2 NOVEMBRE: UDIENZA DEL
PROCESSO PIRELLI BIS PER AMIANTO, PARLANO LE DIFESE DEI 10 MANAGER IMPUTATI.
All’inizio dell’udienza, sorprendendo tutte le parti
civili, l’avv. Di Bugno del foro di Lucca, legale di Guido Veronesi, ha
presentato alla giudice dott. ssa Anna Maria Gatto presidente della V sezione
penale del tribunale di Milano un’istanza e una perizia psichiatrica di parte,
chiedendo la sospensione di Veronesi dal processo. L’avvocato ha dichiarato che
il suo assistito da circa tre anni è incapace di partecipare al processo,
suscitando l’ilarità delle parti civili presenti e del nostro Comitato.
Noi ci ricordiamo bene di quando, unico fra gli imputati del Consiglio di Amministrazione della Pirelli, l’avv. Guido Veronesi nel 2014 venne spontaneamente a testimoniare e a discolparsi nel primo processo davanti al giudice Raffaele Martorelli (processo in cui è stato condannato a 6 anni e 8 mesi), rispondendo a tutte domande e sostenendo che lui si occupava di grandi strategie e non di mascherine o antinfortunistica. Il P.M. Maurizio Ascione ha chiesto di respingere l’istanza o, in subordine, di sottoporre Guido Veronesi a una perizia del tribunale, richiesta a cui si è associata l’avv. Laura Mara, legale delle parti civili (Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio, Medicina Democratica, Associazione Italiana Esposti Amianto). Subito dopo ha preso la parola, l’avv.sa Lanfranconi, che difende una parte degli imputati e la Pirelli (nella prossima udienze interverranno altre difese), sostenendo che i tumori all’esofago, alla gola e alla vescica non sono malattie asbesto-correlate e che, nell’unico caso di lesioni gravi per placche pleuriche in questo processo, in ogni caso il reato è già in prescrizione.
Per il legale del padrone Pirelli i tumori polmonari dei casi a processo non sono dovuti all’amianto o alle amine aromatiche, ma al fumo di sigaretta e altre cause. Subito dopo si è lungamente soffermata su alcuni casi di lavoratori morti di mesotelioma, sostenendo che la causa professionale di questi lavoratori deceduti di mesotelioma non è certa, la documentazione scarsa, parlando poi di due teorie sui mesoteliomi, per arrivare alla fine a negare e respingere la responsabilità delle due società Pirelli (PIRELLI TYRE SPA e Pirelli & C. .S.p.A.che lei difende) entrate nel processo perché - a suo dire – diverse da quelle per cui gli imputati sono Imputati. Terminando la sua lunga arringa, ha finito con la solita formula di rito: i lavoratori sono morti o si sono ammalati non per responsabilità dell’azienda e i tre dirigenti che lei difende, essendo stati per poco tempo nel CDA (in media un anno), vanno tutti assolti “per non aver commesso il fatto, perché il fatto non sussiste o, in subordine, perché il fatto non costituisce reato”. Nell’udienza del 16 novembre continueranno a parlare le difese degli imputati. Ci saranno poi le repliche del P.M. e delle parti civili e, per fine gennaio o febbraio 2016, dovrebbe arrivare la sentenza. I tempi lunghi della giustizia purtroppo anche stavolta creano altri danni per chi è malato. Anche in caso di una sentenza favorevole, rimaniamo amareggiati perché, anche in questo caso, alcuni ex lavoratori che avevano testimoniato sono deceduti nel corso del processo e non ne vedranno l’esito.
Noi ci ricordiamo bene di quando, unico fra gli imputati del Consiglio di Amministrazione della Pirelli, l’avv. Guido Veronesi nel 2014 venne spontaneamente a testimoniare e a discolparsi nel primo processo davanti al giudice Raffaele Martorelli (processo in cui è stato condannato a 6 anni e 8 mesi), rispondendo a tutte domande e sostenendo che lui si occupava di grandi strategie e non di mascherine o antinfortunistica. Il P.M. Maurizio Ascione ha chiesto di respingere l’istanza o, in subordine, di sottoporre Guido Veronesi a una perizia del tribunale, richiesta a cui si è associata l’avv. Laura Mara, legale delle parti civili (Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio, Medicina Democratica, Associazione Italiana Esposti Amianto). Subito dopo ha preso la parola, l’avv.sa Lanfranconi, che difende una parte degli imputati e la Pirelli (nella prossima udienze interverranno altre difese), sostenendo che i tumori all’esofago, alla gola e alla vescica non sono malattie asbesto-correlate e che, nell’unico caso di lesioni gravi per placche pleuriche in questo processo, in ogni caso il reato è già in prescrizione.
Per il legale del padrone Pirelli i tumori polmonari dei casi a processo non sono dovuti all’amianto o alle amine aromatiche, ma al fumo di sigaretta e altre cause. Subito dopo si è lungamente soffermata su alcuni casi di lavoratori morti di mesotelioma, sostenendo che la causa professionale di questi lavoratori deceduti di mesotelioma non è certa, la documentazione scarsa, parlando poi di due teorie sui mesoteliomi, per arrivare alla fine a negare e respingere la responsabilità delle due società Pirelli (PIRELLI TYRE SPA e Pirelli & C. .S.p.A.che lei difende) entrate nel processo perché - a suo dire – diverse da quelle per cui gli imputati sono Imputati. Terminando la sua lunga arringa, ha finito con la solita formula di rito: i lavoratori sono morti o si sono ammalati non per responsabilità dell’azienda e i tre dirigenti che lei difende, essendo stati per poco tempo nel CDA (in media un anno), vanno tutti assolti “per non aver commesso il fatto, perché il fatto non sussiste o, in subordine, perché il fatto non costituisce reato”. Nell’udienza del 16 novembre continueranno a parlare le difese degli imputati. Ci saranno poi le repliche del P.M. e delle parti civili e, per fine gennaio o febbraio 2016, dovrebbe arrivare la sentenza. I tempi lunghi della giustizia purtroppo anche stavolta creano altri danni per chi è malato. Anche in caso di una sentenza favorevole, rimaniamo amareggiati perché, anche in questo caso, alcuni ex lavoratori che avevano testimoniato sono deceduti nel corso del processo e non ne vedranno l’esito.
Milano 2 novembre 2015
Comitato per
la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio
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