giovedì 4 luglio 2013

lettera del movimento femminista proletario rivoluzionario agli operai per il 6 luglio


Perchè gli operai devono e hanno interesse come classe ad appoggiare la
mobilitazione delle donne contro le uccisioni e le violenze sessuali contro
le donne.

Il 6 luglio a Roma vi sarà una importante mobilitazione delle donne contro
femminicidi e stupri che aumentano ogni giorno di più. Saranno soprattutto
donne proletarie, lavoratrici, precarie, disoccupate, come ragazze,
studentesse a dire a tutti:
Non si può continuare a far finta di niente, non si può continuare a non
fare niente.

E' un appello e anche un grido: "Basta!", una sfida a chi chiude occhi,
orecchie, bocca, ma anche un avvertimento: a questa "guerra di bassa
intensità contro le donne" dobbiamo e vogliamo rispondere con la nostra
necessaria "guerra di donne".

"124 le donne uccise in Italia nel 2012, già quasi 50 dall'inizio
dell'anno...
Gli assassini sono nella maggiorparte dei casi gli uomini più vicino alle


donne: mariti, conviventi, padri, ex fidanzati, ecc. Sono "gli uomini che
odiano le donne" - dice l'appello per il 6 luglio - "Per gelosia o per
possesso, sempre in disprezzo del nostro essere donna, chi ci uccide non
tollera la nostra autodeterminazione, non ci considera degne di rispetto,
libertà, autonomia, indipendenza... sempre più donne stuprate, sfigurate con
l'acido, molestate, oppresse, uccise, violentate e umiliate come donne, in
quanto donne...".
E' un femminicidio continuo e tale consideriamo anche lo stupro che se non
uccide fisicamente uccide spiritualmente le donne.

Le uccisioni e le morti delle donne sono paragonabili per entità, ma sono
anche di più, alle morti degli operai sul lavoro. Come a queste morti si
dedica al massimo un trafiletto di stampa anche le morti delle donne sono
niente per stampa/Tv, Stato, Governo, che invece appena muore un soldato in
Afghanistan o altrove ci riempiono la testa per giorni.
Ma come le morti operaie non succedono per caso né si possono capire
guardando al singolo infortunio, così i femminicidi e stupri non si tratta
affatto di vicende private o di maschi particolari..

Per questo diciamo a voi operai: anche se voi vi credete assolti siete lo
stesso coinvolti.
Questa guerra contro le donne è la punta di iceberg di un humus, concezioni
reazionarie, fasciste, di oppressione che sempre più vogliono coprire come
una coperta fetida e mortale tutto. Questo humus, soprattutto nei periodi di
crisi come questo, è "compagno di strada" degli attacchi ai diritti di
libertà, di emancipazione delle masse, e viene usato per far meglio passare
i peggioramenti generali delle condizioni di vita e di lavoro e schiacciare
la volontà di una società giusta, senza sfruttamento e miseria di tutti i
lavoratori e le masse popolari .
"Gli uomini che odiano le donne" sono pienamente interni a questo humus, ne
sono miseramente impregnati, e anche dove, e sono purtroppo tantissimi i
casi, gli uomini che uccidono le donne o le stuprano sono parte del campo
dei lavoratori, scaricano sulle donne un odioso quanto miserevole e falso
concetto di "proprietà", frutto anche di frustrazioni di chi in realtà come
proletari non ha nulla, se non la propria piccola squallida vita.
Sempre, anche in passato, in altri periodi storici, il grado di "civiltà"
delle donne è stato cartina di tornasole del grado di civiltà o inciviltà
dell'intera società.
Come, sempre, la ribellione e la lotta combattiva delle donne ha elevato la
coscienza delle masse popolari, dei proletari ed è diventata una diga alla
barbarie maschilista.

Per questo gli operai o stanno dalla parte della battaglia delle donne o
stanno dalla parte dei "morti in piedi", dei potenti, dei padroni, dei
governo, degli Stati che odiano le donne e vogliono fare della loro
subordinazione, del ruolo di grande ammortizzatore sociale della famiglia,
uno strumento per scaricare la loro crisi sulle masse, per controllare,
soffocare la ribellione del proletariato e delle masse; come
dell'imbarbarimento di sfogarsi sulle donne come "oggetto sessuale", la
perpetuazione di una società morente, in cui deve ancora stare al potere il
marciume berlusconiano.

La lotta delle donne porta oggettivamente e soggettivamente un bi/sogno e
necessità di rivoluzione contro tutto questo sistema, sia sul fronte
economico, politico sia sull'importante fronte ideologico, con una battaglia
dura di denuncia, "pulizia" anche all'interno delle masse.
Noi odiamo gli "uomini che odiano le donne", comunque e dovunque e possano
essere operai, disoccupati ma sono parte della borghesia che va spazzata
via!

Gli operai che non hanno nulla in questa società se non le loro catene, ma
che hanno testa per pensare, devono, anche nell'interesse della loro
battaglia di classe, sostenere e imparare dalla ribellione e dalla lotta
delle donne.

mfprnaz@gmail.com
3475301704


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