venerdì 28 febbraio 2014

6 febbraio: Fiat, governo e sindacati: totale sudditanza e nessuna risposta agli operai né sull'occupazione né sul contratto

Ieri il ministro Zanonato ha risposto ad una interrogazione parlamentare sulla situazione della Fiat in Italia. Le chiacchiere di circostanza sull'impegno del governo sono servite al ministro per nascondere un atteggiamento di vera sudditanza nei confronti del padrone, fatta di spudorata accondiscendenza sui programmi definiti condivisibili rivolti alla produzione di auto di "alta gamma" e di promesse di tutta una serie di incentivi, l'azienda richiede infatti "supporti sistemici di assistenza", "facilitazioni" di vario genere anche per l'"apertura di nuovi mercati". La Fiat da parte sua conferma tutta la sua arroganza nella contrattazione continuando a negare ogni aumento salariale agli operai.

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IL MINISTRO ZANONATO
"Senza risposta la questione occupazionale"

"Sono ancora senza risposta" le questioni relative ai problemi occupazionali della Fiat "nel breve e nel medio periodo". Lo ha detto ieri il  ministro dello Sviluppo Flavio Zanonato al question time. L'obbiettivo, ha aggiunto il ministro, è che "indipendentemente dalla sede, rimanga in Italia la sede produttiva di primaria importanza". Il ministero mantiene "una forte attenzione sul comparto auto e sulla Fiat in particolare", con "la consulta permanente dell'automotive per individuare le linee di intervento per la ripresa del comparto e di  una filiera duramente colpita dalla crisi" e "ha rapporti regolari con la Fiat". Pertanto, ha proseguito Zanonato, l'azienda è "stata sollecitata a chiarire al più presto le prospettive degli impianti, non è però tutto fermo". Da questo punto di vista Zanonato ha citato infatti i programmi relativi a Grugliasco, Cassino e Mirafiori, alla ristrutturazione di Melfi.


AUTO
Contratto Fiat, tavolo in stallo

La trattativa sindacale per il rinnovo del contratto del gruppo Fiat resta a un punto morto. E si interrompe sul tema degli aumenti salariali. Il Lingotto tiene il punto e in nome del cattivo andamento del mercato e della zavorra della cassa integrazione – 32 milioni di ore nel 2013, come l'anno prima – non vuole parlare di aumenti in busta paga per il 2014. I sindacati ribadiscono che senza un riconoscimento sulla parte salariale il contratto non si chiude. Nulla di fatto, dunque: il tavolo si interrompe, e non c'è una data fissata per un prossimo incontro. Lo stallo mette il sindacato in una situazione non facile rispetto, ad esempio, a quanto previsto dal contratto nazionale dei metalmeccanici, con aumenti nel triennio 2013-15 pari a 130 euro a fine periodo. Se non si riuscisse a chiudere, gli addetti Fiat resterebbero un passo indietro rispetto al resto della categoria. Da Roma, intanto, il ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato ha sottolineato ieri che restano senza risposta le questioni "sui problemi occupazionali della Fiat nel breve e nel  medio periodo". Indipendentemente dalla sede, ha aggiunto il ministro, "l'obbiettivo è che rimanga in Italia la sede produttiva di primaria importanza e il centro di sviluppo di nuovi prodotti e competenze".

Il sole 24 ore

6/2/14


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