venerdì 21 dicembre 2012

melfi e mirafiori - marchionne vende fumo e sfruttamento


Marchionne: Mirafiori e Grugliasco
saranno un unico polo del lusso
L'annuncio dell'ad Fiat sulle nuove auto che saranno prodotte nello
stabilimento di corso Tazzoli verrà fatto con ogni probabilità a fine
gennaio, al ritorno del manager dal salone di Detroit. Probabile che, come
ha lasciato intendere nei giorni scorsi l'amministratore delegato di
Maserati, Harald Wester, che alle Carrozzerie torinesi tocchi il Suv di
segmento C, che prenderà il nome di Levanto e che sarà realizzato sulla
piattaforma del Grand Cherokee di Jeep
di MARIACHIARA GIACOSA
Lo leggo dopo

Marchionne: Mirafiori e Grugliasco saranno un unico polo del lusso Sergio
Marchionne al Lingotto


MELFI - Il premier Mario Monti è arrivato allo stabilimento di Melfi
(Potenza) accolto dagli applausi degli operai. È stato ricevuto dai vertici
della Fiat, il presidente John Elkann e l'ad Sergio Marchionne. «E' una
giornata molto importante», ha detto Marchionne, prima dell'inizio dell'incontro
per presentare il nuovo piano di investimenti a Melfi. «Si dice che l'alleanza
con Chrysler ha tolto qualcosa all'Italia. Qui dimostriamo il contrario.
Senza questa alleanza l'investimento di Melfi non sarebbe stato possibile»,
ha detto John Elkann nell'intervento nella fabbrica lucana. Il premier
Monti: «Da Melfi riparte la Fiat». Al termine della visita il premier ha
definto quella di oggi a Melfi "Una bellissima giornata per Fiat, per Melfi
e per l'Italia. Un piacere aver partecipato ad un momento di svolta, di
ripartenza. 'Punto e a capò". Sono queste le parole che il premier Mario
Monti ha scritto sul libro degli ospiti dello stabilimento Fiat».
Fuori a manifestare il presidio Fiom
I sindacati: «L'arrivo del premier è un segno di speranza per lo
stabilimento»
Il direttore della Fiat di Melfi: qui altissimi standard di sicurezza

dopoMelfi toccherà a Mirafiori. L'annuncio di Sergio Marchionne sulle nuove
auto che saranno prodotte nello stabilimento di corso Tazzoli verrà fatto
con ogni probabilità a fine gennaio, al ritorno del manager dal salone di
Detroit. Quando ieri, in occasione della presentazione dei nuovi
investimenti nella fabbrica lucana, l'amministratore delegato si è sentito
rivolgere una domanda sul futuro di Mirafiori, ha risposto con una battuta:
"Babbo Natale arriva il 25 dicembre". Naturalmente le scelte sulla fabbrica
torinese sono già state fatte ed è molto probabile che, come ha lasciato
intendere nei giorni scorsi l'amministratore delegato di Maserati, Harald
Wester, alle Carrozzerie torinesi tocchi il Suv di segmento C, che prenderà
il nome di Levanto e che sarà realizzato sulla piattaforma del Grand
Cherokee di Jeep.

Di queste promesse i vertici di Lingotto ieri non hanno parlato, ma hanno
lasciato chiaramente intendere che anche per Torino sembra tornata l'ora
degli investimenti. Investimenti a Mirafiori, che Marchionne considera una
cosa sola con quelli del polo del lusso di Grugliasco e per i quali, in
serata a Torino, a margine del tradizionale incontro di Natale con i
dirigenti, ha parlato della possibilità di "abbinare la forza lavoro" delle
due fabbriche. "Per noi il polo di lusso è Mirafiori-Grugliasco, abbinato,
quindi io non vedo distinzioni, se c'è la possibilità di unire le due forze
lavorative. Lavorano sugli stessi marchi, quindi c'è
una coerenza di gestione di produttività sullo stesso tipo di qualità di
vetture". E a proposito dell'ipotesi di tre turni in queste fabbriche ha
precisato: "Sono stabilimenti che hanno la capacità tecnica per farlo, quei
prodotti richiedono molte più ore di lavoro delle vetture normali".

Davanti alla platea dei quasi mille dirigenti invitati al Lingotto,
Marchionne, e il presidente del gruppo John Elkann, hanno tracciato il
bilancio dell'anno e lanciato la sfida per i prossimi mesi: "Per Fiat
Industrial e Fiat Chrysler si apre una nuova fase cruciale" ha spiegato il
manager, rievocando quello "scatto d'orgoglio che già una volta ci ha
permesso di stupire il mondo". Solo in questo modo, ha aggiunto: "la Fiat in
Europa potrà tornare ad essere un modello di velocità e di efficienza e non
restare indietro rispetto al resto del gruppo". In tutto questo, secondo
l'ad del Lingotto, "l'Italia ha un grandissimo ruolo perché qui ci sono le
capacità tecniche e produttive ed è paese nel quale è ancora possibile fare
industria. La Fiat non intende tirarsi indietro" ha sottolineato "e vogliamo
fare degli stabilimenti italiani una base di produzione per i veicoli
destinati ai mercati di tutto il mondo".

(21 dicembre 2012) © Ri

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