mercoledì 15 gennaio 2014

*“Sugli scatti, tutti vincitori; sui precari, nessuna battaglia!”*



Comunicato stampa

*“Sugli scatti, tutti vincitori; sui precari, nessuna battaglia!”*

*“PD e Confederali “scattano” sugli scatti e mandano i diritti dei precari…
in ferie!”*


Il ritiro del surreale e umiliante provvedimento del governo (cioè del MEF)
relativo al recupero “in comode rate mensili” degli scatti stipendiali già
legittimamente erogati ai docenti di ruolo, ha generato trionfalismi
ridicoli da parte *del PD e dei sindacati confederali, CGIL, CISL e UIL,*
che
si sono contesi il merito di aver salvaguardato interessi e dignità dei
docenti, una categoria da anni diffamata (concorsone-truffa), sfruttata
(proposta di aumento unilaterale dell’orario di lavoro a 24 ore),
depauperata (tagli, dimensionamenti e blocco degli stipendi) e vessata
(valutazione INVALSI, imposta da Confindustria).

I docenti precari ritengono offensivi, stucchevoli e paradossali i toni di
esultanza assunti *dalle succitate forze politiche e sindacali*, che hanno
favorito ovvero non hanno *per nulla* osteggiato, finora, i ripetuti
tentativi di liquidare la Scuola pubblica profilata dalla Costituzione, e
trovano gravissimo che il tentativo di mettere le mani in tasca ai docenti
sia stato comunque ritenuto plausibile e verosimile, perché ciò denota
profondo disprezzo per gli insegnanti e per la Scuola, evidentemente
percepita come comparto “sacrificabile”.




Chi grida alla vittoria conosce bene il percorso di lotta che i docenti
precari hanno intrapreso fin dalla controriforma Gelmini, mettendo in campo
azioni di protesta ben più incisive e drammatiche dell’estemporanea
petizione online che avrebbe, secondo i promotori, persuaso il governo a
dare dietro-front sul furto degli scatti. Non solo! Chi esprime
soddisfazione per lo scippo momentaneamente scongiurato sa benissimo che ai
precari è stato tolto molto di più: i 130.000 supplenti e incaricati
assunti a settembre e licenziati a giugno da anni, infatti - in spregio
alle direttive dell’UE, che ha messo in mora l’Italia per l’inaccettabile
permanentizzazione del precariato -, non avranno più diritto alla
monetizzazione delle ferie non godute (1000 euro all’anno circa), in base
al decreto legge n. 95/2012 convertito in legge 135/2012 e alla nota MEF n.
72696 del 4 settembre 2013.

Tale provvedimento, per di più, è stato esteso retroattivamente anche
all’anno 2012/2013, il che determina un’ulteriore e gravissima
sperequazione di trattamento tra docenti di ruolo e precari, per i quali
dovrebbero valere le stesse norme contrattuali e le stesse tutele. Come mai
nessuno dei rampanti nuovi esponenti dei partiti e sindacati che avocano a
sé la recente vittoria relativa agli scatti ha ritenuto opportuno far
circolare petizioni o denunciare questo sconcio furto silenzioso e
negletto, ordito ai danni di personale già penalizzato dalla mancanza di
posti, di continuità didattica e di prospettive?



Sospettiamo e temiamo che questi “blitz” abbiano lo scopo di intimidire i
docenti per facilitare l’accettazione di un nuovo contratto peggiorativo,
ovvero per zittire ogni reazione critica alla politica neoliberista che sta
sfasciando e snaturando la Scuola. Per questo i precari si riuniranno a
Roma il 19 gennaio prossimo. E’ tempo di dire “basta” ai ricatti e ai finti
dilettantismi; è tempo di tornare a parlare di diritti inalienabili dei
lavoratori, e di riprenderci una Scuola che mai come in questi anni in cui
parole d’ordine quali “merito” e “valutazione” hanno tenuto banco, è stata
screditata e svalutata.





*PRECARI UNITI CONTRO I TAGLI*



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