Assemblea Autoconvocata
sabato, 8 gennaio 2022 · 09:00 –
13:00
per partecipare
link
https://meet.google.com/esf-jfig-qeb
Torino: chi uccide gli operai e chi lascia fare
di
Vito Totire (*).
Filippo Falotico, in primo
piano sulla destra, con
Roberto Peretto e Marco Pozzetti in una foto
tratta dal profilo Instagram di Falotico
Strage di Torino:
occorre una inchiesta pubblica;
non crediamo all’ipotesi della
“imprevedibilità”.
Nella città della Tyssenkrupp impunita non
c’è
spazio per la rimozione.
Chiediamo venga
istituito, sull’esempio dei
mesoteliomi, il registro nazionale
infortuni
mortali sul lavoro (RENAINFMORTALI) che sia
retroattivo –
per gli ultimi 5 anni – con la
speranza di non doverlo compilare
con nuovi
eventi e con l’aspettativa di mettere in campo
uno
strumento utile per la prevenzione.
Impossibile spiegare
“dall’esterno” l’ultima strage sul
lavoro a Torino (**): se
riconducibile a una causa
fisica o a un problema di organizzazione
del lavoro. Le
dinamiche degli infortuni sono sempre più complesse
per la frammentazione dell’organizzazione del lavoro
e dell’aleatorietà delle procedure per la “valutazione
del
rischio”. Alcune fonti asseriscono che non vi è
stato cedimento
del punto di appoggio della gru. Il
servizio di medicina del lavoro
della Ausl è intervenuto
con i suoi primi rilievi di cui ovviamente non
sappiamo ancora nulla. Quello che ci pare da
escludere è che il tragico evento fosse davvero
imprevedibile. Basta con la consolatoria
teoria della
“calamità”. Altri eventi analoghi, spesso meno
tragici,
hanno a volte rivelato subito le cause: per esempio,
smottamenti del terreno dopo forti piogge e
cedimento del punto d’appoggio; oppure cedimenti di
attrezzature non adeguatamente
omologate.
Alcuni fattori di contesto
sono stati già segnalati da
alcuni sindacalisti: la “fretta”
indotta dalla gestione
del superbonus (sappiamo dalle cronache che a
Bologna si è verificata una rissa fra esponenti di due
imprese che
si litigavano un punteggio). Se questa
“fretta” è diffusa
occorre che il governo rassicuri su
una gestione del 110% su tempi
più lunghi e
comunque meno tassativi che consentano a tutti i
potenziali fruitori di non essere esclusi. Se invece ,
per carenza di
strumentazione, si verifica la tendenza
a utilizzare attrezzature
difettose occorre che anche
questo aspetto sia tenuto preventivamente
sotto
controllo “il giorno prima”.
La “fretta” è una
costante micidiale quasi
sempre presente nei cantieri e foriera di
infortuni o danni alla salute con più o meno
lunga latenza. Si monta il ponteggio male o si
vernicia a spruzzo piuttosto che a
pennello perché si
“deve” consegnare prima: la fretta è un
fattore di
rischio quotidiano.
Nel formulare le più
vive condoglianze ai
familiari dei lavoratori caduti – Filippo
Falotico,
Roberto Peretto e Marco Pozzetti – avanziamo
l’istanza
di riconoscimento di parte civile nel
procedimento di indagine: per
capire e cercare in
futuro di prevenire analoghe tragedie.
(*) Vito Totire è medico
del lavoro, portavoce della
«Rete europea per l’ecologia sociale»
(**) Le vittime del
crollo della gru hanno sono Roberto Peretto (52 anni), Marco Pozzetti
(54 anni) e Filippo Falotico (20 anni). Ferito anche un altro
gruista, Mirzad Svrka (39 anni, bosniaco e residente a Chivasso).