lunedì 20 maggio 2024

20 maggio . da tarantocontro: A proposito dell'ordinanza che sospende le provvisionali al processo "Ambiente svenduto" - Alcune considerazioni 'non giuridiche' della rappresentante parte civile Slai Cobas Taranto

L'ordinanza - che riportiamo integrale sotto - scrive: "la decisione di primo grado annovera numerose criticità: - l'estensione della responsabilità civile ad imputati raggiunti da singole contestazioni di reati contro la P.A.... con la conseguenza che, in tal modo, la nozione di danneggiato dal reato è stata estesa in maniera pressochè illimitata;- la previsione di liquidazione di somme di denaro anche per reati già prescritti in primo grado o a parti che non hanno concluso nei confronti di imputati o di responsabilità civile;... la mancanza di qualsiasi motivazione del provvedimento di liquidazione, in ordine alla indicazione della categoria di danno e delle somme ritenute oggetto di accertamento.... in relazione ad importi non rientranti, poichè di gran lunga superiori, nel concetto di "danno prevedibile";... Infine l'aspetto che costituisce imprescindibile rilievo, e che accomuna pressochè tutti i coobbligati, è quello relativo al requisito della gravità del danno arrecato a costoro, da ravvisarsi... sia nell'importo da pagare da ritenersi, in assoluto, così elevato, da incidere sensibilmente sullo stato economico di qualunque persona, sia nel sacrificio imposto agli obbligati... di poter ripetere le somme versate da circa 1500 parti civili, alcune delle quali già decedute e altre dall'incerta individuazione (vale a dire: se gli imputati venissero assolti sarebbe quasi impossibile riuscire a ottenere la restituzione di quei soldi - ndr), non senza considerare i vincoli di destinazione esistenti sulle somme degli enti pubblici...".

1)  Partiamo dall'aspetto che l'ordinanza chiama di "imprescindibile rilievo". Il presidente della Corte d'appello si preoccupa per il peso "economico" verso gli imputati se dovessero pagare questa provvisionale o per l'impossibilità di un recupero di queste somme nel caso venissero assolti - e qui la Corte, mentre critica la sentenza di 1° grado perchè "accomuna pressochè tutti i coobbligati", non fa essa distinzione tra gli imputati ma ugualmente li accomuna (dai Riva, dalle società dei Riva ad imputati minori). Ma, domanda: neanche i Riva e le loro società che hanno fatto grossi profitti sullo sfruttamento e la morte di operai e di tanti cittadini di Taranto, e che ora nascondono i loro soldi, debbono pagare la provvisionale; quando i lavoratori, i cittadini hanno dovuto spendere migliaia e migliaia di euro per curarsi, per cercare di sopravvivere ?

2) Rispetto agli Enti pubblici, questa ordinanza già scrive che le loro sommne sono vincolate da "vincoli di destinazione"; quindi La corte dice alle parti civili che a questi enti non si potrà chiedere alcun risarcimento, nè ora, nè dopo?

3) Si critica che la sentenza di primo grado nel quantificare una provvisionale uguale per tutte le parti civili non è entrata nel merito, non ha distinto tra posizioni e reati. Ma si tratta appunto di una "provvisionale", non certo del risarcimento totale e finale. Anche altre sentenze di questo genere in altri importanti processi hanno stabilito una provvisionale senza entrare nel merito.

Questa contestazione della Corte d'appello sembra esser volta - come hanno scritto altri commentatori sulla stampa - a cominciare a demolire la sentenza di primo grado - e non a caso, i legali degli imputati, come si è visto all'udienza di venerdì, avevano sorrisi soddisfatti alla lettura dell'ordinanza.

domenica 19 maggio 2024

19 maggio - ENNESIMO WEEKEND, SPECCHIO DI QUESTO SISTEMA, DELL'ORRORE DELLE STRAGI SUL LAVORO. dal blog di C. Soricelli

domenica 19 maggio 2024

Dopo la terribile morti di due giorni fa di Alessandro, anche ieri 4 morti sui luoghi di lavoro, tra questi un 17enne 

 Alessandro è morto dissanguato lavorando in nero, con la gola recisa da una lastra di lamiera, Ieri ha perso la vita Giuseppe Cocciapaglia di soli 17anni, un tragico destino del povero giovane pastore, morto colpito da un fulmine mentre col papà portava al pascolo un gregge nel barese. dopo il morto del bracciante schiacciato dal trattore il giorno prima in provincia di Catania, ieri è morto nello stesso orribile modo Giovanni Notte nel molisano, già 50 gli schiacciati dal trattore dall'inzio dell'anno, ma nessuno è interessato a questa strage nella strage che ha mietuto 167 vittime nel 2023 e oltre 2600 da quando ho inziato a monitorare i morti sul lavoro nel 2008 e questo nonostante aver spedito a tutti i livelli migliaia di mail. La quarta vittima è un autotrasportatore che aveva cercato di sistemare il carico in autostrada e che viene travolto

Vittorio Cetrone è morto cadendo da una finestra che aveva cercato di riparare. Nella foto il bracciante Giovanni Zumbo morto schiacciato dal trattore 

 sabato 18 maggio 2024

Alessandro muore a 22 anni dissanguato da una lastra caduta da una carrucola in un cantiere, sembra lavorasse in nero, i famigliari lo hanno denunciato attraverso gli avvocati. E ora che succede?



19 maggio - Ancora sulla strage di Brandizzo, l'accusa dei parenti delle vittime l'accusa a questo governo e alle sue politiche causa di queste stragi: “UNA VERGOGNA DI STATO”

 stralci da Operai Contro

Sono i parenti dei 5 operai uccisi a Brandizzo a gridare dalla rabbia: i responsabili della ditta che li aveva mandati allo sbaraglio sui binari si sono riciclati costituendo una nuova azienda che lavora ancora per le ferrovie italiane

......i dirigenti della SIGIFER l’azienda esclusa dagli appalti di RFI (Rete ferroviaria italiana) dello Stato, sotto inchiesta dopo il disastro ferroviario che il 31 agosto scorso ha travolto e ucciso 5 operai sui binari a Brandizzo – questi dirigenti dicevamo – ancora indagati dalla procura di Ivrea, si sono “autoassolti” dalle proprie responsabilità in quella strage, e riciclati costituendo una nuova azienda, la STARFER, di cui, anche in questa ne sono i dirigenti.
Con 20mila euro (ventimila euro) versati come capitale sociale, i dirigenti della nuova azienda, raggirano il fermo avuto con quella vecchia, e tornano “slavati e ripuliti” nei sub appalti di RFI.

....

“E’ una vergogna di Stato. Non dovevano permettere tutto questo”. A gridare giustamente allo scandalo, non sono i partiti impegnati nell’evanescente passerella per le elezioni europee, e dalle formali proteste sindacali, si dissociano Cisl e Uil che in nome dell’occupazione hanno pure avallato l’operazione.
A farsi sentire è l’incontenibile rabbia dei parenti dei 5 operai che sui binari hanno lasciato la vita.
“Dov’è ora Matteo Salvini che voleva chiarezza nei giorni successivi la disgrazia?” è lo sgomento del fratello di Giuseppe Aversa 49 anni, uno dei 5 operai morti sui binari.
“Non si può dare lavoro a chi ha ucciso 5 vite. Mi domando come possa un indagato prendere appalti pubblici”, incalza Massimo Laganà, padre di Kevin che a 22 anni ha lasciato la vita sui binari di Brandizzo. E ancora Laganà: “Siamo delusi dallo Stato. Alle istituzioni non frega davvero nulla”. Rosalba Faraci mamma di Michael Zanera morto a 34 anni sui binari di Brandizzo, si domanda incredula: “Vorrei proprio capire come facciano a lavorare, e sotto un altro nome” (essendo indagati come dirigenti nello stesso lavoro ndr). Dello stesso tono le considerazioni di altri parenti.
Evidentemente i dirigenti indagati della SIGIFER, hanno avuto rassicurazioni da qualcuno del governo, che costituendo una nuova azienda avrebbero indirettamente ottenuto di lavorare ancora per i sub appalti.
Il ministro di pertinenza Salvini, con la nidiata di governo è il primo responsabile. Lui è il “datore di lavoro” degli appalti nelle ferrovie, lui ha voluto i subappalti a cascata che ne discendono, nelle ferrovie e in tutti i settori, lui è il responsabile di RFI in qualità di ministro dei Trasporti e infrastrutture, lui che – non meno grave – riveste anche la carica di vice presidente del Consiglio del governo Meloni.

sabato 18 maggio 2024

18 maggio - dal blog tarantocontro: COMUNICATO PROCESSO "AMBIENTE SVENDUTO"

Il Processo d'appello "Ambiente svenduto" di Taranto parte male - un primo segnale negativo anche per il futuro? 

Lo Slai Cobas e le parti civili da esso organizzate esprimono una valutazione nettamente negativa dell'udienza di ieri al processo "Ambiente svenduto".

Con un'ordinanza il presidente della Corte d'appello, Giud. Del Coco, ha sospeso l'esecutività della provvisionale stabilita per tutte le parti civili dalla sentenza di primo grado - aderendo alla richiesta dei legali degli imputati fatta nell'udienza del 19/4.

Una decisione, tra l'altro improvvisa, che ci si aspettava che, comunque, come aveva detto nella prima udienza lo stesso Giudice, doveva essere parte delle decisioni dell'ultima udienza di questa fase, quella del 12 luglio. Una decisione che ha anche sottratto agli avvocati di parte civile e ai PM la necessaria e normale replica su questa richiesta di sospensiva da parte dei legali degli imputati

Questa ordinanza è stata chiaramente accolta con sorrisi e soddisfazione dai legali degli imputati. Di fatto essa è stata un primo segnale positivo verso la difesa degli imputati, e invece uno schiaffo ai tantissimi lavoratori, Ilva, cimiteriali, abitanti dei quartieri inquinati a cui così viene negato anche quel primo risarcimento. E rappresenta oggettivamente una prima messa in discussione della sentenza di primo grado.

Perchè questa fretta, e questa decisione? Così oggettivamente si è condizionato, indirizzato in un senso pro difesa imputati e anti sentenza di primo grado il processo. D'altra parte l'ordinanza non si è limitata a sospendere l'esecutività della provvisionale, l'ha motivata ampiamente con argomentazioni che entrano nel merito e contestano le decisioni della sentenza precedente. Quindi si è già cominciato a demolire quella sentenza. Che succederà sulle condanne stabilite in 1° grado?

La provvisionale è normale per legge a fronte di processi grossi, che riguardano tante persone, e lunghi - e mai un processo è stato e sarà grande e lungo come questo di "Ambiente svenduto" - La decisione invece di fare un'ordinanza contraria, a premessa della seconda udienza è una "novità" processuale; quindi oggettivamente un segnale negativo anche per il futuro, per la giustizia che chiedono operai e popolazione di Taranto.

Lo Slai Cobas aveva detto nel presidio del 19 aprile all'esterno del Tribunale: "Giustizia e risarcimenti", e già la risposta della Corte è niente per ora risarcimenti, neanche quelli minimi della provvisionale, a lavoratori, cittadini che aspettano dal 2014 che la Magistratura dia "giustizia".

Pesa poi pesantemente da ieri l'azione dei legali degli imputati di chiedere ancora una volta di spostare il processo da Taranto a Potenza. 3 lunghi interventi degli avvocati hanno riproposto questa assurda richiesta, già respinta due volte nel precedente processo.

Questo avvio negativo dell'appello, rende ancora più necessario che questo processo non venga lasciato nelle mani di giudici, avvocati; si sta parlando di centinaia e centinaia di vite di lavoratori, cittadini, bambini, assassinati dai padroni e loro complici politici, istituzionali, si sta parlando della futura difesa della salute, ambiente. E non devono poter decidere contro e sulla testa di operai, cittadini, donne, bambini.

Facciamo appello a tutti ad essere presenti nelle prossime udienze. Questo processo è pubblico e deve rimanere pubblico. Il pubblico deve poter entrare anche in aula. Il divieto attuale è inopportuno, illegittimo!

Lo Slai Cobas e i suoi avvocati faranno già dalla prossima settimana un'istanza alla Corte d'appello perchè il pubblico possa entrare e/o comunque seguire il processo.

Slai Cobas per il sindacato di classe

Parti civili del processo "Ambiente svenduto"

TA. 18.5.24


giovedì 16 maggio 2024

16 maggio - info da tarantocontro: Alla fabbrica stamattina la controinformazione sullo stato delle cose ad Acciaierie/Appalto, ma anche il sostegno alla lotta degli studenti per la Palestina

 


16 maggio - info solidale: Ansaldo, scontri all'aeroporto: 5 operai condannati

 Ansaldo, cinque lavoratori genovesi condannati per le manifestazioni del 2022

I fatti risalgono al 12 e 13 ottobre di due anni fa quando le proteste portarono anche al blocco dell’aeroporto: le condanne vanno da otto mesi a un anno e due mesi

Il blocco dello scalo aeroportuale genovese era avvenuto dopo una prima giornata di caos causata dalla mancanza di un aumento di capitale e un piano industriale che eliminasse il rischio di cassa integrazione

GENOVA - È arrivata questa mattina la sentenza che condanna cinque lavoratori Ansaldo che parteciparono agli scontri avvenuti all'aeroporto di Genova il 13 ottobre 2022.

Il blocco dello scalo aeroportuale genovese era avvenuto dopo una prima giornata di caos causata dalla mancanza di un aumento di capitale e un piano industriale che eliminasse il rischio di cassa integrazione. La seconda giornata di protesta era invece iniziata prima delle 6, proprio davanti alle portinerie di accesso dell'azienda. Poi una lunga camminata fino alla rotonda Castruccio dove il corteo si è scontrato con i poliziotti del reparto mobile. Il bilancio è stato di tre agenti feriti e 10 operai contusi. Già quel giorno si era saputo che molti dei lavoratori che avevano partecipato ai tafferugli avrebbero rischiato una denuncia, per lesioni o resistenza. Molti altri, invece, per interruzione di pubblico servizio.

mercoledì 15 maggio 2024

15 maggio - info: APPELLO CONFERMA LA LEGITTIMITÀ DI SCIOPERO CONTRO LO SFRUTTAMENTO

 

Oggi la Corte di appello di Brescia ha rigettato il ricorso di penny market per lo sciopero del 1 giugno 2017 dove tutti i lavoratori erano stati assolti in primo grado.

Anche la corte di appello ha confermato la sentenza esprimendosi sul ricorso di penny che chiedeva il risarcimento dei danni. La Corte quindi ritiene legittima l'attività di sciopero posta in essere dai lavoratori.

Una sentenza in netta contraddizione con la decisione di pochi giorni fa sempre del tribunale di Brescia che ha invece ritenuto illegittima l'attività di sciopero con picchettaggio.

Peraltro si tratta di procedimenti che vedono coinvolte le stesse parti ma solo con date diverse. Tra 40 GG verrà depositata la motivazione. Comunque un ottimo precedente per la decisione futura in appello per l'altro procedimento.

15 maggio - info: CON QUESTO GOVERNO, CHE ODIA GLI OPERAI, LA SOCIETÀ DELLA STRAGE DI BRANDIZZO PUÒ CONTINUARE A LAVORARE E ARRICCHIRSI SUL SANGUE DEI LAVORATORI

 


15 maggio - info SCIOPERO MACCHINISTI E CAPITRENO

 


lunedì 13 maggio 2024

13 maggio - SINDACALISMO DI BASE e G7 di PUGLIA. INVITO

 

Ai compagni del sindacalismo di base e di classe

Ci sembra necessario e opportuno fare una riunione telematica nazionale del sindacalismo di base e di classe sul prossimo G7 in Puglia del 13 - 15 giugno - ci sembra che ci tocchi di proporla - centrata sul che fare.

Noi proporremmo una giornata di mobilitazione nazionale da farsi su posti di lavoro e territorio per il 13 giugno giovedì e primo giorno del vertice e chiaramente una partecipazione alla/alle iniziative del 15 nei pressi del vertice, iniziative che si stanno già discutendo in Puglia.

La riunione la proponiamo max per venerdì 24 maggio - fateci sapere.


Slai Cobas sc Taranto

domenica 12 maggio 2024

12 maggio - info solidale: Solidarietà a Giovanni Iozzoli

di Redazione

Il giorno 7 maggio 2024 il Tribunale di Modena ha condannato Giovanni Iozzoli, scrittore, delegato sindacale e redattore di “Carmilla online”, al pagamento di circa 20.000 euro (tra risarcimento e spese legali) a favore dell’azienda Italpizza, colosso dell’export agroalimentare emiliano.

Italpizza si era sentita diffamata da un articolo di Iozzoli, pubblicato nel 2019, nel quale si raccontava della durissima vertenza sindacale che aveva costretto l’azienda, per diversi mesi, a un prolungato braccio di ferro con le sue maestranze. Al centro della vertenza il lavoro povero, precario, gli appalti interni e i contratti inadeguati: cioè l’eterna ricetta della “competitività” all’italiana.

Il racconto di quella lotta, prodotto da Iozzoli, ha portato a una denuncia per diffamazione aggravata da parte di Italpizza; il primo grado di giudizio si è concluso con la pesante condanna emessa ai danni di un cittadino non tutelato da alcun ordine professionale – reo solo di aver osato criticare le politiche occupazionali e le relazioni sindacali, promosse da un gigante industriale.

Questo esito rappresenta l’ennesimo tentativo di soffocare la visibilità del conflitto sociale e l’interesse collettivo, che senza critica e presa di parola risulterebbero fortemente compromessi. Sentenze come queste hanno un solo effetto: inibire il lavoro d’inchiesta, di denuncia pubblica e di produzione culturale, qualora tocchino gli interessi di quei potentati industriali e finanziari che oggi rivendicano mano libera o possibilità di condizionamento – non solo nell’azione economica, ma anche nel governo dei territori, nel controllo dell’opinione pubblica e alla lunga, a questo punto, nel lavoro culturale.

Chiediamo alle forze politiche, sindacali, associative, alle espressioni della società civile, dei movimenti e della cultura, una presa di posizione chiara in difesa della libertà di parola: esprimere solidarietà a Iozzoli, in questo momento, vuol dire difendere la libertà di tutti e di tutte.

Raccontare il conflitto, i bisogni negati e le ragioni del lavoro, è oggi un imperativo civile a cui non ci si può sottrarre.

Chiamiamo a un pronunciamento pubblico a sostegno di Giovanni e del diritto di espressione.

Questo il link per esprimere solidarietà a Giovanni

ATTENZIONE: NON SONO RICHIESTE DONAZIONI
NON SI RACCOLGONO FONDI CON QUESTA PETIZIONE