giovedì 13 marzo 2014

13 marzo: operai Fiat termini imerese .. il presidio a costretto tutti a riprendere la vertenza e la lotta.. ora si passa a un'altra fase della lotta

Una prima fase della lotta degli operai Fiat di Termini Imerese che si sono autorganizzati al di fuori dei sindacati confederali, e che tra le altre iniziative hanno tenuto per 40 giorni una tenda di protesta davanti la sede della presidenza della Regione siciliana, si è conclusa. Questi operai, infatti, nonostante percepiscano la cassa in deroga, che è stata promessa fino a fine giugno, al contrario della maggioranza degli altri operai, non hanno voluto aspettare, come purtroppo capita sempre più spesso, l'"ultimo momento" per muoversi. Hanno capito, invece, che bisogna farsi sentire, fare pressione affinché chi aveva preso impegni li mantenga e chi deve prendere decisioni le prenda e non ci si dimentichi di questa importante vertenza di valore nazionale.
Il risultato di questa prima fase di lotta è stato raggiunto pienamente, e cioè quello auspicato fin dalle prime riunioni e dalla scelta delle iniziative da mettere in campo: riportare all'attenzione di tutti gli operai interessati (ma non attivi), delle istituzioni interessate e dell'opinione pubblica la vertenza che riguarda circa 1.200 operai. Oggi possiamo dire che grazie alle iniziative di questi operai, dai comunicati stampa alle manifestazioni di piazza, così come l’intervento davanti la fabbrica di Termini, hanno scatenato l'attenzione soprattutto dei sindacati confederali, preoccupati di perdere la presa sulla vertenza, e che per questo hanno organizzato un presidio davanti i cancelli della fabbrica e una manifestazione a Termini, attenzione che per conseguenza ha toccato le istituzioni e la stampa. La vertenza adesso è all'attenzione a Roma del Ministero dello sviluppo economico, innanzi tutto, e poi dell'assessorato regionale alle attività produttive, dei comuni del comprensorio attorno e Termini Imerese e del Comune di Palermo. La presenza costante davanti la sede della presidenza della Regione, in piazza Indipendenza,  ha ulteriormente fatto pressione sui dirigenti della Regione stessa a cominciare dal presidente Crocetta che sebbene non si sia degnato di fare l'incontro ripetutamente richiesto dagli operai, ha mandato di volta in volta i suoi collaboratori a "calmare gli animi", facendo sapere che la vertenza viene seguita.
Questi mesi di attività, in cui gli operai hanno messo all'ordine del giorno il loro futuro come operai e di conseguenza di quello della fabbrica, hanno portato alcuni dirigenti a muoversi per trovare qualche soluzione; da qui è nata la novità, dopo almeno un anno di silenzio, di alcune aziende che sarebbero interessate alla produzione di auto elettriche. Nelle loro riunioni, fin dall'inizio, gli operai, partendo dal problema principale, e cioè dire basta alla cassa in deroga che non garantisce affatto il futuro che invece è garantito solo se si riprende a lavorare in fabbrica, avevano analizzato lo stato delle cose, a cominciare dai soldi a disposizione della Regione, che erano già pronti prima che la Fiat decidesse di abbandonare la produzione in questo stabilimento e che ammontano a più di 300 milioni (cifra confermata in un incontro con gli operai direttamente dall'assessore al bilancio, Bianchi); nel frattempo, hanno argomentato gli operai, almeno altri 200 milioni la Regione li deve recuperare se davvero vuole dare impulso alla riattivazione della fabbrica e altri circa 500 milioni da parte di chiunque voglia far partire la produzione e siamo a quel miliardo circa di cui si parla in questi giorni! Anche della possibilità dello sviluppo della produzione di auto elettriche hanno parlato gli operai (mentre lo stesso Marchionne qualche anno addietro aveva snobbato questo tipo di produzione) perché è diventato argomento vivo di altre case automobilistiche come la Nissan che adesso sta investendo in Spagna per la produzione in grande stile e la stessa Fiat, adesso Fiat-Chrysler, ha deciso di iniziare la produzione di auto ibride in Canada nonostante il diniego momentaneo sugli incentivi del governo canadese su cui Marchionne aveva fatto pressione. Gli operai della Fiat di Termini Imerese in presidio per 40 giorni davanti alla sede della regione siciliana hanno ora deciso di passare ad una  nuova fase con la consapevolezza che anche la riconferma di un nuovo periodo di cassa in deroga da giugno a dicembre, di cui si sta vociferando in questi giorni, non sarebbe la soluzione ma solo un altro momentaneo tampone.
Slai cobas per il sindacato di classe
Via g. del duca 4 Palermo

338.7708110

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