venerdì 20 gennaio 2023

20 gennaio - info: PARIGI: DECINE DI MIGLIAIA IN PIAZZA CONTRO LA RIFORMA DELLE PENSIONI

 

Parigi molte decine di migliaia di persone sono scese in piazza nel pomeriggio di sabato 21 gennaio contro la riforma delle pensioni rilanciata dal governo Macron. Un corteo immenso, chiamato dalle organizzazioni giovanili e studentesche cui si sono uniti movimenti, partiti della sinistra e sindacati. Il consueto schieramento massiccio di polizia segue il corteo e non sono mancati momenti di scontro con la testa della manifestazione, composta da Gilets Jaunes, collettivi antifascisti, precarie e precari, realtà di movimento. La polizia ha tentato di spaccare il corteo, dividendo la testa dal resto. Tentativo respinto dalle e dai manifestanti.

La nuova riforma delle pensioni prevede l’allungamento da 62 a 64 anni dell’età pensionabile come principale provvedimento, oltre a ridurre i regimi previdenziali speciali per una serie di grandi realtà (dalle Ferrovie alla società di gas ed energia), con contestuale riduzione delle tutele per i lavori usuranti.

e una breve cronaca della giornata del 19

La Francia contro il massacro sulle pensioni….

Cronache di una giornata di mobilitazione tratte da Mediapart

Il 19 gennaio a Parigi 400 mila manifestanti. Anche Le Monde riconosce che “c’è stata una mobilitazione sindacale eccezionale per una giornata test“. Otto principali sindacati e cinque movimenti rappresentanti i giovani hanno partecipato insieme e in massa, fatto che non si vedeva da molto tempo. Per la seconda volta da quando è al potere (2017), Emmanuel Macron sta affrontando una sfida molto forte. Dopo le manifestazioni – di fine 2019 e inizio 2020 – contro il suo piano pensionistico universale, definitivamente abbandonato, è l’innalzamento dell’età pensionabile legale a 64 anni a sollevare venti contrari di rara intensità (ma 43 anni di contributi!!!).
Questa prima giornata nazionale di azione era stata già preannunciata molto popolare “con numeri che si avvicinano al milione” (mercoledì sera su TMC l’ha detto Laurent Berger, il segretario generale della CFDT). “Siamo a un livello di mobilitazione molto alto“, ha detto Philippe Martinez, il leader della CGT, poco prima di entrare nel corteo. E il governo già sa che: “Sarà un giovedì duro” (Clément Beaune, ministro delegato ai trasporti). Un fronte sindacale così ampio e affiatato non si vedeva da molto tempo.

La data di giovedì 19 gennaio non è stata scelta a caso. L’intersindacale ha voluto iniziare subito la battaglia per non farsi prendere alla sprovvista da un iter legislativo svolto a pieno ritmo.
Poiché le misure sono incluse in un disegno di legge di modifica del finanziamento previdenziale, i dibattiti parlamentari possono svolgersi in tempi relativamente brevi: venti giorni al massimo in Parlamento, l’adozione definitiva del testo è prevista per fine marzo. Le organizzazioni dei lavoratori stanno quindi cercando di ancorare la sfida prima dell’inizio delle discussioni in Parlamento.
A Parigi, l’inizio della sfilata arriva a Place de la Nation (a circa 2,5 km da Bastiglia e 4,2 da Chatelet). Dopo che la manifestazione è stata ripresa, dopo alcuni incidenti intorno a Place de la Bastille, la testa principale è arrivata a Place de la Nation, dove erano già ammassati diversi altri manifestanti (in particolare dalla CFDT e dalla CFTC) dopo aver preso un percorso alternativo via Boulevard Voltaire. Non ci sono scontri da segnalare e per ora la presenza della polizia è molto discreta.
Forte partecipazione nelle città delle diverse regioni, eccezionalmente alta nelle città di medie dimensioni.
A mezzogiorno, l’intersindacale nazionale che ha indetto una giornata di manifestazione contro la riforma delle pensioni il 19 gennaio ha saputo di aver vinto la sua scommessa: le prime manifestazioni che si sono svolte questa mattina in molte città e metropoli regionali sono state seguite in maniera massiccia. La stampa regionale parla di mobilitazioni eccezionali, rare da anni, di piazze affollate, di percorsi straripanti, data la mole della folla. Come di consueto, i dati di partecipazione forniti dalle prefetture differiscono da quelli dichiarati dai sindacati. Ma anche le autorità prefettizie notano un fortissimo aumento del numero dei partecipanti per questa prima giornata di mobilitazione, rispetto alle manifestazioni contro la riforma delle pensioni del 2019.
Nei capoluoghi di regione l’affluenza è stata particolarmente forte: 38.000 persone a Lione, secondo i sindacati (23.000 secondo la prefettura); 50.000 a Tolosa (36.000 secondo il conteggio della polizia); 60.000 persone a Bordeaux (16.000 secondo la polizia); 40.000 a Nantes (26.000 secondo la polizia); 25.000 a Rennes (17.000 secondo la polizia); 25.000 a Montpellier (15.000 secondo la polizia); 30.000 a Clermont-Ferrand (19.000 secondo la polizia). Marsiglia si distingue ancora una volta per il suo gusto per l’iperbole, l’intersindacale che rivendica 150.000 manifestanti, quando le autorità dicono di averne contati 26.000, che è già considerevole. Ma il segnale più forte arriva dalle città di medie dimensioni. L’affluenza alle proteste è stata eccezionalmente alta e sembrava aver colto tutti di sorpresa. I conti stabiliti dai sindacati e dalle autorità prefettizie differiscono poco. Nei cortei insegnanti, dipendenti pubblici, impiegati delle poste si sono incontrati con artigiani, commercianti, personale sanitario per opporsi alla riforma delle pensioni, nota la stampa regionale.
Ad Alençon (Orne), più di 5.000 persone hanno manifestato questa mattina contro il rinvio dell’età pensionabile a 64 anni. A Périgueux (Dordogna), secondo il conteggio Sud Ouest, erano più di 8.500. A Valenciennes (Nord), il numero dei manifestanti ha superato gli 8000. Ad Angoulême (Charente), 12.000 persone si sono riunite per protestare contro la riforma delle pensioni, come ad Alès (Gard). Queste altissime partecipazioni evidenziano un malessere molto più profondo di quanto chi è al potere sembra aver previsto. Seguono la scia dei tassi di scioperanti dati dalla pubblica amministrazione, dalla Pubblica Istruzione, dalle aziende pubbliche come EDF o SNCF, ma anche dalle aziende private, anch’essi molto più alti rispetto al 2019.


 

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