Ieri, 30
ottobre 2014, si è tenuta presso il Tribunale di Milano il contradditorio tra
lo Slai Cobas per il sindacato di classe e la Fondazione Irccs Istituto
Nazionale dei Tumori, per l’esposto avanzato dalla Fondazione nei confronti del
sindacato per l’esposizione dello striscione sulla cancellata dell’INT, che
testualmente dice: “BASTA CON GLI STRAORDINARI ILLEGALI ALL’ISTITUTO TUMORI!!
PER LA SICUREZZA SUL LAVORO E CONTRO LA PRECARIETA’: VOGLIAMO NUOVE
ASSUNZIONI!! SLAI COBAS “INT” per il sindacato di classe”.
Il Giudice
ha esordito con una proposta alle Parti in causa, con l’obiettivo di chiudere
la partita, che sinteticamente è stata questa: “E’ DISPOSTA L’AMMINISTRAZIONE
AD INCONTRARE (A BREVE) IL SINDACATO PER RISOLVERE LE QUESTIONI SOLLEVATE,
COSI’ COME POSTE E CONTENUTE NELLO STRISCIONE? E’ DISPOSTO IL SINDACATO A
RIMUOVERE LO STRISCIONE?”. Oppure ha chiesto il Giudice, si vuole andare avanti
e arrivare a Giudizio?
Lo Slai
Cobas ha deciso di rifiutare la proposta del Giudice, per le cosiddette “ragioni”
addotte dall’Amministrazione. Nella sostanza: 1) l’Amministrazione ritiene che
il Diritto di critica sindacale non possa essere esposta sui muri
dell’Istituto, a fronte del fatto che quanto sintetizzato nello striscione era
stato più volte denunciato dallo Slai Cobas sc e in una lettera che evidenziava
le condizioni lavorative; 2) la documentazione fornita dallo Slai Cobas sc al
Giudice mostra come quanto asserito nello striscione non è falsità, ma la
triste realtà. Mentre nel suo esposto l’Amministrazione afferma che sono
falsità.
Ma le vere
ragioni che ci hanno fatto prendere la decisione di andare in giudizio sono due
a) la prima è il fatto che l’Amministrazione non ha mai preso in considerazione
quanto denunciato dallo Slai Cobas sc, per loro non siamo rappresentativi come
lo sono i sindacati confederali che tacciono e non contrastano lo strapotere
dell’Amministrazione e, quindi, non abbiamo nessuna fiducia che
l’Amministrazione voglia incontrarci, anzi, siamo quasi sicuri, che come fatto
in questi anni, se ne freghi delle nostre denunce e proposte; b) la seconda
ragione riguarda proprio il Diritto di Critica, come ben emerso dalla esposizione
degli avvocati dell’Amministrazione, secondo cui la critica sindacale non deve
essere esposta al pubblico. Che per far comprendere la questione significa: il
sindacato può fare le sue denunce e proposte ma lo deve fare nel chiuso delle
mura dell’INT, tanto noi –Amministrazione- facciamo come vogliamo. Tutto
ciò non solo è lesivo del diritto di critica per qualsiasi sindacato, non solo
dello Slai Cobas sc, ma anche per ogni lavoratore che voglia far valere i
propri diritti.
Noi
consideriamo questo atteggiamento intimidatorio, e tale e quale l’atteggiamento
e l’agire del governo Renzi, che attraverso le sue decisioni attacca e vuole
zittire qualsiasi dissenso e lotta.
Milano
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