martedì 21 dicembre 2021

21 dicembre - RICOSTRUIRE LA RETE NAZIONALE PER LA SICUREZZA E SALUTE SUI POSTI DI LAVORO E SUL TERRITORIO. APPELLO PER UNA GIORNATA DI LOTTA SU QUESTO TEMA DI TUTTI I SINDACATI CONFEDERALIO E DI BASE

 

Assemblea Autoconvocata
sabato, 8 gennaio 2022 · 09:00 – 13:00
 per partecipare link
https://meet.google.com/esf-jfig-qeb

Torino: chi uccide gli operai e chi lascia fare

di Vito Totire (*).

Filippo Falotico, in primo piano sulla destra, con 

Roberto Peretto e Marco Pozzetti in una foto tratta dal profilo Instagram di Falotico

Strage di Torino: occorre una inchiesta pubblica;

 non crediamo all’ipotesi della “imprevedibilità”. 

Nella città della Tyssenkrupp impunita non c’è 

spazio per la rimozione.

Chiediamo venga istituito, sull’esempio dei 

mesoteliomi, il registro nazionale infortuni 

mortali sul lavoro (RENAINFMORTALI) che sia 

retroattivo – per gli ultimi 5 anni – con la 

speranza di non doverlo compilare con nuovi 

eventi e con l’aspettativa di mettere in campo 

uno strumento utile per la prevenzione.

Impossibile spiegare “dall’esterno” l’ultima strage sul 

lavoro a Torino (**): se riconducibile a una causa 

fisica o a un problema di organizzazione del lavoro. Le 

dinamiche degli infortuni sono sempre più complesse 

per la frammentazione dell’organizzazione del lavoro 

e dell’aleatorietà delle procedure per la “valutazione 

del rischio”. Alcune fonti asseriscono che non vi è 

stato cedimento del punto di appoggio della gru. Il 

servizio di medicina del lavoro della Ausl è intervenuto

 con i suoi primi rilievi di cui ovviamente non 

sappiamo ancora nulla. Quello che ci pare da 

escludere è che il tragico evento fosse davvero 

imprevedibile. Basta con la consolatoria teoria della 

“calamità”. Altri eventi analoghi, spesso meno tragici,

 hanno a volte rivelato subito le cause: per esempio, 

smottamenti del terreno dopo forti piogge e 

cedimento del punto d’appoggio; oppure cedimenti di

 attrezzature non adeguatamente omologate.

Alcuni fattori di contesto sono stati già segnalati da 

alcuni sindacalisti: la “fretta” indotta dalla gestione 

del superbonus (sappiamo dalle cronache che a 

Bologna si è verificata una rissa fra esponenti di due 

imprese che si litigavano un punteggio). Se questa 

“fretta” è diffusa occorre che il governo rassicuri su 

una gestione del 110% su tempi più lunghi e 

comunque meno tassativi che consentano a tutti i 

potenziali fruitori di non essere esclusi. Se invece , 

per carenza di strumentazione, si verifica la tendenza 

a utilizzare attrezzature difettose occorre che anche 

questo aspetto sia tenuto preventivamente sotto 

controllo “il giorno prima”.

La “fretta” è una costante micidiale quasi 

sempre presente nei cantieri e foriera di 

infortuni o danni alla salute con più o meno 

lunga latenza. Si monta il ponteggio male o si 

vernicia a spruzzo piuttosto che a pennello perché si

 “deve” consegnare prima: la fretta è un fattore di 

rischio quotidiano.

 Nel formulare le più vive condoglianze ai 

familiari dei lavoratori caduti – Filippo Falotico, 

Roberto Peretto e Marco Pozzetti – avanziamo 

l’istanza di riconoscimento di parte civile nel 

procedimento di indagine: per capire e cercare in

 futuro di prevenire analoghe tragedie.

 (*) Vito Totire è medico del lavoro, portavoce della 

«Rete europea per l’ecologia sociale»

(**) Le vittime del crollo della gru hanno sono Roberto Peretto (52 anni), Marco Pozzetti (54 anni) e Filippo Falotico (20 anni). Ferito anche un altro gruista, Mirzad Svrka (39 anni, bosniaco e residente a Chivasso).






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