano i ritmi e il controllo, proliferano le forme di precarietà più selvagge, e con l’alibi di una crisi che spesso è solo apparente, le imprese agitano lo spettro dei licenziamenti di massa per delocalizzare e/o favorire il ricambio di manodopera garantita con masse di giovani ultra-ricattati e sottopagati.

La crisi pandemica ha messo drammaticamente a nudo lo sfascio del sistema sanitario prodotto da una politica ultradecennale di tagli e privatizzazioni, così come la distruzione dei servizi sociali (istruzione, trasporti, asili nido, ecc).

Il governo Draghi, lungi dall’invertire questa tendenza, continua ad alimentarla, come dimostra la liberalizzazione dei subappalti e l’utilizzo dei fondi dello PNRR, gran parte dei quali sono destinati ai padroni e agli speculatori, cioè i primi responsabili della crisi economica e del disastro sanitario e sociale cui abbiamo assistito in quest’anno e mezzo di pandemia.L’intollerabile escalation repressiva in corso contro gli scioperi e contro le lotte sociali, (con cariche della polizia, denunce sistematiche, fogli di via, ecc.) legittima nei fatti le violenze e le aggressioni contro lavoratori e attivisti sindacali da parte di squadracce padronali a cui abbiamo assistito in queste settimane e che hanno portato all’omicidio del sindacalista Adil Belakhdim.

Di fronte a questo scenario vi è la necessità e l’urgenza di una risposta decisa, compatta e coordinata su scala nazionale.

Per questo motivo le scriventi OO.SS. proclamano uno sciopero generale unitario che riguarderà tutti i settori privati e pubblici per l’intera giornata del 18/10/2021.

Da oggi al 18 ottobre lavoreremo a costruire un vero e proprio stato di agitazione permanente, con assemblee e iniziative di lotta sui luoghi di lavoro e sui territori, con l’obiettivo di generalizzare la mobilitazione a tutti quei movimenti e quei settori sociali che intendono contrapporsi ai piani di supersfruttamento, precarietà, disoccupazione, devastazione sociale e ambientale imposti dai padroni su scala nazionale e internazionale: per questo dichiariamo fin da ora il nostro impegno alla costruzione delle mobilitazioni di fine ottobre contro il G-20 di Roma.

Lo Sciopero Generale è convocato per le seguenti ragioni e i seguenti obbiettivi:

Contro lo sblocco dei licenziamenti: per la riduzione generalizzata dell’orario di lavoro a parità di salario al fine di contrastare l’attacco all’occupazione e ai salari;

  • Per il rilancio dei salari, con forti aumenti economici e con l’istituzione di un meccanismo di piena tutela dei salari dall’inflazione;

  • Garanzia del reddito attraverso un salario medio garantito a tutti i disoccupati; per l’accesso gratuito e universale ai servizi sociali e un unico sistema di ammortizzazioni sociali che garantisca la effettiva continuità di reddito e salario;

  • Contrasto alla precarietà e allo sfruttamento: abrogazione del Jobs Act, superamento degli appalti e del dumping contrattuale e forte contrasto all’utilizzo indiscriminato dei contratti precari;

  • Rilancio degli investimenti pubblici nella scuola, nella sanità e nei trasporti, contro la privatizzazione, la mercificazione e lo smantellamento dei servizi pubblici essenziali, dei settori fondamentali, di pubblica utilità e delle infrastrutture; contro i progetti di autonomia differenziata e le attuali forme di regionalizzazione: per l’uguaglianza dei diritti e dei servizi su tutto il territorio nazionale;

  • Per una vera democrazia sindacale: contro il monopolio delle organizzazioni sindacali concertative, per dare ai lavoratori il potere di decidere chi deve rappresentarli; per il diritto di sciopero e l’abrogazione di ogni normativa repressiva che ne mini e riduca l’efficacia, a partire dal decreto-Salvini.

  • Per il rafforzamento della sicurezza dei lavoratori, dei sistemi ispettivi e del ruolo delle RLS

  • Per la tutela dei lavoratori immigrati: permesso di soggiorno a tutti gli immigrati;Contro ogni discriminazione di genere: per una vera parità salariale, occupazionale e dei diritti delle donne, nei luoghi di lavoro e nella società;

  • Per la tutela dell’ambiente, il blocco delle produzioni nocive e delle grandi opere speculative;

Contro il G-20 di Roma e le ipocrite passerelle dei padroni del mondo: per l’unità e la solidarietà internazionale tra le lotte dei lavoratori e degli sfruttati.

16/7/2021

ADL COBASCIB UNICOBASCLAPCONFEDERAZIONE COBASCOBAS SCUOLA SARDEGNACUBFUORI MERCATOSGBSI COBASSIAL COBASSLAI COBAS S.C.USBUSI CIT


4 luglio - Ennesimo incidente sul lavoro, muore una donna di 40 anni. Sciacchiata da un macchinario, indagini dell’Inail. COME LUANA UN'ALTRA OPERAIA UCCISA SULL'ALTARE DEL PROFITTO. PADRONI ASSASSINI, GOVERNO COMPLICE

 

Aveva solo 40 anni e molti sogni ancora da realizzare Laila El Harim, l’operaia che ha perso la vita questa mattina intorno alle 8.30 in un incidente sul lavoro avvenuto in un’azienda che si trova a Camposanto, in provincia di Modena. Si tratta della società Bombonette, ditta specializzata nella lavorazione della carta e packaging per pasticceria. La vittima era di origini marocchine e abitava nella vicina Bastiglia; lascia un compagno e la figlioletta di 4 anni. Secondo le prime ricostruzioni della Procura, che ha aperto un fascicolo d’indagine,  la donna sarebbe rimasta incastrata in un macchinario, probabilmente una fustellatrice. In una nota l’Inail nazionale ha affermato di aver “immediatamente avviato un’attività ispettiva che consenta di determinare le cause e le responsabilità dell’accaduto. Gli accertamenti in corso, ad uso dei profili di competenza, vedono coinvolti l’Ispettorato Territoriale di Modena, il Servizio prevenzione e sicurezza ambienti di lavoro della Ausl e i carabinieri del Comando provinciale di Modena”. Laila va ad aggiungersi alle oltre 800 vittime di infortuni sul lavoro che si sono registrate in Italia dall’inizio dell’anno.


4 luglio - info solidale: LOGISTA BOLOGNA CHIUDE CON UN MESSAGGIO

 

Logista, la multinazionale monopolista nella distribuzione del tabacco decide di chiudere il sito di Bologna e avvisa tutti i lavoratori con un messaggio WhatsApp inviato sabato 31 luglio verso le ore 22.00. “Da lunedì 2 agosto lei sarà dispensato dall'attività lavorativa. Cordiali Saluti”.
Sono 65 gli addetti al magazzino di Logista a cui si aggiunge il personale impiegatizio diretto, gli addetti alla vigilanza, il personale delle pulizie. Circa 90 persone che in meno di 36 ore scoprono di non avere più un lavoro. Molti di loro sono in ferie. Nessuno di loro in questi 2 anni di pandemia si era mai fermato a riposare , perchè i tabacchi si sa sono considerati attività essenziale. Persino di fronte allo scoppio di un focolaio la multinazionale non aveva voluto chiudere un solo giorno. E così mentre gli operai si godono il loro riposo, Logista Italia SpA porta avanti il suo piano di ristrutturazione e approfittando di una crisi generale che però non ha subito, licenzia tutti. Logista decide di chiudere e lo fa senza alcun preavviso, il sindacato viene avvertito con una mail recapitata sabato pomeriggio dal fornitore dei servizi in appalto. Il piano è stato studiato da tempo da parte dei “signori del tabacco”. Delocalizzare l'attività? Si ma non all'estero, in Italia verso altri siti, Tortona, Anagni etc...dove il costo del lavoro è più basso. Dove ci sono ancora le cooperative, dove si lavora ancora 12 ore al giorno, dove i livelli di inquadramento sono i più bassi previsti dal CCNL, dove non ci sono buoni pasto...dove non c'è il Sicobas, dove non ci sono diritti. Si perchè il problema del sito di Bologna non è certo un problema di produttività ma di costo del lavoro. Un costo del lavoro troppo alto per la multinazionale del tabacco. I piu anziani sono li da 15 anni e ricordano bene cosa fosse il far west della logistica : 15/16 ore di lavoro, buste paga a 900 euro, nessuna sicurezza, caporalato e sfruttamento, nessun diritto. A quel tempo Logista era felice del suo sito produttivo all'Interporto di Bologna. Nel 2013 i lavoratori iniziarono ad organizzarsi con il Sicobas e ottenero dapprima il rispetto dei diritti basilari, poi un netto miglioramento delle loro condizioni economiche, livelli di inquadramento adeguati, buoni basto e premi di produttività etc etc, ma soprattutto ottennero la loro DIGNITA'. Logista non chiude per crisi ma per fame di profitto , di un profitto senza scrupoli a cui questo paese ci vorrebbe assuefare. Da lunedì i lavoratori Logista saranno in presidio all'Interporto di Bologna – Area 7 per decidere insieme come portare avanti la lotta per il loro posto di lavoro. La loro certezza in tanti anni di lotte e sacrifici è sempre la stessa , rimanere uniti e lottare.

Seguiranno aggiornamenti.....

Sicobas Bologna


domenica 1 agosto 2021

PER CGIL CISL UIL A BERGAMO NON CI SONO (ANCORA) LICENZIAMENTI, LANCIANO UNO SCIOPERO IL GIORNO PRIMA DELLE FERIE POCO SENTITO NELLE FABBRICHE, PER ANDARE DAL PREFETTO A CHIEDERE PREVENTIVAMENTE TAVOLI SOCIALI PER IL FUTURO. ESAURITI I FONDI (SCARSI) DEI PADRONI PER GLI INCENTIVI, CERCANO UN PARACADUTE ISTITUZIONALE PER GESTIRE I PROSSIMI ESUBERI. LA LOTTA CONTRO I LICENZIAMENTI DEI CONFEDERALI SE LA IMMAGINANO SOLO DENTRO L’OPPOSIZIONE CGIL!

30 luglio 21 confederali alla Prefettura di Bergamo nello sciopero provinciale metalmeccanico contro i licenziamenti

Cgil Cisl Uil fanno ora lo sciopero contro i licenziamenti, incalzati dalle pressioni dei lavoratori delle fabbriche colpite dai licenziamenti collettivi, come Giannetti Ruote (Mi), Gkn (Fi), Tinken (Bs),

Ma non è vero che a Bergamo non ci siano licenziamenti, tanti ce ne sono già stati nei mesi scorsi, soft, SEMATIC, TENARIS, EVOCA, BREMBO, MONTELLO centinaia e centinaia e li hanno fatti loro con accordi meschini per le cosiddette dimissioni volontarie incentivate, abusando pure della Naspi per regalare forti sconti ai padroni, che hanno così portato a termine, nella specificità delle diverse aziende le ristrutturazioni, sfruttando la fase della crisi economica e pandemica, con delocalizzazioni e chiusure senza lotte, con lo scambio in un clima da pace sociale, tra i propri operai a fine carriera e nuove braccia che entrano in fabbrica con Adecco!

Intanto vola il PIL nel 2021 + 4.7% nel commento entusiasta del Sole 24 ore, mentre l’Istat più equilibrato ne prevede una tendenza costante anche per il 2022 al +4.4%. Riprende l’occupazione, con numeri ipotizzati in linea con quelli del Pil.