venerdì 28 febbraio 2014

19 febbraio: Da Marchionne all'Electrolux i capitalisti ricattano e minacciano come veri parassiti e briganti: dateci i soldi o chiudiamo!

Marchionne si conferma ogni giorno di più come l'esempio del fascismo padronale, atteggiamento che si sta diffondendo ampiamente. Dopo la chiusura dello scontro con il fondo Veba,  il fondo sanitario dei lavoratori americani del settore auto, adesso è passato a minacciare il governo canadese. "La posta in gioco – riporta il sole 24 ore di ieri - sono centinaia di milioni in aiuti per investire nei due stabilimenti canadesi di Chrysler: quello di Windsor, da cui escono i monovolume; e quello di Brampton, che sforna le berline di grandi dimensioni."
La minaccia è pesante e diretta e ripete quello già fatto in Serbia, in Italia (dove si appresta a fare lo stesso per i prossimi "investimenti" e che troverà le porte aperte dal nuovo primo ministro Renzi, quello che disse «con Marchionne senza se e senza ma»,) "… se il Canada non darà gli aiuti necessari ci sono numerosi altri stati pronti a farlo per aggiudicarsi gli investimenti. Il manager ha citato il Brasile, dove il maxinvestimento per la nuova fabbrica Fiat di Pernambuco è finanziato all'85% da prestiti a tassi agevolati da banche pubbliche brasiliane."
E il giochetto per recuperare soldi facendoli risparmiare alla famiglia Agnelli/Elkann si ripete: "Chrysler ha ipotizzato un investimento di 2.6 miliardi di dollari canadesi a Windsor (circa 1,75 miliardi di euro) e un altro miliardo a Brampton; secondo il "Globe and Mail" avrebbe chiesto ai connazionali canadesi una partecipazione di 700 milioni (circa 450 milioni di euro)." Soldi che poi non si sa se verranno davvero investiti o utilizzati per altri scopi come temono alcuni analisti.
Il governo canadese, che non si fida del noto manager, e "che ha partecipato insieme a Washington al salvataggio di Chrysler nel 2009 – ha per ora stanziato 500 milioni di dollari canadesi in un "Fondo per l'innovazione automotive", e ha chiesto di vedere il dettaglio degli investimenti previsti."

"Quanto potrà durare il negoziato?" si chiede il giornalista. Per non continuare a "perdere quote di mercato", come dicono gli economisti, il "negoziato" dovrebbe durare poco dato che "Secondo la stampa canadese, la minaccia di Marchionne di portare altrove l'investimento (per esempio in Messico) potrebbe costare a Chrysler un ritardo nel lancio dei nuovi prodotti; [che è proprio uno dei motivi della chiusura degli stabilimenti in Italia] non è detto, inoltre che sia facile trovare un impianto sufficientemente scarico da poter accogliere una linea completamente nuova per uno dei prodotti di punta del gruppo americano. Ma sono conseguenze che il manager italo-canadese in passato è stato disposto ad affrontare; per esempio, quando spostò la 500L da Mirafiori alla Serbia." A spese degli operai di Mirafiori sui quali si continua ad abbattere la cassa integrazione - proroga di un anno di cassa integrazione straordinaria - e il futuro assolutamente incerto!


Nessun commento:

Posta un commento