domenica 6 settembre 2015

5 settembre - A FOGGIA SI PASSA ALLA LOTTA. CONTRO LA CONDIZIONE DI SCHIAVITÙ DEI BRACCIANTI - PER IL GOVERNO LE AZIENDE SONO SOLO "RESPONSABILI IN SOLIDO".



Nel "covo" del supersfruttamento dei braccianti che porta a morti per fatica, del lavoro nero, dello schiavismo verso i migranti e italiani, c'è stata venerdì una manifestazione di oltre 100 immigrati, braccianti. E quando i braccianti, immigrati prendono la scena, gli ipocriti, lamentosi politici, esponenti istituzionali, sindacalisti confederali da tavolino, escono di scena e si guardano bene da partecipare.  Ma questo è un bene! E' liberarsi del peloso pietismo post morti.Occorre mostrare chiaro che si tratta di una guerra di classe. Il governo cerca con alcuni provvedimenti di ostacolare il caporalato. Ma i veri utilizzatori finali, le aziende, continuano a non essere colpite in prima persona, al massimo ricevono qualche multa da controlli dell'ultim'ora e vengono chiamati solo come "obbligati in solido".
Ancora una volta è la lotta e l'organizzazione diretta dei braccianti, dei migranti la strada giusta e l'unica che deve vendicare i morti.



Oltre cento immigrati, braccianti in corteo a Foggia. E i politici disertano la manifestazione.
(di Antonella Caruso)




FOGGIA – Ci siamo, lavoriamo e viviamo nelle vostre campagne. Era prima di tutto questo il messaggio che un centinaio i lavoratori immigrati volevano consegnare alla città con il corteo che questo pomeriggio ha attraversato le vie del centro. Con loro i ragazzi del Laboratorio politico sulle migrazioni «Pro/Fuga Foggia Meticcia», della «Rete Campagne in lotta» e dell’associazione «Lavoratori e lavoratrici delle campagne».
Un corteo contro il caporalato e il lavoro irregolare che si è chiuso dinanzi al Palazzo della Prefettura.Immigrati in strada contro il lavoro irregolare
«Non meritano 3 euro a cassetta», «Loro sono regolari», «Non sono stranieri», «Chi lavora merita di essere pagato», «No alla guerra tra poveri siamo tutti clandestini»: sono state queste alcune delle frasi scritte in modo semplice nei cartelli. Nessun rappresentante politico, nessun volto noto delle istituzioni locali fra loro. Una delegazione di lavoratori immigrati è stata ricevuta dal prefetto.

Presentate le nuove misure proposte dall'esecutivo contro il caporalato. 
A presentarle sono stati il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, e il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina. "Un segnale forte" "Abbiamo previsto - ha spiegato Andrea Orlando - di segnare la confisca per sproporzione per chi utilizza manodopera reclutata attraverso il caporalato. È un segnale forte, che mira anche a punire lo sfruttamento delle persone, le forme di concorrenza sleale e le forme di arricchimento illecito". Confisca possibile Il pacchetto di nuove misure contro il caporalato, ha detto il ministro della Giustizia, prevede l'introduzione del reato di intermediazione illecita tra i reati per i quali può scattare la confisca estesa o allargata. Una misura patrimoniale "per colpire le grande ricchezze accumulate illecitamente dalla criminalità organizzata". 
Responsabilità in solido e risarcimento delle vittime. Il governo, ha spiegato Orlando, ha deciso poi di introdurre anche la responsabilità in solido per il caporalato perché "lo sfruttamento dei lavoratori produce quasi sempre vantaggio per le aziende, che spesso sono costituite in forma societaria o associativa". Viene colpito quindi "anche chi ha tratto vantaggio in modo indiretto dal lavoro di quella manodopera sfruttata". Viene inoltre introdotta, ha sottolineato il ministro della Giustizia, "una disciplina generale per il risarcimento delle vittime.


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