Michelin lavoratori bloccano
statale dopo l’annuncio di 578 esuberi. Landini: “Renzi intervenga”
Protesta di
400 dipendenti del gruppo degli pneumatici che martedì ha annunciato la
chiusura dello stabilimento di Fossano (Cuneo) e quasi 600 esuberi
I lavoratori dello stabilimento Michelin di
Fossano hanno bloccato il traffico sulla statale 28, in Piemonte, dopo
l’annuncio che la fabbrica sarà chiusa e che il gruppo degli pneumatici
intende licenziare 578 dipendenti in Italia. “E’ una decisione inaccettabile.
Vogliamo aprire con l’azienda una discussione sul piano industriale, che finora
non c’è stata. Non siamo disponibili ad accompagnare processi di chiusura di
stabilimenti e licenziamenti. Se lo scordino”, ha detto il segretario generale
della Fiom Maurizio Landini durante il presidio davanti ai
cancelli. Secondo Landini, “il governo dovrebbe agire senza che qualcuno
glielo chieda. C’è una certa differenza tra l’immagine di un Paese che funziona
e quello reale in cui si continua a delocalizzare”. “E’ necessario che il
gruppo Michelin si renda disponibile a fare una discussione vera su come
gli investimenti e il processo di riorganizzazione possano ottenere due
risultati: salvaguardare di tutto il ciclo produttivo nel Paese ed evitare
licenziamenti”, ha poi chiesto il leader Fiom. “Oggi è importante dimostrare
che non è solo un problema di Fossano, decideremo con i lavoratori come
proseguire”. Il piano strategico 2016-2020 del gruppo degli
pneumatici prevede il taglio di quasi 600 posti nella Penisola. Gli
esuberi indicati dall’azienda sono 400 a Fossano, 120 a Torino, 30 ad Alessandria
e 28 a Tribano (Padova). Michelin, che in Italia ha oltre 4mila dipendenti e
realizza più del 10% della sua produzione europea, si è impegnata “ad assistere
personalmente ogni dipendente nel trovare un impiego alternativo e implementerà
un innovativo programma di supporto al ritorno al lavoro” che verrà “messo a
punto con i sindacati nel corso delle prossime settimane”.
L’azienda intende chiudere anche gli stabilimenti di Oranienburg
(Germania) e Ballymena (Gran Bretagna). Una riorganizzazione che comporterà
una svalutazione di 280 milioni di euro delle sue attività.
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