Mercoledì 9 aprile ci sarà il primo anniversario della strage di Suviana dove 7 lavoratori persero la vita in una centrale dell’ENEL. Mi prende l’angoscia sapere che tre delle ultime stragi sono in grandissime aziende con compartecipazione dello Stato: parliamo di Enel (strage del Brasimone provincia di Bologna), di ENI (Calenzano di Firenze) e di Ferrovie dello Stato (Brandizzo di Torino). Solo all’Esselunga di Firenze la strage fu in un’azienda privata). Quello che caratterizza queste stragi è che quasi tutti i lavoratori morti non sono dipendenti diretti delle aziende ma sono lavoratori in appalto nelle aziende stesse. Come non definire queste nuove forme di lavoro come moderne forme di caporalato, che purtroppo utilizzano anche aziende dello Stato. Una strategia ben chiara: questi lavoratori non possono rifiutarsi di svolgere lavori pericolosi, pena il licenziamento, hanno salari più bassi e non sono sindacalizzati. Il mondo del lavoro non ha mai avuto una situazione simile dal dopoguerra: sono riusciti a dividere il mondo del lavoro: molti dirigenti, anche sindacali, sono utili idioti che hanno fatto da cavalli di troia per smantellare i diritti dei lavoratori: per la costruzione di un semplice capannone del supermercato Esselunga di Firenze, ci lavoravano ben 47 aziende. Una situazione normale? No sfruttamento allo stato puro. A centinaia muoiono lontano da casa: fuori provincia e regione. E che anche lo Stato si presti a questo è davvero desolante. Tante le leggi liberticide che hanno ridotto il mondo del lavoro in questo stato.
Carlo Soricelli curatore dell’Osservatorio di Bologna morti sul lavoro http://cadutisullavoro.blogspot.it
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