Dalla Gazzetta del Mezzogiorno
Fim,
Fiom, Uilm e Usb: “Mobilitazione sospesa dal 4 dicembre, ma la
lotta continua finché non verrà convocato un tavolo unico a Palazzo
Chigi”
Mercoledì 03 Dicembre 2025, 20:09
Solidarietà
da appalto Eni a lavoratori: domani sciopero (anche
questo sciopero è momentaneamente sospeso - ndr)
Le due
giornate di mobilitazione davanti all'ex Ilva a Taranto giungono al
termine: i sindacati hanno annunciato lo stop allo sciopero in una
nota. "Queste 48 ore hanno rappresentato il primo vero
momento di conflitto diretto nei confronti del governo, accusato dai
sindacati di aver scelto, attraverso la presentazione del cosiddetto
piano corto, di avviare la chiusura degli stabilimenti dell’ex
Ilva".
Le organizzazioni sindacali Fim, Fiom, Uilm e Usb
giudicano “inaccettabile” il silenzio dell’esecutivo, che –
denunciano – continua a mostrarsi indifferente di fronte alla
sofferenza di migliaia di lavoratori scesi in sciopero.
Allo
stesso tempo, i sindacati riconoscono che le iniziative di protesta
hanno creato inevitabili disagi in una città già segnata da anni di
mancanza di risposte da parte dei vari governi che si sono succeduti.
“Siamo consapevoli – spiegano – che non è certo la maggioranza
della città ad essere contro i lavoratori”.
Per queste
ragioni le sigle sindacali hanno deciso di sospendere
momentaneamente lo sciopero a partire dalle ore 7.00 del 4 dicembre,
rimettendo al Consiglio di fabbrica, convocato in forma permanente,
la definizione delle prossime iniziative di lotta.
La
mobilitazione, assicurano, non si fermerà: i sindacati continueranno
a esercitare pressione finché non arriverà la convocazione di un
tavolo unico a Palazzo Chigi, con l’obiettivo di ottenere il ritiro
del piano di chiusura.
IL
RESOCONTO DELLA GIORNATA DEL 3 DICEMBRE
Davanti ai cancelli
dell’ex Ilva di Taranto i lavoratori restano in presidio, al freddo
e sotto la pioggia, mentre la vertenza entra nel suo punto più
caldo. È una mobilitazione a oltranza: i blocchi proseguono nel
capoluogo ionico, mentre a Genova si entra nel terzo giorno
consecutivo di protesta. I sindacati parlano di una 'crisi senza
freni', chiedono un solo tavolo, a Palazzo Chigi, e il ritiro
immediato del piano a «ciclo corto», definito un percorso
mascherato verso la chiusura dello stabilimento entro marzo.
A
Taranto i delegati e gli operai hanno occupato le aree interne ed
esterne del siderurgico, bloccando anche le statali 100 e 106 e
l’area imprese. Una forma di resistenza che assume i contorni di
una veglia collettiva. Fuochi e falò improvvisati hanno sfidato il
gelo della notte; i presidi sono stati mantenuti anche nel
pomeriggio, nonostante la pioggia battente. In caso di ulteriore
peggioramento delle condizioni meteo, i sindacati valuteranno come
proseguire le azioni di protesta. A Genova, intanto, è stato
proclamato per domani lo sciopero per l’intero turno, con il
concentramento dei lavoratori alle 9 ai Giardini Melis di
Cornigliano.
La distanza con il governo resta, anche se il
ministro delle Imprese Adolfo Urso, rispondendo al question time, ha
ribadito che «non c'è nessun piano di chiusura... Fiom, Fim, Uilm e
Usb confermano che non ci sarà alcuna smobilitazione: il piano
commissariale resta per loro un «piano di chiusura» di un sito
strategico nazionale. Il Consiglio di fabbrica annuncia una nuova
escalation di iniziative, fino all’apertura di un tavolo unico con
il governo e al ritiro del progetto.
SOLIDARIETÀ DA APPALTO ENI
I
lavoratori dell’appalto metalmeccanico Eni, insieme alle Rsu Fim,
Fiom e Uilm di Taranto, annunciano 8 ore di sciopero per domani,
giovedì 4 dicembre, in solidarietà con i lavoratori ex
Ilva.
«Esprimiamo nuovamente la piena solidarietà ai lavoratori
ex Ilva - scrivono - e riteniamo inaccettabile il comportamento del
governo, ritirato in un silenzio assordante nonostante le iniziative
di sciopero». Nella nota, i lavoratori rivendicano il legame con il
territorio e con la crisi in atto: «Ci sentiamo parte integrante
della crisi e del territorio di Taranto e ci posizioniamo
convintamente al fianco dei lavoratori ex Ilva e di tutti quelli
dell’indotto».
Secondo le Rsu, «Taranto non merita di essere
trattata con indifferenza», perché la questione ex Ilva riguarda la
città "sia dal punto di vista economico che sociale». Da qui
l'annuncio della protesta: «Il tempo delle attese è finito e non
siamo più disposti a rimanere invisibili»













