martedì 25 giugno 2024

25 giugno - OGGI A GENOVA CONTRO LA GUERRA E CON IL POPOLO PALESTINESE

 

Manifestazione ai varchi San Benigno e Ponte Etiopia contro la guerra in Palestina: “Tutto inizia dal porto, blocchiamolo”

Bloccato lo svincolo di accesso al porto, all’altezza dell’Elicoidale



lunedì 24 giugno 2024

24 giugno - PER SATNAM: A Napoli migranti e lavoratori in piazza contro razzismo e sfruttamento

 

A pochi giorni dalla brutale morte di Satnam Singh, il bracciante agricolo che lavorava nelle campagne di Latina, appuntamento sabato mattina alle 10 a Piazza Garibaldi.

Iniziativa organizzata in realtà da tempo dal Movimento Migranti e Rifugiati di Napoli. Contro razzismo e sfruttamento. 

Fin dalle nove sotto la statua di Garibaldi iniziano a riunirsi i primi gruppi di immigrati provenienti dalla provincia. Famiglie con bambini in carrozzina , ragazzotti con bandiere del proprio paese, altri con quella palestinese; d’altronde al corteo ha aderito anche il Coordinamentoper la Palestina di Napoli a ricordare il genocidio in atto a Gaza.

Spicca il gruppo di ragazzi del Burkina Faso con maglietta con i colori nazionali e slogan in sostegno di Ibrahim Traorè , il giovane presidente golpista autodichiaratosi nuovo Thomas Sankara e stessa voglia di emanciparsi dal giogo colonialista delle potenze occidentali. Francia in primis. Tante anche le bandiere di Potere al Popolo, unica forza politica organizzata presente oggi.

Il sole picchia forte e si cerca necessariamente l’ombra, la piazza inizia a riempirsi e alle 10 e mezza il corteo inizia a muoversi lungo il Rettifilo. Migliaia di persone che chiedono rispetto e diritti , lo urlano

forte attraverso gli slogan, gli interventi al microfono. Un corteo che può definirsi rabbioso e sereno allo stesso tempo.

domenica 23 giugno 2024

23 giugno - dal blog tarantocontro: Processo Ilva - il 28 giugno alle ore 10 alla corte d'appello Paolo VI - Importante, parlano i nostri avvocati

 

 Appunti dell'udienza del 21 giugno

In questa udienza ha parlato la Procura Generale, rappresentata dal Sostituto Procuratore Generale il dott. Mario Antonio Barruffa, e poi i PM Raffaele Graziano e Giovanna Cannarile. Il cuore dei loro interventi è stato il rigetto della richiesta di trasferimento del processo fatta dagli avvocati di Riva e soci. Questa richiesta, ha detto Baruffa, è stata già rigettata per ben 4 volte, in particolare ha ricordato le ordinanze del 18.7.2016 e del 12.10 2016. In merito al caso "Russo" ha ricordato che questi aveva presentato richiesta per costituzione pc il 16.6.2014, ma vi aveva rinunciato ad ottobre del 2014. Tra l'altro, della sua richiesta di pc non si era potuta subito occupare la giudice del Gup, quindi l'atto non risultava neanche notificato. Su altri magistrati, citati dai legali degli imputati Ilva, questi erano definitivamente privi di funzione giuridica - es. Cassetta che aveva cessato tali funzioni nel 2005, quando non era ancora iniziato il processo Ilva. E si costituisce parte civile nel 2016. Anche un altro personaggio - Iacovelli - era già uscito dall'ordine giudiziario - era stato giudice di pace dal 1994 al 2015. Quando ha presentato istanza di parte civile era pertanto ormai fuori dall'ordinamento giudiziario. Quindi è da escludere un pericolo di influenza. Nel merito dell'interpretazione dell'Art. 11 la Corte d'Assise aveva già detto che deve esistere in concreto il pericolo di colleganza e frequentazione tra il magistrato parte in causa e quello che dovrà decidere, quindi un pericolo concreto di  influenzare i giudici. La Corte Costituzionale si è espressa con una sentenza affermando che l'Art. 11 non comprende il caso in cui il soggetto è appartenuto all'ordine giudiziario ma poi ha cessato quella appartenenza, ed è passato un "apprezzabile lasso di tempo".

sabato 22 giugno 2024

22 giugno - Acciaierie Italia/ex Ilva Taranto: NO alla cassintegrazione e ai licenziamenti!

 

Acciaierie Italia ha annunciato una nuova cassa integrazione per 5200 lavoratori di cui ben 4400 a Taranto.

È da settimane che si sapeva che Acciaierie d’Italia e i suoi Commissari sostenuti dal governo avrebbero avviato una nuova cassa integrazione per un anno. Era da settimane che si sapeva che i numeri di questa cassa integrazione sarebbero stati molto più alti.

Quindi stupisce che a fronte dell'annuncio dell'azienda, i sindacati confederali e la USB si lamentino, strillino.

In realtà era già chiaro che tutte le decisioni del governo: l'Amministrazione Straordinaria, la nomina dei Commissari e l'avvio di quella attività che dovrebbe portare a una nuova svendita di Acciaierie d‘Italia a nuovi padroni, indiani o ucraini con qualche italiano a fiancheggiare, a quanto si può capire, sarebbero state un rimedio peggiore del male. 

Tutti volevamo che Mittal, che non stava certo sviluppando la produzione né tutelando lavoro e salute, andasse via, e in particolare andasse via la Morselli, ma solo lo Slai Cobas ha detto che con questo cambio di governance la situazione per i lavoratori sarebbe andata peggio di come era già ai tempi di Mittal. Solo lo Slai Cobas ha dichiarato forte e chiaro che il passaggio dell'azienda, sia pure provvisoriamente, allo Stato, non avrebbe portato alcun vantaggio ai lavoratori, né in termini di lavoro, né di salari, né di salute, né di futuro lavorativo. Solo lo Slai Cobas ha detto che il nuovo piano governo-commissari avrebbe portato a una cassa integrazione permanente all'interno dello stabilimento a totale discrezione dei Commissari e secondo logiche del piano governo/Commissari che non hanno all'orizzonte alcuna soluzione che tuteli lavoro, salari, salute dei lavoratori.

Giorno dopo giorno questo è stato sempre più evidente. E’ stato evidente nelle ditte dell'appalto, i cui lavoratori sono già stati mandati in cassa integrazione, e molti di essi sono ai limiti del licenziamento, della Naspi, della chiusura dell'attività.

Sapevamo benissimo tutto questo e lo abbiamo in parte denunciato ai lavoratori con i nostri modesti mezzi. Ma chiaramente la passività degli operai delle Acciaierie e il dominio nelle loro file del sindacalismo confederale e della USB, fa sì che ai piani di padroni e del governo non si risponda mai con la lotta, mai per cambiarli e rovesciarli secondo gli interessi dei proletari e dei lavoratori, ma si risponde “accompagnando il morto”, cioè favorendoli con trattative a Roma e a Taranto che producono il risultato - scontato - del peggioramento della condizione dei lavoratori.

Senza l'alternativa sindacale di classe, senza la ribellione dei lavoratori, in questa fabbrica, passo dopo passo, al di là se si arriverà alla chiusura, si arriverà sicuramente, dopo periodi di massiccia cassaintegrazione, ad esuberi di oltre 5000 operai; si arriverà sicuramente a una condizione in cui i lavoratori saranno più sfruttati e faranno più lavoro con meno paga; si arriverà sicuramente a una condizione che non tutelerà né la sicurezza sul posto di lavoro e né la situazione ambientale in città; si arriverà sicuramente nell'appalto a una massiccia ondata di chiusure e licenziamenti, precarizzazioni dei lavoratori, mancanza di tutele e sicurezza. Senza la lotta e la rivolta degli operai, senza l'organizzazione sindacale di classe, attualmente rappresentata sostanzialmente come progetto/indicazione dallo Slai Cobas per il sindacato di classe, in questa fabbrica non si può invertire la situazione né tanto meno tutelare gli interessi immediati e futuri dei lavoratori.

I Commissari dicono: “come facciamo a tenere tutti questi lavoratori con una media di 1000 operai su volumi di 1500 tonnellate annue? Come facciamo a tenere una forza lavoro che è stata costruita e sviluppata per arrivare un tempo a 8 milioni di tonnellate, e a oggi l'obiettivo dichiarato, non si sa quando, è quello di 6 milioni di tonnellate?

I Commissari non fanno che certificare questo stato delle cose. Ma dalla certificazione dei Commissari non si vede assolutamente in che misura la situazione da essi dichiarata potrà realmente cambiare, i dati che vengono portati circa il piano “di ripartenza” dimostrano una ripartenza infinita a dimensioni incerte e pluriennali. Quindi, di conseguenza la strada che si è scelta è senza via d'uscita.

Rispetto a questo, il quadro della cassa integrazione attuale è chiaramente drammatico a Taranto: l'area servizi e lo staff del siderurgico è quello in cui ci sarà il maggior impatto, si prevede che vadano in cassa 1854 addetti divisi tra 473 tra impiegati e quadri, 176 intermedi, 1205 operai. A seguire ci saranno le aree laminazioni con 1276 cassintegrati, di cui 1042 operai, e fusione con 1270 di cui 921 operai. La cassa integrazione prevede oltre i 4400 di Taranto, 400 a Genova e 245 a Novi ligure.

I Commissari dicono: “non vi preoccupate, serve alla ripartenza, serve a realizzare il piano che ci porterà a un futuro migliore”. Per il resto essi dichiarano che farà perno su trasparenti criteri di forte rotazione del personale, sarà strettamente connesso ai livelli di produzioni degli stabilimenti e consentirà di ultimare il piano di ripartenza che prevede dopo l'estate il secondo altoforno.

Ma, circa la rotazione non pensiamo che ci saranno cambiamenti sostanziali ed è l'unica trattativa che andrà avanti tra Commissari e sindacati. Qualcosa di meglio del passato si potrà forse vedere, ma non cambia assolutamente la sostanza che la cassa integrazione penalizzerà il salario di tutti.

Da sempre diciamo che se ci sarà cassa integrazione - ma certamente questi numeri non sono accettabili! - deve andare insieme all'integrazione salariale che solo lo Slai Cobas ha sempre chiesto sin dal primo momento della crisi ultima delle Acciaierie; solo lo Slai Cobas ha insistito perché coloro che stanno ai tavoli lo ponessero come pregiudiziale per ogni ulteriore passaggio di cassa integrazione, perché senza integrazione salariale non si tratta soltanto di andare a casa senza sapere esattamente quanti potranno tornare, ma si tratta di vivere di miseria.

Gli operai sono stanchi di vivere di cassa integrazione.

I sindacati dicono: “perlomeno diamo quei ratei che ci toccano”. Ma quelli dovrebbero essere scontati, sono cose che i lavoratori dovrebbero già avere. Noi vogliamo un'integrazione salariale certa, decisa al limite con decreto governativo che permetta ai lavoratori durante la cassa integrazione di avere un salario decente.

22 giugno - In fabbrica come in guerra - Esplosione in una fabbrica a Bolzano

6 feriti, 4 sono gravi 

Ustionati operai dell'Aluminium. Il luogo dell'incidente è stato sottoposto a sequestro

È di sei feriti, di cui quattro in gravi condizioni, il bilancio definitivo dell'esplosione all'Aluminium di Bolzano.

La scorsa notte, intorno alle 00.30, è stata segnalata l'esplosione di un macchinario alla ditta Aluminium Bozen srl di Bolzano, sita in via Toni Ebner n. 24, nel cui stabilimento risultano addetti circa 130 dipendenti per la produzione di estrusi in leghe dure di alluminio  Sul posto è prontamente intervenuta una pattuglia della locale Questura e, dalle prime informazioni acquisite da un operaio rimasto incolume, risulta che lo scoppio si è verificato in uno dei locali destinati alla fusione dell'alluminio, ove è divampato un incendio, domato in breve tempo dalle squadre dei Vigili del fuoco del Corpo permanente e volontarie di Bolzano.

   L'incidente sul lavoro, le cui cause sono in corso di accertamento, ha coinvolto alcuni operai, tempestivamente soccorsi da personale dei servizi sanitari con medico d'urgenza, della Croce Bianca e della Croce Rossa. Sul luogo è intervenuto anche l'Ispettorato del lavoro della Provincia Autonoma di Bolzano, prosegue la nota.

   A seguito delle gravi ustioni riportate, tutti i sei feriti rimasti coinvolti sono stati inizialmente trasportati all'ospedale San Maurizio di Bolzano. In seguito, quattro lavoratori sono stati trasferiti d'urgenza in cliniche specializzate: uno a Verona, due a Padova e uno a Murnau, nei pressi Monaco di Baviera.

   Attualmente il luogo ove è avvenuto il grave incidente, su disposizione dell'Autorità giudiziaria, è stato sottoposto a sequestro per i conseguenti accertamenti.

Il 24 giugno sciopero in Alto Adige

Fim, Fiom e Uilm hanno proclamato, per lunedì 24 giugno, uno sciopero di 8 ore all'Aluminium e di 4 ore per tutto il settore metalmeccanico in Alto Adige. La protesta riguarderà le ultime 4 ore per ogni turno. Dalle 10 di oggi, invece, è previsto un presidio davanti allo stabilimento. 

   "La sicurezza sul lavoro deve essere messa al primo posto tra le priorità da perseguire. Le aziende devono garantire la salute e la vita dei lavoratori. Non è accettabile che nel nostro Paese si continui in una tragica striscia di incidenti gravi, e mortali, senza che nulla cambi". Così, in una nota congiunta, le sigle sindacali, che aggiungono: "Non è più accettabile rischiare la vita per lavorare". 


venerdì 21 giugno 2024

21 giugno - La catena infinita di operai morti sul lavoro in Lombardia

L’operaio Mirko Schirolli muore in una fabbrica di 

Cividale Mantovano, incastrato tra i rulli di un 

macchinario

Un operaio di 35 anni è morto questa mattina in una fabbrica di laminati in vetroresina di Cividale Mantovano, una frazione del Comune di Rivarolo Mantovano in provincia di Mantova, durante il suo turno di lavoro. Secondo le prime informazioni l'operaio sarebbe rimasto incastrato tra i rulli di un macchinario.

L’incidente è avvenuto alla Sintostamp quando erano circa le 8. La vittima, 35 anni compiuti giovedì scorso, si chiamava Mirko Schirolli ed era residente a Rivarolo Mantovano con i genitori a pochi chilometri di distanza dalla fabbrica. Secondo l’agenzia Ansa, lavorava da cinque anni

nella fabbrica che produce laminati in plastica ma con un contratto interinale. La sua posizione lavorativa sarebbe comunque stata regolare.

Questa mattina poco prima delle 8 era al lavoro su un macchinario di stampaggio di lastre in plexiglas per un intervento di manutenzione quando un braccio è rimasto impigliato nei rulli ed è stato trascinato finendo schiacciato. A poca distanza da lui c'era anche un altro lavoratore che ha assistito alla scena sotto choc.

E’ l’ennesimo incidente mortale sul lavoro in Lombardia, regione capofila della tragica contabilità nera delle vittime in Italia. E avviene a meno di 24 ore dalla morte di un ragazzo di 18 anni, Pierpaolo Bodini, schiacciato da un macchinario agricolo a Brembio, in provincia di Lodi.

 Il dramma del ragazzo di Brembio che amava i trattori ed è morto al lavoro. La mamma: “Era la vita che voleva fare”

di Massimo Pisa

Pierpaolo Bodini aveva 18 anni e un contratto da apprendista nel paese in provincia di Lodi: si è sdraiato sotto il mezzo per farlo ripartire, un perno ha ceduto e un’ala della seminatrice l’ha schiacciato


21 giugno - ULRIMA ORA: Esplosione nella notte all’Aluminium di Bolzano: sei feriti, quattro ustionati gravi. Gli operai sono 8 e non 6 al momento

 

L’incidente poco dopo la mezzanotte nello stabilimento in zona industriale: un lavoratore ricoverato in rianimazione al San Maurizio, quattro ustionati portati con gli elicotteri in ospedali specializzati a Verona, Padova e in Baviera. Sul posto vigili del fuoco, soccorritori e polizia (foto DLife)

BOLZANO. Un’esplosione si è verificata nella notte all’Aluminium Bozen, nella zona industriale di Bolzano.

I feriti sono sei, di cui uno ricoverato in rianimazione al San Maurizio e quattro portati con gli elicotteri in strutture specializzate per i grandi ustionati a Verona, Padova e Murnau in Baviera. Un sesto operaio è rimasto ferito in modo meno grave. 

L’incidente poco dopo la mezzanotte, nel magazzino dello stabilimento di via Toni Ebner. Dopo l'esplosione è scoppiato un incendio e diversi dipendenti sono rimasti coinvolti nelle fiamme.

Sul posto sono intervenuti vigili del fuoco, soccorritori e polizia.

Fondata nel 1936, l'Aluminium ha iniziato la sua attività concentrando le proprie risorse sulla produzione di alluminio primario per poi riconvertirsi, nel 1976, alla produzione di estrusi di alluminio. Questo cambiamento strategico ha segnato l'inizio di un percorso di crescita e trasformazione che ha portato l'azienda a primeggiare nel contesto europeo per la produzione di estrusi in leghe dure di alluminio.



giovedì 20 giugno 2024

20 giugno - LE CONDIZIONI DELLE LAVORATRICI: SFRUTTAMENTO E DIRITTI VITALI NEGATI. "Controllerò quante volte andate in bagno mentre siete al lavoro", l'audio choc della direttrice del supermercato

 

"MD buona spesa..." - Sì, ma a sfruttamento delle lavoratrici a cui vengono negati anche i minimi bisogni 

Fatevela addosso, avete rotto”: vieta alle cassiere di andare in bagno.

I sindacati: «Da quando per andare alla toilette in orario di lavoro serve il certificato medico?». La direttrice del supermercato MD di Brandizzo, che impediva alle cassiere di usare il bagno durante l'orario di servizio, è stata sospesa per cinque giorni. Lo ha comunicato l'azienda, che in una nota ha spiegato di aver subito raccolto le segnalazioni dal negozio, esaminato il materiale disponibile e adottato una misura disciplinare di sospensione a partire dal 5 giugno.

Ma «Il problema del bagno è solo uno dei tanti. La direttrice aveva instaurato un clima di terrore nel supermercato. Tante colleghe sono andate via perché non reggevano più. Basti pensare che solo due settimane fa abbiamo avuto la possibilità di avere le sedie in cassa: c’erano, ma imballate fuori alla pioggia e noi eravamo costrette a stare in piedi per ore».

Questa mattina, davanti al supermercato MD, è andato in scena il presidio organizzato dal sindacato Uiltucs di Ivrea per protestare contro le condizioni di lavoro all'interno del punto vendita. 

Davanti al negozio si sono date appuntamento anche alcune ex dipendenti che hanno raccontato le loro esperienze. "Abbiamo chiesto al sindaco di Brandizzo di farsi parte attiva nei confronti di MD, non si può pensare di risolvere la vicenda con i cinque giorni di sospensione della direttrice". 

Vietato andare in bagno per le cassiere, dopo il caso Brandizzo stato di agitazione in tutti i supermercati MD d’Italia

20 giugno - NELLO STESSO GIORNO DELLA MORTE DI SATNAM ENNESIMO MORTO, GIOVANISSIMO, IN AGRICOLTURA

 



ma anche la lista che si allunga delle stragi sul lavoro e il dato che quasi la metà vede lavoratori in nero

 

Il 40% dei morti sul lavoro sono in nero, siamo a 670 lavoratori morti nel 2024, di questi 492 sui luoghi di lavoro 

 Solo quando succedono cose orrende come quella del povero bracciante in nero Satnam Singh ci si ricorda dei morti sommersi che appaiono solo come per questo orrendo caso. Ma ogni anno denuncio, e da ben 16 che il 35/40% dei morti sono in nero e che spariscono da ogni statistica e che solo l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro li registra tutti, lo Stato e il Parlamento li occulta perché mettersi contro a istituzioni come INAIL che ha uno sterminato potere economico/mediatico e politico non conviene. Ma ora che i morti sul lavoro sono sotto gli occhi di tutti e soprattutto grazie all’Osservatorio che mai si è arreso nel denunciare la narrazione minimalistica, non si può più nascondere questa carneficina, rispetto all’orribile 2023, quest’anno siamo a + 20%. Già 69 gli schiacciati dal trattore anche quest’anno, due ieri sempre a Latina e un altro a Bolzano, ho denunciato all’inizio di giugno che ci sarebbe stata una carneficina di schiacciati, lo vedo dalle statistiche dei morti provocati dal trattore a giugno, già 17 questo mese e siamo soltanto al giorno 20 e nessuno di questi rientra nelle statistiche di INAIL, 167 nel 2023, oltre 2700 da quando ho aperto l’Osservatorio e stiamo parlando solo degli schiacciati dal trattore, tanti “cadaveri” di poveri immigrati clandestini che muoiono anche in edilizia e in agricoltura che spariscono nel nulla. Di loro non si saprà più nulla. E anche noi non possiamo metterli tra i morti sul lavoro se il loro corpo non si trova. Tanti parlamentari hanno tradito il loro mandato, per 17 anni, ho spedito per e mail la reale situazione a tantissimi di loro, anche recentemente, a parte qualcuno, nessuno di loro ha mai voluto venire e “vedere” se quello che scrivevo era vero, lo sanno bene tutti, ma mica si possono “sbattere” per cose così poco importanti che sono le vite dei lavoratori, e poi mettersi contro questi potentati economici e affaristici non conviene. In questo momento, alle ore 9 del 20 giugno del 2024 sono morti dall’inizio dell’anno 760 lavoratori complessivi e di questi 492 sui Luoghi di lavoro, gli altri in itinere e sulle strade.

Carlo Soricelli curatore dell’osservatorio nazionale di Bologna morti sul lavoro

20 giugno - SATNAM SINGH È MORTO, UCCISO DA QUESTO SISTEMA DI SCHIAVISMO/RAZZISMO DI QUESTO GOVERNO E DEI SUOI DECRETI, CHE CHIEDE UNA MOBILITAZIONE/SCIOPERI IMMEDIATI

 

da radio onda d'urto

 AGROPONTINO: SATNAM SINGH “È STATO UCCISO DAL SISTEMA” POLITICA-PADRONATO

20 Giugno 2024 -

Satnam Singh, 31 anni, che lavorava senza un contratto, è morto mercoledi dopo due giorni di agonia. Probabilmente avrebbe potuto salvarsi, ma il suo padrone ha omesso il soccorso. Lunedi scorso a Borgo Santa Maria in provincia di Latina, il lavoratore di origini indiane, dopo che un macchinario gli aveva tagliato un braccio, era stato caricato su un furgone e buttato in strada, nei pressi della sua abitazione. L’arto amputato è stato lasciato in una cassetta per gli ortaggi.

Le omissioni di soccorso per le persone di origine migrante iniziano lungo le rotte che li portano nella Fortezza Europa: un percorso di vulnerabilizzazione disumanizzante fatto di violenze estreme, che prepara futuri lavoratori e lavoratrici ad essere docili ed ubbidienti. Gli stessi non vengono certi protetti dalle normative, che inchiodano le persone al ricatto del permesso di soggiorno; succede “da oltre vent’anni: a partire dalla Bossi-Fini, all’ultimo decreto sicurezza varato da questo governo”. Le leggi vigenti puntano infatti a mantenere “un esercito di riserva di persone clandestinizzate, uomini, donne e a volte anche minori, ridotti a tutti gli effetti in schiavitù” come ha ricordato Marco Omizzolo ai nostri microfoni, citando un rapporto di Save The Children.

“Una politica che non decide più di salvaguardare la vita, i diritti essenziali e costituzionali, ma li mette in discussione”, partendo dai migranti per colpire poi a cascata tutta la classe lavoratrice. Satnam è stato quindi vittima di un sistema fatto di politici e sedicenti imprenditori che segue una volontà precisa. Lo dimostra anche il silenzio assordante del governo sulla vicenda, a partire dal Ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida, quello della sostituzione etnica e dei poveri che mangerebbero meglio dei ricchi. Nessuna parola nemmeno da parte di Giorgia Meloni, che nella scorsa legislatura, proprio a Latina, fece il pieno di voti; per di più nel giorno di insediamento da Presidente del Consiglio disse la famosa frase “chi produce non verrà disturbato”.

Secondo un articolo pubblicato questa mattina dal quotidiano Il Manifesto, firmato dalla sindacalista Laura Hardeep Kaur e intitolato “Padroni, non datori di lavoro”, siamo di fronte ad un fatto orribile “qualcosa che si fa fatica a raccontare, oltre l’incidente sul lavoro e pone davanti la triste realtà di persone per le quali la vita umana non vale nulla. Padroni, questo il loro vero nome, non datori di lavoro: posseggono i campi, i trattori e pensano di disporre della vita e della morte delle persone; é questo che è accaduto”.

Ai nostri microfoni il commento di Marco Omizzolo, sociologo e docente all’Università La Sapienza di Roma e autore di un articolo pubblicato oggi dal quotidiano Domani e intitolato “Il dramma del lavoro nero. Il bracciante Singh ucciso dal cinismo e dallo sfruttamento”. Ascolta o scarica

Ci siamo collegati anche con Andrea Paco Mariani, regista del film The Harvest, che racconta le condizioni di lavoro nella comunità Sikh nell’agropontino. Ascolta o scarica


 

mercoledì 19 giugno 2024

19 giugno - NELLA BELLA E POPOLARE MANIFESTAZIONE DI FASANO CONTRO IL G7 DEI SIGNORI DELLA GUERRA SI LEVA FORTE LA VOCE CLASSISTA OPERAIA

 

una voce che ha messo in chiaro che a questo meeting operai, lavoratori dovevano starci per contestare i governi imperialisti. Perché le guerre, e questo G7 è stato un G7 non per fermare la guerra ma per allargarla, la pagano lavoratori, proletariato e i popoli oppressi di tutto il pianeta. Un richiamo alla ribellione e unità per farla finita con questo barbaro sistema di guerra, sfruttamento, miseria e lutti. Un intervento in una manifestazione che ha visto una accoglienza da parte della popolazione di Fasano, che non ha coinciso con le aspettative della Meloni e di tutto l'armamentario repressivo e intimidatorio che aveva cercato di creare il terrore dei "barbari" che sarebbero arrivati per devastare, e che invece si è sentita come liberata dai manifestanti dopo essere stata sequestrata per giorni e impedita anche nei propri bisogni primari. Insomma una manifestazione che ha sancito che ha sbagliato chi ha disertato questa manifestazione, come una parte del sindacalismo di base e classista, lasciando da soli operai e lavoratori/lavoratrici dello Slai Cobas sc



19 giugno - SFRUTTAMENTO E RISCHIO DELLA VITA PER LE OPERAIE: INCIDENTE ALLA FRIULI INTAGLI

 

Skatenati Electrolux

NON È POSSIBILE INCASTRARSI CON UN BRACCIO IN UN MACCHINARIO SE NON RIMUOVENDO LE SICUREZZE DELL'IMPIANTO.

IN TROPPE IMPRESE È UNA PRASSI, LA NORMA RIMUOVERLE PER FARE PRESTO, PER FARE PROFITTO.

BARBARIE SUL LAVORO A

PORTOBUFFOLE’

Ennesimo incidente sul lavoro, questa volta durante il turno serale. L’infortunio è avvenuto alla Friul Intagli di Portobuffolè, il più grande produttore di componenti in legno per mobili a livello mondiale, dove una operaia è rimasta con il braccio incastrato negli ingranaggi di un macchinario. La donna è stata subito soccorsa dai colleghi dello stesso reparto richiamati delle urla di dolore. Gli stessi hanno immediatamente fermato il motore del macchinario e allertato il centralino del Suem, giunto con l’unità di soccorso nello stabilimento di via Bastie per verificare le sue condizioni e predisporre l’immediato ricovero. L’operaia, durante l’intervento degli operatori sanitari è rimasta sempre cosciente, ed è stata stabilizzata sul posto prima di essere trasferita d’urgenza in elicottero al Ca’ Foncello di Treviso in codice di media gravità dove è stato sottoposta alle prime cure dopo lo schiacciamento dell’arto. Non è in pericolo di vita. Nel frattempo alla Friul Intagli sono sopraggiunti gli ispettori dello Spisal che hanno effettuato i rilievi per capire se la causa dell’incidente fosse dovuta a modalità operative sbagliate oppure ad altre cause legate alle norme della sicurezza sul lavoro.

IL PROTOCOLLO

L’incidente avviene proprio nel giorno in cui nella sala consiliare della Provincia sono state approvate le linee guida per la prevenzione della violenza e delle molestie nel mondo del lavoro, aspetti laterali rispetto a quello della sicurezza, ma egualmente importanti. Come sottolineato da Cgil, Cisl e Uil, fondamentale promuovere una cultura del lavoro fondata sul rispetto, anche attraverso l’utilizzo del documento di valutazione dei rischi, individuando carichi di lavoro esagerati e ambienti di lavoro malsani che possano determinare incidenti gravi e in molti casi anche mortali. A tal proposito le linee guida sono un mezzo per attuare dei percorsi formativi volti a sensibilizzare e informare tutto il mondo lavorativo per portare in tempi ragionevoli a a un cambiamento culturale ed etico per un unico valore comune: il rispetto della persona.

lunedì 17 giugno 2024

17 giugno - LA BARBARIE OMICIDA DI QUESTO SISTEMA: Latina, lavoratore perde un braccio in un incidente mentre taglia il fieno: il datore di lavoro lo lascia per strada

 

di F. Q. | 17 Giugno 2024

Abbandonato per strada con un braccio staccato a causa di un grave incidente sul lavoro. È successo in provincia di Latina, nei pressi di Borgo Santa Maria. A raccontarlo è Hardeep Kaur, segretaria generale Flai Cgil Frosinone Latina: “Un lavoratore di nazionalità indiana addetto al taglio del fieno ha avuto un braccio staccato da un macchinario e riportato altre gravi fratture. All’orrore dell’incidente si aggiunge il fatto che, invece di essere soccorso dai datori di lavoro, è stato scaricato come un sacco di rifiuti in prossimità della sua abitazione”. Il lavoratore è stato trasportato in eliambulanza a Roma.

“Sono stata contattata da un lavoratore che mi ha inviato la foto di un arto staccato – continua Kaur – spiegandomi che si trattava di un incidente avvenuto a un compagno di lavoro, che in condizioni disperate è stato scaricato in strada da un pulmino 9 posti. Non è un film dell’orrore, purtroppo è tutto vero! Qui non siamo solo di fronte a un grave incidente sul lavoro, cosa già di per sé allarmante ed evitabile, qui siamo davanti alla barbarie dello sfruttamento, che calpesta le vite delle persone, la dignità, la salute e ogni regola di civiltà. Questi campi, queste strade, questi borghi e contrade li presidieremo ogni giorno e per le prossime settimane saremo in tantissimi, perché non si può lavorare in queste condizioni”.


giovedì 13 giugno 2024

13 giugno - Palermo manifestazione ai Cantieri navali - nella giornata di lotta contro il G7 che comincia in Puglia

 








Ai Cantieri Navali nella giornata di mobilitazione nazionale nelle fabbriche e nei posti di lavoro nella giornata di apertura del G7 dei padroni del mondo e della guerra imperialista


Megafonaggio, volantinaggio, mozione contro la guerra imperialista che diversi operai, i precari coop sociali Slai, compagni e compagne presenti hanno firmato e che si continuerà a diffondere


LAVORO SALARI NON GUERRA!

NE SOLDI NE SOLDATI PER LE LORO GUERRE CHE PORTANO PROFITTI AGLI IMPERIALISTI E MORTE A NOI

FERMARE IL GENOCIDIO DEL POPOLO PALESTINESE

NO MILIARDI PER LE ARMI SI A FONDI PER SANITA’, SCUOLA, SERVIZI

No al G7 dei padroni del mondo 13-14-15 giugno in Puglia

13 giugno - giornata di mobilitazione nazionale


No alle politiche di guerra degli stati imperialisti, politiche di sfruttamento, oppressione, repressione, morte e miseria contro i popoli e le masse proletarie e popolari…

L’incontro del G7 che inizia oggi 13 giugno a Borgo Egnazia in Puglia, l’hanno chiamato la “vetrina delle vetrine” che costerà almeno 25 milioni di euro, tutto sulle spalle dei lavoratori e delle masse popolari!

Italia, Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Germania, Giappone e Canada, i principali paesi imperialisti del mondo esporranno in questa vetrina di gran lusso innanzi tutto i loro piani di guerra! Alla discussione su come continuare la guerra sono invitati anche Modi, Erdogan, Zelensky, Milei e perfino il Papa che abbellirà la vetrina parlando di intelligenza artificiale; tutti insieme parleranno di guerra in Ucraina con l’invio di armi e soldi, con la proposta di Biden di un prestito di 50 miliardi da recuperare con i profitti dei soldi congelati alla Russia, come continuare ad opprimere il popolo palestinese continuando a fornire armi e soldi al genocida Israele, praticamente ogni giorno gettano benzina sul fuoco della guerra sempre più totale.

Discorsi di guerra che mettono in pericolo l’intera umanità mentre tutti insieme fanno le abbuffate di lusso con la “Cena dei grandi” del 13 sera riempiendosi la pancia protetti da un apparato militare di circa 10.000 uomini! Un apparato fatto di droni, artificieri, tiratori scelti, navi, elicotteri, aerei, portaerei, sottomarini e perfino cani robot… tutto deciso con un decreto d’urgenza da 25 milioni di euro che mostra una paura folle soprattutto verso le masse popolari che non devono avvicinarsi…

Stanno attenti ai pericoli che possono arrivare da fuori, mentre i pericoli per la loro “democrazia” ce li hanno (e ce li abbiamo) dentro casa a cominciare dagli Stati Uniti di Biden: un pericolo che è dentro i vari paesi, come l’Italia a guida Meloni, e si chiama fascismo, risposta del sistema capitalista-imperialista alla crisi! E infatti i veri temi del G7 sono le guerre per i profitti delle multinazionali mondiali, per la conquista delle materie prime essenziali, per la spartizione dei mercati dove smerciare i prodotti che escono dalle fabbriche fatti dalle operaie e dagli operai… queste guerre commerciali che al momento giusto si possono trasformare in guerra totale e questo significa guerra nucleare! E non si fermano, anzi: stanno pensando a reintrodurre il servizio militare obbligatorio e a stanziare altri soldi (Tajani ha detto che invieranno altri 140 milioni a Zelensky), per questo i tagli ai salari, alla sanità, alla scuola, ai servizi pubblici sono inevitabili!

È tutto sulle spalle dei lavoratori che reggono la produzione mondiale e ne pagano le conseguenze in termini di peggioramento delle loro condizioni di vita e di lavoro: precarietà, salari bassi, disoccupazione, mancanza di sicurezza e salute sui posti di lavoro; cassintegrazione permanente, sottoposti ad appalti e subappalti, con i morti sul lavoro e da lavoro, e i relativi lunghi processi per avere giustizia e risarcimenti.


Operaie e operai, lavoratori, giovani e masse popolari devono prendere posizione e schierarsi contro chi opprime ogni giorno per i profitti del Capitale trascinando tutti verso una nuova guerra mondiale.

Slai cobas per il sindacato di classe – Via M. Cipolla, 93 Palermo 



13 giugno - Presidio questa mattina all'appalto Acciaierie contro il G7 partito oggi in Puglia

 Perchè gli operai devono essere contro il G7 - Alla portineria dell'Appalto Acciaierie

 




martedì 11 giugno 2024

12 giugno - Palermo 13 giugno giornata di mobilitazione nazionale - Contro il G7 dei padroni del mondo e della guerra imperialista in Puglia


 

11 giugno - CONTRO IL G7 DI GUERRA IN PUGLIA, 13 GIUGNO GIORNATA DI LOTTA: G7 - il 13 giugno nella giornata nazionale di lotta verso i lavoratori - Presidio Slai Cobas alle Ditte dell'appalto Acciaierie

 


11 giugno - Ultima ora: Prima l'esplosione, poi l'incendio nel capannone di un'azienda a Brugherio: un morto

 

E' successo poco prima delle 10 di oggi in via Aristotele 28. Sul posto Vigili del fuoco, ambulanze e Carabinieri

Tragica esplosione all'interno del capannone dell'azienda di vernici Mega Wilcknes di Brugherio. C'è una vittima.

Grave incidente sul lavoro nella mattina di oggi, martedì 11 giugno 2024, a Brugherio. E' successo all'interno di un capannone che tratta vernici in via Aristotele 28, in zona industriale al confine con Agrate e Carugate, dove, per cause in corso di accertamento, poco prima delle 10 si è verificata una violenta esplosione.

Il botto, che avrebbe interessato una cisterna, ha innescato un incendio con una colonna di fumo visibile anche ad alcuni chilometri di distanza. Purtroppo il primo bilancio è di una vittima, un giovane operaio investito in pieno dall'esplosione da solfiti.

Sul posto due ambulanze con automedica e quattro mezzi dei Vigili del fuoco. La strada è stata chiusa e in questi minuti i Carabinieri (sul posto anche il maggiore Emanuele D'Onofri, comandante della Compagnia di Monza) stanno sentendo alcuni operai per ricostruire la dinamica dell'accaduto. Presente anche personale Ats di Monza e Brianza.



 

lunedì 10 giugno 2024

10 giugno - I RIDER, PRINCIPALMENTE IMMIGRATI, CARNE DA MACELLO DELLE CONSEGNE A DOMICILIO: Due rider investiti a Milano in 24 ore. Pakistano di 34 anni muore dopo il ricovero

 

di F. Q. | 10 Giugno 2024

È morto stamane all’ospedale Niguarda di Milano il rider di 34 anni di nazionalità pakistana travolto sulla sua bici da un pirata della strada, nella serata di ieri. L’incidente è avvenuto in via Camaldoli nel quartiere di Ponte Lambro, alla periferia di Milano. È improbabile, vista l’ora, quasi mezzanotte, e la zona isolata, che l’uomo ucciso stesse effettuando delle consegne. Forse si dirigeva verso casa. Il conducente dell’auto che non risulta essere il proprietario della vettura, dopo aver tamponato il rider si è allontanato e ha parcheggiato la Fiat Punto con nella zona.

È stato trovato nel pomeriggio di lunedì e denunciato per ora a piede libero per omicidio stradale e omissione di soccorso. Si tratta di un 22enne che è stato individuato nei pressi della stazione di Rogoredo, dopo un’attività di indagine del Reparto Radiomobile della Polizia Locale. L’auto, trovata a poca distanza dall’incidente e abbandonata per la rottura del radiatore, era di proprietà di un amico, a cui era stata sottratta poco prima dello scontro. Il proprietario della macchina ha collaborato con la Polizia Locale per rintracciare il responsabile.

Sempre a Niguarda è stato ricoverato un secondo rider, investito a Milano all’incrocio tra via Melchiorre Gioia e viale della Liberazione. In questo caso l’automobilista si è però fermato a prestare soccorso. L’incidente è accaduto intorno alle 20 e il pakistano, di 24 anni sì è scontrato con una vettura. Il rider o il conducente non avrebbe rispettato il semaforo rosso. Il giovane si trova in rianimazione per un forte trauma cranico.



 

domenica 9 giugno 2024

8 giugno - dal blog tarantocontro: Contro il G7 partecipiamo insieme alla contestazione del G7 della guerra imperialista/ della repressione e del genocidio del popolo...

 

palestinese/della miseria e oppressione dei proletari e dei popoli del mondo 


 

1

13 giugno, serata della Cena dei G7 a

 Brindisi, dalle ore 18 alla Contro/Cena

 del G7 dei Poveri a Brindisi, Piazza 

Vittoria, ore 20.00.

15 giugno a Fasano, ore 15.00, partenza 

Piazza Palmina Martinelli: 

manifestazione unitaria nazionale contro

 il G7 e guerrafondai.

Tavolo di Coordinamento NoG7 Puglia

 info@nog7.it

 https://www.nog7.it/

2

15 giugno ore 10/13 Assemblea proletaria

 anticapitalista/antimperialista - 

rappresentanze di operai e lavoratori in 

piazza contro il G7 - Fasano Piazza Ciaia - 

poi ci recheremo alla manifestazione 

nazionale ore 15

info slaicobasta@gmail.com wattsapp 3519575628