lunedì 28 aprile 2014

27 aprile: Amianto che uccide - manifestazione a Milano - comunicato della Rete

Corteo contro l’amianto e contro lo sfruttamento
Come avviene da quasi 20 anni, un lungo corteo composto da centinaia di lavoratori delle ex grandi fabbriche di Sesto San Giovanni (Breda, Marelli, Falck, Pirelli) e da cittadini ha manifestato per le vie della città per ricordare tutti i lavoratori assassinati in nome del profitto, contro lo sfruttamento degli esseri umani, contro l’uso dell’amianto e di tutte le sostanze cancerogene che uccidono l’uomo e distruggono la natura.
Nel mondo, secondo i calcoli dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) ogni anno muoiono per amianto oltre 100.000 persone/anno, una ogni 5 minuti; in Italia poco più di 10 al giorno, e nonostante le chiacchiere sulla sicurezza del lavoro, nell’ultimo anno gli infortuni mortali sul lavoro e le malattie professionali sono aumentati nonostante siano stati espulsi dalle fabbriche un milione di lavoratori.
In testa al corteo - partito dal Centro di Iniziativa Proletaria “G.Tagarelli” di via Magenta 88, Sesto San Giovanni - gli associati del Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio. Il corteo è sfilato compatto con le parole d’ordine “storiche”che hanno guidato tante battaglie del Comitato fino alla lapide di via Carducci,
Il corteo qui si è fermato per una breve commemorazione. Il presidente del Comitato Michele Michelino, davanti alla lapide che recita “A PERENNE RICORDO DI TUTTI I LAVORATORI MORTI A CAUSA DELLO SFRUTTAMENTO CAPITALISTA . ORA E SEMPRE RESISTENZA” ha ricordato gli ultimi due compagni morti pochi mesi fa, denunciando che le malattie da amianto sono ancora in crescendo.
Ha inoltre commentato la sentenza della Corte di Cassazione che - pronunciandosi sui sette operai morti bruciati sul lavoro il 6 dicembre del 2007 alla ThyssenKrupp di Torino - ha eliminato il “dolo” riducendo la responsabilità’ dei dirigenti industriali al solo ‘omicidio colposo’, e dovrà essere rideterminata. Probabilmente si andrà verso una condanna inferiore a quella già comminata, con la prescrizione alle porte che rischia di lasciare impuniti gli assassini. Per la Cassazione non si è trattato di omicidio volontario, ma colposo (pena al massimo tre anni e quindi nessuno andrà in galera). La Cassazione ha riproposto una tesi che noi combattiamo, quella che i morti sul lavoro e infortuni sono inevitabili.
La gravità di questa sentenza è dovuta anche a chi monetizza la vita umana e la salute. Non è un caso che nel processo era rimasta come parte civile solo Medicina Democratica perché i sindacati (FIM, FIOM, UILM, CUB) e gli enti pubblici (Comune, Provincia, Regione, INAIL) avevano preso soldi per uscire dal processo.
Al termine del corteo si è svolta un’assemblea aperta in cui hanno partecipato i rappresentanti di associazioni e comitati, particolarmente numerose quest’anno. Tra loro i famigliari di alcune delle 32 vittime della strage di Viareggio, l’Assemblea 29 giugno (data del disastro di Viareggio) con diversi ferrovieri, fra cui anche Riccardo Antonini licenziato per rappresaglia per aver fatto da consulente ai famigliari delle vittime, l’Associazione Vittime Amianto Italiana, l’ Associazione Italiana Esposti Amianto e i famigliari delle vittime dell’Eureco di Paderno Dugnano, l’Anmil, il vicesindaco di Sesto San Giovanni in rappresentanza dell’amministrazione comunale e il consigliere provinciale Massimo Gatti
Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio
Comunicato
La Rete Nazionale per la Sicurezza e Salute sui posti di Lavoro e Territorio Nodo/Milano alla Manifestazione di Sesto San Giovanni contro le Vittime d’Amianto, indetta dal Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e Territorio, a sostegno di questa battaglia per ribadire le proposte emerse dall’infame sentenza della Cassazione sulla Strage della ThyssenKrupp.
Come ogni anno ieri si è svolta la manifestazione in occasione della Giornata Mondiale, 28 aprile, Vittime Amianto, che quest’anno è la prima di una tre giorni che prosegue oggi con una notte bianca sotto la sede della Regione Lombardia e si concluderà lunedì sempre sotto la sede regionale.
A precedere la manifestazione vi è stata in mattinata un intervento di un rappresentante del Comitato di Sesto davanti la Scala di Milano dove vi era un presidio/sciopero dei lavoratori dello spettacolo, indetto dalla CUB, per denunciare la presenza e i danni dell’amianto presenti nel teatro milanese. Una delegazione dei lavoratori del teatro, militanti della Banda degl’Ottoni, ha partecipato al corteo suonando canzoni di lotta dall’Internazionale a Bella Ciao passando per Malarazza, dando un impronta di Classe Resistenza e Lotta.
Il corteo partito dal CIP “Tagarelli” ha percorso le vie della ex Stalingrado d’Italia per raggiungere il Monumento dedicato a tutte le vittime dell’amianto. Tante le presenze di associazioni, operai e familiari vittime amianto: dagli organizzatori all’AIEA di Paderno Dugnano; dal Comitato di Broni all’Osservatorio esposti Amianto; dagli operai della Breda Fucine alla Falk, tutti quanti a testimoniare e denunciare la strage continua causata dalla sete di profitto capitalista, che miete 4000 persone l’anno –da operai alle loro mogli che lavavano le tute, a tutta la popolazione che è stata “beneficiata” dalla dispersione della polvere d’amianto-.
Ma con la loro presenza, dalla delegazione della Rete al Comitato Operai e Familiari Vittime Eureco e l’Associazione 29 Giugno di Viareggio, hanno posto una visione più generale su salute e sicurezza, dicendo che se è necessario squarciare il velo di silenzio sulla strage silenziosa dell’amianto, la logica assassina dei padroni colpisce a 360° e quindi la Battaglia è Una sola.
Il corteo giunto al monumento ha osservato un minuto di silenzio per i nostri morti –Eroi loro malgrado del Popolo e del Proletariato, e sulle note di Bella Ciao ha rilanciato la parola d’ordine di una nuova Resistenza.
Tornati da dove era partito, il corteo si è concluso con un’assemblea popolare, dove si sono posti una serie di proposte e denunce: 1) la necessità di unire le varie lotte dei comitati per una più incisiva azione; 2) sostegno ai familiari lasciati da soli dalla politica e dalle istituzioni e dai sindacati confederali; 3) la denuncia e indignazione per il verdetto della Cassazione sulla Thyssen; 4) l’impunità e la promozione per i dirigenti, come nel caso di Moretti e della Marcegaglia; 4) l’infame situazione a cui sono costretti gli operai scampati al rogo dell’Eureco, che sono senza lavoro e sfrattati, mentre il criminale Merlino è libero e sotto altra veste continua a fare quello che ha sempre fatto –arricchirsi sulla pelle e il sangue degli operai-; 5) la fine dell’impunità di questi assassini e l’istituzione del reato di “crimine contro l’umanità” –visto che le cifre di questa strage sono cifre di una guerra-.
Nelle conclusione è emersa forte la prospettiva che per avere Giustizia per gli operai, le loro famiglie, per la popolazione, per i giovani è l’abbattimento di questo sistema.
Come Rete condividiamo queste proposte, ma come abbiamo ribadito nel nostro intervento, questo va costruito da subito portando nelle varie iniziative o presidi a venire, a partire dal processo a Riva, un assedio a chi calpesta i nostri diritti dentro e fuori i tribunali. Sottolineiamo anche un pensiero che, oltre la rabbia, arroventa le menti di alcuni familiari, che abbiamo sentito a Roma il 24 e anche ieri: “ma per avere giustizia, forse dobbiamo sparagli a questi padroni”. Forse la risposta potrebbe venire da una canzone di Pietrangeli degli anni 70 –Mio caro padrone domani…..”.
Rete Sicurezza e Salute sui Posti di Lavoro e Territorio, Nodo/Milano
27-04-2014

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