Foggia. Lavoratori in sciopero
contro la Coop rifiutano la "solidarietà" di Casapound
Sabato, 06
Giugno 2015 19:43
La faccia come il culo a volte aiuta, ma con quella
faccia non possono andar lontano...
I fascisti di CasaPound hanno visto i lavoratori della
CoopEstense di Foggia in sciopero contro la holding che una volta era
"rossa" e oggi tratta tranquillamente con i Carminati, i Casamonica e
qualsiasi altro soggetto in grado di assicurare guadagni illeciti. E hanno
pensato che avrebbero potuto facilmente farsi accettare come "sostenitori
esterni", strumentalizzando a fini fascioleghisti un conflitto di lavoro
contro un normale "padrone".
Bella, compatta, inequivocabile, la risposta:
"jatevènne!"
La cronaca dell'episodio dal quotidiano online Foggia
Today.
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Coop Estense, i lavoratori a Casa Pound: "No grazie"
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Il 4 giugno hanno
manifestato davanti all’Ipercoop di Foggia, il giorno successivo incassato la solidarietà di
Casa Pound Foggia, autori di un manifesto che recitava esattamente così: “Con 147 licenziamenti la
Coop non sei più tu”.
Ciononostante i lavoratori e le lavoratrici della Coop Estense rispediscono al
mittente la solidarietà manifestata con un blitz notturno dal gruppo di estrema
destra. “Ci vediamo costretti a rispedire al mittente il sostegno che Casa
Pound Foggia ha voluta manifestare – affiggendo notte tempo uno striscione - a
noi lavoratori e lavoratrici Coop Estense, che abbiamo scioperato il 4 giugno.
Non può essere solidale con la nostra lotta chi si richiama ai valori di un
periodo storico, quello fascista, in cui le libertà sindacali furono cancellate
e in cui lo sciopero non era un diritto ma un reato penalmente perseguibile. Non
può essere solidale con noi e la nostra lotta chi politicamente sostiene un
partito come la Lega che è responsabile di uno dei peggiori attacchi ai diritti
dei lavoratori nella storia italiana, che ha spinto all’estremo la
precarizzazione e la flessibilizzazione del mondo del lavoro. Giova forse
ricordare che il lavoro a chiamata (job on call), l’affitto di un gruppo di
lavoratori (staff leasing), il lavoro e un solo salario condiviso da due
persone con un unico contratto (job sharing), sono alcune delle assurde misure
che portano la firma dell’allora ministro del Welfare Maroni. Per queste
ragioni troviamo strumentale il sostegno manifestato. Se qualcuno è in cerca di
visibilità eviti di farlo con le nostre lotte”
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