La notizia è passata quasi sotto silenzio su TV
e giornali e forse solo con il tempo comprenderemo la sua rilevanza di
quanto è stato annunciato, ovvero che la Cina ha fatto volare con successo il suo
primo aereo ipersonico a distanza di un solo anno dal primo volo
dell’equivalente aereo/missile da combattimento di produzione USA
X51 WaveRider.
L’aereo ha una modesta sigla WU-14 che nasconde
però doti incredibili quali quelli di aver superato il muro dei diecimila
chilometri orari e di averlo fatto senza avere un pilota a bordo..
Con questo risultato la Cina nel giro di un anno
ha bruciato le distanze con la cosiddetta superiorità americana nel campo
della tecnologia robotica e di fatto ha praticamente mandato in
fumo cifre stratosferiche in miliardi di dollari spese dai contribuenti
americani nel tentativo della lobby industriale americana
nell’assicurare a Pentagono, Congresso e agli stessi cittadini USAi che
gli Stati uniti per moltissimo tempo avrebbero conservato la supremazia
nel campo dei supercaccia robotica, così come era stato per gli aerei a
tecnologia stealth ( i cosiddetti aerei invisibili)
Ricordiamo come pur non essendo stati
determinanti, questi aerei (ed in particolare gli F117) sono stati
per lunghissimo tempo il sinonimo delle guerre vinte dal colosso militare
americano, a partire dalle guerre del Golfo e dell’incapacità russa di
saper contrapporre tecnologie capaci di rompere il mito dell’invulnerabilità
di questi sistemi d’ama. Si dovette attendere il 1999 e la guerra NATO
contro la Serbia per avere notizia dell’abbattimento di un F117
attraverso un sistema di rivelazione del suo passaggio su Belgrado.
Non proprio casualmente in quei giorni fu colpita l’ambasciata cinese e
nonostante le smentite USA che parlarono di uno spiacevole incidente,
alcune fonti misero in relazione le apparecchiature radio segrete installate
nell’ambasciata con il sistema di rilevamento Yugoslavo degli aerei invisibili
USA. Quel giorno fu la fine di un mito e le centinaia di riardi di dollari in
ordini di paesi NATO e alleati di quel modello andarono ion fumo. Nemmeno 9
anni dopo l’F117 fu messo fuori servizio.
Poi venne l’era dei droni, impiegati militarmente in
quella guerra detta anche del Kososvo e il cui uso successivamente
si è esteso sino a farli divenire dei killer di capi talebani, alqaedisti
e nemici delle coalizioni antiterrorismo internazionali, dei veri e propri
Terminator.
La loro efficacia e la crescente richiesta ha fatto sì
che quello che doveva essere un piccolo mercato di nicchia è divenuto la
nuova frontiere per le industrie di armamenti internazionali e non vi è
esercito o forza armata moderna che non aneli di dotarsi di esemplari
sempre più sofisticati. E in questo campo la Cina con il suo apparato
industriale e scientifico ha fatto passi da gigante divenendo
in pochi anni un alternativa ai produttori americani ed israeliani di droni.
Ma quanto è avvenuto il 10 gennaio e fatto
sapere al pubblico solo ieri, 16-1-2014 , è un fatto di rilevanza enorme:
produrre un aereo senza pilota che possa volare più veloce di qualunque
missile intercettore, significa di fatto azzerare e rendere inutile ogni
sistema di difesa, e praticamente ridurre le generazioni caccia di
quarta e quelli di quinta generazione (attualmente in entrata in
linea o sperimentali) all’equivalente dei biplani da caccia CR42
italiani quando si trovarono a contrapporsi nel cielo d’Italia, nel
1943, ai quadrimotori americani o ai caccia pesanti angloamericani
che bombardavano le nostre città.
In questi termini la costosa vita del caccia
ipersonico americano che dopo qualche insuccesso era stata presentata
come la futura chiave di volta assicurante l’invulnerabilità delle forze armate
aeree americane è oggi messa seriamente in dubbio, da questo successo
cinese.
L’altro aspetto è quello delle
ripercussioni sul mercato dei sistemi di arma aerei, come per
esempio gli JSF35, che costati un mare di soldi per progettarli, risultano
essere dei nani rispetto alle capacità degli aerei come quello testato
qualche giorno fa dai cinesi e i crescenti dubbi sul loro costo eccessivo
e sul fatto che quando messi in attività operativa saranno già stati dichiarati
obsoleti dai caccia di quinta /sesta generazione ( a guida ibrida –senza
pilota) già attualmente in fase sperimentale/o di progetto, vanno in questa
direzione.
Antonio Camuso
Osservatorio sui Balcani di Brindisi
Brindisi 17 gennaio 2014-01-17
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