martedì 17 luglio 2018

15 luglio - "Sulla neutralità sindacale": un contributo

LA "NEUTRALITA' SINDACALE" NELL'ASCESA DEL MODERNO FASCISMO E' SBAGLIATA E PERDENTE
Lo Slai Cobas per il sindacato di classe dal suo costituirsi ha contrastato idea, linea, pratica di un sindacato apolitico e neutrale; sarebbe una falsa neutralità ed un vero e concreto spostamento verso la politica dominante nella fase. 
I sindacati confederali sono schierati politicamente e legati ai partiti parlamentari borghesi.
Lo Slai Cobas per il sindacato di classe da sempre, pur organizzando i lavoratori senza far loro "l'analisi del sangue", pone come principi l'antifascismo, l'antirazzismo, l'antisessismo.
Oggi a fronte di un governo fascio-populista e dell'avanzata del moderno fascismo, questo è quanto mai necessario, ed è urgente contrastare ogni posizione di "neutralità".
Le stesse lotte dei lavoratori oggi non possono essere neutrali rispetto alla natura fascio-populista di un governo e dei suoi Ministeri che non hanno neanche la legittimità costituzionale di esistere, e agire verso il governo e la "politica istituzionale" in un "normale" confronto/scontro sindacale.
I sindacati e gli organismi di base e le avanguardie operaie e dei lavoratori in genere devono avere chiaro questo e fare anche chiarezza e lotta tra i lavoratori.

Riprendiamo un testo scritto alcuni anni fa ma che oggi è quanto mai attuale.


"Il sindacato di classe è l'organizzazione di massa dei lavoratori. Unisce i lavoratori indipendentemente dal loro orientamento politico o ideologico. Ma è contro l'idea di un sindacato apolitico e neutrale tra la politica dei padroni e la politica dei lavoratori.
I sindacati confederali oggi sono schierati politicamente e legati a partiti e ad aree politiche. L'idea del sindacato apolitico lascia i lavoratori alla mercè e sotto l'egemonia di  una o l'altra politica della borghesia, li trasforma in masse incoscienti e inconsapevoli, che come
banderuole vanno verso chi vende meglio la propria merce. L'apoliticità, quindi, è una forma di illusoria demagogia o di politica gretta e corporativa.
I lavoratori combattono tutti i governi dei padroni. Nella lotta tra capitalisti e lavoratori o si sta con la politica borghese espressa dai partiti della borghesia o si sta con la politica proletaria diretta dal partito proletario. In questo senso il sindacato di classe combatte ogni ipocrisia e sostiene il concetto di “cinghia di trasmissione” nel rapporto tra sindacato e partito della classe.
Gli interessi dei lavoratori sono realmente tutelati nella quotidianità se sono all'interno di una lotta contro la politica generale del sistema capitalista.
Gli interessi di classe dei lavoratori richiedono che la lotta rivendicativa si svolga all'interno della prospettiva di un altro potere, in mano ai lavoratori.
La classe operaia non può vincere contro il potere dei padroni senza un reparto d'avanguardia organizzato che sia strumento per elevare la coscienza e l'organizzazione come guida unificante e trasformante delle loro lotte.
La lotta dei lavoratori richiede un partito comunista radicato e che viva nelle lotte, con un progetto di cambiamento reale, una rivoluzione sociale e politica per costruire una nuova società senza padroni, senza sfruttati e sfruttatori, senza ricchi e poveri, in cui il lavoro non sia più merce.
La presenza e la direzione dei comunisti nel sindacato di classe fa di ogni lotta una scuola di formazione in funzione della lotta rivoluzionaria per rovesciare il potere capitalista.
Bisogna combattere, in particolare oggi, la posizione di neutralità presente nel ceto ben politico dei sindacati di base. I loro dirigenti sono attivi politicamente in organizzazione dei partiti della sinistra parlamentare o nei gruppi della sinistra parlamentare ed extraparlamentare. Si presentano nelle liste elettorali di questi partiti e organizzazioni e sono, da questa posizione, accaniti propagandisti-contro della presenza e costruzione di un reale partito comunista tra i lavoratori.
I dirigenti dei sindacati di base propagandano tra i lavoratori il movimentismo, l'autorganizzazione eterna, il basismo per deviarli da una politica di classe e dalla costruzione del partito della classe.
Bisogna costruire il sindacato di classe, non semplicemente di base. Questo vuole dire che rappresenta una sola classe, la classe operaia. Il proletariato e la classe operaia sono cambiati in questi ultimi anni, non sono certo solo nelle fabbriche. Ma resta centrale in questa società la divisione e il contrasto tra chi lavora e produce ricchezza e chi se ne appropria e costringe chi la produce a vivere miseramente.
Nell'attuale fase l'attitudine verso i sindacati di base è quella di unire ciò che nella lotta si esprime come posizione classista e combattiva, combattere ciò che si esprime in termini di opportunismo, corporativismo o estremismo settario, così come in termini di burocrazia antidemocratica".


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