mercoledì 29 giugno 2022

29 giugno - MORTO UN BRACCIANTE IMMIGRATO

 

Padroni, governo, Regione ASSASSINI! Un altro giovane bracciante immigrato morto bruciato nel ghetto nel foggiano

Siamo fortemente addolorati e arrabbiati. Yusupha Joof immigrato/profugo gambiano, non era ucraino, non aveva la pelle bianca e poteva vivere peggio degli animali, essere sfruttato nei campi, e poteva morire!

Il nostro cordoglio alla famiglia di Yusupha Joof.

La nostra rabbia verso gli assassini che hanno permesso questa ennesima morte nei campi della Puglia. 

A questa violenza assassina si aggiunge la violenza delle Istituzioni, che è di fatto una dichiarazione di altre future morti. Il governatore Emiliano, tra tutti, non sa fare altro che mettere le mani avanti: "La Regione non ha diretta compertenza in materia..."; e sul corpo di Yusupha Joof mettersi le medagliette: "La Regione in questi anni ha sperimentato soluzioni efficaci, ha fatto nascere foresterie, sono già state realizzate strutture modulari per ospitare 1250 che arriveranno a 2300 con gli ulteriori interventi programmati da realizzare entro il 2023..." Maledetto falso! Intanto i braccianti immigrati in Puglia, da Borgo Mezzanone, a Turi,  a Nardò vivono nelle baracche tra lamiere, tende di plastica, dormono sui cartoni, tra il degrado,  Intanto quando lottano e rivendicano il diritto ad una casa, ai documenti, quando denunciano lo sfruttamento da schiavi dei padroni, vengono ignorati o anche denunciati. 

Basta con le ipocrisie, siete voi i responsabili!

Che anche di fronte a questa terribile morte/assassinio vada avanti ancora più determinata, forte e unita la lotta dei braccianti immigrati.

Slai Cobas per il sindacato di classe - Taranto

Dal comunicato di Comitato Lavoratori delle Campagne

Ieri alle ore 15:49  ·

UN ALTRO INCENDIO, UN ALTRO MORTO. BASTA INDIGNAZIONE INTERESSATA, ANCHE QUESTA È VIOLENZA

 

Questa notte nell’insediamento di Torretta Antonacci, nel comune di San Severo, sono bruciate alcune baracche e nel fuoco ha perso la vita Yusupha Joof, gambiano di 35 anni. Le cause non sono ancora del tutto chiare, potrebbe essersi trattato del surriscaldamento delle batterie di un pannello solare.

Attivisti, sindacalisti e tutti i vari imprenditori dell'invisibiltà fatta spettacolo già si stracciano le vesti, puntando il dito contro le istituzioni complici...

tutti coloro che ora piangono lacrime solidali e si indignano, hanno per anni taciuto e persino avallato le speculazioni che hanno reso i ghetti una macchina da soldi e una piattaforma per il lancio di carriere politiche. Per dormire in un container finanziato con fondi pubblici, a "Torretta Antonacci", come è stato ribattezzato il Gran Ghetto proprio grazie a questi soggetti, bisogna pagare un pizzo ai loro amici. E quindi, chi non può permetterselo, chi si rifiuta o semplicemente chi non è nelle loro grazie, dorme in baracca, con tutti i rischi del caso. Chi oggi chiede case, documenti e contratti ha sempre boicottato le lotte autorganizzate che avevano queste come rivendicazioni centrali, e lo ha fatto per biechi interessi personali e di parrocchietta.

Questi stessi imprenditori del disagio tacciono di fronte alle denunce di aggressioni razziste, portate in piazza dai lavoratori delle campagne lo scorso 11 giugno, perchè appunto non possono capitalizzarle. Tacciono delle connessioni tra quel che accade nei ghetti del Made in Italy e quel che accade alle frontiere d'Europa, dal Marocco alla Libia alla Grecia. Tacciono dell'inutilità dei lauti finanziamenti del PNRR su cui sperano di mettere le mani. I diretti e le dirette interessate hanno ribadito più volte, non ultima nell’incontro con vice-prefetto e capo dell’ufficio immigrazione tenutosi a Foggia lo scorso 11 giugno, la necessità di essere coinvolti nei processi decisionali per soluzioni che impatteranno, ancora una volta e direttamente, le loro vite, nel silenzio di chi oggi si indigna a singhiozzo, ipocritamente, rispondendo ad un calcolo.

Basta speculare sulla pelle dei lavoratori e delle lavoratrici immigrate: per non essere complici dei padroni e dello stato, la strada è una sola. Scendere in strada a fianco di chi da anni chiede il riconoscimento di tutele minime...

 

Case, documenti, contratti!

Basta morti e violenza razzista!

Rest in Power Yusupha


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