E' bene che siano ripresi scioperi e blocchi a fronte di un incontro sempre inconcludente di Roma.
Ma ogni nuovo eventuale incontro deve vedere PRIMA il ritiro del piano del governo, altrimenti sarebbe una nuova presa in giro. L'incontro deve servire a mettere sul Tavolo una piattaforma operaia che, comunque vada la vendita, deve vedere la difesa, con piani concreti, fondi, tempi, dei posti di lavoro, del salario, della salute/sicurezza e dell'ambiente.
Parlare di "tavolo permanente sull'ex Ilva presso la presidenza del Consiglio, con la presenza della presidente Giorgia Meloni" è buttare illusione; Meloni e Urso sono la stessa cosa.
Sull'incontro unico per impedire spezzatini, trattamenti differenti Genova-Novi Ligure e Taranto, l'ostacolo principale sono i sindacati confederali di Genova che non lo vogliono e accompagnano la posizione del governo; i sindacati a Genova, e in primis la Fiom, vogliono la loro salvezza, parlano di salvaguardia del "Nord" (sembrano dei leghisti), non fanno un discorso unitario e in questo modo danneggiano gli operai dell'Ilva di Taranto. Vedi intervista: https://tarantocontro.blogspot.com/2025/12/sindacati-dellilva-di-genova-basta-che.html
Senza far fuori dalla moblitazione queste posizioni corporative, non ci sarà incontro unico.
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Da
GdM - Ex Ilva, sciopero a oltranza dei sindacati contro il Piano del
governo. Bloccata la Statale 100 a Taranto, a partire dalle ore 12 di
oggi e fino a nuova comunicazione,.
Fim, Fiom, Uilm e Usb
proclamano la mobilitazione dalle ore 12 di oggi chiedendo un tavolo
unico a Palazzo Chigi per garantire diritti, sicurezza e futuro ai
lavoratori dello stabilimento di Taranto. Usb chiede tavolo
permanente a Palazzo Chigi.
La
mobilitazione, spiegano le sigle in una nota congiunta, ha
l’obiettivo di richiedere un incontro urgente per
l’apertura di un unico tavolo a Palazzo Chigi, finalizzato a
ottenere il ritiro del Piano e ad avviare "un confronto
serio e costruttivo" sui diritti, sulla sicurezza e sul futuro
dei lavoratori. Lo sciopero viene definito «un momento fondamentale
per difendere i diritti di tutti i lavoratori e garantire stabilità
e dignità».
Nello stabilimento siderurgico Acciaierie d’Italia
in As (ex Ilva) di Taranto, oltre allo sciopero immediato proclamato
dalle ore 12 da Fim, Fiom, Uilm e Usb, sono in corso blocchi e cortei
di lavoratori. I blocchi riguardano strade interne e binari. Questo,
spiegano fonti sindacali, sta comportando anche il fermo dei carri
siluro.
La protesta è iniziata dalla direzione aziendale, con
presidi all’interno e all’esterno del perimetro dello
stabilimento ed è proseguita con il blocco dei binari nell’area
compresa tra la zona ghisa e l’area acciaieria. «Il blocco -
spiegano le sigle metalmeccaniche - ha determinato il fermo
produttivo dell’Afo 4». Considerata la natura improvvisa
dell’arresto e il rischio di possibili emissioni diffuse e
fuggitive, le organizzazioni sindacali hanno deciso «di spostare il
blocco nell’area spedizioni».
Alla luce «delle tensioni
sociali esplose nei territori» dopo la presentazione del piano
denominato «ciclo corto», Usb ha formalmente richiesto
l'istituzione di un tavolo permanente sull'ex Ilva presso la
presidenza del Consiglio, con la presenza della presidente Giorgia
Meloni. Nel documento inviato alla presidenza, il sindacato chiede
«il ritiro immediato del 'piano corto' e la sospensione delle
operazioni di spegnimento delle batterie 7-8-9-12», oltre "all’invio
dei coils a Genova, Novi Ligure e Racconigi da Taranto per garantire
la continuità produttiva». Tra le altre richieste figurano il «no
a ulteriore allontanamento dei lavoratori dalle fabbriche per
effettuare formazione senza prospettiva lavorativa» e «l'avvio di
un vero piano di manutenzione degli impianti».
Alcuni lavoratori
dell’ex Ilva e delegati sindacali hanno attuato un blocco stradale
sulla statale 100 Taranto-Bari nell’ambito delle iniziative di
mobilitazione che erano partite questa mattina con la proclamazione
dello sciopero e l’occupazione della fabbrica.
«Siamo qui -
hanno dichiarato - per lanciare un monito alla presidenza del
Consiglio. Urge convocare un tavolo unico a Palazzo Chigi perchè la
vertenza è una e si tiene con tutti i lavoratori, che siano del
Nord, del centro o del Sud. Va riaperto il confronto per l’intero
gruppo».
Ribadiscono che «il piano presentato dal governo va
respinto e ritirato perchè rappresenta la chiusura di tutti gli
stabilimenti. Non si può continuare così. Il sindacato chiede un
forte intervento pubblico perchè la vertenza deve garantire una
decarbonizzazione piena, salvaguardare i livelli occupazionali anche
attraverso strumenti straordinari.Alla transizione ecologica,
digitale e ambientale - concludono - va garantita una transizione
sociale per tutti i lavoratori e per le loro famiglie».
«I primi
drammatici effetti del piano di chiusura dell’ex Ilva di Taranto
decretato dal ministro Urso e dal governo Meloni si abbattono sui
lavoratori»... nel pomeriggio la Semat Sud srl ha annunciato «la
cessazione delle attività lavorative - riferiscono - con il
conseguente licenziamento di 220 lavoratori edili, storicamente
impegnati nell’appalto del siderurgico nelle manutenzioni e negli
interventi di risanamento».
Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil
di Taranto chiedono inoltre al presidente della Regione Puglia
Antonio Decaro, al sindaco di Taranto Piero Bitetti, al presidente
della Provincia Gianfranco Palmisano e a tutti i parlamentari ionici
«di intervenire a sostegno delle mobilitazioni dei lavoratori e per
scongiurare i licenziamenti annunciati da Semat Sud srl».
Il
documento è firmato dalle segreterie territoriali: Ivo Fiore (Feneal
Uil), Gianmarco Passiatore (Filca Cisl) e Francesco Bardinella
(Fillea Cgil).

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