poesie – e storie vere – di Carlo Soricelli (*)
Capelli rossi ben ordinati
Barbara lavoratrice itinerante
guarda ormai alla pensione
spera non si allontani ancora
lavorava qua e là nella provincia
Quella mattina era cassiera in un supermercato
alle 4,40 è già in macchina per il turno delle 5
la casa già pulita
un ventenne tornava dal divertificio
e la travolge a folle velocità
la sua foto desta rabbia e malinconia
a chi ancora ha un cuore e si commuove
per condizioni di lavoro antiche
e ci si meraviglia di un’Italia senza figli
E la donna va va va va va
Marina di mestiere faceva l’ambulante
di anni ne aveva 59
Nella foto di cronaca sorride tra i vestiti
ne sceglieva uno per la festa
Si scontra all’alba alla guida di un furgone
mentre andava al mercato
Frutta bella, frutta bella
A Frascati non sentiranno più i suoi richiami
Anna sorride
coi suoi grandi occhiali da sole
il papà serio guida la macchina
dietro il fratello non si vede
Una famiglia dal tragico destino
faceva lavoro nero senza protezioni
Assemblavano in casa Fuochi d’Artificio
che diventa una fabbrica di morte
muoiono in tre tra atroci sofferenze
tra bombe dai mille colori
E la donna va va va va va
A Pavia un corpo coperto da un lenzuolo bianco
Poco in là un panno azzurro
Chi passa guarda in alto
La terrazza è aperta al secondo piano
la scala rovesciata sul davanzale
puliva i vetri ed è caduta giù
ma chi è nessuno lo scrive
la cronaca è già passata ad altro
E la donna va va va va va
Dal Marocco è venuta a morire qui
il macchinario si comportava in modo strano
a casa si lamentava di quella macchina
che si muoveva senza spingere pulsanti
ma chi aveva il coraggio di parlare
ora è normale il precariato
ti licenziano se ti lamenti
o fai vedere che hai gli occhi accesi dalla rabbia
per un macchinario reso matto per far prima
Laila risucchiata senza un lamento
È la stessa morte di Luana
Tolte le Sicurezze per guadagnare di più
di Laila ignorata anche l’orrenda morte
Solo un trafiletto in un giornale di provincia
E la donna va va va va va
Sara faceva l’infermiera
Era la seconda notte che lavorava 12 ore
Finalmente il turno era finito
gli occhi si chiudevano quel mattino
lunga la strada per tornare a casa
La sua Twingo bianca sbanda e finisce contro un palo
A meno di trent’anni finisce la sua vita
E la donna va va va va va
Per mantenersi portava le pizze con l’utilitaria
era già notte
la strada immersa ne buio della nebbia padana
la stanchezza gli chiudeva gli occhi
portava l’ultima e poi a studiare
l’esame ormai era vicino
Lo schianto contro un albero
Elena non sorride nella foto di rito
forse sentiva già la sua sorte
E la donna va va va va va
Giulia innamorata del bianco di montagna
insegnava a sciare
va a fare un sopralluogo
per evitare pericoli ai suoi clienti
una valanga la travolge
Giulia la trovano sotto metri di neve
E la donna va va va va va
Quel giorno il freddo pungeva
l’allevamento di Cristina era isolato per la neve
Alcuni cani si erano persi nel vicino bosco
il telefono squillava invano
trovata morta assiderata
con morto accanto un cane che aveva trovato
E la donna va va va va va
bella e sportiva aveva occhi di cielo sereno
era abituata a volare alto
a pallavolo schiacciava le palle sotto rete
ma l’ultimo volo gli è fatale
caduta da un lucernario nascosto
non ha fatto in tempo a schiudere le ali
E la donna va va va va va
Alina ti guarda con il casco in testa
amava andare in bicicletta
il sorriso dolce e smagliante
Inizia un’altra giornata di lavoro multiplo
alla mattina accende il fornello per il caffè
e la casa esplode
Tante le donne che muoiono in lavori casalinghi
uno dei mestieri più pericolosi
del resto sono le regine della casa
ma invece dello scettro in mano hanno le scope
E la donna va va va va va
Amava tanto il suo lavoro
L’aveva scelto per curar le anime
Ma un paziente folle la pugnala a morte
E la donna va va va va va
ma a lei tocca anche accendere il camino
un mancamento
e in un momento l’avvolgono le fiamme
muore tra atroci sofferenze all’ospedale
E la donna va va va va va
A Maddalena nessuno aveva detto
che mescolare i detergenti è pericoloso
muore tra i miasmi alchemici di detersivi
Le scritte del pericolo in miniatura
non sono fatte per tutelare chi li usa
ma chi i veleni casalinghi li produce
E la donna va va va va va
Monica accende il fuoco del camino
Soffiando perdeva troppo tempo
Lo ravviva con l’alcol dal colore rosa
l’aveva fatto tante volte
il suo corpo avvolto dalle fiamme
muore dopo mesi di agonia
E la donna va va va va va
Aveva 50 anni, ma chi era?
di lei non si conosce neppure il nome
in casa un materasso stava bruciando
N.N cercava di spegnere l’incendio
ma sviene per il fumo e muore intossicata
il suo uomo amava fumare prima di alzarsi
e lasciare la cicca accesa sul comodino
Il marito era già fuori di casa
e la trova a casa al ritorno dal lavoro
E la donna va va va va va
Silvia era sul trattore guidato dal marito
compagno di vita e anche di morte
schiacciati insieme dal trattore ribaltato
oltre 100 i morti in questo modo orrendo anche quest’anno
belva lasciata libera di colpire
che si nutre di chi la terra la lavora
i campi grondano di sangue rosso
orgoglio green del made in Italy
E la donna corre, corre, corre e muore mentre svolge i lavori di casa, in fabbrica, negli uffici e mentre va o torna dal lavoro
Un piccolo spaccato delle tante le donne che muoiono sul lavoro ogni anno: le nascondono. Non sanno o fanno finta di non sapere che tante donne muoiono lavorando. 137 donne hanno perso la vita mentre lavoravano nel 2022. Simili numeri anche negli anni successivi.
NELLE FOTO: Alfonsina Minio, Anita Grshaj, Anna Tessarin, Chiara Moscardi e poi insieme Luana, Luisa e Laila.
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