venerdì 28 febbraio 2014

17 febbraio: SQUINZI DA' LA RICETTA A RENZI: L'IMPRESA PRIMA DI TUTTO

"Una nuova Marcia dei Quarantamila. in versione web. Aspettiamo risposte al disagio delle imprese, ha detto il presidente di Confindustria Squinzi, e fa immediatamente una precisazione: «Questa manifestazione non è contro un governo o a favore di un altro governo. È una protesta contro una cultura anti-industriale che ormai da qualche decennio è diventata prevalente nel nostro paese».
"La ripresa passa dall'impresa", è ora lo slogan dei padroni, grandi, medi o piccoli. «Per crescere è sull'industria che bisogna puntare: «Siamo per far ripartire l'economia e far sì che le imprese trovino di nuovo la possibilità di crescere e di creare lavoro e benessere per il paese». Ed ha concluso con un appello: «Dateci un paese normale e vi faremo vedere di cosa siamo capaci». Fisco, costo del lavoro, burocrazia, riforme istituzionali, tempi certi per la giustizia: sono i temi su cui Confindustria è in pressing da mesi.
Squinzi ha rilanciato la ricetta delle imprese: riduzione del cuneo fiscale, aumento della produttività stabilizzando le risorse destinate alla detassazione del salario di produttività. E poi riallineare il costo dell'energia alla media Ue, agendo soprattutto sulle componenti parafiscali della bolletta; immettere liquidità; rilanciare gli investimenti, con misure come il credito di imposta ed attuando il piano per il dissesto idrogeologico e la messa in sicurezza sismica.

Inoltre bisogna accelerare l'internazionalizzazione, le imprese devono andare all'estero. Va mantenuta la coesione sociale, ha aggiunto Squinzi, «riducendo l'Irpef che grava sui redditi più bassi da lavoro dipendente, rimodulando aliquote e detrazioni e aumentando i trasferimenti agli incapienti». A questo vanno aggiunte le riforme istituzionali, perché «la crescita sia sostenuta da un sistema paese che funzioni». E poi occorre riorganizzare la Pa, liberando il paese dalla burocrazia e da regole opprimenti che sono il terreno su cui proliferano corruzione e malgoverno».  

E' il profitto del capitale che deve essere salvaguardato e sviluppato! Il bene è "l'impresa"!
Questo passa fondamentalmente per più sfruttamento con aumento della produttività e per la riduzione del costo del lavoro per ridurre i salari, ma anche: meno lacci per la delocalizzazione delle imprese; meno vincoli di regole "opprimenti", quindi semplificazioni, sulla scorta e meglio di quelle sulle normative sulla sicurezza sul lavoro; tanti più soldi e meno tasse ai padroni.
Oh! Squinzi pensa anche al "lavoro dipendente"... chiede la riduzione dell'Irpef (che poi come è già successo si tradurrà per i lavoratori in poche decine di euro).
QUESTO E' IL LORO PAESE "NORMALE" - dove è "normale" chi lavora sfruttato, chi viene buttato fuori quando al capitale conviene andare all'estero; dove chi produce tutto non ce la fa a vivere e un pugno di persone si appropriano di tutta la ricchezza sociale prodotta dagli operai; e dove il governo (qualsiasi governo) deve essere un "ricco, gaudente, parassita" comitato d'affari del padronato.
Che questo loro programma sia contro l'interesse dei lavoratori e delle masse popolari, lo hanno dichiarato loro stessi, quando nel convegno a Torino hanno fatto rieccheggiare la "MARCIA DEL 40MILA", che volle e spezzò una grande lotta degli operai Fiat e avviò di fatto il lungo periodo di reazione padronale e politico - con repressione delle lotte e delle avanguardie operaie. 

Ma se la storia dà ai padroni, al governo delle strade da seguire, deve dare per contro agli operai gli strumenti per imparare dalle lezioni sia positive che negative della loro storia di classe.
ALLA GUERRA DEL CAPITALE OCCORRE RISPONDERE, non con le denunce, la disperazione e gli appelli, ma ORGANIZZANDO LA NOSTRA "GUERRA DI CLASSE".


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