sabato 31 gennaio 2015

29 gennaio - Dall'INDIA all'Italia gli operai non hanno nazione… internazionalismo, rivoluzio

Oggi è stato portato tra i lavoratori il messaggio di speranza della lotta degli operai e del popolo dell'India, in mattinata nel corso della vertenza contro i licenziamenti di natura.com, per protestare contro la Direzione del lavoro che non effettua approfondite ispezioni sul trasferimento del lavoro, gli operai, tutti indiani, hanno convenuto che dall'India all'Italia i padroni sono uniti per attaccare i lavoratori attraverso i loro governi Modi=Renzi=JOB ACTS.

La lotta degli operai della Maruti-Suzuki, non è stata solo una lotta per migliori condizioni di lavoro, ma ha messo al centro la questione del comando di fabbrica, dove al centro ci sta lo sfruttamento dei lavoratori per il profitto, su cui si basa l'intero sistema capitalista.
Gli operai sono una classe internazionale e rappresentano l'unica forza in grado di trasformare il mondo, per questo hanno un unico obbiettivo, farla finita con il sistema dei padroni.
Al cambio turno una delegazione di lavoratori ha partecipato al sit-in con spikeraggio agli operai siderurgici della Tenaris Dalmine, multinazionale, che proprio in questo periodo sta utilizzando strumentalmente il calo del petrolio (generato dal fatto che un sistema assurdo prevede di continuare a mettere sul mercato il greggio anche quando non serve….), per riorganizzare la produzione nei suoi stabilimenti e attaccare i lavoratori, la crisi viene spiegata come un evento soprannaturale, quando invece è parte ciclica del capitale, sono i grandi padroni da Arcelor-Mittal a Rocca che generano e utilizzano le crisi per ritagliarsi nuovi mercati e fare sempre più profitti.
Gli operai non devono farsi la guerra tra loro, come vorrebbero i padroni e i sindacati confederali complici, gli operai non hanno niente da guadagnare se non spezzare le loro catene della schiavitù del lavoro salariato, devono osare alzare la testa e  guardare il mondo dal loro punto di vista…..i padroni costretti per mantenere i profitti a conquistare nuovi mercati per vendere i loro prodotti, hanno creato milioni di operai che li seppelliranno.
segue parte del dossier presentato agli operai:

INDIA: IL PAESE DOVE “GLI OPERAI BRUCIANO I PADRONI”
La lotta per i diritti dei lavoratori e dei popoli, la lotta per il lavoro, i salari, le condizioni di vita; la lotta per la libertà, per la democrazia; la lotta per rovesciare il potere dei padroni e per il potere nelle mani dei lavoratori e delle masse popolari,
è una lotta internazionale che ci unisce in ogni angolo del mondo.
L'esempio della lotta degli operai alla Suzuki,
una rivolta contro il sistema dei padroni.
Lo Slai COBAS per il sindacato di classe lancia dal 29 gennaioall'interno della 3 giorni internazionale di azione promossa dal comitato di sostegno alla guerra popolare in India, guidata dai maoisti - una campagna nazionale che prevede una delegazione in India.
per contatti e materiale: slaicobasta@gmail.com - csgpindia@gmail.com

all'interno articolo di Le Monde Diplomatique
INDIA: GIOVANI OPERAI SFIDANO LA MARUTI SUZUKI
 Appello degli operai MARUTI SUZUKI WORKERS UNION

giovedì 29 gennaio 2015

29 gennaio: Puglia - La denuncia dello Slai Cobas sc dei licenziamenti nell'appalto Alenia sulla stampa


29 gennaio: I Disoccupati Organizzati di Taranto assediano la Provincia per il lavoro, alcuni articoli di stampa


28 gennaio: "VITTIMA DI GIUSTIZIA” la nostra solidarietà con Bruno Bellomonte, Slai Cobas sc coordinamento nazionale



Un licenziamento e una battaglia legale interminabile per riconquistare libertà, lavoro e dignità
"VITTIMA DI GIUSTIZIA
INCONTRO COL FERROVIERE BRUNO BELLOMONTE
Ventinove mesi di carcere per un innocente. La storia di una micidiale tenaglia repressiva, tra crudeltà di Stato e dispotismo aziendale

Mercoledì 4 febbraio 2015, il nostro compagno di lavoro, Bruno Bellomonte sarà a Roma per presenziare all'udienza d'appello contro la sua seconda sospensione dal lavoro, disposta da Rete ferroviaria Italiana Spa, perché accusato di fatti di terrorismo.
Nello stesso pomeriggio del 4 febbraio, alle 16, Bruno parteciperà ad un incontro pubblico presso i locali del Consiglio Metropolitano Partecipato, in Via Giolitti 231, in cui saranno presenti anche i suoi avvocati, Simonetta Crisci e Pierluigi Panici.
Invitiamo lavoratori, cittadini, associazioni e quanti hanno a cuore i principi di uguaglianza e di garanzia, ad un significativa presenza sia in Tribunale che all'incontro pubblico per testimoniare la nostra vicinanza. Chiediamo, inoltre, di diffondere questo messaggio e la locandina allegata a quanti ritenete possano essere interessati.
APPUNTAMENTI:
Ore 11,00 - Corte d'Appello di Roma, Via Antonio Varisco
(L'ingresso è ai varchi del Tribunale in Piazzale Clodio)
Ore 16,00 – Sala del Consiglio Metropolitano Partecipato
Roma, Via Giolitti, 231
Egli è vittima di una terribile vicenda dai contorni kafkiani che indigna ogni cittadino democratico e ogni lavoratore per la crudeltà, l'ipocrisia e il cinismo con cui viene trattato sia dalle istituzioni che dall'azienda.
Bruno ha già scontato da innocente 29 mesi di galera per accuse di terrorismo rivelatesi del tutto infondate: è stato infatti prosciolto definitivamente e con formula piena in primo, secondo grado e in Cassazione da ogni addebito.
Sulla sua vicenda e sullo scandaloso accanimento giudiziario messo in campo dalle istituzioni contro un cittadino innocente e dalle ferrovie dello stato contro un lavoratore responsabile e attento a diritti e sicurezza, è innanzitutto necessario ristabilire una corretta informazione a tutela della sua immagine, della sua dignità e di tutti i lavoratori impegnati in attività politiche e sindacali.
Difendiamo anche il principio della presunzione di innocenza fino all'ultimo grado di giudizio per tutti - anche per un semplice ferroviere come noi - e non soltanto per i ricchi e i potenti.

                                                                                                                                                                                        Comitato di Solidaretà con Bruno Bellomonte, ferroviere 'Vittima di Giustizia'
CHI E' BRUNO BELLOMONTE - E' un ferroviere, capostazione a Sassari, attivista politico e militante tra i più stimati e conosciuti per antico impegno sociale e sindacale, è inoltre un dirigente dell'organizzazione comunista“A' Manca pro S'Indipendentzia”(a Sinistra per l'Indipendenza), conosciuto in Sardegna per le sue idee e le battaglie condotte da sempre in piena trasparenza a fianco dei compagni di lavoro e sul territorio, a difesa di identità, tradizioni e dignità del popolo sardo. Arrestato ingiustamente per ben due volte con accuse di terrorismo (ha scontato da innocente oltre 29 mesi di carcere) è stato conseguentemente sospeso, licenziato, reintegrato provvisoriamente ed oggi è di nuovo sospeso dal lavoro a tempo indeterminato, una condizione quasi peggiore del licenziamento perché lo priva anche del sussidio di disoccupazione, della liquidazione e della possibilità di svolgere un altro lavoro.

28 gennaio: Oggi iniziativa contro le politiche del governo Renzi - 28 Febbraio a Milano : difendiamo il lavoro, le pensioni, la democrazia



28 Febbraio a Milano : difendiamo il lavoro, le pensioni, la democrazia. No al razzismo, no alla guerra, no all'Expo.
La Corte Costituzionale ha vietato il referendum per abrogare la controriforma delle pensioni, che così continuerà a fare i suoi danni alle persone che lavorano, a quelle che perdono il posto a quelle che non lo troveranno mai.
Continuare a sottrarre ai cittadini il diritto a decidere sulle questioni sociali, che oramai spetta solo ai governi che obbediscono ai dettati della Troika e della finanza internazionale, sta consentendo alla Lega e ai suoi messaggi xenofobi di aumentare la propria aggressività. La sola politica economica ufficialmente ammessa è quella che massacra il lavoro e i diritti sociali.
L'innalzamento dell'età della pensione, la libertà di licenziamento del Jobs act, la politica di tagli nei servizi e nella amministrazione pubblica, la ristrutturazione del sistema delle imprese incentivata dalle politiche di austerità che aggravano la crisi, tutte assieme queste decisioni e misure precipitano addosso al lavoro, devastando ciò che resta dei diritti e delle condizioni acquisite, generalizzando la precarizzazione.
Ad esse poi si aggiunge il nuovo sistema di elezioni delle rappresentanze sindacali sui posti di lavoro, deciso arbitrariamente dalla Confindustria in accordo con Cgil, Cisl e Uil, che mira ad eliminare la possibilità di difendersi da parte dei lavoratori e di decidere liberamente da chi farsi rappresentare.
Il nuovo contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti in realtà è solo un contratto indeterminato che dà all'impresa il potere di fare ciò che vuole e di concludere l'arbitrio con il licenziamento. La liberalizzazione dei licenziamenti collettivi permetterà alle imprese di sostituire lavoratori con qualche diritto con i nuovi schiavi definiti beffardamente a tutele crescenti. Le lavoratrici e i lavoratori delle province, dei trasporti, della scuola e dei servizi sociali vengono minacciati di licenziamento, sottoposti al trasferimento forzato e al taglio dei salari . Gli esodati restano in mezzo alla strada.
Le lavoratrici ed i lavoratori precari vedono crescere arbìtri e sfruttamento nei loro confronti, mentre si delinea l'aggressione finale dell'abolizione della stessa condizione di lavoro retribuito. Infatti con la famigerata EXPO2015 si sperimenta, con l'accordo di CGILCISL UIL, la prestazione gratuita per migliaia di giovani che dovranno far concretamente funzionare la fiera. Una Grande Opera che diventa così non solo, come le altre, la sede della devastazione ambientale e delle ruberie private e pubbliche, ma che mette in mostra la distruzione dei diritti del lavoro, come ha vantato la Confindustria. Il modello Expo è un modello sociale devastante che accompagna schiavitù del lavoro a speculazione edilizia e non a caso è accompagnato dalla ferocia degli sfratti per i poveri e dalla persecuzione dei migranti.
A far da corollario a questa politica di sottrazione dei diritti c’è l’attacco frontale al diritto all’abitare contenuto nel recente Decreto Lupi, che cancella il concetto di edilizia popolare e attacca direttamente le condizioni di vita della parte più svantaggiata della società.  Alla tempesta perfetta che si sta abbattendo su tutto il mondo del lavoro sfruttato e precario bisogna reagire. Bisogna riprendere la mobilitazione dello scorso autunno e continuarla, perché le misure e le iniziative di governo e imprese non si fermano. Per questo proponiamo di scendere in piazza il 28 febbraio riprendendo la mobilitazione contro la riforma Fornero delle pensioni, la precarizzazione del lavoro e il Jobs act. Scegliamo questa data perché è importante dare un segnale forte di controtendenza a chi vuole utilizzare l’indignazione diffusa per sostenere una deriva razzista e guerrafondaia. Proponiamo Milano perché sede di EXPO2015 ma l’obiettivo è quello di avviare da lì una mobilitazione che dovrà continuare, estendersi e articolarsi. Facciamo appello a tutte le forze sindacali che non si rassegnano e rifiutano ogni complicità con il Jobs act e le politiche di austerità.
Facciamo appello alle organizzazioni del lavoro precario ai movimenti di lotta sociale, a chi rifiuta lo sfruttamento delle persone e la devastazione dell'ambiente. Scendiamo in piazza a Milano contro le politiche di austerità e il Jobs act, per smascherare la vetrina milanese del lavoro precario e delle ingiustizie sociali. Scendiamo in piazza contro il modello Expo che distrugge la civiltà e la democrazia.
per il Forum Diritti Lavoro Carlo Guglielmi e Giorgio Cremaschi

27 gennaio: Puglia - Assemblee in Arif (ex SMA), intervento dello Slai Cobas sc



Slai Cobas per il sindacato di classe
Sede legale v. Rintone, 22 Taranto – T/F 0994792086 – 3475301704 – slaicobasta@gmail.com

29 gennaio 2015

ai lavoratori ex Sma

come solo lo slai cobas aveva detto sin dall'inizio , contro le assicurazioni fatte da   Caroli – Arif – sindacati confederali non c'è nessuna stabilizzazione per i lavoratori ex-sma
i lavoratori se vogliono affermare il loro diritto ad essere stabilizzati dopo 36 mesi
devono passare alla lotta e al ricorso legale di massa – compreso il risarcimento per gli anni passati
in materia di ferie ecc. -
ma esso deve essere legato per noi necessariamente alla
cancellazione di massa dai sindacati confederali e
alla querela denuncia nei confronti loro
per averci fatto restare precari a vita e fatto perdere soldi e diritti in questi anni.

Vengono quindi indette per il mese di febbraio
asssemblee in tutte le province per firmare il ricorso legale di massa
già pronto e organizzare una grande manifestazione a Bari entro il mese di febbraio
le date delle assemblee sono
lecce 13 febbraio – assemblea a otranto alimini -orario da confermare tramite fax
bari 17 febbraio  - assemblea a azienda cavone – orario da confermare tramite fax
taranto-brindisi 19 febbraio– l'assemblea di fa a taranto – sede slai cobas via rintone22
orario da confermare telefonicamente  347 1102638
foggia 21 febbraio – orario e luogo da confermare

alle assemblee possono partecipare
i lavoratori i scritti e non iscritti,
i lavoratori che vogliono
firmare per il ricorso legale
anche non iscritti
i lavoratori non appartenenti al bacino ex sma

nel corso delle assemblee verranno decisi responsabili sindacali e
apertura delle sedi e sportelli in tutte le province

slai cobas Puglia
347-1102638

27 gennaio: Alla Tenaris/Dalmine padron Rocca fà profitti sulla pelle degli operai, con la connivenza dei confederali. Lo Slai Cobas sc e l'FMLU denunciano l'ennesimo incidente

COMUNICATO SICUREZZA LAVORATORI

Incidente al forno lunedì mattina 26 gennaio,
durante il cambio elettrodi in acciaieria:


30.000 volt hanno attraversato gli impianti durante le operazioni mettendo a rischio la vita degli operai.


Sicurezza significa creare le condizioni perché questo non possa accadere, nemmeno accidentalmente.


Salute e sicurezza per i padroni sono solo  tempi morti e spese improduttive.



martedì 27 gennaio 2015
SLAI COBAS per il sindacato di classe
via Marconi 1 Dalmine 335 5244902 sindacatodiclasse@gmail.com
FLMU/CUB coordinamento di bergamo
via Donizetti 10 Dalmine 339 7313300 flmu.cub.bg@email.it

27 gennaio: Taranto - Appalto/Ilva, verità per favore. Comunicato dello Slai Cobas sc



comunicato stampa


All'incontro romano non vi è stata nessuna soluzione per gli operai dell'indotto ILVA.
Gli operai restano senza salario o senza parte del salario per alcuni e senza prospettive certe di lavoro.
L'Ilva e i suoi commissari fanno parziale retromarcia sui contratti di solidarietà, che vengono reintrodotti per l'ILVA ma non sui numeri dei lavoratori interessati 5000 - questi numeri  prefigurano i potenziali esuberi nel piano previsto dal decreto. Così come vengono date assicurazioni sul pagamento degli stipendi per gli operai ILVA la venuta odierna a taranto dei commissari senza GNUDI e i suoi incontri sono di pura cortesia, senza nessuna novità in merito.
Ma sia a Roma, sia a Taranto viene ribadito che sulle ditte dell'appalto non c'è una soluzione soddisfacente.
Si afferma che continuano ad avere esecuzioni i lavori con le ditte attualiche vengono invitate a riprendere il lavoro, ma  si ribadisce che i loco crediti fino al 20 gennaioi  finiranno nella massa passiva, cioè sono difficilmente esigibili a breve cosi come i salari arretrati degli operai dell'indotto.
Intanto se si riprende il lavoro ci saranno i salari dei lavori futuri ma secondo un percorso per il quale ci vogliono ancora settimane o mesi prima che gli operai abbiano tutti i loro salari o le aziende  loro crediti e per il pagamento dei nuovi salari lo si lega agli emendamenti al decreto per lo sblocco fintecna dei soldi.
Il decreto che ancora non è approvato e che ci sono ancora diversi giorni per approvarlo.
Questa situazione non e' accettabile ma i sindacati confederali hanno mollato i blocchi stradali, lasciando i lavoratori senza armi di pressione a sostare davanti la portineria delle  imprese, o ad aspettare 'notizie' sotto il comune. Tutte cose che non cambiano nulla nella sostanza. Non solo ma si invita i lavoratori delle varie ditte a fare pressione sui loro padroni perchè paghino i salari, spezzettando la lotta, che può pesare solo se gli operai resteranno compatti.
Noi siamo per la ripresa dei blocchi delle strade, senza di essa gli operai sono deboli e non c'è l'emergenza necessaria perchè una soluzione a breve e collettiva venga trovata.
Noi siamo per lo sciopero generale fatto da tutti i sindacati che permetta di fermare l'ilva -quello della sola USB di oggi è stato assai debolee ha riguardato attivisti e una piccola parte dei loro iscritti -per bloccare Ilva e altre fabbriche della città che hanno gravi problemi occupazionali vedi Cementir ecc e e investire la citta, La citta' è paralizzata, danneggiata, vilipesa dalle decisioni del governo e non certo dai blocchi dei lavoratori-comeinvece sostengono  i liberi 'benpensanti'.
Siamo in emergenza salario e lavoro e serve 'una azione decisa d'emergenza-chi dice il contrario inganna i lavoratori vogliamo un decreto operaio che possa andare incontro alle esigenze dei lavoratori e dei cittadini e questo si può ottenere solo se si blocca fabbrica e città.
Tutti i posti di lavoro devono essere salvaguardati; salari e diritti non si toccano; durante la messa a norma degli impianti gli operai dei reparti Ilva e delle ditte non devono essere mandati a casa ma impiegati nei lavori di risanamento; la prima messa a norma è garantire la sicurezza e la vita degli operai in fabbrica; istituzione di una postazione ispettiva permanente all'interno della fabbrica per controlli su sicurezza e salute; in una fabbrica insalubre e nociva come l'Ilva non si può stare e lavorare per tanti anni ma 25 anni bastano con estensione a tutti dei benefici pensionistici; la salute è un diritto intoccabile per operai e cittadini, servono visite mediche mirate, cure sanitarie gratuite, strutture sanitarie d'emergenza.
lettera aperta
ai lavoratori, a tutte le organizzazioni sindacali, a tutte le associazioni interessate, alle istituzioni locali, alla stampa e pubblica opinione.

la proposta dello slai cobas per il sindacato di classe Taranto
a fronte della grave crisi  all'Ilva e appalto Ilva - a fronte della lotta in corso dei lavoratori dell'appalto - a fronte delle crisi industriali gravi esistenti in città e provincia vedi appalto Alenia, Cementir ecc.
E’ urgente e necessario che tutte le organizzazioni sindacali dichiarino uno SCIOPERO GENERALE di tutti posti di lavoro e di tutte le attività produttive e commerciali della città.
Occorre insediare un COMITATO DI EMERGENZA CITTADINO PRESSO LA PREFETTURA E COMUNE con la partecipazione libera di tutte le organizzazioni sindacali - SLAI COBAS TARANTO compreso - che richieda a governo, confindustria, enti locali un decreto Ilva che contenga anche alcuni punti qualificanti con le  risorse e le modifiche normative in deroga necessarie.
Tutti i posti di lavoro devono essere salvaguardati; salari e diritti non si toccano; durante la messa a norma degli impianti gli operai dei reparti Ilva e delle ditte non devono essere mandati a casa ma impiegati nei lavori di risanamento; la prima messa a norma è garantire la sicurezza e la vita degli operai in fabbrica; istituzione di una postazione ispettiva permanente all'interno della fabbrica per controlli su sicurezza e salute; in una fabbrica insalubre e nociva come l'Ilva non si può stare e lavorare per tanti anni ma 25 anni bastano con estensione a tutti dei benefici pensionistici; la salute è un diritto intoccabile per operai e cittadini, servono visite mediche mirate, cure sanitarie gratuite, strutture sanitarie d'emergenza.

Taranto 25 gennaio 2015

slai cobas per il sindaccato di classe taranto
via rintone 22 taranto
347-1102638
347-5301704

chi vuole il decreto salva operai come i liberi e pensanti e non dicono che si può ottenere solo bloccando fabbrica e città e un parolaio in cerca di interviste televisive a buon mercato
Slai Cobas per il sindacato di classe
347_5301704
28_1_2015
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