Gianfelice
Rocca for president: candidato alla presidenza di confindustria (e dovrà
scegliere se anche a sindaco di Milano per il centro destra), detta la linea
politica da seguire a governo, regioni e istituzioni, in tutti i campi dalla
riforma del lavoro a quella fiscale (piano junker), dalla scuola ai giovani e
la robotizzazione... a infrastrutture e multinazionali cinesi presenti in
lombardia…
I padroni
hanno le idee chiare e dimostrano oggi ancora più chiaramente che nel
capitalismo i governi non sono altro che "comitati di affari dei
padroni"…. Conoscere il nemico per combatterlo, vedere l'ideologia che lo
guida che sta dietro alle scelte che vengono proposte in ogni campo è
indispensabile.
Per questo
seguiranno vari articoli, una sorta di campagna contro i padroni e i loro
governi
L'INTERVISTA
Il futuro dell'area dopo l'esposizione «Una Silicon Valley aperta agli
atenei»
Rocca
(Assolombarda): un grande polo con la Statale, ma serve una decisione politica
Le tappe Non bisogna subordinare la fattibilità ai fondi, ma partire dal
progetto e fare una scelta strategica Saperi e imprese Un'università da una
parte e le multinazionali tecnologiche dall'altra: è un'occasione unica
MILANO «Ora tocca alla politica. Mi sembra ci siano
tutte le condizioni favorevoli per prendere una decisione strategica sul futuro
di Milano e del Paese. Ma bisogna fare in fretta perché i tempi sono stretti.
Poi ci si occuperà dell'aspetto economico e dei bandi». Gianfelice Rocca,
presidente di Assolombarda, guarda da sempre con grande attenzione e con
qualche preoccupazione al destino futuro e per ora incerto (il
bando di gara è andato deserto) delle aree che tra meno di quattro mesi
ospiteranno Expo. Gli stessi confindustriali lombardi, a loro tempo, avevano
presentato un progetto: Nexpo. L'idea era, ed è, quella di creare per il post
Expo un nuovo polo dell'innovazione e della scienza, una sorta di Silicon
Valley italiana. Adesso è spuntata un'altra proposta. Quella dell'Università
Statale di Milano: trasferire nell'area di Pero-Rho tutte le facoltà
scientifiche sparse in città e creare una cittadella del sapere. Presidente
Gianfelice Rocca, che ne pensa del progetto della Statale? «È una proposta di
grande interesse che si inserisce perfettamente nella nostra chiamata alla
città e alla regione per immaginare il futuro di un?area strategica per tutto
il Paese. È la grande sfida di ripensare la nostra identità spostando le
lancette dell'orologio al 2025».Perché?«Perché l'area di Expo ha caratteristiche
straordinarie dove si dispiega un'intensità tecnologica senza confronti in
Italia. È una piattaforma del futuro anche per quanto riguarda i collegamenti,
sia internazionali sia verso il centro della città sia con la zona Nord-Ovest
di Milano così densa di movimento. È vitale utilizzare quest'area in forma
creativa». Il progetto di Assolombarda di realizzare un nuovo polo
dell'innovazione è compatibile con la creazione di un campus universitario?«Se
immaginiamo il futuro di Milano come hub della conoscenza e dell'innovazione
allora non ci sono dubbi. I due progetti sono assolutamente complementari e uno
ingloba l'altro. Un'area con una grande università da una parte e con le
grandi multinazionali tecnologiche dall'altra, rappresenta un'occasione unica
sia per i giovani sia per le imprese: la ricerca non rimarrebbe isolata e ci
sarebbe un continuo scambio tra mondo della conoscenza e mondo del lavoro.
È compatibile anche con la giusta esigenza di mantenere "verde"
un'elevata parte del milione di metri quadrati dell?area. E integrabile con la
proposta di destinare una parte dell'area a esigenze di impianti wellness a
finalità collettiva, oltre che dei lavoratori, ricercatori e studenti impegnati
ogni giorno sull'area. Se a questo aggiungiamo la casa delle start up hi-tech,
direi che il ciclo è completo». Tutto bello e affascinante. Ma c'è un problema:
il costo d'ingresso in quell'area è di 340 milioni di euro. A cui si aggiungono
i costi per la Statale. Chi può essere in grado di affrontare un'impresa del genere?
«Trovo positivo che la Regione con il presidente Roberto Maroni abbia dato la
sua disponibilità a non pretendere la restituzione dei soldi che ha messo
nell'acquisire i terreni. C'è poi l'interesse delle grandi multinazionali
pronte a trasferirsi in uno spazio del genere e delle stesse banche che
finanziano le start up. Secondo me, la soluzione finanziaria si trova. C'è la
sensibilità del governo molto attento al futuro delle aree Expo. E potrebbe
esserci anche l'Europa con il piano Juncker. Ma sarebbe sbagliato ragionare in
questi termini». Perché?«Perché il tema è tutto politico. Non bisogna
subordinare la fattibilità alla sfera finanziaria, ma partire dal progetto e
operare una scelta strategica. Le idee non si delegano mai. E non si deve
invertire l'ordine dei fattori: prima ci vuole una decisione politica di
indirizzo. E a quel punto si lavora sulla fattibilità economica seguendo tutti
i criteri di trasparenza necessari».C'è il tempo?«Occorre scegliere e decidere
al più presto: Comune di Milano, Regione Lombardia e Fiera di Milano devono
accelerare i tempi, ed evitare un percorso a ostacoli fatto di affidamenti di
gare per consulenti volti a selezionare ancora mere ipotesi. Chiediamo che la
scelta di fondo della destinazione sia sin d'ora assunta dalla politica,
insieme alle imprese e alle Università di Milano».
Giannattasio Maurizio
corriere della sera
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