lunedì 5 aprile 2021

6 aprile - da Slai Cobas sc Taranto: Ancora sugli indecenti e grotteschi provvedimenti di sospensione di ArcelorMittal

 

Lo Slai Cobas sc esprime la sua solidarietà agli operai sospesi per aver pubblicato su Facebook, un post che invitata alla visione della fiction ‘Svegliati amore mio’. Le sospensioni devono essere subito revocate e gli operai devono tornare al lavoro!

La decisione di AM se non fosse pericolosa sarebbe grottesca, da consigliare il ricovero in manicomio.

Essa è totalmente illegittima, viola la libertà di espressione, anche critica, delle persone - anche se i lavoratori avessero scritto critiche, denunce verso AM, dov'è il reato? Esse sarebbero state pienamente legittime! Gli operai hanno il dovere di rispettare il contratto con l'azienda (fino a quando non è la stessa azienda a violarlo), ma non hanno alcun dovere di non esprimere opinioni, denunce sull'azienda. Non stiamo in una monarchia!

Ma i dirigenti di AM non hanno altro da fare che leggere nei facebook dei lavoratori?

AM vuole imporre una dittatura padronale in fabbrica che però, sembra forte, ma si poggia su un terreno di argilla. Se basta un post per ledere la sua immagine, primo, sappia ArcelorMittal che la sua "immagine" è ampiamente già lesa per ciò che quotidianamente fa e non sarà certo una fiction (tra l'altro a nostro parere un pò modesta) ad aumentare una realtà di sfruttamento, di attacco ai diritti, di mancati impegni ambientali che è sotto gli occhi di tutti, nè ad aumentare la preoccupazione dei lavoratori e abitanti dei quartieri; secondo vuol dire che anche un lieve commento può nuocergli?

Allora, se tanto ci dà tanto, perchè non nuocergli realmente con una protesta e lotta seria? 

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Ripportiamo i commenti di Usb e Fiom Cgil, che con due differenti comunicati, contestano la decisione di ArcelorMittal di sospendere i lavoratori; ma invece di chiamare gli operai a protestare contro questa assurda repressione, che oggi colpisce 5 di loro domani può colpire tutti, si rivolgono, soprattutto l'Usb, al governo, a Giorgetti del Mise... che stanno comunque dalla parte dei padroni!

Usb: “Più che fabbrica dell’acciaio, ci sembra la fabbrica delle menzogne”

“Non corrisponde al vero quanto contenuto nella nota diffusa da ArcelorMittal in merito alla vicenda della sospensione dei lavoratori per lo screenshot relativo alla fiction ‘Svegliati Amore Mio’. L’azienda prova, anche in maniera goffa e maldestra, a difendersi sostenendo di non aver contestato la condivisione della serie Tv, ma «affermazioni di carattere lesivo e minaccioso» che i dipendenti avrebbero fatto. Possiamo certamente dire invece che hanno unicamente condiviso lo screenshot senza esprimere alcun parere né negativo, né positivo in merito alla gestione dell’acciaieria. Tale falsità si evince facilmente leggendo la contestazione disciplinare che alleghiamo. A quanto pare un’abitudine per la multinazionale che, non molto tempo fa, ha accusato un altro lavoratore, Graziano Zingariello, di aver posto in essere un comportamento di fatto non assunto. A dimostrarlo una sentenza del giudice del lavoro che ha condannato ArcelorMittal proprio di recente al reintegro del lavoratore e al pagamento delle mensilità relative al periodo in cui ingiustamente sospeso dall’attività lavorativa. Corre l’obbligo per noi ribattere e rimandare al mittente le ultimissime accuse di falsità: a testimoniarlo i documenti. Nelle prossime ore annunceremo le iniziative da intraprendere a tutela dei diritti dei lavoratori e dei cittadini”.

Fiom Cgil: “La città attende riconversione ambientale”

“Ha davvero dell’incredibile quanto accaduto in questi giorni ad alcuni lavoratori dello stabilimento siderurgico di Taranto, i quali si sono visti recapitare una raccomandata da parte di ArcelorMittal con all’interno una contestazione disciplinare. Infatti, l’azienda ha contestato ai lavoratori l’invito, citando testualmente il post condiviso sui social, a guardare la mini serie ‘Svegliati Amore mio’ sostenendo che gli stessi avrebbero utilizzato espressioni gravemente lesive dell’immagine e della reputazione aziendale. Come se l’immagine e la reputazione aziendale non fossero già fortemente compromessi da una cattiva gestione aziendale che ha generato fratture insanabili con la città, con i lavoratori di ArcelorMittal e del mondo dell’appalto. Basti pensare a quanto accaduto durante la gestione dell’amministratore delegato Morselli che non si è risparmiata a creare e diffondere tensioni tra i lavoratori, utilizzandoli come arma di ricatto nei confronti del governo affinché Invitalia procedesse a dare seguito all’accordo del 10 dicembre sottoscrivendo e versando un aumento di capitale di euro 400 milioni di euro. Qualcuno ha mai chiesto ai lavoratori ex Ilva qual è il proprio stato d’animo? Come hanno vissuto questi lunghi 9 anni? Dal sequestro preventivo degli impianti del 26 luglio 2012, ai 13 decreti salva Ilva, alla sentenza della corte costituzionale del 2013, ai continui rinvii del piano ambientale e al mancato rispetto dell’accordo ministeriale del 6 settembre 2018 sembra di ritornare sempre alla casella di ripartenza come nel gioco dell’oca. Il tempo passa inesorabilmente, in un clima di incertezza per il futuro di migliaia di lavoratori e di una città stanca di attendere un serio piano di riconversione ambientale che possa traguardare obiettivi chiari e concreti per superare le difficoltà che il territorio ionico porta con sé da molti anni. Pertanto, l’invito che rivolgiamo all’amministratore delegato è quello di ascoltare quei lavoratori per comprendere lo stato d’animo di chi vive la fabbrica e soprattutto dell’incertezza di un futuro che dia risposte sia dal punto di vista occupazionale che ambientale per la città di Taranto. L’ascolto e la partecipazione devono prevalere alle forme di repressione, soprattutto se si vuole gestire uno stabilimento di una complessità unica. Infine chiediamo al governo di intervenire con misure e risorse straordinarie, a partire dall’inevitabile intervento pubblico per cambiare finalmente passo e avviare una transizione ecologica che tenga insieme ambiente, salute e lavoro”.

ArcelorMittal: “Operai sospesi per denigrazione azienda"

La multinazionale interviene con una nota ufficiale sulle polemiche di queste ore sulla sospensione di alcuni lavoratori per post su Facebook

Redazione Corriere di Taranto

pubblicato il 03 Aprile 2021, 13:45

ArcelorMittal Italia interviene con una nota stampa ufficiale sul caso dei lavoratori sospesi, dopo aver condiviso sul social network Facebook, un post che invitata alla visione della fiction in onda in queste settimane su Canale 5, ‘Svegliati amore mio’. La storia, cha racconta di una donna coraggio che dopo la malattia della figlia si schiera contro la fabbrica inquinante in cui lavora il marito, ricorda molto da vicino le vicende dell’ex Ilva di Taranto. Così come quella di molte altre industrie presenti sul territorio italiano. Del resto, gli stessi autori, a domanda diretta hanno sempre risposto che il personaggio femminile interpretato da Sabrina Ferilli è reale, trattandosi di una donna calabrese conosciuta da Simona Izzo e Ricky Tognazzi durante un viaggio in treno. E che la storia è ambientata nel 2002, perché la iniziarono a scrivere in quegli anni. La notizia della sospensione di alcuni lavoratori, ha creato e sta creando nelle ultime ore moltissime polemiche. ArcelorMittal nella sua nota sottolinea di “riconoscere e rispettare la rilevanza artistica e sociale dell’industria del cinema e della televisione, così come di ogni altra forma di espressione artistica e culturale”. In merito alle notizie circolate sulla stampa e in rete in queste ore, riguardanti la contestazione disciplinare e sospensione cautelativa di due dipendenti dello stabilimento siderurgico di Taranto, precisa “che tali provvedimenti sono stati adottati non per aver commentato la fiction “Svegliati amore mio”, ma per aver denigrato l’azienda stessa e il suo management, anche attraverso affermazioni di carattere lesivo e minaccioso”. L’azienda, conclude la nota, “deplora la distribuzione di notizie false e non verificate che a loro volta possano lederne l’immagine ma soprattutto procurare allarme e sconcerto nei lavoratori e nella popolazione”.


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