mercoledì 26 marzo 2014

26 marzo - Piano Nazionale Amianto: inquadramento e proposte operative Ing. Marco Giangrasso – Ispra - Roma

AD OGGI UN ASSORDANTE SILENZIO

HA FATTO ECO

A TALI PROPOSTE INOLTRATE UFFICIALMENTE


Il Piano Nazionale Amianto: inquadramento e proposte operative

Ing. Marco Giangrasso – Ispra - Roma

NONOSTANTE :  …la Risoluzione del Parlamento Europeo del 14 marzo 2013 sulle
“Minacce per la salute sul luogo di lavoro legate all’amianto e le
prospettive di eliminazione di tutto l’amianto esistente”. In tale
Risoluzione il Parlamento Europeo, tra l’altro, “invita gli Stati membri a
portare avanti la progressiva eliminazione dell’amianto nel minor tempo
possibile, “invita la Commissione a includere una strategia coordinata in
materia di amianto nella prossima strategia dell’UE 2014-2020 per la salute
e la sicurezza…” e formula altresì una nutrita serie di raccomandazioni in
materia sanitaria, ambientale e previdenziale.


NONOSTANTE, finora, siano stati individuati circa 380 casi di siti in classe
di priorità 1 e cioè a maggior rischio, cosi suddivisi:

Categoria 1: impianti industriali attivi/dismessi
4

Categoria 2: edifici pubblici e privati
319

Categoria 4: altro.
19

Categoria NC:
35

La Categoria 2 risulta cosi suddivisa (pubblici principali):

Ospedali, case di cura, collegi, case di riposo                      37

Scuole di ogni ordine e grado, istituti di ricerca                 116 !!!

Uffici della P.A.
86

Impianti sportivi
27

Biblioteche
8

NONOSTANTE che l’obiettivo generale del PNA, cosi come delineato durante la
Conferenza Governativa sull’Amianto dello scorso novembre 2012 è:

“Migliorare la tutela della salute e la qualità degli ambienti di vita e di
lavoro in relazione al rischio rappresentato dall’esposizione ad amianto”.



NONOSTANTE siano state fatte proposte operative per le immediate necessità
di intervento negli edifici pubblici come sopra descritti (tra cui 116
scuole, 37 ospedali e 86 uffici della P.A.) e per poi gradualmente estendere
l’apertura di cantieri di bonifica per i circa 380 siti con classe di
rischio prioritaria e per quelli in via di classificazione – si tenga conto
che Sicilia e Calabria non hanno ancora comunicato alcun dato - risulta in
prima istanza congruo un finanziamento dell’ordine dei 40-50 milioni di euro
all’anno per i primi 3 anni.

NONOSTANTE “…. trattasi di cifre relativamente modeste che però
consentirebbero di risolvere situazioni ad alto rischio in ambito pubblico
(scuole, ospedali) su cui il Paese sta “violando” le normative esistenti con
evidenti implicazioni di ordine sociale, morale, di sanità pubblica nonché
passibili di pesanti censure comunitarie”.



AD OGGI UN ASSORDANTE SILENZIO

HA FATTO ECO

A TALI PROPOSTE INOLTRATE UFFICIALMENTE



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