Ex
Ilva, 15 le manifestazioni d’interesse
Da
Gianmario Leone - Corriere di Taranto
pubblicato il 21 Settembre
2024, 16:04
Ad un minuto dalla mezzanotte di ieri è scaduto il termine per
presentare le buste con le manifestazioni d’interesse per il polo
siderurgico ex Ilva, previsto dal bando pubblicato lo scorso 31
luglio del ministero delle Imprese e del Made in Italy, firmato anche
dai commissari straordinari di Ilva in AS (Danovi, Di Ciommo e Savi)
e dai commissari di AdI in AS (Fiori, Quaranta e Tabarelli), che ha
messo sul mercato tutto il gruppo siderurgico italiano. In pole,
secondo indiscrezioni emerse negli ultimi giorni, ci sarebbero il
gruppo ucraino Metinvest dell’oligarca Rinat Akhmetov, le indiane
Vulcan Green Steel (ramo cadetto della famiglia Jindal) e Steel
Mont e la canadese Stelco a loro volta da poco acquisiti dagli
americani di Cleveland-Cliffs, le uniche che pare sarebbero
interessate ad acquistare l’intero gruppo. Le altre aziende in
corsa guarderebbero di più ai singoli asset come le italiane
Marcegaglia, Sideralba e forse Arvedi, mentre sullo sfondo resta il
colosso giapponese Nippon Steel che nelle scorse settimane pare
abbia preso contatti con il governo. La manifestazione di
interesse potrà essere fatta per acquisire “i beni e le attività
aziendali di Ilva in Amministrazione Straordinaria (AS) e Acciaierie
d’Italia in AS, nonché delle altre società appartenenti ai
rispettivi gruppi”. Tra queste ci sono Ilva Servizi Marittimi,
Ilvaform, Taranto Energia, Socova, Adi Energia, Adi Servizi
Marittimi, Adi Tubiforma e Adi Socova. La priorità, su indicazione
dei commissari, sarà data alle manifestazioni di interesse
complessive.
Vedremo nelle prossime settimane chi realmente sarà
interessato e a cosa. E quali prospettive propone. Ma bisognerà
aspettare almeno sino a novembre inoltrato per avere un quadro più
chiaro della situazione.
La gara internazionale “questa notte ha chiuso la fase preliminare con le manifestazioni di interesse da parte 15 attori internazionali e nazionali, alcuni dei quali hanno presentato una manifestazione di interesse per l’intero asset produttivo ed altri per parti non complete degli asset produttivi“. L’annuncio arriva dal ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, parlando a margine di SiciliaFiera a Catania. “Ora inizia una fase in cui queste aziende potranno accedere a ulteriori informazioni sulla base delle quali costruire i loro piani industriali, finanziari, ambientali e occupazionali e, nel contempo dove ci fossero altri interessati, potrebbero comunque farle in cordata con questi e comunque in ogni caso è sempre possibile ad altri di accedere a una manifestazione di interesse“...
...“Rimaniamo convinti che ogni stabilimento abbia bisogno e sia legato agli altri e una vendita a pezzi significherebbe rendere vulnerabili tutti i siti, decretandone la chiusura, a partire da Taranto. Sarebbe una prospettiva insostenibile. Inoltre ribadiamo la necessità di una presenza di garanzia dello Stato nella nuova società... Ora vogliamo conoscere nel dettaglio i progetti occupazionali, ambientali e industriali che verranno presentati. Le nostre priorità indissolubili restano ambiente, tutela occupazionale non a tempo, come previsto nel bando, per tutti i lavoratori diretti, dell’appalto e in Ilva AS e produzione ecosostenibile”. Così Rocco Palombella, segretario generale Uilm.
L’Ufficio Studi sideweb ha tracciato brevi profili delle
aziende che nei mesi scorsi hanno ufficializzato il proprio interesse
o hanno visitato gli impianti che riportiamo qui di seguito per una
migliore comprensione del lettore.
Vulcan Green Steel –
La società, parte del Jindal Group of Companies, ha una sede
produttiva nell’Oman. Il sito è in fase di realizzazione (la
conclusione dei lavori è prevista per il 2026) e avrà una capacità
produttiva di 5 milioni di tonnellate annue di acciaio
decarbonizzato, realizzato con l’impiego di idrogeno verde prodotto
con l’utilizzo di risorse rinnovabili (solare e eolico). Secondo
Vulcan Green Steel il proprio acciaio avrà un’impronta carbonica
inferiore a 0,6-0,7 tonnellate di CO2 per tonnellata di acciaio.
L’output dell’azienda sarà orientato alla produzione di piani e
derivati (coils a caldo, coils a freddo e lamiere).
Steel
Mont – È una società europea specializzata nel trading
internazionale di materie prime, in particolare acciaio, carbone,
coke, oltre ai prodotti chimici, energia e prodotti agricoli. Per la
siderurgia, Steel Mont importa coils a caldo, lamiere da treno,
lamiere da coils, tondo per cemento armato, vergella, billette,
bramme, inox e rottame. Inoltre, fornisce una serie di servizi che
spaziano dall’energia eolica, alla fornitura di attrezzature
minerarie e metallurgiche ai finanziamenti commerciali. La società,
inoltre, ha collegamenti commerciali diretti con Germania, Turchia,
Emirati Arabi Uniti, India, Cina, Repubblica Ceca e Italia. Il
fatturato dell’azienda è, secondo quanto dichiarato dalla medesima
impresa, «superiore ai 100 milioni di euro» annui.
Stelco –
Steel Company of Canada (Stelco) è un’impresa storica per la
siderurgia nordamericana. Fondata nel 1910, dopo una lunga serie di
fusioni e incorporazioni che l’avevano portata nel 2007 nella
galassia di US Steel, nel 2017 è stata ceduta a Bedrock Industries
Group e oggi si definisce un «produttore siderurgico integrato
verticalmente, indipendente e canadese». Può contare su due
impianti (Lake Erie Works e Hamilton Works) e realizza prodotti per i
comparti dell’auto, delle costruzioni, degli elettrodomestici e per
la produzione di tubi in acciaio. Il fatturato 2023 è stato di 1,92
miliardi di euro, per un utile di 98,6 milioni di euro.
Nippon
Steel – Il gruppo Nippon Steel & Sumitomo Metal
Corporation è il principale produttore siderurgico giapponese e tra
i maggiori a livello globale. Oltre al settore siderurgico, vanta
attività nei comparti metallurgico, chimico, elettronico e
dell’edilizia. Il gruppo conta su 23 sedi in Giappone e 15
all’estero (7 in Asia, 5 tra America settentrionale e meridionale,
2 in Oceania e una in Europa) e dispone di nove impianti produttivi,
una centrale elettrica e dieci laboratori di ricerca e sviluppo. La
produzione della holding (pari a 35 milioni di tonnellate l’anno
scorso) è molto variegata, e include: prodotti piani (coils, lamiere
da treno), barre, rotaie, acciaio inossidabile e acciaio al titanio.
Il fatturato del gruppo, nel 2023, è stato di oltre 55 miliardi di
euro, con un utile di 5,6 miliardi.
Gruppo Arvedi – Il
gruppo siderurgico ha conosciuto una forte crescita, in particolare
negli ultimi anni, che l’ha portato a essere una delle maggiori
realtà europee della siderurgia, potendo contare su attività di
produzione e trasformazione dell’acciaio che impiegano oltre 6.400
dipendenti, per volumi superiori alle 5 milioni di tonnellate annue,
generando un fatturato consolidato di oltre 6 miliardi di euro nel
2023. Il Gruppo Arvedi può contare su una forte presenza sia nel
comparto dell’acciaio al carbonio (con Acciaieria Arvedi, Arvedi
Tubi Acciaio, Metalfer, CSI, CSA ed Euro-Trade), sia in quello
dell’acciaio inossidabile (Arvedi AST, Iltainox, Arinox, SDF,
Terninox e Tubificio di Terni).
Gruppo Marcegaglia –
Il Gruppo Marcegaglia, fondato nel 1959, si sviluppa attraverso una
serie di società controllate (Marcegaglia Ravenna, Marcegaglia
Carbon Steel, Marcegaglia Buildtech, Marcegaglia Stainless Sheffield,
Marcegaglia Gazoldo Inox, Marcegaglia Specialties e Marcegaglia
Plates) lungo tutta la filiera produttiva, con un’amplissima gamma
di prodotti sia nel segmento del carbonio, sia in quello dell’inox.
Il Gruppo è il principale trasformatore indipendente di acciaio al
mondo e recentemente ha effettuato due acquisizioni entrando nella
produzione primaria di acciaio: nel gennaio 2023 ha acquisito
un’acciaieria a Sheffield (Regno Unito) per la produzione di acciai
speciali e nel 2024 ha annunciato di aver rilevato l’impianto
francese di Fos-sur-Mer, nel quale saranno investiti circa 600
milioni di euro per arrivare ad una produzione di 1-1,2 milioni di
tonnellate di acciaio, cui verranno aggiunti un impianto di colata
continua bramme (invece degli attuali lingotti) e un impianto per la
laminazione in coils a caldo, per una capacità di produzione totale
compresa tra 1,6 e 2 milioni di tonnellate. Nel 2023 il gruppo ha
fatturato 7,8 miliardi di euro, per un utile di 191
milioni.
Sideralba – La società, con sede in
provincia di Napoli, è stata fondata nel 1993 e appartiene al Gruppo
Rapullino. Dalla sua nascita, l’impresa ha conseguito una costante
e forte crescita, acquisendo la leadership in Italia nella
lavorazione del coil zincato per il settore edile ed agricolo. Oltre
alla sede storica di Acerra (NA – produzione di tubi, lamiere e
nastri), il gruppo può contare su altri tre siti produttivi, due in
Italia (Basciano – TE; Meridionale Grigliati – Gioia del Colle –
BA) ed uno in Tunisia (SM Tunis Acier S.A. – joint venture con
Marcegaglia Carbon Steel). La capacità produttiva annua è di circa
600.000 tonnellate, soprattutto di coils, tubi saldati, lamiere e
profili aperti. Il fatturato nel 2023 è stato di circa 300 milioni
di euro.
Metinvest – È una multinazionale ucraina
attiva nei settori minerario e siderurgico, con siti produttivi sia
in Europa (Ucraina, Italia, Bulgaria e Regno Unito), sia negli Stati
Uniti. Prima dello scoppio della guerra in Ucraina era uno dei
principali produttori siderurgici europei e globali (42° nella
classifica annuale stilata dalla World Steel Association nel 2021),
ma successivamente la perdita di alcuni impianti a causa del
conflitto ha portato ad una contrazione dei volumi e del giro
d’affari. Nel 2023 la produzione siderurgica è stata pari a 2,025
milioni di tonnellate di acciaio liquido ed a 3,1 milioni di
tonnellate di ghisa, a cui si sono affiancate 5,5 milioni di
tonnellate di carbon coke e 9,3 milioni di tonnellate di minerale
ferroso. Il fatturato è stato di 6,6 miliardi di euro, per una
perdita di 174 milioni.
Negli ultimi giorni si sono fatte sempre
più insistenti anche le voci su Nippon Steel che
nelle scorse settimane pare abbia preso contatti con il Governo.
Come
ricordato, la manifestazione di interesse potrà essere fatta per
acquisire «i beni e le attività aziendali di Ilva in
Amministrazione Straordinaria (AS) e Acciaierie d’Italia in AS,
nonché delle altre società appartenenti ai rispettivi gruppi». Tra
queste ci sono Ilva Servizi Marittimi, Ilvaform, Taranto Energia,
Socova, Adi Energia, Adi Servizi Marittimi, Adi Tubiforma e Adi
Socova. La priorità, su indicazione dei commissari, sarà data
alle manifestazioni di interesse complessive.
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