martedì 6 luglio 2021

4 luglio - sblocco licenziamenti: ecco i primi 152 dei 100mila operai metalmeccanici previsti.Il caso della Gianetti lcenziati senza preavviso e mentre facevano lo straordinario!


....sull'accordo Metalmeccanici; le parole dei sindacati confederali,

 Palombella (Uilm): “Settimane di cig utili a scongiurare chiusure”

Pietro Occhiuto, Segretario Generale Fiom Cgil Brianza «Sembra che aspettassero solo questo via libera per mandare tutti a casa - prosegue Occhiuto -. Confindustria dice di non esserne stata informata,

I fatti dei padroni, questo il testo della mail spedita ai lavoratori: “Con la presente si informano tutti i dipendenti addetti allo stabilimento di Ceriano Laghetto che con effetto dalla data odierna lo stabilimento rimarrà chiuso. Con lettera di pari data della presente è stato dato avvio alla procedura di licenziamento collettivo”. 



152 licenziamenti alla Gianetti, l'accordo governo-parti sociali è già superato

In provincia di Monza e Brianza una storia simbolo della debolezza del mondo produttivo italiano

By Giuseppe Colombo

Gli operai di turno sabato alla Gianetti Ruote di Ceriano Laghetto, in provincia di Monza e Brianza, non immaginavano che quello sarebbe stato l’ultimo giorno di lavoro. Non della settimana, ma per sempre. Quando alle cinque del pomeriggio sono usciti dallo stabilimento che produce cerchioni per i camion della Volvo e dell’Iveco, ma anche quelli per le moto della Harley-Davidson, hanno ricevuto una mail. Alcuni l’hanno letta dal telefonino, altri dal pc appena arrivati a casa. Oggetto della comunicazione inviata dall’azienda: chiusura dello stabilimento. Dentro sette righe: “Con la presente si informano tutti i dipendenti addetti allo stabilimento di Ceriano Laghetto che con effetto dalla data odierna lo stabilimento rimarrà chiuso. Con lettera di pari data della presente è stato dato avvio alla procedura di licenziamento collettivo”. 

Questa non è solo la storia di 152 licenziamenti. È una storia simbolo del mondo produttivo italiano per almeno due ragioni. La prima è che lo stabilimento chiude dopo 108 anni, ma soprattutto dopo una storia recente fatta di continui cambi di proprietà che l’hanno indebolito invece di rilanciarlo. I processi di delocalizzazione che hanno portato Maxion e Accuride/Mefro, i principali concorrenti, a investire in Paesi come Turchia, Russia e Cina, dove il costo del lavoro è più basso, non sono stati rimpiazzati da strategie capaci di governare una competizione che si è fatta negli anni più selvaggia e più dura. E così lo stabilimento di Ceriano Laghetto ha perso 59 milioni negli ultimi dodici anni. La seconda ragione: l’avvio della procedura di licenziamento è la prima in Italia dopo la fine del blocco per le grandi imprese. L’avviso comune firmato mercoledì scorso tra il Governo, Cgil, Cisl e Uil e le associazioni delle imprese, è stato già disatteso. Quell’accordo dice che le imprese si impegnano a utilizzare la cassa integrazione prima di licenziare. A Ceriano Laghetto, invece, si è passati subito ai licenziamenti. 



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