domenica 7 giugno 2015

7 giugno - I lavoratori non devono lasciare nessuno spazio ai fascisti di Casapoud. Come hanno fatto a Foggia



Foggia. Lavoratori in sciopero contro la Coop rifiutano la "solidarietà" di Casapound
Sabato, 06 Giugno 2015 19:43 


La faccia come il culo a volte aiuta, ma con quella faccia non possono andar lontano...
I fascisti di CasaPound hanno visto i lavoratori della CoopEstense di Foggia in sciopero contro la holding che una volta era "rossa" e oggi tratta tranquillamente con i Carminati, i Casamonica e qualsiasi altro soggetto in grado di assicurare guadagni illeciti. E hanno pensato che avrebbero potuto facilmente farsi accettare come "sostenitori esterni", strumentalizzando a fini fascioleghisti un conflitto di lavoro contro un normale "padrone".
Bella, compatta, inequivocabile, la risposta: "jatevènne!"
La cronaca dell'episodio dal quotidiano online Foggia Today.
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Coop Estense, i lavoratori a Casa Pound: "No grazie"
Il 4 giugno hanno manifestato davanti all’Ipercoop di Foggia, il giorno successivo incassato la solidarietà di Casa Pound Foggia, autori di un manifesto che recitava esattamente così: “Con 147 licenziamenti la Coop non sei più tu”. Ciononostante i lavoratori e le lavoratrici della Coop Estense rispediscono al mittente la solidarietà manifestata con un blitz notturno dal gruppo di estrema destra. “Ci vediamo costretti a rispedire al mittente il sostegno che Casa Pound Foggia ha voluta manifestare – affiggendo notte tempo uno striscione - a noi lavoratori e lavoratrici Coop Estense, che abbiamo scioperato il 4 giugno. Non può essere solidale con la nostra lotta chi si richiama ai valori di un periodo storico, quello fascista, in cui le libertà sindacali furono cancellate e in cui lo sciopero non era un diritto ma un reato penalmente perseguibile. Non può essere solidale con noi e la nostra lotta chi politicamente sostiene un partito come la Lega che è responsabile di uno dei peggiori attacchi ai diritti dei lavoratori nella storia italiana, che ha spinto all’estremo la precarizzazione e la flessibilizzazione del mondo del lavoro. Giova forse ricordare che il lavoro a chiamata (job on call), l’affitto di un gruppo di lavoratori (staff leasing), il lavoro e un solo salario condiviso da due persone con un unico contratto (job sharing), sono alcune delle assurde misure che portano la firma dell’allora ministro del Welfare Maroni. Per queste ragioni troviamo strumentale il sostegno manifestato. Se qualcuno è in cerca di visibilità eviti di farlo con le nostre lotte”


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