Mercoledì 11 gennaio a Bertinoro – all’interno del seminario pubblico sulle morti sul lavoro organizzato dalla «Rete Nazionale Lavoro Sicuro» – è stato fatto circolare il seguente documento.
Continuano le stragi in agricoltura nei territori cesenati. Fra incidenti gravi e decessi, fra lavoratori professionali e molti “occasionali” (tanti gli anziani già in pensione) i numeri sono impressionanti. Questa è la storia dell‘ultima morte nei campi agricoli intorno a Cesena.
Giovedì 22 dicembre 2022 è deceduto Vittorio Prati (di 85 anni) che stava lavorando da solo col trattore, raccogliendo legna da ardere in un fondo agricolo vicino alla propria casa, a Pievesestina di Cesena. L’uomo in pensione era stato professore di estimo ed economia. La figlia non aveva sue notizie da 24 ore. I contorni di quanto accaduto a Vittorio Prati sarebbero questi:
• con il trattore avrebbe tentato di estirpare dal terreno un vecchio e pesante tronco;
• il tronco gli sarebbe crollato addosso, urtandolo e ferendolo;
• ma l‘ex professore avrebbe comunque proseguito la raccolta della legna da ardere;
• poi sarebbe andato giù dal proprio trattore, avrebbe trainato il pesante ceppo di albero per alcuni metri, accusando un malore.
Questo tragico evento di Pievesestina di Cesena ha una peculiarità ben precisa: il contesto è quello che si definisce “lavoro in isolamento / solitario”, appunto il lavorare in solitudine con gravi difficoltà di lanciare allarmi e chiedere soccorso in caso di necessità. Da diversi anni abbiamo richiamato gli amministratori locali a farsi parte attiva adottando una strategia per la prevenzione, rivolta ai lavoratori agricoli e ai pensionati, coinvolgendo anzitutto le diverse associazioni di categoria e i sindacati. Diventano necessarie alcune riflessioni e proposte sulla sicurezza in agricoltura, Amarezza e dolore non bastano. Noi firmatari lanciamo una proposta chiara e fattibile: tutti gli addetti in agricoltura (lavoratori e pensionati) devono avere in dotazione strumenti tecnologici per comunicare pericoli e/o allarmi in modo veloce e automatico. Il lavoro in isolamento vuol dire mancanza di sorveglianza diretta da parte di altre persone. La proposta che lanciamo è molto concreta: tutte le persone che lavorano da sole devono avere in dotazione strumenti tecnologici per comunicare eventuali emergenze in modo veloce e automatico, assolvendo all‘idea di “massima sicurezza tecnologicamente fattibile“. Attraverso i dispositivi da tempo in commercio, chiamati “uomo a terra”, è possibile inviare automaticamente segnalazioni (con la propria posizione geografica) quando la persona si trovi a terra oppure risulti immobile per un tempo prolungato. Così si potrebbero migliorare le tempistiche del soccorso. Lanciamo con forza questa proposta. Ci aspettiamo adesioni ma anche nuove proposte e poi un concreto agire.
(*) Davide Fabbri è blogger indipendente e referente di Cesena della «Rete Nazionale Lavoro Sicuro»
PRIME FIRME
Daniele Barbieri, blogger di Imola
Vito Totire, medico del lavoro di Bologna
PER ADESIONI:
Whatsapp 333.1296915 oppure #000080;">davidefabbriblogger@gmail.com
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