martedì 23 febbraio 2021

23 febbraio - NELLE FABBRICHE AVANZANO I CONTAGI

riprendiamoci nelle mani la lotta - organizzando il sindacato di classe - fuori e contro gli attuali sindacati confederali e buona parte dei sindacati di base

 

La pandemia continua ad imperversare e, con le varie mutazioni che il virus sta producendo, stanno aumentando pericolosamente i contagi tra gli operai delle fabbriche, tra gli operai dei macelli e tra quelli degli hub. Con il rischio di assumere proporzioni di gran unga superiori alla prima ondata di contagi.
“La prosecuzione delle attività produttive può infatti avvenire solo in condizioni che assicurino alle persone che lavorano adeguati livello di protezione…” questa è una delle condizioni riportate e approvate dal sindacato nel documento sottoscritto tra governo padroni e sindacati. Una condizione che nella realtà non si è mai realizzata. Tutte le normative inerenti alla profilassi per la prevenzione della pandemia sono andate a farsi friggere, i padroni, come al solito, piuttosto di applicare le elementari norme di prevenzione, che avrebbero potuto produrre un rallentamento della produzione, hanno tirato diritto per i loro interessi. Ma quando la pandemia ha raggiunto, nei contagi, dimensioni drammatiche, non garantendo più un livello di produzione adeguato al loro profitto, hanno preferito utilizzare la cassa integrazione buttando in mezzo alla strada con un salario ridotto migliaia di operai.

Lo stesso segretario della Fiom del Piemonte, Giorgio Airaudo, di fronte all’esplodere dei contagi non ha potuto, suo malgrado, constatare che la situazione nelle fabbriche metalmeccaniche piemontesi è al limite di guardia.

Un indagine empirica della Fiom Piemonte afferma che: “su 167 aziende monitorate in quasi la metà (79), ci sono lavoratori contagiati e/o in quarantena fiduciaria e solo in 66 ci sono protocolli per la sicurezza definiti con Rsu e Rls”

Oltretutto la nota mette in luce il fatto che gli operai in quarantena debbano pagarsi, con i propri istituti contrattuali, ferie, par (le vecchie riduzione di orario) e permessi non retribuiti i giorni persi per contrastare il contagio.


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