mercoledì 24 aprile 2024

24 aprile - dal blog tarantocontro: Report - nota sull'articolata giornata del 19 aprile

La giornata di lotta del 19 aprile a Taranto, indetta dallo Slai Cobas per il sindacato di classe e dalle parti civili operai, lavoratori, abitanti dei quartieri inquinati, familiari degli operai morti sul lavoro, è stata una importante indicazione per la classe operaia e le masse popolari di Taranto e ha dato un solido punto di riferimento alla battaglia nazionale contro le morti sul lavoro e da inquinamento, interna alla lotta innanzitutto nelle fabbriche sul fronte salute e sicurezza. 

La giornata di lotta è partita con un presidio alle portinerie dell’appalto Acciaierie, dove permane la profonda crisi dello stabilimento che vede attualmente nell’amministrazione straordinaria gestita da governo e Commissari un rimedio peggiore del male; con operai a casa in larga parte e con piani di cassintegrazione permanente, anticamera degli esuberi, con sindacati confederali e Usb che sono sostanzialmente cogestori della situazione attuale.

Nel presidio l’appello fondamentale è stato allo sciopero sulla base dell’autonomia operaia da padroni, governo e sindacati confederali, su una piattaforma operaia approvata dalle assemblee che risponda agli interessi immediati degli operai e dei lavoratori, insieme a rivendicazioni generali che attraversano tutta la fase attuale di Acciaierie/Appalto, che permettano ai lavoratori di difendere realmente lavoro, condizioni di lavoro, salari, salute e sicurezza, e di porsi alla testa del movimento necessario nella città, affinchè da questa fase si esca con una fabbrica ambientalizzata, migliori condizioni di sicurezza, riduzione del peso delle fonti inquinanti.

Nel presidio, chiaramente, è stato detto che l’attuale condizione discende dal modo di produzione capitalista, in cui padroni privati e padroni pubblici sono ugualmente nemici di classe e l’unico futuro possibile per la fabbrica e la città è quello che può essere imposto dalla lotta di classe di operai e masse popolari in fabbrica e in città.

L’esigenza dello sciopero proposta dallo Slai Cobas per il sindacato di classe è e resta l’aspetto principale. Per questo sono fermenti positivi lo sciopero nel reparto man-bin per venerdì 26 aprile e il presidio sotto la Direzione degli operai della Semat senza stipendio di febbraio e marzo. Noi vogliamo che questi scioperi si estendano a tutti i reparti e a tutte le ditte dell’indotto. Così come va respinta al mettente la decisione aziendale di mandare a casa il maggior numero di operai, facendogli consumare l’intero pacchetto di ferie e permessi.

Invece che la lotta generale, le direzioni sindacali confederali e l’Usb non fanno che elemosinare incontri a Roma – un altro ci sarà il 29 aprile – e torneranno ad incontrare i Commissari il 7 maggio in cui nella sostanza l’azienda presenterà il piano massiccio di estensione della cassintegrazione.

Intanto, gli operai devono apprendere dao giornali ciò che il governo realmente sta facendo, che è quello di pianificare solo ammortizzatori sociali per i lavoratori, mentre si adopera per svendere le Acciaierie a futuri nuovi padroni, ripercorrendo la strada di sempre che portò prima l’Italsider a partecipazione statale ad essere consegnata nelle mani di padron Riva e poi, a fronte della nuova crisi, ad essere consegnata nelle mani di Mittal. Ora i nuovi padroni all’orizzonte sembrano essere gli oligarchi ucraini di Metinvest, uniti ad Arvedi, oppure ancora padroni indiani legati alla famiglia Jindal, concorrente di ArcelorMittal e la new entry Steel Mont.

Proprio per questo nella giornata di lotta del 19 aprile, è stato distribuito un dossier di ORE 12 Controinformazione rossoperaia, che fornisce agli operai approfondimenti su questi elementi.

La giornata di lotta è proseguita con il presidio al Tribunale/Aula bunker di Paolo VI, in occasione della riapertura per l’appello del processo “Ambiente svenduto”. Il presidio è servito a spiegare il significato del processo, che è il più importante, con una fabbrica aperta, che ci sia mai stato in Italia e in Europa.

All’apertura del processo una rappresentanza delle parti civili e dello Slai Cobas sc ha partecipato all’udienza, insieme agli propri avvocati di Torino e Taranto.

Questa presenza, unica tra le varie parti civili, ha voluto significare la nostra chiara intenzione di fare del processo un terreno non solo giudiziario ma di scontro di classe, perché vengano mantenute le condanne dei padroni e dei loro complici e siano risarcite le parti civili. Questo scontro è quanto mai necessario a fronte dell’aperto tentativo dei padroni condannati e dei loro complici di ostacolare in tutti i modi il processo e di mettere in dubbio l’assunto chiave del rapporto tra la produzione della fabbrica in mano alla famiglia Riva e le morti sul lavoro e soprattutto la drammatica gestione che ha portato all’inquinamento dei quartieri proletari contigui alla fabbrica con migliaia di tumori e gli aspetti di disastro ambientale che hanno colpito il territorio.

Infine, la giornata di lotta si è chiusa con un Convegno che ha chiamato a raccolta rappresentanze operaie, ambientalisti disponibili al legame con la classe operaia e alla sua organizzazione di classe, Marescotti/Peace link, e realtà lavorative anche fuori dalla fabbrica.

Il Convegno ha approfondito tutto, il processo “Ambiente svenduto”, la situazione della fabbrica, la dimensione strategica della vicenda Taranto nel quadro della crisi di sovrapproduzione della siderurgia mondiale e nazionale e il rapporto di questa crisi con gli sviluppi della tendenza alla guerra dall’Ucraina, al Medio Oriente/Palestina.

Tutto il Convegno si è schierato saldamente per un nuovo protagonismo della classe operaia. Era lo scopo di fondo da affermare in questo Convegno perché a base della nuova fase della lotta sindacale, sociale e politica in Acciaierie, nella città e su scala nazionale. In questa chiamata a raccolta importante e qualitativa è la presenza di una rappresentanza di lavoratori della Palazzina Laf – oggi parti civili nel processo “Ambiente svenduto” grazie all’azione dello Slai cobas - che hanno riportato in seno al Convegno elementi di chiarezza/verità sulla vicenda che vanno ben oltre il pur utile film che sta girando nelle sale italiane.

Su tutta la giornata esiste ampio materiale, documenti, audio, video, interventi, che escono in questi giorni sul blog tarantocontro. E’ disponibile per tutti i lavoratori, attivisti sindacali, associazioni politiche e sociali.

Al Convegno erano presenti anche operai della Tenaris/Dalmine di Bergamo in rappresentanza della lotta e del lavoro che stiamo facendo rivolto a tutte le fabbriche siderurgiche in Italia e rappresentanti della Rete nazionale per la sicurezza e salute sui posti di lavoro e territori, pronta ad essere il referente nazionale di questa battaglia da Taranto ai luoghi delle stragi sul lavoro e delle realtà impegnate nella lotta proletaria e popolare contro i disastri ambientali.

Questa giornata di lotta non è che la prima iniziativa di questo nuovo ciclo. Già una nuova giornata sarà il 17 maggio – nuova udienza del processo “Ambiente svenduto” - con nuove iniziative alla fabbrica e in città, e con assemblee a Bergamo/Milano e Palermo.


martedì 23 aprile 2024

23 aprile - L’imprenditore accusa i cavatori “deficienti” degli incidenti sul lavoro, la sua azienda vola in Borsa: +7%. IL VERO VOLTO DEI PADRONI, ASSASSINI DI OPERAI, ASSETATI DEL PROFITTO

 

di Maurizio Bologni e Ernesto Ferrara

L’imprenditore dice che la colpa degli incidenti sul lavoro è colpa degli operai che sono “deficienti”, la sparata si guadagna l’indignazione generale e l’immediata proclamazione di uno sciopero, ma in Borsa il titolo vola: oltre +7% nel giorno dell’ignominia, durante la seduta di Piazza Affari del 22 aprile.


 dall'osservatorio di C. Soricelli

Tra i 10 morti morti sui luoghi di lavoro quelli che hanno meno di 25 anni sono 5 su 10, altri 4 di questi hanno dai 63 anni in su. Un imprenditore dà dei deficienti a quelli che si fanno male sul lavoro, in special modo quelli delle cave

Una strage di giovani e vecchi sul lavoro, tutti vittime del sistema che la politica ha creato in questi ultimi 20 anni anni a spese di chi lavoro: tutti complici, senza distinzione partitica aver reso il lavoro un inferno. Davvero raccapricciante vedere la composizione dei morti sul lavoro in questi ultimi 4 giorni: 5 di questi hanno 25, 23, 22, 22, 22 quattro dei dici hanno 76, 64, 64,63 solo uno ha 57 anni . Poi vedi che un imprenditore scrive che quelli che si fanno male si fanno male (aggiungo io e che muoiono) nelle cave sono dei deficienti. La dice lunga su cosa pensano queste belle persone

23 aprile - info solidale: CHIEDIAMO LAVORO CI DANNO FETENZIA MEGA PROCESSO CONTRO CHI LOTTA A NAPOLI 43 INDAGATI.

 

E di questa mattina la notifica della Procura di conclusione di indagini preliminari ed inizio del processo che vede ben 43 indagati tra disoccupati/e organizzati con il Movimento 7 Novembre, Cantiere 167 Scampia e compagni/e del SiCobas e di Iskra.

Un megaprocesso che mette in accusa la lotta per il lavoro ed il salario in città, in particolar modo i mesi si Dicembre 2022 e Marzo 23, quando le istituzioni nazionali e locali facevano saltare i tavoli di trattativa di questa vertenza storica sottraendosi al rispetto degli impegni assunti su formazione ed inserimento al lavoro.

Da quanto emerge dalle carte è evidente il tentativo di costruire un castello giudiziario finalizzato a narrare di un disegno criminoso trasformando la lotta dei disoccupati in un problema di ordine pubblico e non politico/sociale.

La storia di questo movimento, come tutta la tradizione del movimento operaio, insegna che solo la lotta paga.

Ci impegneremo nelle prossime ore a convocare una conferenza stampa ed ad articolare un comunicato più complessivo che chiederà a tutte le forze di esprimersi e rompere l'isolamento di questa lotta, scendendo in piazza insieme al movimento di lotta.

Iniziando da domattina ed il 1° Maggio h 10:00 a Piazza del Gesù.


lunedì 22 aprile 2024

22 aprile - dal blog tarantocontro: Acciaierie e appalto - Chiusura collettiva confermata: o cassintegrazione o ferie - un brutto segnale ma che conferma ciò che lo Slai Cobas aveva detto fin dall'inizio

 

Eppure noi l'avevamo detto immediatamente: "Noi consideriamo l’amministrazione straordinaria un rimedio peggiore del male",

nonostante che tutti i sindacati, compreso Usb, avevano appoggiato la decisione del governo, soddisfatti perchè era stato mandato via Mittal e la famigerata AD Morselli. Di fatto confermando tra gli operai l’idea, già molto propagandata, che se governance e management cambiavano i problemi di questa fabbrica si risolvono. E’ una illusione profonda. Come se è un manager che decide la politica e non i padroni dell’azienda nel loro insieme, non le leggi del capitale, la crisi economica mondiale, le leggi dei governi, ecc. 

Ora si lamentano… ma lo Slai Cobas avevamo messo in guardia subito:

"L'Amministrazione straordinaria porterà più cassa integrazione permanente; non vi sarà ritorno al lavoro degli operai di tante ditte dell'appalto, e in alcune vi saranno licenziamenti nel prossimo futuro; in Acciaierie sono già annunciati migliaia di esuberi. Al di là delle soluzioni post Amministrazione straordinaria del governo, vi saranno peggioramenti delle condizioni salariali/ lavorative/ contrattuali; e per ambientalizzazione, bonifiche, decarbonizzazione, bene che vada, passeranno anni e anni. Le casse integrazioni, semipermanenti, unilaterali, dopo essere state accettate le prime, poi sono state contestate. L'amministrazione straordinaria assolve queste casse integrazioni, anzi, ne prevederà molto di più in maniera sistematica. E la cassa integrazione ha distrutto il salario dei lavoratori, ha portato ai lavoratori da 300 a 500 € in meno al mese in generale. Nell'appalto ha prodotto già dei licenziamenti. Per quanto riguarda la sicurezza, non c’è alcun tipo di garanzia che ci sarà un recupero delle manutenzioni".

Ora i Commissari fanno anche peggio, mettono fuori dalla fabbrica la maggior parte degli operai e il grosso degli operai dell'appalto non rientra.

Per questo il 19 aprile scorso avevamo indetto una giornata di lotta e chiamato alla necessità di un vero sciopero e lotta prolungata autonoma da padroni, governo.


domenica 21 aprile 2024

21 aprile - SUL 19 APRILE A TARANTO: La giornata di lotta del 19 aprile - Resoconti, interventi, video - Nuovo dossier Acciaierie d'Italia

Il 19 aprile è stata una ricca e articolata giornata. Iniziata al mattino alle 6 alla portineria imprese ex Ilva, proseguita nella mattinata con presidio esterno davanti al Tribunale d'appello Paolo VI e folta presenza di lavoratori/parti civili insieme agli avvocati di Torino e Taranto all'interno del processo.

La parte centrale è stata il Convegno serale con buona partecipazione e soprattutto rappresentativa di operai ex Ilva, lavoratori di altri posti di lavoro, realtà sociali, ambientaliste/democratiche, tanti interventi, a partire dall'informazione e valutazione degli avvocati sul processo del mattino, e prospettive per il prossimo futuro.

Per riconsegnare la ricchezza di questa giornata, pubblicheremo via via interventi, video e altro.

Al Convegno è stato ampiamente diffuso un Dossier - per richiederlo WA 3519575628


 

21 aprile - IN MEMORIA DI DARIO.....un saluto a pugno chiuso dai lavoratori/lavoratrici Slai Cobas sc Milano - "che la terra ti sia lieve"

Operai Contro 2

Ne diamo la notizia scarna, senza fronzoli, così come più volte ci ha raccomandato.
E’ morto Dario, Dario Comotti, oggi 21 aprile. Un brutto male se l’è preso. Sessantacinque anni. Operaio tornitore alla INNSE per più di quaranta.
Non si può concentrare in una pagina quello che è stato, chiunque lo abbia conosciuto ha sicuramente da ricordare qualche gesto, qualche azione, qualche parola che non può essere dimenticata, ci è rimasta impressa nella memoria.
Perché? Semplicemente perché dichiarò guerra al padrone fin da giovane e la condusse per tutta la vita, semplicemente perché era un operaio predisposto all’assalto al cielo ed ogni sua azione doveva manifestarsi alla luce del sole, senza timore, senza ripensamenti. Semplicemente perché aveva un cuore grande.
Scioperi, picchetti, occupazioni e manifestazioni non lo hanno mai visto nelle retrovie.
Ha sostenuto la costituzione di un partito operaio, ha scritto articoli per Operai Contro, faceva parte della redazione e si è anche impegnato in discussioni con tutti per affermare il marxismo come teoria degli operai anche in mezzo alla strada, giocando a carte, ovunque.
Gente come Dario non scende dal cielo e se gli operai hanno prodotto un tipo del genere non disperiamo per la sua morte, se ne produrranno tanti ed ancora tanti finché la causa per la quale ha speso una vita vincerà definitivamente.
Un saluto in mezzo alle bandiere rosse che tante volte ha sventolato.

La redazione di Operai Contro.

sabato 20 aprile 2024

20 aprile - No al nuovo fondo vittime amianto che rimborsa Fincantieri! Si pagano i carnefici e non le vittime

 

di Redazione ·

E’ un “no” forte e inequivocabile quello che si leva da ben 12 associazioni vittime amianto contro il rischio fondato che ingenti risorse pubbliche vengano destinate a chi è responsabile di troppe morti e gravi patologie, come Fincantieri: per questo ben 12 associazioni, da nord a sud, si sono date appuntamento a Monfalcone, sede degli stabilimenti Fincantieri, lunedì 22 aprile, alle ore 10:00 al Palazzetto Veneto. Martedì 23 aprile le associazioni si trasferiranno a Trieste, davanti alla sede dell’assemblea degli azionisti Fincantieri. Obiettivo della mobilitazione è recuperare l’utilizzo degli 80 milioni di euro, stanziati dal governo Meloni solo a favore delle vittime di amianto e non a favore di chi ha provocato quelle morti, come appunto Fincantieri, un paradosso che le associazioni ritengono una beffa intollerabile. Nello specifico e nell’immediato le associazioni chiedono che i 20 milioni, di cui la Fincantieri sarà destinataria, viste le procedure amministrative ormai in fase di liquidazione, vengano utilizzati per la ricerca e per la cura del mesotelioma e per centri di cura specialistici, come occasione di riscatto parziale dei tanti morti provocati. Di fatto, come a suo tempo denunciato, nei ristrettissimi tempi a disposizione, appena 17 giorni, e per i meccanismi previsti dalla circolare INAIL, fu presentata soltanto una domanda, quella di Fincantieri, che ha chiesto l’accesso ai 20 milioni per 158 lavoratori, che erano già in possesso di sentenze esecutive a loro favorevoli da parte dei tribunali e per accordi extragiudiziali sottoscritti appunto da Fincantieri. Ecco il paradosso: Fincantieri intascherà 20 milioni di denaro pubblico per far fronte agli indennizzi a cui è stata condannata dai tribunali per omicidio colposo di centinaia di lavoratori deceduti o ammalati a causa dell’amianto! In sintesi: il Governo Meloni, nello specifico i Ministri Calderone e Giorgetti, nella primavera del 2023 e nella legge di bilancio per il 2024, aveva destinato prima 20 e poi altri 60 milioni ai lavoratori dei cantieri navali affetti o deceduti per patologie dovute all’amianto e anche alle società partecipate pubbliche di cui quei lavoratori erano dipendenti. Le associazioni chiedono che vengano cambiate le disposizioni di legge predisposte dal Governo Meloni e chiedono che i 60 milioni delle prossime tre annualità 2024, 2025 e 2026 vengano attribuiti all’unico Fondo per le Vittime dell’Amianto della legge 244 del 2007, che veramente realizza prestazioni universali SOLO a favore di tutte le vittime dell’amianto.

20 aprile - ENNESIMA SETTIMANA DI STRAGI/ASSASSINI SUL LAVORO: Le morti sul lavoro aumentano continuamente - i dati aggiornati ad aprile

Incidente sul lavoro, morto operaio di 23 anni nel Milanese: è rimasto intrappolato in un tritarifiuti

di F. Q. | 20 Aprile 2024

Un ennesimo incidente sul lavoro è avvenuto nella notte a Cusago, nel Milanese. Un operaio di 23 anni è morto nella notte, stritolato da un macchinario tritarifiuti in un impianto in provincia di Milano.

Il giovane era di origine egiziana e stava lavorando quando, per cause ancora da accertare, è caduto nel compattatore. Inutile l’immediato intervento dei soccorsi: i vigili del fuoco hanno estratto il corpo e i soccorsi di Areu 118 hanno solo potuto constatare il decesso. Sul posto anche i carabinieri, mentre la Sis ha eseguito i rilievi.

Secondo quanto riporta MilanoToday l’azienda dove è avvenuto il fatto si trova proprio in viale Europa e si occupa di smaltimento rifiuti, la Convertini. Al momento dell’incidente, l’uomo, regolarmente assunto, stava distruggendo degli scarti di lavorazione del legno.

 

Incidente sul lavoro, morto un ragazzo di 23 anni colpito da un pesante tubo a Montepulciano (Siena)

di F. Q. | 19 Aprile 2024

Un ragazzo di 23 anni, originario dell’Aretino, è morto sul lavoro. L’incidente è avvenuto oggi, intorno alle 12:51, in località Tre Berte, nel comune di Montepulciano, in Toscana. Sul posto, insieme ai sanitari del 118, è intervenuto anche l’elisoccorso, i vigili del fuoco, le forze dell’ordine e il personale della prevenzione di igiene e sicurezza nei posti di lavoro della Asl. Per il giovane però nn c’era più nulla da fare.

Dalle prime ricostruzioni e secondo quanto riportato dal quotidiano La Nazione, l’incidente è avvenuto all’interno di un’autocarrozzeria: il giovane, che lavorava come operaio per una ditta esterna, sarebbe stato colpito al petto da un pesante tubo caduto da un rimorchio.

Altri sette decessi nei cantieri: i nomi

Redazione,  19 Aprile 2024 

 «La strage quotidiana di lavoratori è entrata nella fase più sanguinosa, nel silenzio della politica, delle aziende e dei media. Oggi registriamo 7 nuove morti, che portano il totale della settimana a 17 (2 lunedì, 7 martedì, 5 mercoledì, 3 giovedì) e quello di aprile a 63, con il totale del 2024 a 323 vittime in 109 giorni». L'osservatorio Morti sul lavoro analizza i dati relativi alle morti sul lavoro e ricorda i nuovi incidenti che hanno portato ad altre stragi nei cantieri.

Da Aci Sant’Antonio, in provincia di Catania, arriva la notizia della morte orribile dell’ascensorista 31enne Antonio Pistone, chiamato per liberare una ragazza intrappolata nell’impianto di una palazzina a tre piani. Durante l’intervento l’ascensore è ripartito, schiacciando il tecnico tra la cabina e una porta. A quel punto sono intervenuti i vigili del fuoco di Acireale per recuperare il corpo senza vita di Pistone e liberare la ragazza.

Il 23enne veronese Leonardo Lorini stava per laurearsi in Relazioni Internazionali a Padova e - per godere di un minimo di indipendenza - consegnava pizze e prestava la sua opera in eventi come il Vinitaly. Martedì 16 aprile, rientrando proprio dal Vinitaly, ha perso il controllo della sua moto e si è schiantato contro un albero, morendo sul colpo. Particolare tragico: il padre di Leonardo, notando la geolocalizzazione del figlio fissa da tempo, è uscito per raggiungerlo e si è trovato davanti un corpo coperto da un telo bianco.

Alessio Moroni di anni ne aveva soltanto 20, ma già si era conquistato un contratto a tempo indeterminato come informatico alla Everience di Rho (Milano). Martedì 16 è uscito in moto dall’azienda durante la pausa pranzo per comprare qualcosa da mangiare. Non ha più fatto ritorno, vittima dello scontro con un’autovettura.

Il tenente Franco Mangiucca, 62 anni, comandante della polizia locale di Gallese (Viterbo), è morto alle 8 di giovedì 18 aprile mentre prestava servizio davanti alle scuole elementari del paese. Un malore improvviso la causa del decesso.

Sergio Rea, 60 anni, giovedì 18 aveva appena raggiunto il posto di lavoro nel parcheggio della stazione di Falciano del Massico (Caserta), quando si è sentito male. È riuscito a telefonare al fratello per chiedere aiuto, ma quando i soccorsi sono arrivati era ormai tardi.

Adriano Ponzin, 60 anni, moglie e due figli, lavorava al prosciuttificio King’s di Sossano (Vicenza). Mercoledì 16 aprile rientrava a casa dal lavoro quando ha perso il controllo dello scooter dopo un sorpasso e si è schiantato contro un muro.

Armando Rotondo, 65 anni, era un medico di base a San Donato di Lecce. Mercoledì 16 i familiari si sono allarmati non vedendolo rientrare e sono andati a cercarlo in studio. Lo hanno trovato senza vita, vittima probabilmente di un infarto.

 

I Dati

Aprile 2024: 63 morti (sul lavoro 49; in itinere 14; media giorno 3,5)

Anno 2024: 323 morti (sul lavoro 248; in itinere 75; media giorno 2,9)

44 Lombardia (26 sul lavoro – 18 in itinere)
37 Campania (27-10)
34 Emilia Romagna (28-8)
27 Veneto (17-8)
22 Toscana (20-2)
21 Puglia (18-3)
19 Lazio (13-6)
18 Sicilia (13-5)
16 Piemonte (12-4)
14 Abruzzo (11-3)
12 Calabria (10-2)
10 Marche (8-2)
9 Liguria (7-2)
8 Sardegna (7-1), Estero (7-1)
6 Trentino (4-2)
4 Valle d’Aosta (4-0), Alto Adige (4-0), Umbria (4-0)
3 Friuli V.G. (3-0)
2 Basilicata (2-0)
1 Molise (1-0).


venerdì 19 aprile 2024

20 aprile - info da Ancora in Marcia: Abbiamo denunciato l’Italia

 

La nostra rivista, assieme ad un gruppo di cittadini e lavoratori, tra cui molti RLS, pensionati, ferrovieri e non, ed alle associazioni il Mondo che vorrei” e “Assemblea 29 giugno, sorte a seguito della strage ferroviaria di Viareggio, ha presentato alla Commissione Europea una denuncia per la violazione degli obblighi di recepimento delle direttive riguardanti la salute e la sicurezza sul lavoro. L’occasione è stata la ricorrenza del 16° anno dall’adozione del Decreto Legislativo 81 del 9 aprile 2008, legge fondamentale per la tutela dei lavoratori. Dopo così tanto tempo l’Italia non si è ancora pienamente adeguata alla normativa comunitaria ed è per questa ragione – e per indurre il governo ad adempiere ai propri obblighi – che abbiamo chiesto l’avvio della procedura di infrazione UE la quale prevede in caso di ulteriore inadempienza, pesanti sanzioni per lo stato membro. In sintesi, dopo 16 anni dall’approvazione del Decreto Legislativo 81 del 2008, anche detto Testo Unico 81, nei settori, porti, navigazione, pesca e ferrovie, ancora non sono pienamente applicabili le norme di tutela di fonte comunitaria in esso contenute ma restano in vigore leggi obsolete, precedenti all’approvazione della Direttiva europea 391/89 sulla materia.

Ciò a causa della mancata adozione dei decreti attuativi previsti dall’art. 3 dello stesso TU 81, di coordinamento e armonizzazione con le relative norme tecniche. Nel settore ferroviario, addirittura, ancora oggi si applicano norme dei decreti del 1955 e 1956 e leggi del 1974 e 1979. La previsione iniziale di un termine di 12 mesi per l’adozione di questi decreti necessari per l’allineamento della normativa nazionale ai principi della legislazione europea, è stata colpevolmente prorogata dal governo italiano dapprima a 24 mesi, poi a 36 poi a 48, poi a 55 mesi; infine, nel 2012 il termine è stato rinviato a tempo indeterminato “fino all’approvazione dei decreti...”. Ancora In Marcia ! è una rivista radicata nel settore ferroviario, tuttavia è pienamente consapevole e partecipe delle criticità presenti nell’intero mondo del lavoro che paga con la vita, la salute e le mutilazioni un ingiusto prezzo per il benessere di tutti. Per questo abbiamo sollevato il tema anche riguardo gli altri settori interessati dalla mancata armonizzazione delle norme di sicurezza, con i quali presenta notevoli affinità, tecniche, organizzative e di rischio. Assieme ai ferrovieri, i lavoratori interessati dai quattro settori esclusi dalla piena applicazione del TU 81 sono centinaia di migliaia e sono impiegati in ambiti e contesti lavorativi connotati da rischi elevati sia per la salute che per la sicurezza, circostanza confermata da indici infortunistici estremamente significativi. Rischi venuti tragicamente alla ribalta nel caso dell’infortunio multiplo, (anche conosciuto come la strage di Brandizzo), avvenuto nella notte del 31 agosto 2023 in provincia di Torino, durante la manutenzione dei binari, nel quale hanno perso la vita cinque operai. Questa tragedia ha messo in luce un quadro giuridico paradossale in cui le norme di protezione dei lavoratori addetti all’infrastruttura ferroviaria in Italia – sulla base della legge 191/74, una delle norme oggetto della denuncia – sono stabilite dalla stessa impresa datrice di lavoro e committente dei lavori (RFI Spa), mediante proprie “Istruzioni” che hanno valore di legge e non dalle norme generali di tutela di derivazione comunitaria, valide per il resto dei cantieri.

19 aprile - Dalle lavoratrici Palermo: Oggi si apre il processo dei 6 stupratori del branco di Palermo

Inizia oggi il processo dei 6 stupratori del branco

Con Asia e con tutte le donne stuprate e lese, lottare ad ampio raggio contro questa società capitalista di cui stupri violenza e femminicidi sono uno dei frutti più marci.

Lavoratrici Slai Cobas sc


 

Dall'assemblea delle precarie in lotta a Palermo 

https://quotidianodipalermo.it/stupro-del-foro-italico-al-via-il-processo-a-palermo/

 

Stupro del Foro Italico: al via il processo a Palermo

Sei giovani sono accusati di aver abusato, nel luglio scorso, della 19enne Asia Vitale

di redazione

E’ iniziato oggi, in un’aula penale del tribunale di Palermo, il processo per lo stupro di gruppo del Foro Italico. Stamani la prima udienza a porte chiuse davanti al gup Cristina Lo Bue. Sul banco degli imputati ci sono i 6 giovani accusati di aver abusato, nel luglio scorso, di Asia Vitale, una ragazza di diciannove anni che oggi non era presente in aula. A difenderla l’avvocato Carla Garofalo. La 19enne ha chiesto di costituirsi parte civile. Con lei il Comune di Palermo e undici associazioni che si occupano di contrasto alla violenza di genere.

Tutti presenti invece gli imputati, anche se alcuni di loro non fisicamente ma in videocollegamento. La prossima udienza si svolgerà il 29 aprile e gli avvocati degli imputati chiederanno ancora una volta di accedere al rito abbreviato che consentirebbe in caso di condanna uno sconto di un terzo di pena per i loro assistiti.

giovedì 18 aprile 2024

19 aprile - DA OPERAIO STELLANTIS UN PROMEMORIA X TUTTI NOI: È GIÀ STATO DETTO!

 

E’ già stato detto “basta morti sul lavoro?”, oppure “non è possibile andare a lavorare senza la certezza di tornare a casa?”, oppure “non si può morire di lavoro?”. Certo che è stato detto. Milioni di volte. E chissà quante volte ancora saremo costretti a dirlo. E mentre lo diciamo, gli operai continuano a morire sul lavoro.
Dinanzi a una morte sul lavoro, o, nel caso di specie, a una strage di operai, il rituale è sempre lo stesso: i sindacati proclamano una, due o massimo quattro ore di sciopero e promettono battaglia senza esclusione di colpi, il politico locale di turno dice “basta morti sul lavoro”, la procura apre “un fascicolo di inchiesta” che rimarrà aperto per anni a fare la muffa, poi tempo due giorni e la notizia scompare. E a piangere i morti rimangono i parenti, i familiari, i colleghi e gli amici degli operai morti ammazzati.
Anche le parole di circostanza sono sempre le stesse. Le dichiarazioni di “quelli che dichiarano” sembrano realizzate con il sistema del copia e incolla. E’ sufficiente prendere il comunicato di qualche giorno prima, cambiare la data, cambiare il nome e cognome dell’operaio morto e inviarlo all’Ansa come nuovo. Manco fosse un’automobile prodotta sulla catena di montaggio: cambi il numero di matricola, ma le automobili sono tutte uguali, identiche e … funzionanti: una sorta di catena di montaggio dei comunicati di circostanza sulle morti sul lavoro.
Poi, alla fine della fiera, i fatti restano immutati, ovvero gli operai continuano a schiattare e i padroni continuano ad abbuffarsi la panza di profitti. In fondo, fintanto che le ragioni del profitto e le esigenze dell’impresa saranno ritenute superiori a quelle della vita di un operaio, si continuerà a considerare le morti sul lavoro come effetti collaterali dell’economia. Anzi, come inevitabili eventi della catena di produzione.

18 aprile - Dal blog tarantocontro: 19 APRILE, GIORNATA DI LOTTA PROMOSSA DALLO SLAI COBAS per il sindacato di classe

Ore 6/7 presidio alla portineria delle imprese dove i coordinatori dello Slai Cobas per il sindacato di classe illustreranno i contenuti e gli appuntamenti della giornata di lotta e la piattaforma operaia su cui si dovrà scioperare in tutta l'area industriale e nell'appalto/compreso porto nel corso delle prossime settimane e la campagna per la formazione di un comitato di lotta operai acciaieria - appalto - cigs in cassaintegrazione intersindacale  

ore 9.30/12 presidio alla ex Corte di appello - aula bunker - Paolo VI per l'inizio del processo  Ambiente Svenduto, delle parti civili operai/lavoratori ex Ilva/Appalto, lavoratori del Cimitero/ex pasquinelli/abitanti Paolo VI/Tamburi 

ore 16,30 assemblea convegno alla Biblioteca Acclavio Piazzale Bestat Taranto 


 


18 aprile - DA PALERMO: LA LOTTA PER IL LAVORO NON È REATO, GIÙ LE MANI DAI PRECARI

 

Oggi 18 aprile nuova udienza del processo penale a cui sono sottoposti i precari Coop Sociali in lotta da tanti anni a Palermo

Il reato? Avere difeso con giustezza, come poi si è dimostrato nei fatti, il posto di lavoro e il servizio di assistenza igienico-personale specializzato sempre sotto attacco da parte dei palazzi del potere.

Per i precari questa è un'altra forma di lotta che affrontano a testa alta perché la lotta messa in campo era più che legittima e giusta!

" Siamo una goccia nel grande mare dei lavoratori, operai, precari, disoccupati, migranti, donne, attivisti sociali e politici repressi da questo Stato borghese" fondato sullo sfruttamento e l' oppressione della maggioranza dei lavoratori, lavoratrici, proletari... ma la lotta giusta per diritti basilari oggi sempre più sotto attacco con il governo di stampo fascista Meloni non si può fermare!


Precari e precarie Coop Sociali Slai Cobas sc Palermo

18 aprile - Info dagli stabilimenti Stellantis: sit in Atessa Stellantis

 

per rivendicare migliori condizioni di lavoro nello stabilimento Stellantis di Atessa. Il percorso di rivendicazione ci ha portato nella mattina di venerdì 12 aprile 2024 a promuovere un sit-in di protesta sotto gli uffici dello SPSAL di Chieti (ente di prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro).

Una delegazione USB/Slai cobas, assistita dal dott. Francesco Tuccino (ergonomo) e dall’Avv. Guglielmi, è stata ricevuta dal dott. Massaro, e da alcuni collaboratori, ai quali sono state esplicitate le ragioni di tale iniziativa e consegnato un esposto contenente le richieste delle due organizzazioni: controlli su alcune specifiche postazioni di lavoro, l’attivazione di controlli periodici su postazioni a campione in tutte le officine e verifica della correttezza dei DVR (documenti valutazione rischi), verifica delle modalità di gestione della sorveglianza sanitaria e l’istituzione di un tavolo tecnico permanente.

Nelle quasi due ore di colloquio, il direttore dello SPSAL ci ha

confermato, ritenendo fondate le nostre preoccupazioni, che valuterà il contenuto dell’esposto e prenderà opportuni provvedimenti finalizzati alla risoluzione delle problematiche.

In primis ci ha espresso forti dubbi sulla gestione della sorveglianza sanitaria mentre sulla verifica delle postazioni, ha fatto notare le loro difficoltà per indisponibilità di personale per verifiche così complesse, ma si adopererà per poter far fronte a tale impegno, infine sul tavolo permanente si pronuncerà con una proposta formale, lasciando intendere un riscontro positivo.

Naturalmente i veri protagonisti sono stati i lavoratori che hanno partecipato al sit-in ed i numerosi che hanno aderito alla giornata di sciopero proclamato in tutto lo stabilimento da USB e SLAI COBAS, permettendo di rendere tangibili le nostre e le loro preoccupazioni per le ripercussioni sulla salute e sicurezza conseguenti l’aumento dei carichi e ritmi di lavoro a cui quotidianamente sono comandati.

La nostra lotta non si fermerà senza il raggiungimento di risultati concreti e assicuriamo che quella di ieri è stata solo un’altra tappa di un percorso che merita di essere portato avanti con lucidità e caparbietà.

La protesta è stata anche un motivo per ribadire l’importanza di maggiori controlli sulla sicurezza in tutti i luoghi di lavoro, di cordoglio e rabbia per la recente strage di Suviana e per tutte quelle che purtroppo continuano ad avvenire nel nostro paese.

Il Coord. SLAI COBAS Chieti

Il Coord. USB LP Chieti/Pescara

pescara@usb.it