Nel "covo" del supersfruttamento dei braccianti che porta a morti
per fatica, del lavoro nero, dello schiavismo verso i migranti e italiani, c'è
stata venerdì una manifestazione di oltre 100 immigrati, braccianti. E quando i
braccianti, immigrati prendono la scena, gli ipocriti, lamentosi politici,
esponenti istituzionali, sindacalisti confederali da tavolino, escono di scena
e si guardano bene da partecipare. Ma questo è un bene! E' liberarsi del
peloso pietismo post morti.Occorre mostrare chiaro che si tratta di una guerra
di classe. Il governo cerca con alcuni provvedimenti di ostacolare il
caporalato. Ma i veri utilizzatori finali, le aziende, continuano a non
essere colpite in prima persona, al massimo ricevono qualche multa da controlli
dell'ultim'ora e vengono chiamati solo come "obbligati in
solido".
Ancora una volta è la lotta e l'organizzazione diretta dei braccianti, dei migranti la strada giusta e l'unica che deve vendicare i morti.
Ancora una volta è la lotta e l'organizzazione diretta dei braccianti, dei migranti la strada giusta e l'unica che deve vendicare i morti.
Oltre cento
immigrati, braccianti in corteo a Foggia. E i politici disertano la
manifestazione.
(di Antonella Caruso)
FOGGIA – Ci
siamo, lavoriamo e viviamo nelle vostre campagne. Era prima di tutto questo il
messaggio che un centinaio i lavoratori immigrati volevano consegnare alla
città con il corteo che questo pomeriggio ha attraversato le vie del centro.
Con loro i ragazzi del Laboratorio politico sulle migrazioni «Pro/Fuga Foggia
Meticcia», della «Rete Campagne in lotta» e dell’associazione «Lavoratori e
lavoratrici delle campagne».
Un corteo
contro il caporalato e il lavoro irregolare che si è chiuso dinanzi al Palazzo
della Prefettura.
«Non
meritano 3 euro a cassetta», «Loro sono regolari», «Non sono stranieri», «Chi
lavora merita di essere pagato», «No alla guerra tra poveri siamo tutti
clandestini»: sono state queste alcune delle frasi scritte in modo semplice nei
cartelli. Nessun rappresentante politico, nessun volto noto delle istituzioni
locali fra loro. Una delegazione di lavoratori immigrati è stata ricevuta dal
prefetto.
Presentate
le nuove misure proposte dall'esecutivo contro il caporalato.
A
presentarle sono stati il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, e il
ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina. "Un segnale
forte" "Abbiamo previsto - ha spiegato Andrea Orlando - di segnare la
confisca per sproporzione per chi utilizza manodopera reclutata attraverso il
caporalato. È un segnale forte, che mira anche a punire lo sfruttamento delle
persone, le forme di concorrenza sleale e le forme di arricchimento
illecito". Confisca possibile Il pacchetto di nuove misure contro il
caporalato, ha detto il ministro della Giustizia, prevede l'introduzione del reato
di intermediazione illecita tra i reati per i quali può scattare la confisca
estesa o allargata. Una misura patrimoniale "per colpire le grande
ricchezze accumulate illecitamente dalla criminalità organizzata".
Responsabilità
in solido e risarcimento delle vittime. Il governo, ha spiegato Orlando, ha
deciso poi di introdurre anche la responsabilità in solido per il caporalato
perché "lo sfruttamento dei lavoratori produce quasi sempre vantaggio per
le aziende, che spesso sono costituite in forma societaria o associativa".
Viene colpito quindi "anche chi ha tratto vantaggio in modo indiretto dal
lavoro di quella manodopera sfruttata". Viene inoltre introdotta, ha
sottolineato il ministro della Giustizia, "una disciplina generale per il
risarcimento delle vittime.
Nessun commento:
Posta un commento