Info
dal Collettivo GKN sulla partecipazione alla grande assemblea del 15
maggio a Campi Bisenzio:
"42
interventi su 92 richiesti: 12 movimenti, 10 realtà politiche e
sociali territoriali, 5 organizzazioni politiche, 12 sindacati o
vertenze, 3 realtà studentesche. Abbiamo dovuto tagliare purtroppo
oltre la metà per mancanza di tempo... 478
persone prenotate sul form per l'assemblea. Siamo andati ben oltre i
500 presenti, che probabilmente sfiorano i 600 se si considera l'arco
della giornata".
Lo
Slai Cobas
per il sindacato di classe in questa occasione,
coerentemente alla impostazione che avevamo assunto: “La
parola agli operai, alle lotte proletarie", e che era
giusta anche per superare i limiti che vi erano stati negli
interventi alla manifestazione di Firenze, ha dato priorità
all'intervento del rappresentante operaio della Tessitura di Mottola
srl di Taranto, in lotta anch'essi contro la delocalizzazione, a cui
si è unito un breve intervento dell'operaio della Tenaris Dalmine.
L'assemblea
del 15 ha invece continuato sulla impostazione della manifestazione
di Firenze, dando maggior voce a realtà sociali, di movimento o di
organizzazioni politiche rispetto a realtà operaie, alle realtà di
lotte proletarie e del sindacalismo di classe.
Mentre
gli interventi fatti dagli operai Slai Cobas sc saranno pubblicati
nei prossimi giorni, riportiamo qui i contenuti di quello dello
Slai cobas sc coord. naz., tenendo conto anche dell'andamento
dell'assemblea del 15.
Torneremo
poi sul documento elaborato prima del 15 dal Collettivo Gkn e sulle
conclusioni della Gkn per vedere esattamente dove siamo d’accordo,
dove invece dobbiamo dare contenuti di classe ai loro discorsi, e
dove vediamo dei limiti (Questo entrare nel merito con uno spirito
proletario, sincero al servizio della battaglia generale di classe
dei lavoratori, lo abbiamo già cominciato a fare dopo la
manifestazione di Firenze - vedi l'articolo sul nuovo numero del
giornale proletari comunisti: "Sulla manifestazione di
Firenze del 26/3 e i nodi posti dalla lotta della Gkn" - a
cui rimandiamo).

L’assemblea del 15 ha visto la presenza più grossa da realtà di
Firenze, Toscana, a seguire realtà del nord; purtroppo, come era
inevitabile poche le realtà proletarie dal sud, Napoli, Taranto e
pochissime le realtà operaie e di immigrati; il tour e la prossima
futura manifestazione nazionale hanno bisogno di modificare anche
questa situazione, tenendo conto che realtà operaie più grosse e
fabbriche più significative sono al sud, Acciaierie d'Italia, ex
Fiat/Stellantis, Fincantieri, ecc. e la grossa presenza di operai
immigrati nelle fabbriche, logistica al nord, e nelle campagne al sud
L’assemblea
ha assunto le proposte scadenze nazionali o di valore nazionale,
mentre ha indicato nell'autunno una nuova manifestazione o iniziativa
nazionale, dopo un lavoro nei territori, sui posti di lavoro, tour.
L'assemblea ha dato la giusta dimensione alla mobilitazione del 20
maggio, che è uno sciopero, giornata di lotta utile, da sostenere,
ma solamente all’interno della visione dello sciopero generale
effettivo portata dallo Slai Cobas sc e dall'Assemblea proletaria
anticapitalista, che coincide con quella della Gkn, e che risponde
alla realtà, esigenza, coscienza degli operai delle fabbriche e
delle situazioni di posti di lavoro più importanti. U
n
vero sciopero generale richiede le fabbriche e su questo tutti
sappiamo quanto è difficile, ma dire che è difficile vuol dire
lavorare per cambiare. Serve moltiplicare, estendere
iniziative concrete di opposizione (come quelle contro l'invio di
armi fatte dai lavoratori del porto di Genova, dell'aeroporto di
Pisa, proteste contro le missioni di guerra come quelle fatte a
Taranto), e un lavoro esteso alle fabbriche per far schierare gli
operai per fermare la guerra, sull'esempio della raccolta di firme
sulla mozione contro la guerra imperialista e le spese militari del
governo Draghi avviate ad Acciaierie d'Italia, alla Tenaris e altre
fabbriche di Bergamo, perchè serve più raccogliere firme in
100-1000 fabbriche e posti di lavoro, che mettere una x ad una data
di calendario. Gli operai che si schierano contro la guerra vuol dire
blocco della produzione, porre effettivi ostacoli alla guerra.
Positiva
l'assunzione fatta nell'assemblea della mobilitazione del 2 giugno
contro la Base di Coltano e della decisione della sua estensione
contro le Basi militari/Nato.
La
convergenza di presenze è stata un fatto positivo. Dentro questa
convergenza, però, va data priorità agli operai, ai migranti, alle
realtà di lotta ed esperienze di lotta, perchè la socializzazione
delle esperienze di lotta e i loro contenuti è il vero programma di
cui abbiamo bisogno.
Ad
esempio la battaglia sulla delocalizzazione che riguarda diverse
fabbriche del nostro paese ed è contro i piani generali che i
padroni stanno attuando dentro la crisi non deve essere abbandonata.
L’esperienza della Gkn è da generalizzare e anch’essa si trova
di fronte ad uno snodo importante, la problematica relativa al
salario che per i lavoratori impoveriti dal carovita è l’arma
fondamentale, su questo occorreva e occorre uscire da un'assemblea
nazionale con indicazioni, unità, piano di lotte, iniziative che
possano rafforzare l'insieme del movimento di classe.
Ora il nesso tra l’economia
di guerra e la sua ricaduta tra i lavoratori è il tema centrale di
una lunga fase. I proletari devono rivolgere le loro "armi"
contro i loro nemici, in primis il nostro paese imperialista e oggi
il governo Draghi. Ora può e deve essere posto il problema che il
governo Draghi, governo della guerra imperialista deve essere
cacciato. Nello striscione alla manifestazione di Firenze
dell'Assemblea proletaria anticapitalista era scritto: "Contro
la guerra imperialista - Contro il governo imperialista italiano -
Insorgiamo! Il potere deve essere operaio". Ma
queste "armi" domandano la acutizzazione della lotta di
classe, la conflittualità sociale sui posti di lavoro. In fase di
tendenza alla guerra ogni scintilla è parte di un possibile
incendio. E quindi i problemi reali quotidiani dei lavoratori
dobbiamo prenderli più seriamente del solito, perchè sono un
ostacolo alla "pace sociale" che è un compagno di strada
delle guerre imperialiste, della marcia reazionaria dei governi.
Quindi, 10-100-1000 conflittualità sociale su ogni singolo problema
e sui problemi che sono più generali: il salario, il lavoro, le
condizioni di salute e sicurezza, la ricaduta della guerra in termini
di carovita, tagli dei soldi per la sanità e la scuola. C’è una
dialettica tra la lotta che si fa nelle fabbriche, sui posti di
lavoro, nei territori e la lotta contro la guerra. In questo senso
pensiamo che la manifestazione di Firenze sia stata molto positiva,
come prima manifestazione proletaria e popolare contro la guerra
imperialista.

Ma c’è tanta altra roba da
fare: la contestazione delle Basi, l’attacco ai partiti e ai
governi della guerra di cui il PD è il capofila. Appoggiamo tutte le
iniziative che prendono come obiettivo il PD che è il principale
partito della guerra, con il contorno di tutta l’unità nazionale.
Ancora, l'esautoramento da parte di Draghi del Parlamento, il Copasir
che diventa fattore di censura, ecc. Tutti questi sono “problemi”
nostri, e dobbiamo scendere in campo anche su questo, nelle forme in
cui è possibile.
Infine
due questioni:
E'
stato importante l’intervento di un compagno della Gkn a sostegno
delle mobilitazioni negli Usa contro l'attacco al diritto d'aborto e
il saluto solidale ai lavoratori Usa dell'Amazon che grazie alle loro
lotte hanno premesso per la prima volta che entrasse il sindacato in
questa grande e schiavista multinazionale. Questo lo
sottolineiamo perchè non c'è stata in generale nell'assemblea una
dovuta attenzione sull’internazionalismo.
Il rapporto guerra/livello e
carattere attuale della repressione, questo è stato sottolineato dal
Collettivo Gkn e da pochi altri interventi - con la solidarietà in
primis agli studenti, giovani di Torino arrestati nei giorni prima.
Ma questo fronte è importante e lo diventerà sempre più, la
guerra per lo Stato borghese richiede l'imposizione della massima
"pace/ordine sociale"; denunciamo anche le persecuzioni dei
disoccupati e compagni del Si.cobas a Napoli, le provocazioni verso
l'USB, il processo a decine e decine di lavoratrici Slai Cobas
sc in lotta a Palermo, la criminalizzazione a Taranto delle proteste
contro l'invio di navi da guerra, ecc. ecc. Mai come ora,
quindi, dobbiamo dire: Toccano uno toccano tutti!