lunedì 2 novembre 2015

2 novembre - Brignano (BG). Logistica: contro il sistema neo-schiavista delle cooperative legittimato da governo Renzi-Poletti e dai sindacati cgil-cisl-uil



Mercoledì 28 ottobre a Bergamo nel magazzino di Brignano della ex-Kuehne Nagel, è iniziato lo sciopero della logistica che è proseguito nei giorni successivi nel resto del paese, dimostrando quanto questo settore composto in prevalenza da lavoratori immigrati costituisca oggi la parte viva della lotta di classe in Italia. In questi magazzini dove si movimentano milioni di merci per la grande distribuzione i lavoratori hanno incrociato le braccia per ottenere migliori condizioni salariali e normative e un contratto nazionale degno di questo nome per tutti. Ma è contro il sistema neo-schiavista delle cooperative, sistema che le norme governative come il jobsact vogliono estendere a tutto il mondo del lavoro, su cui bisogna unire le lotte delle logistiche come parte della lotta più generale per abbattere il sistema dei padroni fondato sullo sfruttamento e la repressione dei diritti dei lavoratori. un sistema legittimato anche dai sindacati cgil-cisl-uil, attraverso il contratto nazionale dove non esistono clausole di salvaguardia nei cambi appalto e dove l'utilizzo sistematico di appalti e subappalti, serve per mantenere ricattati e senza diritti i lavoratori, che possono essere sostituiti da altri attraverso il cambio della cooperativa.

La mobilitazione nel magazzino di Brignano, è iniziata perché i lavoratori vogliono garanzie sul posto di lavoro e non vogliono essere buttati fuori dopo che per anni sono stati spremuti. Hanno deciso di iniziare nella forma di assemblea permanente all'interno del magazzino che si è protratta dalla mattina di mercoledì 28 fino alle 20, resistendo alle pressioni indebite di responsabili e carabinieri per farli desistere dalla protesta, quando l'intervento della prefettura ha portato ad un primo risultato di far sedere al tavolo la società subentrante KAMILA (società con capitale sociale di 10mila euro costituita per il 55% da Agora (proprietario delle merci) e dal 45% da una società di ITALTRANS grosso gruppo logistico nazionale) che fino a quel giorno non voleva come interlocutore lo slai cobas, nonostante avesse rilevato dal 14 settembre attraverso la cessione di ramo d'azienda le attività di movimentazione dei colli dalla kuehne nagel.

Dopo l'incontro al prefetto, che ha visto il tentativo fallito da parte della CGIL di sedersi al tavolo con la scusa di avere 1 iscritto, contro i 180 dello slai cobas, i lavoratori hanno deciso di mantenere aperto lo stato di agitazione in quanto questo tavolo ha avuto solo il merito di smascherare le contraddizzioni esistenti in questi appalti, infatti: da un lato Kamila non vuole riconoscere lo slai cobas dicendo che non sono i suoi lavoratori, ma dall'altro è lei che decide come si lavora all'interno del magazzino in quanto da precise disposizioni alla cooperativa su come si deve lavorare…...


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