SICUREZZA EDIFICI IN BANGLADESH: H&M NON RISPETTA I PATTI
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La Clean Clothes Campaign (CCC), l’International
Labor Rights Forum (ILRF), il Maquila Solidarity Network (MSN) e il Worker
Rights Consortium (WRC) lanciano il report Evaluation of H&M
Compliance with Safety Action Plans for Strategic Suppliers in Bangladesh. Il documento
analizza le informazioni pubbliche disponibili riguardo ai progressi fatti da
H&M nell’affrontare i rischi per la sicurezza dei lavoratori nei suoi
stabilimenti in Bangladesh.
I dati, provenienti dalle relazioni delle ispezioni nelle fabbriche e dai Piani di Azione Correttiva (CAPs) resi pubblici dall’Accordo per la prevenzione degli incendi e la sicurezza in Bangladesh (siglato in seguito al crollo del Rana Plaza nel 2013, il peggior disastro della storia dell’industria tessile che ha causato la morte di 1138 persone), mostrano chiaramente come H&M non abbia rispettato gli impegni per garantire la sicurezza dei lavoratori.
I dati, provenienti dalle relazioni delle ispezioni nelle fabbriche e dai Piani di Azione Correttiva (CAPs) resi pubblici dall’Accordo per la prevenzione degli incendi e la sicurezza in Bangladesh (siglato in seguito al crollo del Rana Plaza nel 2013, il peggior disastro della storia dell’industria tessile che ha causato la morte di 1138 persone), mostrano chiaramente come H&M non abbia rispettato gli impegni per garantire la sicurezza dei lavoratori.
Concentrandosi
sulle fabbriche che H&M ha indicato come le migliori della sua catena di
fornitura in tema di lavoro e ambiente, il rapporto mostra come tutte queste
fabbriche non siano state in grado di rispettare le scadenze previste per le
riparazioni e come la maggior parte delle ristrutturazioni non siano ancora
state ultimate nonostante i termini scaduti. Le ristrutturazioni includono
l’installazione di porte tagliafuoco, la rimozione dei blocchi e delle porte
scorrevoli dalle uscite di sicurezza e delle recinzioni sulle scale,
permettendo ai lavoratori di uscire dalla fabbrica in sicurezza in caso di
emergenza. Nel 2010, 21 lavoratori sono morti nell’incendio della fabbrica
Garib&Garib, fornitore di H&M, per mancanza di elementi base a
garantire la sicurezza, tra cui le uscite antincendio. “Per la prima volta,
grazie all’Accordo, H&M è a conoscenza di tutte le ristrutturazioni
necessarie a rendere finalmente sicure le sue fabbriche in modo che i
lavoratori non corrano rischi e non temano un nuovo Rana Plaza” ha dichiarato
Bob Jeffcott del Maquila Solidarity Network (MSN). “Nonostante ciò, continuano
a tirarla per le lunghe e a ritardare i lavori”. “Da parte di H&M vorremmo
vedere un investimento serio nel processo di risanamento dei suoi fornitori in
Bangladesh, almeno pari a quello effettuato in pubblicità e dichiarazioni
altisonanti sulla sostenibilità. Dato il suo peso nel settore tessile in quel
paese e data l’opportunità offerta dallo storico Accordo siglato dopo la
tragedia del Rana Plaza, H&M può giocare un ruolo chiave per mettere in
sicurezza l’intero settore in Bangladesh ”, dichiara Deborah Lucchetti della
Campagna Abiti Puliti. “Sull’onda emotiva che ha circondato il disastro del
Rana Plaza, H&M, il più grande produttore di abbigliamento in Bangladesh,
ha garantito di sistemare le condizioni in cui si trovano le fabbriche in quel
Paese” ha concluso Scott Nova del Worker Rights Consortium (WRC). “Ora è chiaro
che H&M ha infranto quella promessa”.
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