mercoledì 28 marzo 2012

comune e regione finanziano grandi opere e lasciano a casa precari e medici al pronto soccorso

Al pronto soccorso del Niguarda
salta il chirurgo del turno di notte

Dalla prossima domenica cancellato il servizio, mentre protestano i 26
medici
del dipartimento d’emergenza che assistono mediamente 80
pazienti ogni notte
di LAURA ASNAGHI
Braccio di ferro tra i medici del
pronto soccorso del Niguarda e i vertici dell’ospedale. A provocare lo
scontro è la decisione della direzione dell’ente di intervenire sugli
organici del pronto soccorso e togliere, a partire da domenica
prossima, il chirurgo che, di notte, faceva squadra insieme agli altri
tre camici bianchi, specializzati in medicina d’urgenza. Il pronto
soccorso del Niguarda è uno dei più grandi a Milano e ogni notte
arrivano una media di 80 pazienti, con le sale operatorie che lavorano
parecchio per salvare vittime di incidenti, di accoltellamenti o di
ferite di arma da fuoco, o per assistere persone che hanno bisogno di
interventi chirurgici immediati.

«Per 200 notti l’anno il chirurgo
opera. E questo dato fa capire quanto sia importante la sua presenza
fissa in pronto soccorso», spiega uno dei 26 medici del dipartimento d’
emergenza che ha sottoscritto una lettera-appello inviata alla
direzione dell’ospedale per dire no al taglio degli organici. I medici
denunciano una situazione molto critica mentre la direzione, da parte
sua, getta acqua sul fuoco, e spiega che questa operazione «serve a
migliorare l’organizzazione del lavoro e ad evitare sprechi».

«Sopra
al pronto soccorso c’è la chirurgia d’urgenza e se occorre il medico
scende e opera. Quindi nulla si toglie, il servizio è garantito»,
spiega Giuseppe Genduso, il direttore sanitario del Niguarda. Ma chi
lavora al pronto soccorso si oppone a questo tipo di
soluzione:
«Questa organizzazione funziona se in pronto soccorso si presenta una
sola emergenza chirurgica, ma se arrivano due o tre malati in
contemporanea che devono essere portati in sala operatoria, che si
fa?».

Nella lettera inviata alla direzione i medici fanno notare che
«togliere un chirurgo dal pronto soccorso non può che acuire le
difficoltà che già ci troviamo ad affrontare quotidianamente». E nel
documento di quattro pagine si denunciano, tra l’altro, i tempi di
attesa troppo lunghi per il ricovero dei pazienti che arrivano in
pronto soccorso. «Ci sono pazienti — si legge nel documento — con
problemi chirurgici che stazionano da noi un numero inaccettabile di
ore. In alcuni casi fino a 72 ore, prima di essere trasferiti in
corsia. Questo perché mancano posti letto nel reparto di chirurgia d’
urgenza». Da qui a domenica mancano cinque giorni e i medici sperano
che la direzione possa rivedere i suoi piani: «È fondamentale trovare
una soluzione che non metta in difficoltà uno dei servizi più
importanti dell’ospedale. Il chirurgo di notte è una necessità, non
togliamolo».
(14 marzo 2012) © Riproduzione riservata

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