giovedì 4 luglio 2013

Eni lo slai cobas aveva ragione

Fallito ieri l'incontro e la trattativa dei sindacati confederali per la
questione dell'appalto ENI e il rientro dei 31 lavoratori licenziati. Una
delle ditte non si è presentata e non era presente neanche la direzione
dell'ENI (fondamentale in questa vertenza). Il tutto rinviato ai primi di
luglio, ma in realtà è tutto in alto mare, perchè le ditte non hanno dato
affatto assicurazioni sugli operai da assumere, e, anzi, hanno fatto un
deciso passo indietro anche rispetto al già vergognoso impegno generico dato
nei giorni scorsi e che ha portato subito cgil, cisl, uil, a considerarlo
sufficiente per chiudere la lotta.



Di fatto si confermano pienamente tutte le denunce che su quella chiusura
della lotta aveva fatto lo Slai cobas e la RSA di una delle ditte
dell'appalto, la Rendelin.
Quel preaccordo non garantiva affatto la riassunzione di tutti i lavoratori
della De Pasquale e della Rendelin, ma solo l'istituzione di un generico
"bacino" a cui molto gradualmente le nuove Ditte dovrebbero attingere,
quando e come a loro serve, secondo le proprie necessità, facendo comunque
passare i lavoratori sotto le "forche caudine" di colloqui, che non possono
che avere carattere ricattatorio verso gli operai, discriminatorio e
penalizzante; in più le nuove assunzioni dovrebbero essere a termine e con
perdita dei livelli e diritti acquisiti.
Avevamo già detto che questo preaccordo costituisce poi un pericoloso
precedente per tutto l'appalto, per tutti i lavoratori in futuro, che non
avrebbero più l'automaticità come in passato della continuità del lavoro nei
cambi di appalto, con tutti i diritti e livelli acquisiti, perchè ogni ditta
subentrante invocherebbe anche per sè la convenienza di prendere solo alcuni
operai dal bacino e nelle condizioni peggiori.

Ora, chiaramente, le ditte ottenuta una grande mano da cgil, cisl e uil, non
gli basta e, in combutta con l'ENI, vogliono il braccio!
Certo, ora, il prefetto fa un altro "comunicato" per sollecitare, ma guai a
fare qualcosa di più, a imporre il rispetto di norme e contratti e dei
lavoratori!
La tenuta fuori dagli incontri dello Slai cobas, da parte dell'Eni, del
prefetto, e voluta soprattutto dai sindacati confederali, era per non avere
chi si sarebbe sin dai giorni scorsi opposto a quel vergognoso preaccordo, e
chi avrebbe detto la verità agli operai e chiamati a non fermare la lotta.
Ora i fatti mostrano che lo Slai cobas aveva ragione e tutti gli altri
ingannavano gli operai.

Ora è tempo che gli operai aprano gli occhi.
MARTEDI' 2 LUGLIO ALLEORE 17,30 LO SLAI COBAS CONVOCA UNA RIUNIONE IN SEDE,
VIA RINTONE, 22, DEGLI OPERAI LICENZIATI E DI TUTTI GLI OPERAI DELL'APPALTO
ENI.

Noi avevamo detto che aspettavamo il 27, dopodicchè, se nulla di positivo
c'era per gli operai, occorreva e occorre riprendere la lotta, con lo
sciopero e i blocchi.
Il blocco del varco 2, breve e solo di rallentamento dei camion, aveva fatto
accorrere Eni e Prefetto, stampa e Tv. Bene, ora è questa forma di lotta che
deve essere ripresa se si vogliono ottenere reali risultati e non altri
rinvii e prese in giro!

SLAI COBAS per il sindacato di classe

28.6.13

PS. Anche noi rispettiamo il lutto del direttore dell'Eni, anche noi abbiamo
mandato le nostre condoglianze, ma, primo, questo non giustifica l'assenza
ieri al tavolo dell'Eni - gli operai sono umani ma dove sta l'umanità
dell'azienda? Secondo,c'è da dire che non abbiamo mai visto un direttore di
una grande azienda mandare telegrammi per la morte di un familiare di un
operaio, ma spesso neanche per la morte dell'operaio..

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