mercoledì 17 settembre 2025

17 settembre - info solidale: Sudd cobas Prato Firenze , Montemurlo - L’ALBA SRL: VIOLENTA AGGRESSIONE AGLI OPERAI IN SCIOPERO

La titolare della fabbrica che distrugge i gazebi del presidio sindacale e prende a pugni e calci gli operai. Poi una macchina con dentro persone arrivate per picchiare gli operai dell'Alba Srl in sciopero a difesa dei loro posti di lavoro e dei loro diritti. Un lavoratore è rimasto a terra dopo essere stato colpito più volte. L’hanno dovuto portare via in ambulanza.

Ad un anno dall'assalto a bastonate al presidio di Seano, ancora scene di violenza contro chi esercita il diritto di sciopero.

Gli operai presi a cazzotti non lavorano per una confezione cinese, ma cuciono e stirano capi di abbigliamento di importanti brand della moda, quelli che in negozio arrivano a costare quanto un loro stipendio.

Diritti negati, società che chiudono e riaprono sotto altri nomi e violenza contro chi protesta: succede questo nella giungla di appalti e subappalti della moda Made In Italy.

I brand committenti non pensino di essere estranei. Quello che è accaduto all'Alba Srl li riguarda direttamente.

Prato non può più essere la citta dei diritti negati e della violenza contro chi sciopera.

Facciamo appello a tutta la cittadinanza, alla società civile e alle istituzioni a reagire. Siamo pronti alla mobilitazione.

e per la stampa serva diventa lite in linea con le politiche del governo al servizio dei padroni

Violenta lite al picchetto dei Sudd Cobas davanti all’azienda: la titolare colta da malore, soccorsa in codice rosso. Il sindacato: “Il territorio si ribelli alla giungla dello sfruttamento”

E' successo stamani in via delle Lame, al confine tra Prato e Montemurlo. Per riportare la calma necessario l'intervento di carabinieri, polizia e guardia di finanza. L'aggressione agli operai in sciopero da parte dei titolari de "L'Alba" dove è in corso da giorni un presidio: Le reazioni della politica

Momenti di tensione nella mattina di oggi, martedì 16 settembre, davanti all’azienda ‘L’Alba’, in via delle Lame, al confine tra Prato e Montemurlo dove da qualche giorno è in corso il picchetto del sindacato autonomo Sudd Cobas al fianco degli operai che rivendicano i loro diritti. I disordini hanno coinvolto i lavoratori in sciopero e la proprietà dell’azienda intenzionata a sciogliere il picchetto. Sono volati pugni e alla fine il bilancio parla di due persone finite all’ospedale: uno degli operai e la titolare della ditta soccorsa in codice rosso per un malore.

Qui siamo nella filiera dei brand della moda – le parole di Francesca Ciuffi di Sudd Cobas – qui si producono capi che arrivano a costare anche un mese di stipendio di un operaio. A un anno dalle aggressioni di Seano, di nuovo vediamo scene di violenza e aggressione contro chi sciopera per difendere i propri diritti”.
Sul posto le ambulanze della Croce d’Oro e i carabinieri in forze, con l’ausilio di polizia e guardia di finanza, per riportare la calma. Entrambe le parti ora potranno presentare querele ai carabinieri e sulla base di questi si svolgeranno ulteriori accertamenti. Francesca Ciuffi ha denunciato quando accaduto: “Distrutto il presidio sindacale e preso a pugni un operaio – le sue parole – Prato deve dire basta alla violenza contro i lavoratori, basta ai subappalti selvaggi, basta alla giungla di sfruttamento che sta distruggendo il territorio”.


Il sindacato da anni si batte contro lo sfruttamento nelle fabbriche del distretto. Una battaglia fatta di picchetti, di presidi, di tende montate fuori dai capannoni per passare le notti e di gazebo sotto i quali ripararsi dal sole o dalla pioggia, a seconda delle necessità, perché non ci sono mai pause e le proteste vanno avanti h24 sino al riconoscimento dei diritti che sono principalmente turni di lavoro di otto ore al giorno per cinque giorni a settimana, ferie, malattia, permessi.
Appello alla città a stringersi attorno agli operai de ‘L’Alba’: “Noi siamo pronti alla mobilitazione e chiediamo che tutti vengano a sostenere le nostre ragioni”. Appello anche ai brand della moda: “Devono controllare come si lavora nella loro filiera – conclude Francesca Ciuffi – chiameremo in causa anche loro perché li riteniamo responsabili di queste situazioni”.

LE REAZIONI – Tra le reazioni ai fatti di stamani quella del deputato del Pd Marco Furfaro: “È inaccettabile che nel 2025 in Italia chi sciopera per i propri diritti venga preso a botte – dice -. Non può esistere che il Made in Italy si regga sulla precarietà, sugli appalti senza regole e sulla violenza contro chi lavora. Chiediamo chiarezza immediata, individuazione delle responsabilità e controlli rigorosi. Anche e soprattutto a tutela di chi ogni giorno lavoro rispettando le regole e la dignità delle persone. Il distretto di Prato è un simbolo di lavoro e dignità, non un far west dove chi protesta viene picchiato”.
Il segretario provinciale del Pd 
Marco Biagioni aggiunge: “I lavoratori rivendicavano semplicemente condizioni di lavoro dignitose – scrive -: otto ore al giorno, ferie regolari, malattia e permessi. Diritti elementari che in un Paese civile dovrebbero essere garantiti a tutti. La mia piena solidarietà va agli operai aggrediti e ai SuddCobas. Siamo di fronte a un episodio inaccettabile che necessita di una risposta a fianco di chi è sfruttato e ha il coraggio di lottare. Prato non può essere il luogo dove chi protesta viene aggredito”.
Il sindaco del Comune di Montemurlo 
Simone Calamai, anche nella sua veste di presidente della Provincia di Prato, nel pomeriggio si è recato al presidio di via delle Lame nel Comune di Prato – al confine con Montemurlo- per esprimere vicinanza e solidarietà ai lavoratori: “La violenza è sempre inaccettabile e tutti i comportamenti che non siano rispettosi del lavoro e dei diritti delle persone sono da condannare e da perseguire con forza – dice -. L’aggressione di stamattina è stato un episodio bruttissimo che noi, in alcun modo, non possiamo tollerare sul territorio. Oltre a quella che è la vertenza sindacale in corso, anche noi cercheremo, di nostra iniziativa, di chiarire alcuni degli aspetti della vicenda a partire dai rapporti tra questa azienda e alcuni suoi committenti. Faremo tutto il possibile per dare sostegno alla lotta di questi lavoratori, che non chiedono nient’altro che il rispetto del contratto di lavoro, ottenuto dopo una dura lotta sindacale, e il mantenimento del loro posto di lavoro. Chiediamo il rispetto dei diritti e dei contratti di lavoro”.
Ferma condanna anche da parte della Cgil di Prato. “Assolutamente inaccettabile che si aggrediscano lavoratori in lotta per i loro diritti – dice il segretario generale 
Daniele Gioffredi – E’ soprattutto intollerabile che continuino nel distretto tessile azioni violente contro lavoratori che hanno il solo torto di reclamare condizioni di lavoro dignitose, di protestare contro forme odiose di sfruttamento, di rivendicare giusti compensi, di chiedere orari di lavoro rispettosi delle persone. Sono situazioni che troppo spesso si manifestano frequentemente nel distretto tessile. Anche di recente ci sono state cause e denunce da parte della Cgil, grazie a lavoratori che avevano trovato il coraggio di rendere noti stati produttivi che non possono essere in alcun modo giustificati. Una piaga, quella dello sfruttamento, da debellare, che richiede l’impegno di tutto il sistema socio-economico pratese”.
“Questa è la violenza – dice 
Marco Grimaldi vicecapogruppo dei deputati di Alleanza Verdi Sinistra – che da anni subisce chi alza la testa nel distretto della moda toscano. Caporalato nel cuore del Made in Italy che denunciamo da troppo tempo nel silenzio totale del governo. I brand committenti non voltino lo sguardo fingendosi estranei”. Intervengono anche Marco Chiti, Rosa Barnaba, Eva Santini e Fabio Lupetti, candidati di Potere al Popolo per Toscana Rossa: “Sono sempre i lavoratori a pagare il prezzo più alto – dicono -: e quando trovano il coraggio di difendere i propri diritti, spesso subiscono la repressione padronale, indipendentemente dalla nazionalità di chi li sfrutta. È contro questo sistema che ci battiamo come lavoratori, studenti e disoccupati”. Condanna per l’aggressione anche dal centrodestra con l’ex assessore Aldo Milone: “Ho combattuto per anni lo sfruttamento dei lavoratori da parte di aziende cinesi e quindi non ho mai tollerato questo grave fenomeno – dice -, ricevendo soltanto un silenzio assordante e venendo etichettato come “razzista”. Non è certo questo il modo, se i titolari dell’azienda avessero un minimo di ragione, di farla valere. Sono delle violenze che condanno con fermezza. E lo dice uno che ha combattuto in prima persona questo fenomeno mentre sindacati e partiti di sinistra facevano finta di non vedere o non voler vedere”.Condanna per l’aggressione anche da parte di Sinistra civica ecologista Prato che esprime piena solidarietà ai lavoratori: “È necessario che tutta la città democratica si unisca contro questo fenomeno di violente aggressioni e di sfruttamento nei confronti dei lavoratori e del loro sindacato”.



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