La titolare della fabbrica che distrugge i gazebi del presidio sindacale e prende a pugni e calci gli operai. Poi una macchina con dentro persone arrivate per picchiare gli operai dell'Alba Srl in sciopero a difesa dei loro posti di lavoro e dei loro diritti. Un lavoratore è rimasto a terra dopo essere stato colpito più volte. L’hanno dovuto portare via in ambulanza.
Ad un anno dall'assalto a bastonate al presidio di Seano, ancora scene di violenza contro chi esercita il diritto di sciopero.
Gli operai presi a cazzotti non lavorano per una confezione cinese, ma cuciono e stirano capi di abbigliamento di importanti brand della moda, quelli che in negozio arrivano a costare quanto un loro stipendio.
Diritti negati, società che chiudono e riaprono sotto altri nomi e violenza contro chi protesta: succede questo nella giungla di appalti e subappalti della moda Made In Italy.
I brand committenti non pensino di essere estranei. Quello che è accaduto all'Alba Srl li riguarda direttamente.
Prato non può più essere la citta dei diritti negati e della violenza contro chi sciopera.
Facciamo appello a tutta la cittadinanza, alla società civile e alle istituzioni a reagire. Siamo pronti alla mobilitazione.
e per la stampa serva diventa lite in linea con le politiche del governo al servizio dei padroni
Violenta lite al picchetto dei Sudd Cobas davanti all’azienda: la titolare colta da malore, soccorsa in codice rosso. Il sindacato: “Il territorio si ribelli alla giungla dello sfruttamento”
E' successo stamani in via delle Lame, al confine tra Prato e Montemurlo. Per riportare la calma necessario l'intervento di carabinieri, polizia e guardia di finanza. L'aggressione agli operai in sciopero da parte dei titolari de "L'Alba" dove è in corso da giorni un presidio: Le reazioni della politica
Momenti di tensione nella mattina di oggi, martedì 16 settembre, davanti all’azienda ‘L’Alba’, in via delle Lame, al confine tra Prato e Montemurlo dove da qualche giorno è in corso il picchetto del sindacato autonomo Sudd Cobas al fianco degli operai che rivendicano i loro diritti. I disordini hanno coinvolto i lavoratori in sciopero e la proprietà dell’azienda intenzionata a sciogliere il picchetto. Sono volati pugni e alla fine il bilancio parla di due persone finite all’ospedale: uno degli operai e la titolare della ditta soccorsa in codice rosso per un malore.
“Qui siamo nella filiera dei
brand della moda – le parole di Francesca
Ciuffi di
Sudd Cobas – qui si producono capi che arrivano a costare anche un
mese di stipendio di un operaio. A un anno dalle aggressioni di
Seano, di nuovo vediamo scene di violenza e aggressione contro chi
sciopera per difendere i propri diritti”.
Sul posto le ambulanze
della Croce d’Oro e i carabinieri in forze, con l’ausilio di
polizia e guardia di finanza, per riportare la calma. Entrambe le
parti ora potranno presentare querele ai carabinieri e sulla base di
questi si svolgeranno ulteriori accertamenti. Francesca Ciuffi ha
denunciato quando accaduto: “Distrutto il presidio sindacale e
preso a pugni un operaio – le sue parole – Prato deve dire basta
alla violenza contro i lavoratori, basta ai subappalti selvaggi,
basta alla giungla di sfruttamento che sta distruggendo il
territorio”.
Il sindacato da anni si batte contro lo sfruttamento nelle fabbriche del distretto. Una battaglia fatta di picchetti, di presidi, di tende montate fuori dai capannoni per passare le notti e di gazebo sotto i quali ripararsi dal sole o dalla pioggia, a seconda delle necessità, perché non ci sono mai pause e le proteste vanno avanti h24 sino al riconoscimento dei diritti che sono principalmente turni di lavoro di otto ore al giorno per cinque giorni a settimana, ferie, malattia, permessi.
Appello alla città a stringersi attorno agli operai de ‘L’Alba’: “Noi siamo pronti alla mobilitazione e chiediamo che tutti vengano a sostenere le nostre ragioni”. Appello anche ai brand della moda: “Devono controllare come si lavora nella loro filiera – conclude Francesca Ciuffi – chiameremo in causa anche loro perché li riteniamo responsabili di queste situazioni”.
LE
REAZIONI –
Tra le reazioni ai fatti di stamani quella del deputato del Pd Marco
Furfaro:
“È inaccettabile che nel 2025 in Italia chi sciopera per i propri
diritti venga preso a botte – dice -. Non può esistere che il Made
in Italy si regga sulla precarietà, sugli appalti senza regole e
sulla violenza contro chi lavora. Chiediamo chiarezza immediata,
individuazione delle responsabilità e controlli rigorosi. Anche e
soprattutto a tutela di chi ogni giorno lavoro rispettando le regole
e la dignità delle persone. Il distretto di Prato è un simbolo di
lavoro e dignità, non un far west dove chi protesta viene
picchiato”.
Il segretario provinciale del Pd Marco
Biagioni aggiunge:
“I lavoratori rivendicavano semplicemente condizioni di lavoro
dignitose – scrive -: otto ore al giorno, ferie regolari, malattia
e permessi. Diritti elementari che in un Paese civile dovrebbero
essere garantiti a tutti. La mia piena solidarietà va agli operai
aggrediti e ai SuddCobas. Siamo di fronte a un episodio inaccettabile
che necessita di una risposta a fianco di chi è sfruttato e ha il
coraggio di lottare. Prato non può essere il luogo dove chi protesta
viene aggredito”.
Il sindaco del Comune di Montemurlo Simone
Calamai,
anche nella sua veste di presidente della Provincia di Prato, nel
pomeriggio si è recato al presidio di via delle Lame nel Comune di
Prato – al confine con Montemurlo- per esprimere vicinanza e
solidarietà ai lavoratori: “La violenza è sempre inaccettabile e
tutti i comportamenti che non siano rispettosi del lavoro e dei
diritti delle persone sono da condannare e da perseguire con forza –
dice -. L’aggressione di stamattina è stato un episodio
bruttissimo che noi, in alcun modo, non possiamo tollerare sul
territorio. Oltre a quella che è la vertenza sindacale in
corso, anche noi cercheremo, di nostra iniziativa, di chiarire
alcuni degli aspetti della vicenda a partire dai rapporti tra questa
azienda e alcuni suoi committenti. Faremo tutto il possibile per
dare sostegno alla lotta di questi lavoratori, che non chiedono
nient’altro che il rispetto del contratto di lavoro, ottenuto dopo
una dura lotta sindacale, e il mantenimento del loro posto di lavoro.
Chiediamo il rispetto dei diritti e dei contratti di lavoro”.
Ferma
condanna anche da parte della Cgil di Prato. “Assolutamente
inaccettabile che si aggrediscano lavoratori in lotta per i loro
diritti – dice il segretario generale Daniele
Gioffredi –
E’ soprattutto intollerabile che continuino nel distretto tessile
azioni violente contro lavoratori che hanno il solo torto di
reclamare condizioni di lavoro dignitose, di protestare contro forme
odiose di sfruttamento, di rivendicare giusti compensi, di chiedere
orari di lavoro rispettosi delle persone. Sono situazioni che troppo
spesso si manifestano frequentemente nel distretto tessile. Anche di
recente ci sono state cause e denunce da parte della Cgil, grazie a
lavoratori che avevano trovato il coraggio di rendere noti stati
produttivi che non possono essere in alcun modo giustificati. Una
piaga, quella dello sfruttamento, da debellare, che richiede
l’impegno di tutto il sistema socio-economico pratese”.
“Questa
è la violenza – dice Marco
Grimaldi vicecapogruppo
dei deputati di Alleanza Verdi Sinistra – che da anni subisce chi
alza la testa nel distretto della moda toscano. Caporalato nel cuore
del Made in Italy che denunciamo da troppo tempo nel silenzio totale
del governo. I brand committenti non voltino lo sguardo fingendosi
estranei”. Intervengono anche Marco
Chiti, Rosa Barnaba, Eva Santini e Fabio Lupetti,
candidati di Potere al Popolo per Toscana Rossa: “Sono sempre i
lavoratori a pagare il prezzo più alto – dicono -: e quando
trovano il coraggio di difendere i propri diritti, spesso subiscono
la repressione padronale, indipendentemente dalla nazionalità di chi
li sfrutta. È contro questo sistema che ci battiamo come lavoratori,
studenti e disoccupati”. Condanna per l’aggressione anche dal
centrodestra con l’ex assessore Aldo
Milone:
“Ho combattuto per anni lo sfruttamento dei lavoratori da parte di
aziende cinesi e quindi non ho mai tollerato questo grave fenomeno –
dice -, ricevendo soltanto un silenzio assordante e venendo
etichettato come “razzista”. Non è certo questo il modo, se i
titolari dell’azienda avessero un minimo di ragione, di farla
valere. Sono delle violenze che condanno con fermezza. E lo dice uno
che ha combattuto in prima persona questo fenomeno mentre sindacati e
partiti di sinistra facevano finta di non vedere o non voler
vedere”.Condanna per l’aggressione anche da parte di Sinistra
civica ecologista Prato che
esprime piena solidarietà ai lavoratori: “È necessario che tutta
la città democratica si unisca contro questo fenomeno di violente
aggressioni e di sfruttamento nei confronti dei lavoratori e del loro
sindacato”.

Nessun commento:
Posta un commento