giovedì 26 aprile 2012

Negli Usa torna lo sciopero generale

CORRISPONDENZE
Dopo 66 anni, lanciato per il prossimo primo maggio da Occupy Wall Street, 
torna lo sciopero generale negli Stati Uniti, dove è vietato per legge. 
Stanno tuttavia circolando molti manuali, rivolti ai lavoratori stabili e 
precari, che illustrano i tanti modi per partecipare
http://ilmegafonoquotidiano.globalist.it/news/negli-usa-torna-lo-sciopero-generale

Felice Mometti
Come andrà nessuno può dirlo. Nessuno è in grado di dirlo. Lo sciopero 
generale del 1° maggio indetto dal movimento Occupy americano è una novità 
assoluta per le forme che assumerà e per il modo in cui è stato costruito. 
Dopo 66 anni, dallo sciopero di Oakland del 1946, si parla di nuovo di 
sciopero generale. C'è voluto un movimento ........
che ha terremotato lo scenario 
politico e sindacale statunitense, che da settembre ad oggi ha retto vari 
tentativi per isolarlo, reprimerlo, addomesticarlo. E i tentativi sono stati 
davvero molti e molto insidiosi. Dalla repressione su vasta scala operata in 
modo coordinato dai Dipartimenti di polizia di varie città - sostenuta nei 
fatti anche dall'Amministrazione Obama - con migliaia di arresti, sgomberi, 
minacce, sospensione di elementari libertà democratiche alla politica 
ammiccante di alcuni settori del Partito Democratico per cooptare il 
movimento all'interno dei luoghi istituzionali.
Sono stati mesi difficili, soprattutto gli ultimi, in cui la pressione 
politica, gli attacchi repressivi - mai venuti meno - e il circuito 
mediatico mainstream hanno cercato in tutti i modi di azzerare le legittime 
aspirazioni di un movimento che vuole cambiare radicalmente la società 
americana. E' il caso anche dell'azione concertata tra Partito Democratico e 
sindacati, molto attivi nello sminuire e ingabbiare qualsiasi lotta in vista 
della campagna per la rielezione di Obama. Il quale non sta facendo altro 
che rispolverare le promesse, non mantenute, fatte alle scorse elezioni. Lo 
sciopero del 1° maggio rappresenta quindi un test molto importante per la 
vitalità e la capacità di incidere del movimento. Allo stato attuale sono 
previsti blocchi, picchetti, manifestazioni in 120 città degli Stati Uniti. 
L'attenzione è però concentrata sulle mobilitazioni della West Coast del 
nord (San Francisco, Oakland, Seattle), di New York e di Chicago. L'appello 
di Occupy Oakland di dare vita a una giornata intera di mobilitazione, con 
vari appuntamenti, che inizia alle 6 del mattino con il blocco del Golden 
Gate, il lungo ponte che collega San Francisco al resto della Bay Area, sta 
funzionando un pò come modello di riferimento. A New York sono previste tre 
manifestazioni, di cui solo una autorizzata, e un'intera giornata di 
picchetti davanti a banche e società finanziarie. Il 1° maggio di Chicago 
sarà invece l'inizio di tre settimane di mobilitazioni che arriveranno a 
contestare anche il vertice della Nato che si svolgerà in quella città il 
20-21 maggio. Il vertice del G8, inizialmente previsto in contemporanea 
nello stesso luogo, è stato spostato a Camp David - completamente 
militarizzato - per timore delle proteste. Di fronte all'oscuramento della 
giornata di sciopero fatta dei grandi media e dalla quasi totalità delle 
organizzazioni sindacali, in molte città il movimento si è organizzato per 
una campagna di volantinaggi davanti alle scuole e ai luoghi di lavoro oltre 
che per un uso massiccio della rete con l'apertura di centinaia, se non 
migliaia, di siti web, mailing list, pagine facebook e di hashtag di 
twitter. A New York ad esempio la SEIU - il potente sindacato dei lavoratori 
pubblici - pur avendo annunciato nelle riunioni di Occupy Wall Street la 
propria partecipazione alla manifestazione autorizzata del pomeriggio non la 
pubblicizza in alcun modo sui luoghi di lavoro. Ancora peggio la situazione 
sulla West Coast dove i sindacati stanno decisamente boicottando lo 
sciopero. Un risultato comunque si è già ottenuto. Nei campus universitari, 
tra le associazioni antirazziste e di migranti, nei gruppi informali di 
lavoratori precari sono state organizzate una miriade di iniziative e 
dibattiti per sostenere lo sciopero. Per aggiornare e riappropriarsi, 
all'epoca di una delle più grandi crisi capitalistiche, di questa forma di 
lotta dal basso e in modo autorganizzato. E' questo anche un modo per 
ricostruire una memoria senza miti né nostalgie, con la consapevolezza che 
il passato non tornerà più e si tratta di inceppare i meccanismi di domino e 
sfruttamento del capitalismo contemporaneo. Il movimento Occupy ha puntato i 
riflettori sul dispotismo di un sistema politico-economico che ha varato da 
molti anni a questa parte leggi, statali e federali, che vietano gli 
scioperi generali e prevedono multe salatissime fino ad arrivare al 
licenziamento dei lavoratori che lo fanno. Stanno tuttavia circolando molti 
manuali, rivolti ai lavoratori stabili e precari, che illustrano i tanti 
modi per partecipare allo sciopero senza incorrere nel rischio del 
licenziamento. Nessuno ha indetto formalmente lo sciopero, però c'è. Nessuno 
ha chiesto l'autorizzazione ai picchetti e ai blocchi, peraltro vietati 
dalle leggi, però ci sono. E infine, come si dice a Oakland, nessuno ha il 
monopolio della lotta di classe.
A pochi giorni dallo sciopero generale la frase che si sente pronunciare 
sempre più spesso a Union Square, la piazza diventata il quartier generale 
di Occupy Wall Street, che meglio riassume lo stato d'animo generale del 
movimento è : "Whose time ? Our time". Di chi è il tempo ? Il tempo è 
nostro.

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