martedì 31 marzo 2015

31 marzo: Sciopero Generale del 24 Aprile nella Scuola - L'Indizione e Comunicato dello Slai Cobas per il sindacato di classe



Lo Slai Cobas per il sindacato di classe, sostenendo e condividendo l'appello per uno sciopero unitario della scuola fatto da organismi di base dei lavoratori della scuola e in particolare dal Coordinamento Lavoratori della scuola “3 ottobre” - Milano e CoordinamentoControLaBuonaScuolaTorino, ha proclamato lo sciopero nella scuola per dire NO al piano della “Buona scuola”.
Lo Slai Cobas per il sindacato di classe ha accolto positivamente lo spirito della proposta dei coordinamenti di base di lavoratori della scuola perché va nella direzione giusta, nella direzione che serve ai lavoratori in questo Paese, oggi, ed è in sintonia con la proposta dello sciopero generale costruito dal basso che come Slai Cobas per il sindacato di classe abbiamo lanciato.
Giustamente i lavoratori della scuola, nel loro appello, hanno posto l’accento sulla gravità dell’attacco che la “Buona scuola” rappresenta: per i lavoratori stabili, precari e i giovani e l’urgenza di rispondere in maniera decisa e immediata, partendo dal basso. Una risposta, un esempio utile anche per tutti gli altri lavoratori che quotidianamente vedono attaccati i loro diritti, per tracciare il percorso per il necessario sciopero generale vero.
Lo Slai Cobas per il sindacato di classe ha deciso di convergere sulla data del 24 aprile, già indetta da altri sindacati di base, pur non condividendone, in particolare dell'USB il metodo che risulta burocratico, ma anche alcune finalità. Nel comunicato di indizione di sciopero di USB, infatti si legge: “…USB in questi anni ha sempre cercato un dialogo, lo ricercherà sempre con il Ministero e con il Governo…. "  riprendendo poi nell’appello al sindacalismo di base e di classe, con :”...In questa fase la priorità per tutti noi non può che essere l'esigenza di porre un freno all'approvazione del DDL...". Ma visto che Renzi e i suoi ministri ampiamente hanno dimostrato e dimostrano che al massimo “ascoltano” e poi invece fanno solo quello che hanno già deciso, vedi per esempio con l'approvazione del Jobs Act, la “priorità” oggi è solo quella di una lotta intransigente e non tanto la "ricerca del dialogo", perchè solo una lotta contro la politica del governo finalizzata alla caduta di Renzi può permettere nel suo percorso di conquistare anche risultati parziali.

CONTRO LA “Buona scuola” di Renzi
CI VOGLIONO DIVISI, UNIAMOCI NELLA LOTTA
E’ ORA! SCIOPERO DELLA SCUOLA!
Taranto, 30.03.2015

Slai COBAS per il sindacato di classe- scuola




Slai Cobas per il sindacato di classe
Sede legale v. Rintone, 22 Taranto – T/F 0994792086 – 3475301704slaicobasta@gmail.com - C.F. 90177580736

Taranto – 27/03/2015
AL MIUR - Ministero Istruzione Università e Ricerca
Viale Trastevere n. 76/a - 00153 ROMA

Alla Commissione di Garanzia
Piazza del Gesù n. 46 - 00186 Roma

epc Alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Coord. Amm.vo
Piazza Colonna n. 370 Palazzo Chigi - 00187 Roma

Al Ministero del lavoro e delle Politiche sociali
via Veneto n. 56 - 00187 Roma

OGGETTO: PROCLAMAZIONE SCIOPERO NAZIONALE DEI LAVORATORI DELLA SCUOLA DEL 24 APRILE 2015.

Lo Slai Cobas per il sindacato di classe, sostenendo e condividendo l'appello per uno sciopero unitario della scuola fatto da organismi di base dei lavoratori della scuola e in particolare dal Coordinamento Lavoratori della scuola “3 ottobre” - Milano e CoordinamentoControLaBuonaScuolaTorino, comunica con la presente nota la proclamazione dello SCIOPERO della scuola per dire NO al piano della “Buona scuola”.

Lo sciopero si svolgerà a livello nazionale e per l'intera giornata del 24 APRILE 2015 e riguarda tutto il personale scolastico, indipendentemente dal contratto di lavoro in essere.

Le richieste imprescindibili dei lavoratori della scuola sono:
- L'assunzione immediata di tutti i lavoratori precari (Docenti e ATA) della scuola statale
- Il ritiro dei tagli agli organici del personale ATA e il ripristino delle piante organiche tagliate dalla Legge 133 (Riforma Gelmini)
- il rifiuto dell'organico funzionale.
- il reale rifinanziamento della scuola statale
- il ritiro dei finanziamenti alle scuole private.
- la fine del sovraffollamento delle classi
- un piano straordinario per la messa in sicurezza delle scuole
- il ripristino di tutte le ore di lezione e di laboratorio tagliate dalla Legge 133
- No alla chiamata diretta dei Dirigenti scolastici
- permanenza delle graduatorie come forma di reclutamento trasparente.
- percorsi di abilitazione per i futuri insegnanti che prevedano corsi di formazione gratuiti.

Lo Slai Cobas per il sindacato di classe, con la presente, invia la comunicazione alla Commissione di Garanzia ai sensi dell'art. 2 c. 2 della L. 146/90 e successive modificazioni.
Accetta le limitazioni imposte dalle leggi e dai contratti di lavoro.
Si fa presente che ai sensi dell'art. 28 L. 300/70 nessun lavoratore che aderisca allo sciopero deve subire limitazioni o essere oggetto di interventi disciplinari per aver esercitato questo diritto tutelato da leggi e Costituzione.
SLAI COBAS per il sindacato di classe
coord. naz. Calderazzi Margherita


per com. 74121 Taranto via Rintone, 22 – slaicobasta@gmail.com – T/F 0994792086 - 347530170

PS - Alla Commissione di Garanzia si fa presente che questa indizione di sciopero dei lavoratori della scuola del 24 aprile c.a. non è in alternativa a proclamazioni fatte da altre O.S. nella stessa giornata del 24 aprile.

31 marzo: Corrispondenza da Bergamo sullo Sciopero dal Basso alla Tenaris/Dalmine



PARLA L'OPERAIO RAPPRESENTANTE SLAI COBAS PER IL SINDACATO DI CLASSE SULLO SCIOPERO DAL BASSO ALLA TENARIS-DALMINE 



Alla Tenaris Dalmine di Bergamo, con 1800 operai, si può dire che è avvenuto uno sciopero “storico”. Da anni e anni non si vedeva una partecipazione così massiccia, una unità/solidarietà tra operai, ma soprattutto è stata la prima volta che è stato fatto ed è riuscito uno sciopero costruito dal basso, rendendo protagonisti gli operai, indetto dallo Slai cobas per il sindacato di classe e dall'Flmu/Cub di Bergamo che prima dello sciopero organizzavano pochissimi operai e non sono neanche presenti nelle Rsu.
Questo sciopero ha dimostrato che quando si lavora bene, in sintonia con i bisogni degli operai, anche se per molto tempo lo Slai cobas sc ha fatto un lavoro che può sembrare “grigio” e con difficili risultati, alla fine questo lavoro paga. E la “talpa” ha ben scavato...
E spesso il padrone vede più lontano degli stessi operai: non è un caso che poche settimane prima dello sciopero il rappresentante dello Slai cobas per il sindacato di classe, Sebastiano Lamera, è stato improvvisamente e senza reale motivazione spostato in un reparto in cui lavora da solo.
Il carattere nuovo, importante di questo “sciopero” è inoltre che è avvenuto in una grande fabbrica, siderurgica, in cui i sindacati confederali, la Fiom la fanno da padroni. E sappiamo bene quanto sia difficile autorganizzare uno sciopero dal basso in una fabbrica, rispetto ad altri settori lavorativi – per trovare esempi simili dobbiamo andare molto indietro negli anni.


“Lo sciopero organizzato solo dallo Slai cobas per il sindacato di classe e da Flmu/Cub Bergamo, era stato preparato nei giorni precedenti con massicci volantinaggi, iniziative ai cancelli, discussioni tra gli operai.
In precedenza vi era stato anche nello sciopero indetto dai sindacati confederali sull'annuncio della azienda di 40O esuberi, un segnale della volontà di lotta degli operai, a questo sciopero infatti vi era stata una massiccia partecipazione. Ma dopo non c'era stato nulla, i sindacati confederali e le Rsu avevano indetto quello sciopero unicamente per sedersi al Tavolo aziendale per vedere come gestire il piano di ristrutturazione a fronte del fatto che l'azienda stava procedendo unilateralmente.
Martedì17 marzo vi è stata un'ultima un'assemblea ai cancelli, anche a fronte di voci che vedevano la Fiom impegnata in manovre per impedire lo sciopero.
Quindi giovedì, 19 marzo, col 2° turno è partito lo sciopero. Abbiamo indetto 2 ore per turno (le
ultime due per il 1° e 2° turno, le prime due per il turno di notte). Si sono fermati praticamente il 100% degli operai (a parte poche unità per la comandata). Non si era mai vista una cosa simile da 50 anni, sia per la massiccia partecipazione sia soprattutto per il clima, la combattività, lo spirito di unità che si è realizzato Non c'è mai stata alla Tenaris-Dalmine una unità come quella che si è realizzata nei giorni di sciopero, giovani, anziani insieme, senza alcuna distinzione.
Gli operai erano emozionati, contenti, orgogliosi. Le assemblee che si sono realizzate ai cancelli ad ogni turno di sciopero, il più delle volte sono andate oltre le due ore, per esempio gli operai del 2° turno aspettavano comunque l'arrivo e lo sciopero degli operai del turno di notte e l'assemblea si prolungava fino a mezzanotte per discutere tutti insieme.

31 marzo: Ilva–dichiarata “insolvente” per applicare la legge Marzano e aggirare le norme della Comunità Europea



MA LO SLAI COBAS SI BATTERA' PERCHE' L'ILVA SPA DEVE RISARCIRE LE PARTI CIVILI AL PROCESSO

Una volta fatta considerare l'Ilva "di interesse strategico nazionale" tutte le leggi sia nazionali che europee si possono aggirare. In questo senso è stata fatta la dichiarazione di “insolvenza”. In questo modo, a livello europeo lo Stato interviene per l'ennesima volta a sostegno dell'Ilva ma evitando il rischio di una procedura Ue, sanzioni della Comunità per un eccesso di aiuti di Stato e “concorrenza sleale " verso le altre siderurgie europee. A livello nazionale viene forzata la legge Marzano, che prevede l'intervento dello Stato per "grandi imprese solo in stato di insolvenza", per applicarla anche all’Ilva che non era “insolvente” fino al decreto Ilva del governo Renzi. 
Il decreto Renzi ha dichiarato lo stato di insolvenza di Ilva spa, mettendola in amministrazione straordinaria e di fatto in uno stato di fallimento verso tutti i creditori.
Questo è stata la base per cui nel processo Ilva, il Gup Gilli ha escluso Ilva spa dai risarcimenti verso le perti civili.
MA QUALI CONTI (VOLUTAMENTE) IL GOVERNO HA FATTO?
E' evidente che il decreto si è voluto fermare alla mera fotografia delle casse attuali dell'Ilva spa, di ciò che appare in superficie e risulta ufficiale.
MA TUTTI SANNO BENE CHE I VERI SOLDI SONO STATI NASCOSTI NEI PARADISI FISCALI!
Riva attraverso operazioni societarie di vera e propria truffa, ha svuotato l'Ilva e riempito le casse nei paradisi fiscali di quei profitti fatti sullo sfruttamento e anche sul sangue degli operai dell'Ilva.
Lo scopo, evidente, è stato di salvare l'Ilva e i Riva, e rispondere così con un altro attacco provocatorio ai lavoratori e alle masse popolari di Taranto.
QUINDI LA DICHIARAZIONE DI INSOLVENZA DELL'ILVA COPRE QUESTA TRUFFA DI RIVA ED E' ESSA STESSA UNA TRUFFA!
Truffa che lo Slai cobas contrasterà in tutte le forme, a partire dal processo!
Perchè l'Ilva e i Riva paghino!!

SLAI COBAS per il sindacato di classe

ta. 30.3.15

31 marzo: All'Ansaldo di Gioia del Colle (BA) la soluzione è organizzarsi nello Slai Cobas sc



Ansaldo Gioia del Colle - e' necessario organizzare lo Slai cobas per il sindacato di classe - prendete contatto subito slaicobasta@gmail.com tel. 3471102638






“Non ci sarebbero margini di discussione con l’azienda e quindi va preso tutto come viene senza discutere o avanzare pretese”. Queste parole dei sindacalisti di Fiom, Fim e Uilm la dicono lunga sul loro “impegno” nel far passare fra gli operai dell’Ansaldo Caldaie di Gioia del Colle l’accordo deciso e imposto dal Gruppo Sofinter. Un accordo che i sindacati prima hanno accettato e firmato senza colpo ferire e poi hanno fatto ingoiare agli operai, minacciandoli e illudendoli, confondendoli e portandoli alla sospensione dello sciopero e del presidio.
Ma che cosa prevede l’accordo sottoscritto da Sofinter e sindacati?
Sofinter, Regione Puglia e Governo hanno confermato a parole il loro impegno per il rilancio del sito produttivo, ex Ansaldo Caldaie e oggi AC Boiler, sulla base di un piano industriale, presentato a Governo e Regione, utile solo per una riorganizzazione interna già pianificata. In pratica ha avviato un processo di ristrutturazione interna per il quale riceverà più di tre milioni di euro pubblici a fondo perduto e due anni di cassa integrazione, a totale carico dell’Inps.
E per gli operai?
 Dal 1° aprile 2015 due anni di cassa integrazione guadagni straordinaria, con conseguente ritiro della procedura di licenziamento collettivo; l’annullamento di tutta la contrattazione di 2° livello e l’adeguamento al CCNL puro, con il declassamento delle categorie già in possesso, e altre perdite di diritti acquisiti in fabbrica, come elencato nel documento sottoscritto dai sindacati.
In pratica la Sofinter non solo mette in cassa integrazione gli operai, tranne i 21 che vuole prepensionare e i pochi che le serviranno in questi due anni nella sua riorganizzazione interna, ma ha ottenuto, grazie ai sindacati, il peggioramento delle condizioni di lavoro per chi rimarrà in produzione: un sostanziale aumento dello sfruttamento degli operai! E poi: a quanti operai saranno proposte le dimissioni concordate con collocazione in mobilità, con l’erogazione di un misero incentivo all’esodo pari a 10.000 euro lorde? a quanti operai verrà chiesta la disponibilità ad andare a lavorare in altri stabilimenti del gruppo, per indurli ad autolicenziarsi? e, per chi rimarrà, fra due anni che cosa accadrà alla fine della cassa integrazione?
Autentici pugni in faccia che molti operai non hanno accettato. I sindacati sbandierano che l’accordo redatto dalla Sofinter è stato accettato “a stragrande maggioranza” fra i lavoratori presenti in assemblea, circa 100 sui 197 interessati dalle lettere di licenziamento. Ma in pratica meno della metà è stato favorevole!
“Abbiamo fatto la fine degli operai dell’Ast di Terni – commenta un operaio. Dopo questa ulteriore sottoscrizione di un accordo capestro per gli operai da parte dei sindacati posso affermare che 40 anni di lotte dei nostri padri sono stati buttati alle ortiche in cambio di niente! Anzi i sindacati sulle ulteriori richieste dei vertici aziendali si sono espressi favorevolmente, senza un accenno di protesta”.