domenica 12 marzo 2023

12 marzo - Dalla manifestazione di Cutro - "il governo italiano non si è comportato diversamente dai regimi da cui fuggiamo..."

 

Foto, video, brevi report


 







Report dalla delegazione di Taranto dello Slai Cobas sc e proletari comunisti.

La partecipazione è stata buona: 4-5000 persone e, soprattutto, il messaggio dei migranti e dei solidali che lottano in prima persona ogni giorno contro il razzismo di Stato e le politiche dei governi di entrambi i colori contro i migranti è prevalso. Al microfono davanti lo striscione della rete locale delle organizzazioni solidali con i migranti si sono succeduti gli interventi dei sopravvissuti al naufragio e familiari dei morti, preceduti da una preghiera. A seguire alcune ONG, associazioni e forze politiche, fatti a titolo personale. 

I sopravvissuti e familiari hanno testimoniato il dramma e le ragioni che li avevano spinti a fuggire via dai loro paesi. Hanno denunciato il fatto che nessuno del governo riunitosi sabato a Cutro abbia voluto incontrarli anche solo per fargli le condoglianze. Hanno ringraziato per tutti quelli che in questi giorni li hanno sostenuti ed erano insieme a loro alla manifestazione di oggi, osservando come il governo italiano non si sia comportato diversamente verso di loro dei regimi da cui fuggono, mentre gli italiani, il popolo che si sono stretti intorno a loro sono cosa ben diversa dal loro governo.

I successivi interventi hanno sottolineato la distanza da chi aveva indetto quella manifestazione per fare passerella, la continuità delle politiche anti-immigrati da parte dei governi tanto di cemtrodestra quanto di centro-sinistra, la necessità di continuare la lotta anche impugnando la disobbedienza civile a leggi ingiuste e pretendendo che si stabilisca la verità e si puniscano le responsabilità di questa come delle altre precedenti stragi in mare di migranti.

Il corteo era diviso in due parti davanti il pezzo della CGIL e delle altre organizzazioni istituzionali, più indietro separati da un centinaio di metri le diverse varie Ong, sindacati di base e formazioni di sinistra. L'intenzione della CGIL era di fare una marcia silenziosa che arrivasse in spiaggia e rendesse omaggio ai morti in mare. Per le realt solidali, sociali, sindacati di base, invece, come hanno detto negli interventi durante la marcia, il tempo del cordoglio è passato, ora è il tempo della protesta e della indignazione, di una lotta per fermare le politiche assassine dei respingimenti (questo è stato confermato anche dal breve report del Cobas lavoro privato di Cosenza).

Dal report del Cobas lavoro privato di Cosenza

Oggi a Cutro abbiamo partecipato al corteo come Cobas all’interno della “Rete 26 febbraio”. Il nostro intento era quello di dare voce ai senza voce, ai migranti, in particolare ai superstiti e ai familiari delle vittime di questa strage, 

In testa allo spezzone delle realtà autorganizzate e sociali c’era lo striscione della Rete 26 febbraio, tenuto dai familiari e dai superstiti, che lungo il corteo hanno preso parola più volte proprio per sottolineare che questo non è il momento del silenzio ma quello di far sentire la rabbia e lo sdegno per questa strage. 

La Cgil, invece pretendeva un corteo silenzioso e non ha ascoltato l’esigenza di far sentire la voce dei migranti; sono partiti prima e di fretta e hanno negato la parola ai familiari e superstiti. 

Per questo lo spezzone autorganizzato, dove era presente una folta delegazione Cobas, l’Usb, centri sociali, collettivi e diverse realtà sociali del Sud, ha deviato il corteo portandolo in spiaggia in maniera autonoma, dove si sono succeduti diversi di interventi di migranti, rifugiati provenienti dall’Afganistan, dall’Iran, dal Kurdistan e diversi altri paesi.


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