lunedì 9 novembre 2015

9 novembre - Il termovalizzatore Fenice, Melfi, inquina? Allora il TAR lo Ingrandisce alla faccia del Diritto alla Salute e Sicurezza



Il Tar apre il forno di Fenice
ai rifiuti di altre regioni

di Pino Perciante


POTENZA - Il Tar torna ad esprimersi sul termovalorizzatore di Melfi. E ancora una volta dà ragione a Fenice congelando l’efficacia della sospensione disposta dalla Regione all’iter per l’autorizzazione a incenerire nel forno a griglia dell’impianto rifiuti urbani con recupero di energia («R1»). La discussione nel merito è stata fissata per il 22 giugno dell’anno prossimo. Con un'altra ordinanza il tribunale amministrativo regionale ha invece disposto un supplemento istruttorio chiedendo al Ministero dell’Ambiente ulteriore documentazione per valutare l’incremento del carico della spazzatura autorizzata. La trattazione di questa vicenda proseguirà nella camera di consiglio fissata per il 13 gennaio prossimo. Il massimo di rifiuti attualmente consentito è di 30 mila tonnellate all’anno che la società Rendina Ambiente vorrebbe portare a 39 mila. Con la prima ordinanza il Tar ha ritenuto che il provvedimento di sospensione adottato dalla Regione difetta di alcuni presupposti, vale a dire non sono indicate «né le gravi ragioni che lo motivano, né un termine certo di durata della sospensione». Per il sindaco di Melfi, Livio Valvano, non è una sorpresa: «Ce l’aspettavamo - commenta - ma la considero una vittoria di Pirro perché mi aspetto un provvedimento di autotutela da parte della Regione». Sulle prime la Regione aveva detto sì all’inceneritore per il recupero di energia, ma poi, su richiesta del primo cittadino di Melfi, era ritornata sui propri passi e il 19 maggio scorso aveva bloccato tutto. Contro questa decisione la società Rendina Ambiente è ricorsa al Tar che ha sospeso il provvedimento della Regione, in attesa della decisione di merito. «Autorizzando l’incenerimento per il recupero di energie, i rifiuti possono provenire anche da fuori regione e per questo ci siamo opposti - spiega Valvano -. Non è pensabile che un inceneritore che ha già inquinato possa addirittura ingrandirsi».
Valvano, e anche gli ambientalisti, sembrano più preoccupati dalla seconda ordinanza. In breve, come prevede la legge sblocca Italia del governo Renzi, per gli inceneritori che producono energia (come quello di Melfi) è possibile richiedere l’autorizzazione per aumentare il carico di rifiuti autorizzati. «Non si tratta di un contenzioso su un settore o un’attività di impresa che opera liberamente sul mercato ma di un servizio pubblico - afferma Valvano - motivo per cui auspico che prevalgano le prerogative di programmazione della Regione rispetto al diritto di impresa che in questo settore non può considerarsi totalmente libero».


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