I\le
soci lavoratori sono schiacciati tra gli enti pubblici e i vertici delle
cooperative, costretti\e a recitare un ruolo che spesso va contro le ragioni
sociali del loro stesso lavoro, obbligati\e ad accettare la riduzione delle ore
e del salario, a subire passivamente lo svilimento di un servizio sempre più
legato all'abbattimento dei costi con utilizzo dei voucher e delle partite iva
ormai fuori controllo. Chi opera nelle cooperative vorrebbe svolgere un lavoro
prettamente sociale ma nella maggior parte dei casi assolve una funzione di
controllo e di pacificazione, di contenimento del danno, sempre piu' lontani
dai problemi dell'utenza, a subire progetti che vivono una scissione traumatica
tra la teoria e la realizzazione pratica.
Le
cooperative ormai accettano progetti senza alcuna possibilità di interagire sui
contenuti, sulle modalità e sulle finalità degli stessi, regna sovrana la
improvvisazione (soprattutto laddove la particolarità del servizio
richiederebbe prestazioni particolari e accurate). Ormai dominano gli appalti
al ribasso nei quali agli operatori viene imposto di recitare un copione senza
mettere mai in discussione le modalità e le finalità del servizio, un ruolo
passivo e mai critico. Siamo lavoratori usa e getta, buoni per ogni attività a
discapito della formazione che in molte cooperative è inesistente, o si limita
a corsi obbligatori e di rito spesso funzionali solo ad acquisire accrediti e
certificazioni senza i quali non è più possibile lavorare con la pubblica
amministrazione . Capita sovente che i finanziamenti siano ridotti nel corso
dell'appalto mettendo in crisi le cooperative e costringendole a ridurre orari,
prestazioni e retribuzioni, e allo stesso tempo chiedendo una sorta di
compartecipazione agli utenti che subiscono la riduzione dei servizi.
Volete
un esempio? Alla fine di un appalto scatta la continuità per alcuni mesi salvo
poi scoprire che l'appalto è stato prorogato a un costo minore mettendo in
difficoltà le cooperative e costringendo i soci lavoratori ad una ulteriore
riduzione delle ore lavorative. In questo modo si abbatte la qualità dei
servizi e si riduce il costo del lavoro e gli stipendi degli operatori (meno
ore fanno, meno salario avranno). Avremmo molto ancora da scrivere ma ci
limiteremo ad una considerazione sulle società della salute e sulla Regione
Toscana che ormai va ridimensionando i servizi socio sanitari con la riduzione
dei posti letto negli ospedali e la cancellazione di progetti sociali.
A farne
le spese gli operatori impegnati sul campo e la cittadinanza utente dei
servizi. Questa è la Toscana del Governatore Rossi.
COBAS
COOPERATIVE SOCIALI PISA
confcobaspisa@alice.it
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