martedì 23 dicembre 2014

4 dicembre: Napoli, contro il jobs act - Orientale occupato - contestato Ichino e occupato il Rettorato.

Ieri

Orientale Occupata! Napoli si mobilita contro il Jobs Act... non è che l'inizio!



Come c’era da aspettarsi, oggi il Senato ha posto la fiducia al Governo sulla delega della Riforma del lavoro. Il famigerato Jobs Act è passato, ma non sotto silenzio, come avrebbero voluto i suoi sostenitori.

 Anche a Napoli ci siamo mobilitati: l’assemblea di oggi pomeriggio all’Università Orientale si è rapidamente trasformata in un corteo selvaggio che, comunicativo e determinato, ha sfilato per le strade del centro della città, con blocchi stradali e sanzionamenti alla sede del Pd e a quella di Confindustria. Le notizie arrivate dalle altre città, le cariche violente e i compagni feriti e fermati a Roma, la fiducia posta dal Senato, ci hanno spinto a dare un segnale forte di solidarietà con le altre mobilitazioni in corso e di forte opposizione al Jobs Act: riunirci in assemblea permanente e occupare l’Università.
La giornata di lotta di oggi, nonostante il tentativo dei media di ridimensionarla se non tacerla completamente, restituisce con estrema chiarezza un quadro che non piacerà di sicuro a Renzi e i suoi compari: in questo paese esiste un fronte che sta provando a compattarsi contro i provvedimenti di questo governo, perché ormai la portata dell’attacco che i padroni ci stanno rivolgendo è chiara a tutti e non c’è retorica giovanilista o di svecchiamento che tenga.
La loro paura è che questo fronte possa prendere forza, consenso, radicarsi in ogni settore della società per riuscire a supportare la resistenza dei lavoratori in mobilitazione in ogni parte d’Italia e degli studenti in agitazione contro il Piano Scuola e per preparare l’offensiva contro chi, ogni giorno, sfrutta il loro lavoro, ruba il loro tempo, distrugge le loro vite.
Sta a noi fare sì che questa paura si concretizzi, da ora in avanti, in un movimento reale, sempre più largo che blocchi i decreti attuativi che il Governo dovrà fare entro i prossimi sei mesi per riempire effettivamente la delega sul lavoro conferitagli, in bianco, dal Parlamento.
Insomma, lo ripetiamo, non è che l’inizio…

Uniti e inflessibili blocchiamo il Jobs Act, sfiduciamo il Governo Renzi!

Oggi
Napoli, contestato Ichino e occupato il Rettorato. Corteo a Bagnoli


Situazione assai movimentata a Napoli e dintorni questa mattina dopo il corteo di ieri contro il Jobs Act con le contestazioni alla sede del Pd e a quella di Confindustria e l’occupazione dell’Università Orientale da parte dei collettivi studenteschi.
Questa mattina dalla Facoltà di Lettere, occupata immediatamente dopo l’Orientale, un folto gruppo di studenti e attivisti ha deciso di andare a contestare il giuslavorista e senatore di Scelta Civica Pietro Ichino, presente insieme a Stefano Fassino per una conferenza sul Jobs Act all'università Federico II, i cui ingressi però erano sbarrati e pesantemente blindati dai reparti mobili della polizia in assetto antisommossa che hanno anche cercato di entrare all’interno dell’ateneo.
Dopo il fronteggiamento con la polizia gli studenti sono riusciti a far saltare il convegno, con Ichino che si è allontanato di gran carriera scortato dalla polizia, e hanno ottenuto il ritiro dei contingenti di celere e poi hanno deciso di occupare il Rettorato della Federico II per denunciare al rettore il sequestro dell’Università da parte del governo e delle forze dell’ordine e per protestare contro l’accoglienza riservata dall’istituzione universitaria a un personaggio considerato dai manifestanti uno dei maggiori responsabili del peggioramento delle condizioni dei lavoratori e dei giovani negli ultimi anni. Dopo un'assemblea pubblica con studenti e lavoratori all'interno del Rettorato sono state sospese le lezioni per spiegare al resto degli studenti le motivazioni della mobilitazione contro il Jobs Act.
Sempre questa mattina circa 500 persone appartenenti a diverse sigle del movimento studentesco e dei centri sociali hanno sfilato per le vie di Bagnoli cercando anche di occupare l’ex sede della Nato.


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