domenica 30 aprile 2023

30 aprile - 1° MAGGIO ALLE FABBRICHE

 


Taranto Acciaierie d'Italia

 Il 1 Maggio nelle fabbriche italiane e in tutte le manifestazioni in diversi paesi di quattro continenti del mondo viene distribuito questo volantino in diverse lingue. Dalla Colombia all'India, alla Tunisia, alla Francia viene diffuso lo stesso volantino, e viene diffuso in diverse fabbriche italiane. 
Questo perché il 1 maggio è la giornata internazionale dei lavoratori, è l'unica giornata al mondo in cui tutti i lavoratori di tutti i paesi del mondo sono uniti dal fatto di essere una sola classe internazionale. La classe operaia è una classe internazionale perché in ogni paese del mondo gli operai subiscono lo stesso sfruttamento, gli stessi attacchi alle loro condizioni di vita e di lavoro, in ogni fabbrica del mondo i padroni comandano, gli operai sono sfruttati e questo è alla base di tutto il sistema capitalista mondiale. Lo sfruttamento dei lavoratori, i profitti dei padroni sono l'unica ragione per cui il sistema mondiale capitalista mantiene i lavoratori. Un sistema sempre più crisi.


Dalmine Tenaris

In tutte le parti del mondo i lavoratori, gli operai, i giovani, le masse popolari cercano la maniera di resistere agli attacchi dei padroni che riducono i posti di lavoro, li precarizzano, fanno morire in fabbrica e negano il lavoro secondo gli interessi del grande capitalismo.
Ci vuole un movimento mondiale dei lavoratori per cambiare le cose in ogni singola fabbrica, in ogni singolo paese. Il capitalismo in crisi in ogni angolo del mondo e scarica questa crisi sui lavoratori, e quindi dobbiamo considerarci parte di un unica grande battaglia.

In questo primo Maggio lo Slai Cobas è presente in due manifestazioni A Parigi e a Napoli. 


La prima, la più importante del 1 maggio in Europa, ci sara' a Parigi. In Francia, sono due mesi che i lavoratori lottano, hanno fatto 11 scioperi generali, hanno bloccato città, fabbriche, riempite piazze, sono stati attaccati dalla polizia; ma invece di fermarsi sono andati avanti. Il governo francese, un pò come tutti i governi del mondo, punta a far passare una riforma delle pensioni che aumenta l'età pensionabile, quando i lavoratori hanno lottato in tutti questi anni per abbassarla, per potete mettere fine alla vita di sfruttamento andando in pensione prima. Ma al governo francese non gli è andata bene. I lavoratori per giorni e giorni, per settimane e settimane non si sono mai arresi, e sono tornati sempre più nelle piazze e insieme a loro tanti giovani e tanti settori anche di intellettuali, artisti.

Macron si è comportato come un fascista, invece di tener conto delle richieste dei lavoratori, ha fatto passare con un colpo di mano la riforma. Ma la manifestazione in Francia non si sono fermate. E ancora, il 1 maggio quest'anno a Parigi farà caldo, caldo come lo aveva fatto il maggio francese negli anni 70 e per tornare più indietro, più di 150 più anni fa,  nella Comune di Parigi. I lavoratori in Francia stanno dando una grande dimostrazione di forza. Per questo abbiamo pensato che una delegazione di lavoratori il 1 maggio fosse in Francia a far sentire ai lavoratori francesi la solidarietà anche dall'Italia e l'interesse degli operai italiani che la loro lotta vinca, perchè è un segnale importante anche contro il governo nel nostro paese. 

In Italia fronteggiamo il nuovo governo dei padroni, e anche di stampo fascista. E questo è un'aggravante. Ma è innanzitutto un governo dei padroni che ha riempito il governo di ministri al servizio dei padroni. Pensate al ministro della Difesa che fa parte dei consigli d'amministrazione della maggior parte delle industrie belliche di questo paese. Pensate al ministro del Lavoro che è la responsabile nazionale dei consulenti del lavoro dei padroni italiani. 

La lotta unitaria dei lavoratori deve dirigersi contro il governo, verso tutti i padroni in Italia. I lavoratori non possono più accettare questa situazione, e in tante parti nel mondo scendono in sciopero, manifestano, dandosi una mano dall'America Latina all'India, dall'Asia al Nord Africa, e innanzitutto in tutta Europa. Oltre la lunga lotta in Francia, in Germania hanno scioperato, e hanno ottenuto aumenti salariali che noi ci sogniamo, in Gran Bretagna per settimane sono state bloccate a turno la maggior parte dei posti di lavoro, in Svizzera e in tanti altri paesi i lavoratori si muovono. 

In Italia molto meno. Il guaio del nostro paese non sono solo i governi dei padroni, ma purtroppo sono i sindacati dei padroni. Solo nel nostro paese troviamo il maggior sindacato, la Cgil, il cui segretario, Landini, la prima cosa che fa al suo Congresso è di invitare la Meloni, dando uno schiaffo non solo alle rivendicazioni dei lavoratori, ma anche alla storia di questo paese, alla storia del movimento sindacale. Mentre in Francia i sindacati organizzano la lotta contro il governo, in Italia i sindacati sono uniti col governo. Mangiano negli stessi ristoranti, parlano la stessa lingua. Un governo che non ha fatto nulla per il carovita, che sta rendendo i nostri salari una miseria, che non ha fatto nulla per il lavoro, e, invece che lavoro, sostegno ai settori più poveri, toglie anche quei quattro soldi del reddito di cittadinanza. Un governo che ha riempito di soldi i padroni mentre ha tagliato o ridotto i fondi a tutto, dalla sanità alla scuola, qui invece di permettere ai nostri figli di crescere, di avere un futuro migliore, portano i giovani nell'alternanza scuola/lavoro in cui dei ragazzi sono morti, morti come se fossero degli operai, nonostante fossero degli studenti. 

Stiamo sempre peggio. Bisognerebbe fare come in Francia! Ma non c'è la faremo con questi sindacati. Quando si parla di Slai Cobas, Si.Cobas, di altre sigle di sindacati di base, da dove nascono? Nascono da questo punto essenziale: in Italia non c'è un sindacato, perché se ci fosse un sindacato dei lavoratori non ci troveremmo in questa situazione, meno salari, meno lavoro, più sfruttamento. 

I sindacati confederali non sono stati in grado in questi anni di difendere il salario, di ottenere un'integrazione alla cassa integrazione, di risolvere le grandi vertenze occupazionali, da Napoli, a Portovesme, alla Gkn, alle tante fabbriche che hanno chiuso; non sono stati in grado di difendere la salute, la sicurezza in fabbrica. Non sono stati in grado di dare una prospettiva di lavoro ai nostri giovani, di migliorare la sanità.

I lavoratori sono senza un sindacato. Il sindacato è necessario, senza sindacato i lavoratori non possono difendersi dagli attacchi di padroni e governi, ma il sindacato non deve essere uno strumento di collaborazione con padrone e governo, perché quando collabora sono i lavoratori che pagano la crisi del capitale, come pagano i costi della guerra, come pagano i costi di governi che non rappresentano i lavoratori. 

I lavoratori hanno bisogno di ricostruire un sindacato di classe che raccoglie le migliori energie dei sindacati di base e del sindacato confederale e permetta ai lavoratori di portare avanti le proprie rivendicazioni: Riduzione dell'età pensionabile, riduzione dell'orario a parità di paga, difesa del salario, lavoro ai disoccupati, perchè la grande massa dei disoccupati o la mettete a lavorare oppure la dovete far vivere. 

Gli operai, i lavoratori sono senza un partito. Quando c'era il partito comunista le cose per i lavoratori andavano meglio. Abbiamo conquistato negli anni 70 lo statuto dei lavoratori, condizioni salariali, di salute e di diritti migliori. Con la fine del partito comunista è finito il movimento sindacale che tutelava i lavoratori e quindi è necessario ricostruìrlo. Senza il partito dei lavoratori non andremo da nessuna parte. 

Oggi sindacato di classe e partito degli operai, comunista sono ancora più necessari.

Siamo di fronte allo spettro di una nuova guerra mondiale. Dopo tanti anni, dopo la Seconda guerra mondiale ci stanno portando tappa tappa verso la Terza guerra mondiale. L'invasione dell'Ucraina da parte della Russia è stato una azione imperialista di stampo nazionalista, di un paese in mano a un macellaio, Putin, che ha concluso nel suo paese l'opera, gia' avviata dai suoi predecessori dagli anni '60, di cancellazione del comunismo. 

Ma nella guerra in Ucraina non c'è solo Putin. Gli Usa, la Nato con la concentrazione di truppe in quella zona, come nel Pacifico, nel Mediterraneo, stanno creando le condizioni per una nuova guerra mondiale. Gli imperialisti non si fermeranno e stanno creando le condizioni per una nuova guerra mondiale e nuovo e pù micidiale uso delle armi atomiche. Tutti sanno quello che successe ad Hiroshima, oggi preparano una nuova Hiroshima, se la guerra non sarà fermata.

Ma la guerra, le bombe non si fermano con le parole di pace, si fermano paralizzando gli Stati che fanno la guerra in Ucraina. I soldati non devono spararsi tra di loro, ma unirsi contro chi li ha mandati al macello. 

Gli Stati stanno aumentano al massimo le spese militari. I lavoratori chiedono che i soldi vadano al lavoro, al salario, alla sanità, alla salute e invece i soldi vanno per nuovi missili, armi sempre più sofisticate. In un solo anno sono aumentate le spese militari più di quanto siano i fondi stanziati per tutte le spese sociali. 

Allora il 1 Maggio è una giornata in cui i lavoratori dicono: noi siamo una classe sola. La classe operaia che fronteggia la classe dei capitalisti/imperialisti. 

Questa è l'essenza dello scontro sociale di classe, questa si chiama lotta di classe.

Il 1 maggio è una giornata internazionale, contro la guerra imperialista, il nuovo fascismo, il razzismo e tutte le forme di barbarie a cui questo sistema ci sta portando. 

Per la rivoluzione, una rivoluzione internazionale proletaria in cui il potere non sia più il potere dei padroni e possa diventare il potere degli operai, un potere realmente democratico in cui la maggioranza decide e comanda. Perchè non si sia più un sistema politico in cui, come nel nostro paese, un partito del 17% e di ex fascisti di Fratelli d'Italia, mette le mani sul governo nonostante lo abbia votato un'infima minoranza. 

Il potere deve essere operaio, basta coi sindacati collaborazionisti, con i governi, con i padroni. 

Possiamo dire "Viva il 1 maggio, quando in tutto il mondo compreso nel nostro paese, i lavoratori saranno uniti. Dobbiamo spezzare l'arma dei padroni di mettere i lavoratori uno contro l'altro in ogni paese e tra paesi. 

La lotta in Francia dimostra che quando i lavoratori si uniscono, i lavoratori che producono tutta la ricchezza nazionale e ne ricevono briciole, i padroni tremano, i governi tremano. I padroni. 

Gli operai reggono tutto questo sistema sociale, non c'è cosa che non venga prodotto dagli operai ma gli operai non hanno niente, hanno solo le loro catene. 

Dobbiamo liberarci dalle catene! 

La rivoluzione socialista non è soltanto una parola d'ordine di chi si dice comunista, è l'unica soluzione a una situazione che ci sta portando alla guerra, alla miseria, al maggiore sfruttamento, a maggiori morti sul lavoro, a maggiore disoccupazione. I lavoratori hanno interesse alla pace perché nelle guerre muore la povera gente e i ricchi si arricchiscono ancora di più. 

Vi sono momenti della storia in cui ogni lavoratore deve farsi sentire, oppure è vittima sacrificale sull'altare del profitto. I padroni, i ricchi sono l'1% della popolazione, ma hanno l'80% delle ricchezze,

Non c'è nessun operaio nel Parlamento, in Parlamento ci sono uomini, donne, rappresentanti delle classi dominanti e della media e piccola borghesia al servizio dei padroni.

Gli operai nel Parlamento entrano quando avranno un loro partito e soprattutto quando i parlamenti non saranno basati su leggi elettorali schifose, ma sulla libera elezione, a partire dalle fabbriche, dai quartieri, in un sistema sociale basato sui consigli di fabbrica. Questo è l'idea della rivoluzione. Rivoluzione significa tutto il potere ai consigli in fabbrica, tutto il potere al popolo. Rivoluzione significa economia nazionalizzata nelle mani dei lavoratori, sotto il controllo operaio. 

Questa rivoluzione è l'unica soluzione!

Basta con la guerra imperialista, basta con lo sfruttamento, la disoccupazione. 

Il potere deve essere operaio. 

Il 1 maggio è internazionale e internazionalista. La classe operaia non ha nazione. Quando si ribella mette in crisi non solo il sistema capitalista nel suo paese, ma il sistema mondiale basato sul profitto.

Viva l'unità internazionale dei lavoratori, viva l'unità dei lavoratori con tutte le classi sociali sfruttate, oppresse, per il cambiamento del sistema capitalista, per un sistema nelle mani dei lavoratori che chiamiamo socialista. In nessun paese attualmente c'è il socialismo, non c'è in Russia da tanti anni, non c'è in Cina almeno dalla morte di Mao Tse Tung. Ma è su questa strada che bisogna ricostruire le organizzazioni dei lavoratori.



 

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