martedì 23 dicembre 2014

1 dicembre: La "buonascuola" ovvero - "RENZI: "PASSODOPOPASSO" VERSO LA SCUOLA SEMPRE PIU' AL SERVIZIO DEL CAPITALE" - dal nuovo n. di proletari comunisti - per richiederlo pcro.red@gmail.com

Questa è la scuola che Presidi, Governo, Ministero della PI vogliono. 
E' chiaro che in questa scuola e contro questa scuola non devono esserci lotte degli studenti...
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Le linee programmatiche per la scuola del futuro del governo, su cui Renzi non ha perso tempo anche questa volta a spargere prima della loro uscita ufficiale annunci mediatici ad effetto per suscitare l'attenzione di massa per poi postarle in bella mostra in un sito on line apposito "passodopopasso", sono pienamente dentro il percorso di smantellamento della scuola pubblica e di trasformazione della stessa in una scuola sempre più al servizio del capitale.

Il Passodopopasso di Renzi verso un nuovo "patto educativo", "una buona scuola", la"rivoluzione" diventa infatti "un coraggioso cambio di passo" sia ideologico che pratico per i padroni che, sebbene auspicherebbero un Renzi ancora più veloce e rapido nell'ascoltarli e agire in loro funzione, considerano, come si legge in un articolo del Sole 24 ore di venerdì 5 settembre, "le linee guida per la riforma della scuola… una spinta significativa ad un sistema educativo che ha bisogno di profondo rinnovamento… è necessario un coraggioso cambio di passo… abbiamo bisogno di una scuola che restituisca dignità al lavoro degli insegnanti ma anche alla cultura del lavoro e di impresa…".
Una scuola sempre più scuola/azienda quindi: "tra le voci più importanti – leggiamo nell'articolo del Sole 24 ore – per la rinascita della scuola c'è finalmente (i padroni apprezzano!) una grande attenzione all'alternanza scuola-lavoro… una questione cruciale che determinerà la qualità del nostro capitale umano nei prossimi vent'anni…", cruciale sì! per i padroni affinché venga agevolata la preparazione degli studenti all'ingresso nel mondo del lavoro-salariato, nel mondo dello sfruttamento dell'uomo sull'uomo, soffocandone via via invece tutta la potenzialità nel maturare menti critiche e autonome (la conferma dell'imposizione dei test INVALSI anche da parte del governo Renzi/Giannini sin dal suo insediamento dall'alto che si atteggia nell'ascoltare le masse ma che poi è diventato totalmente sordo dinanzi alle legittime proteste di tanti docenti contro la scuola-quiz ha questa chiara funzione); uniformare gli studenti ad un unico modello sociale per trasformarli appunto in quel capitale umano fresco, prezioso e sempre disponibile per il mantenimento e la salvaguardia della produzione capitalistica secondo "…il modello Federmeccanica, già oggetto di uno specifico protocollo siglato con il Miur con il raddoppio del numero delle ore di formazione in azienda (da 100 a 200)"rendendo obbligatorio l'apprendistato in azienda/fabbrica negli ultimi tre anni degli istituti tecnici, il tutto naturalmente a COSTO ZERO per i padroni, il "modello tedesco" docet, e questo il giornalista del Sole lo evidenzia nell'articolo.
Ma per fare tutto questo occorre che la scuola sia organizzata sempre meglio secondo l'ottica verticistico/aziendale: ecco quindi la ripresa dalla Gelmini/Aprea ma potenziata del ruolo di manager dei dirigenti scolastici, una sorta di neo-padroni cui si dà il potere di dettare legge liberamente sulla scelta dei docenti impegnati nelle attività di innovazione didattica, di orientamento, di valutazione…, di decidere in stile fascistoide a chi elargire "il premio" economico (lo scatto stipendiale non più legato all'anzianità di servizio ma al merito che spetterà periodicamente, ogni tre anni, e solo ai due terzi dei docenti (66%) di tutta la scuola o della rete di scuole che avranno maturato più crediti) per il maggiore impegno profuso da alcuni insegnanti rispetto agli altri, presidi affiancati da una sorta di neo-caporale, il docente mentor,che farà da supporto "nella valorizzazione delle risorse umane"aprendo inevitabilmente a logiche sempre più clientelari, discriminanti, corruttive, di induzione a sempre più subalternità nei confronti di presidi il cui unico interesse, come già accade ora nelle scuole, è quello di raggiungere i migliori risultati per incassare i lauti compensi loro destinati per il "raggiungimento degli obiettivi" generali in competizione con le altre scuole, scuole in cui già tra i lavoratori con la contrattazione di istituto svuotata per molti aspetti dalla reazionaria legge Brunetta si sono innescati meccanismi di guerra tra poveri per compensi accessori sempre più miseri a causa dei continui tagli dei vari governi alle risorse del cosiddetto fondo di istituto.

Una scuola sempre più privatizzata, vedi le linee guida in merito alla richiesta di risorse ai privati in cambio di concessioni di incentivi fiscali come lo "school bonus", una sorta di bonus fiscale per un portafoglio di investimenti privati da parte di imprese, fondazioni, associazioni, insomma altre regalie ai padroni.
Ma come far passare tutto questo a livello di massa come giusto e necessario? Gli annunci che hanno riempito tutte le testate giornalistiche e televisive sulla mega stabilizzazione dei precari servono allo scopo: “Noi diciamo basta ai precari e alla “supplentite”- ha detto Renzi - ma ci vuole anche il coraggio di dire che si devono giudicare gli insegnanti e che gli scatti di stipendio devono essere sulla base del merito e non dell’anzianità
Frasi ad hoc, annunci ad effetto: mettere fine al precariato, chiudere le graduatorie ad esaurimento, far fronte al turn-over, la novità dell'organico funzionale, cioè una quota di personale docente, privo di posto in classe, che può servire alla scuola ad ampliare l’offerta formativa, alla sostituzione dei docenti assenti e che come nuovi pendolari sarà a disposizione di reti di scuole.
Ma il governo dove trova i tre miliardi di euro necessari per la spesa? Renzi si è affrettato a rassicurare che le risorse si ricaveranno dalla spending review che sarà non di 17 miliardi ma di 20 miliardi di euro, ma certo è che oggi i soldi per tutta l'operazione non ci sono, di freschissima memoria è l'operazione dei 4000 docenti "quota 96", odiosamente impediti dalla riforma Fornero ad andare in pensione nonostante il diritto pienamente maturato, letteralmente beffati dal governo Renzi che prima questa estate ha annunciato il provvedimento di collocamento a riposo e poi si è tirato letteralmente indietro per mancanza di risorse.
Per non parlare della questione dell'eliminazione del precariato… dietro l' operazione mediatica si cela invece il fatto concreto che, sempre che ci siano le risorse, non tutti i precari verranno assunti e stabilizzati perché una buona fetta di essi (i docenti delle cosiddette terze fasce per esempio dei non abilitati che in questi anni hanno lavorato con le supplenze temporanee come veri e propri tamponi usa e getta) saranno tagliati fuori per sempre andando ad ingrossare le file dei disoccupati e in questo senso li elimina davvero!
E non una parola il governo spende poi per l'altra grande fetta di lavoratori che popolano il mondo della scuola, di cui tanti sono i precari, che sembra rimanere fantasma, i lavoratori ATA...

Il passodopopasso del governo Renzi che promuove provvedimenti reazionari in ogni ambito, rientranti nel moderno fascismo che avanza, come questo sulla scuola sempre più a misura del capitale, con la collaborazione verso questo processo dei sindacati confederali, vedi la Cisl e la Uil Scuola aperti sulla introduzione degli scatti legati al merito, così come la disponibilità al dialogo anche della Cgil, pone la necessità di rispondere contro con decisivi e determinati passi sviluppando una lotta visibile che ostacoli l'azione del governo al fine della sua caduta.


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