lunedì 22 ottobre 2012

la protesta senza futuro di Bellavita nella fiom


 Lunedì  22 ottobre alle ore 21
  presso il circolo ARCI FuoriLuogo
  Corso Brescia 14/c Torino
INCONTRO 
  con SERGIO BELLAVITA
  già segretario nazionale della FIOM
per discutere della complicata situazione sociale e sindacale del nostro paese. 

    Il governo con la legge di stabilità decide un nuovo vergognoso 
massacro sociale che non risparmia neanche le persone disabili. 
      Contemporaneamente va avanti l'insidiosa trattativa a perdere tra 
governo e parti sociali sulla produttività con al centro la riduzione dei 
salari e l'aumento degli orari e con i sindacati, compresa la CGIL, ancora 
una 
volta disposti a cedere alle richieste padronali.
      Nella Fiom si è aperta una difficile discussione: da una parte si 
decide lo sciopero generale, ma dall'altro si propone  un "patto per il 
lavoro", che ha tutte le caratteristiche di un pericoloso patto sociale con 
il 
padronato, espellendo la sinistra della Federazione dalla segreteria e 
sviluppando una campagna di denigrazione nei confronti dei suoi esponenti, 
che, 
a Torino, in particolare, ha superato il livello di guardia. 
      Quali proposte, quali iniziative per la sinistra sindacale nella 
CGIL?

  Vogliamo dare la parola a Sergio Bellavita per confrontarci insieme su 
tutti questi difficili problemi.



  le compagne e i compagni della costituenda Rete 28 aprile opposizione in 
CGIL .



  di Sergio Bellavita: Le ragioni per cui mi hanno dimesso


  Molti compagni sono davvero increduli rispetto a quanto accaduto intorno 
alla mia "dimissione" dalla segreteria. Non si capacitano che Landini, 
unanimemente riconosciuto come difensore dei diritti dei lavoratori e della 
democrazia stessa, possa rimuovere dalla segreteria un compagno per 
dissenso.
Eppure e' cosi'. Non c'e' nessun altra ragione che ha spinto, per la prima 
volta nella storia dei metalmeccanici, un segretario Fiom a rimuovere un 
componente di segreteria. Con questo atto autoritario Landini e Airaudo 
rompono 
la maggioranza congressuale degli ultimi 3 congressi estromettendo la rete 
28
aprile.
  Il dissenso. Di cosa sono accusato? Tralascio le vergognose, false e 
pretestuose ricostruzioni che vogliono il sottoscritto impegnato a 
organizzare 
contestazioni a Landini. Cosi' come e' francamente assurdo dover rispondere 
alle menzogne che descrivono il sottoscritto d'accordo nelle segreterie e 
contrario nei comitati centrali... Delle due l'una: o mi sono opposto troppo 
troppo poco. La macchina del fango ha lavorato alacremente per screditare le 
ragioni che ho sostenuto attraverso il discredito del singolo, la denuncia 
dell'untore. C'e' una vecchia e poco nobile tradizione in questo senso.
  Tralasciando tutto cio', l'accusa che mi viene mossa e' riferita alla 
presunta scelta di rompere con la linea maggioritaria e di aver scelto, in 
un'ottica Cgil, di ricostruire l'opposizione in tutte le categorie della 
confederazione.
  Tutto cio' e' facilmente smontabile. E' evidente a tutti che la Fiom ha 
dismesso l'opposizione sociale. Ha dismesso l'alterita' e l'opposizione alla 
paurosa deriva della Cgil con conseguenze nefaste, sconfitta su art.18 e 
pensioni.
  Dopo il 16 ottobre 2010 la Fiom poteva svolgere uno straordinario ruolo 
di 
catalizzatore di un vasto movimento contro le politiche del governo e contro 
marchionne. Cio' avrebbe portato probabilmente la fiom allo scontro frontale 
con la cgil. landini e Airaudo hanno deciso di non farlo. Cosi la lotta Fiom 
si 
e' mantenuta alta sul terreno mediatico,forte di un consenso e di una 
domanda
sociale straordinaria,ma e' via via scemata nelle pratiche concrete, nella 
politica contrattuale. Da qui una gestione della vertenza per il contratto 
tutta piegata al tentativo di cercare uno spiraglio per la riaffermazione 
della 
titolarita' Fiom piu' che orientata a costruire conflitto in rapporto con i 
lavoratori.
  Cosi come nella vertenza Fiat, dopo la chiusura con sbagliati accordi 
sindacali di due stabilimenti al sud, termini imerese e irisbus e la pesante 
vicenda ex bertone, resta forte lo scontro sul terreno dei diritti sindacali 
delle agibilita' fiom e sempre piu' evanescente la battaglia contro il 
modello 
autoritario e schiavistico di marchionne. In tutto questo considero 
profondamente sbagliato e incoerente con le battaglie di questi anni, con il 
valore che diamo al contratto nazionale, considerare l'accordo del 28 giugno 
come argine agli accordi separati, come riferimento per la democrazia 
sindacale. Proprio l'accordo che ha accolto le deroghe al contratto, che ha 
cancellato ruolo e funzioni del contratto nazionale.
  Io non ho cambiato idea. Continuo a rivendicare la Fiom del congresso di 
Livorno e Montesilvano. Rivendico la Fiom che discute, che cerca, con la 
fatica 
che la democrazia richiede, di lavorare sempre all'unita' della categoria e 
della stessa con i lavoratori. La Fiom che parlando il linguaggio semplice e 
radicale dei bisogni dei lavoratori e delle lavoratrici li conquistava alla 
lotta, dimostrando, in tanto lerciume della politica, che si puo' coniugare 
dire e fare.
  Prendo atto che questo non e' piu' l'orientamento maggioritario in Fiom. 
C'e' una svolta, profonda dei gruppi dirigenti. Per queste ragioni il 
dissenso 
e' particolarmente avversato.
  Ho atteso mesi prima di denunciare pubblicamente quanto avviene in Fiom. 
L'ho fatto per non ledere l'immagine della Fiom, per il bene dei lavoratori.
  Oggi, con la rottura netta che landini e airaudo hanno deciso, credo 
tempo 
fa, e' necessario organizzare tutti coloro che vogliono salvare la lunga 
stagione della Fiom. Organizzare coloro, e sono tanti, che vogliono 
continuare 
a lottare.
  Per mesi ho denunciato negli organismi preposti la gestione scarsamente 
democratica dell'organizzazione. Ho denunciato le scarse, scarsissime 
segreterie e quindi l'impossibilita' di poter discutere collettivamente 
almeno 
le grandi scelte, su fiat, contratto ecc. Cosi come ho contestato il perenne 
ricorso al voto di fiducia al segretario nelle discussioni al comitato 
centrale. Sono stato impossibilitato a esercitare il ruolo a cui il comitato 
centrale mi aveva chiamato, dalla partecipazione ai direttivi provinciali, 
agli 
attivi dei delegati. Persino gli ordini del giorno conclusivi li potevo 
leggere 
solo pochi minuti prima del voto.
  Queste sono in sintesi le gravissime colpe che hanno indotto landini e 
airaudo a dimettermi. Oggi ripartiamo, con chi ci sta, a organizzare 
l'opposizione alla svolta, al rientro nei ranghi della Fiom. Ripartiamo con 
i
tanti e le tante che non vogliono chinare il capo e vogliono lottare contro 
Monti,Marchionne,Squinzi. E che hanno il diritto e il bisogno di un 
sindacato
democratico, combattivo e di classe. Prossimo appuntamento il 27 ottobre con 
il 
"no monti day"


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